di Magdi Cristiano Allam
Se tutti i giorni i Merkel, Monti, Barroso, Draghi scendono
in campo per rassicurarci che «l'euro è irreversibile», vuol dire che stiamo
assistendo a un rito scaramantico per allungare il più possibile la vita del moribondo.
Tutti gli indicatori dell'economia reale attestano in modo inequivocabile che
giorno dopo giorno siamo prossimi al funerale. Il nostro funerale. La
recessione sempre più profonda, l'indebitamento pubblico che cresce, il Pil che
si riduce, la produzione, le esportazioni e i consumi in calo, le tasse più
alte al mondo, le imprese strangolate che chiudono, i disoccupati e i poveri
che aumentano, i giovani senza prospettive. Ebbene, come è possibile che, da un
lato, la crisi è causata dall'euro e, dall'altro, siamo noi italiani, noi
europei, a pagarne le conseguenze? La risposta è nella recente dichiarazione
del governatore della Bce (Banca centrale europea) Mario Draghi a Le Monde: «Il
nostro mandato non è di risolvere i problemi finanziari degli Stati, ma di
garantire la stabilità dei prezzi e mantenere la stabilità del sistema
finanziario in tutta indipendenza».Ma come: la Bce dopo aver imposto condizioni
spietatissime agli Stati per poter accedere al credito finalizzato al
ripianamento del debito pubblico, ora ci dice che si lava le mani dei problemi
degli Stati? Ma come: se questi problemi sono legati alla carenza di liquidità
monetaria e l'unica istituzione titolata ad emettere l'euro è la Bce che si
rifiuta di farlo? Ma come: quando le banche e le società quotate in borsa
crollano si pretende il massiccio intervento degli Stati con denaro pubblico
mentre quando gli Stati sono in crisi voltate loro le spalle?Il signoraggio è
la differenza tra il costo reale e il valore nominale della moneta.
Oggi la Bce stampa
la banconota da 100 euro al costo di 3 centesimi e la vende alle banche
commerciali a 100 euro, più l'1% di interesse, in cambio di titoli di garanzia.
Le banche rivendono la banconota allo Stato a un tasso superiore in cambio di
buoni del Tesoro che sono titoli di debito. Lo Stato ripaga questi interessi
facendoli gravare sulle tasse imposte ai cittadini. Quindi tutto il denaro in circolazione è
gravato da interessi percepiti dalle banche e da tasse che gravano sulle nostre
spalle. È così che noi siamo indebitati dal momento in cui nasciamo. È il
sistema che di fatto corrisponde ad una «fabbrica del debito». Chi
è il responsabile? A differenza di
quanto si tenderebbe a pensare, la Bce è un'istituzione che svolge una funzione
pubblica ma è di proprietà privata, detenuta da banche private, comprese quelle
dei Paesi europei che non aderiscono all'euro. Ha la struttura di una società
per azione e gode di autonomia assoluta dalla politica pur condizionando
pesantemente la politica. Questa «fabbrica del debito» si è arricchita grazie a
due nuovi trattati, il Fiscal Compact o Patto di stabilità, e il Mes o Fondo
Salva-Stati, approvati il 19 luglio dal nostro Parlamento: così ci siamo ormai
autocondannati ad essere indebitati a vita. Ci siamo impegnati, al fine di
dimezzare il debito pubblico per portarlo al 60% del Pil, a ridurre i costi
dello Stato di 45 miliardi di euro all'anno per i prossimi 20 anni, ciò che si
tradurrà in nuove tasse e ulteriori tagli alla spesa pubblica; mentre per
creare il Fondo Salva-Stati, l'Italia si è accollata la quota di 125 miliardi
di euro, che non abbiamo. Nasciamo indebitati perché la moneta non la emette lo
Stato ma una banca privata e abbiamo sottoscritto degli accordi con istituzioni
sovranazionali le cui sentenze sono inappellabili. D'ora in poi
lavoreremo sempre di più e vivremo sempre peggio per pagare i debiti. Ci limiteremo
a produrre per consumare beni materiali, non ci saranno né risorse né tempo per
occuparci della dimensione spirituale. Siamo ad un bivio epocale: salvare
l'euro per morire noi come persona, oppure riscattare la sovranità monetaria
per salvaguardare la nostra umanità. Ecco
perché solo una nuova valuta nazionale emessa direttamente dallo Stato, che ci
affranchi dalla schiavitù del signoraggio e scardini dalle fondamenta la
«fabbrica del debito», emessa a parità di cambio con l'euro per prevenire fenomeni
speculativi e inflazionistici, potrà darci la libertà di essere pienamente noi
stessi nella nostra Italia che ha tutti i requisiti di credibilità e solidità
per andare avanti a testa alta e con la schiena,
Fonte: srs di Magdi
Cristiano Allam, da Il Giornale di Lunedì 23 Luglio 2012
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