Paleontologo dilettante di San Giovanni Ilarione di Verona, identificò in un fossile da lui scavato un raro cucciolo di dinosauro Scipyonix; sembrava un visionario quando riconobbe nel film Jurassic Park il suo Ciro. Gli davano del matto e invece...
Piano, a chiamarlo matto. Dicevano così di Giovanni Todesco, 16 anni fa, quando, al cinema davanti alle immagini di Jurassic Park ebbe l’intuizione: quel minidinosauro, lo Scipyonix, che Steven Spielberg faceva scorrazzare in una scena del film assomigliava a Ciro.
Così Todesco aveva battezzato il fossile di uno strano animaletto, trovato nel 1981 a Pietraroja, nel Beneventano, dov’era stato per lavoro. Con la moglie Giovanna, i figli e il cognato Luciano Vanzo, scoprì di trovarsi nel bel mezzo di un deposito paleontologico, una cava trasformata in discarica.
Lì l’occhio allenato del paleontologo dilettante era stato attirato da una piccola lastra di pietra che Todesco si caricò in macchina. Fu rimettendo in ordine i ricordi di Pietraroja, spaccando e aprendo quella lastra, che Todesco si trovò davanti quel fossile.
La ricostruzione dello Scipyonix, il minidinosauro che Giovanni Todesco riconobbe al cinema vedendo Jurassic Park: lui 12 anni prima ne aveva trovato un esemplare fossile
Tutto tranquillo, dunque, per dodici anni, fino a quella famosa serata al cinema.
Sotto choc, conta le ore che lo separano dalla mattina dopo e, quando l'orologio glielo consente, allerta Giorgio Teruzzi, responsabile della sezione di paleontologia degli invertebrati al Museo di storia naturale di Milano, ma anche Franco Capone, giornalista scientifico della rivista Oggi.
Giunti a San Giovanni Ilarione i due non hanno alcun dubbio: Ciro è un baby dinosauro. Giovanni Todesco, a quel punto, si sobbarca altri 1500 chilometri e, con la commozione di ogni addio, consegna il suo piccolo Ciro, prima alla Soprintendenza archeologica di Napoli e poi a quella di Salerno. Poi silenzio.
Passano cinque anni, Todesco arriva pure negli studi tv di «Fatti vostri» per lanciare l’appello: « Che ne è stato di Ciro? »
La risposta è un annuncio planetario che nel 1998 passa per le pagine della rivista scientifica Nature: Ciro, o meglio Scipionyx samniticus, è un cucciolo di dinosauro, morto 115 milioni di anni fa, a circa due settimane di vita, dopo aver mangiato.
Ciro, il cui nome scientifico omaggia il primo studioso del sito di Pietraroja, cioè Scipione Breislak, viene definito «la scoperta paleontologica del secolo».
Patria ingrata con chi ha genio: la sola ricompensa per la scoperta è stata “LA DENUNCIA”
Todesco immagina che almeno qualcuno ricorderà la storia del suo ritrovamento: niente di tutto ciò ma, in compenso, la visita dei carabinieri a casa un anno dopo. Prima gli perquisiscono la villetta sotto l'occhio di un'ispettrice della Soprintendenza di Salerno e di un commissario del ministero dei Beni culturali, sequestrano l'intera collezione.
La sentenza di assoluzione dall’accusa di aver trafugato fossili arrivò nel 2004, quando a Giovanni Todesco viene riconosciuto di essere «un benemerito della ricerca e salvaguardia dei Beni culturali».
Nessuno, però, parla di “riconoscimento formale della scoperta”, tanto meno di inserire anche il nome di Todesco nella definizione scientifica di Ciro e, a maggior ragione, nessuno si sogna di parlare di ricompense: il valore di Ciro, infatti, viene stimato con una parola, «incalcolabile». Giovanni Todesco è in causa. Nulla si sa, come dell’altra richiesta che Todesco rinnova dal 1998: avere un calco del suo piccolo Ciro dal Museo archeologico di Salerno, dove ora si trova.
Fonte: srs di Paola Dalli Cani; da L’Arena di Verona di Martedì 08 Dicembre 2009; PROVINCIA, pagina 32; Fotoservizio Amato
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