SUN TZU
Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento, ma bensì sottomettere il nemico senza combattere
Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento, ma bensì sottomettere il nemico senza combattere
La vittoria è prevedibile, ma non sicuramente
attuabile. L’invincibilità sta nel sapersi difendere, e la possibilità di
vincere sta nel saper attaccare
In ogni conflitto, le manovre regolari portano
allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria
VALUTAZIONE
DI BASE
1.
La guerra è di somma importanza per lo
Stato: è sul campo di battaglia che si decide la vita o la
morte delle nazioni,
ed è lì che se ne traccia la via della sopravvivenza o della distruzione.
Dunque è indispensabile studiarla a fondo.
2.
Considerarne perciò gli aspetti
fondamentali, e analizzarli mediante i sette criteri di valutazione. Così,
potrai definire la tua strategia.
3.
Il primo degli elementi fondamentali è il Tao;
il secondo è il clima; il terzo è il terreno; il quarto è il comando; il quinto
è la dottrina.
- (Tao = definito anche la “via diretta”; con questo termine
Sun zu, tende ad indicare la forza orale e il prestigio del governo ed, in
particolare, di un sovrano.)
4.
Col termine Tao, intendo tutto ciò che
induce il popolo ad essere in armonia coi suoi capi, per la vita e per la
morte, sfidando anche il pericolo estremo.
5. Col termine clima, intendo l’azione
complessiva delle forze naturali: il freddo in inverno, la calura in estate e
la necessità di condurre le operazioni in armonia con le stagioni.
6.
Col termine terreno, intendo le distanza, e
se il territorio da percorrere è agevole o arduo, se è ampio o ristretto, e le
eventualità di sopravvivenza o di morte che offre.
7. Col termine comando, intendo le qualità di
saggezza, rettitudine, di umanità, di coraggio e di severità del generale.
8.
Col termine dottrina militare, intendo
l’organizzazione e il controllo, la nomina di ufficiali adeguati al grado,
ossia la gerarchia, e la gestione dei mezzi di sussistenza necessari
all’esercito, ossia la logistica.
9.
Non può esservi generale, se non conosce i
cinque elementi fondamentali. Chi li padroneggia, vince;
chi non se ne cura, è
annientato.
10.
Perciò, prima di attuare qualsiasi piano,
prendi in esame i suddetti elementi, soppesandoli molto
attentamente
11.
Per valutare la situazione, sappi
rispondere a queste domande: Quale sovrano possiede il maggiore
Tao ? Quale
comandante è più abile ? Per quale esercito gli elementi naturali e il terreno
costituiscono un vantaggio ? Quale esercito è meglio preparato e disciplinato
? Quali sono le truppe
più forti ?
12.
Quale esercito ha gli ufficiali e i
soldati meglio addestrati ?
13.
In quale esercito si dispensano ricompense
e punizioni con il metodo più illuminato ?
14.
Sapendo ciò, potrai prevedere quale parte
sarà vittoriosa e quale sconfitta.
15.
Assicurati i servigi di un generale che
sappia applicare integralmente le concezioni strategiche che
indico, perché
quegli ha la vittoria in pugno. Destituisci, invece, il generale che si rifiuta
di farlo: sarà
sicuramente sconfitto.
16.
Dopo aver analizzato le situazione per
rilevarne i vantaggi, il generale deve creare le circostanze che
contribuiscano a realizzare i suoi obiettivi, schierando le truppe nel modo
più opportuno.
17.
Con l’espressione creare le circostanze,
intendo che deve agire rapidamente secondo ciò che è
vantaggioso e assumere il
controllo delle operazione militare nel suo insieme, organizzando le giuste
mosse tattiche.
18.
Fondamentale in tutte le guerre è
lo stratagemma.
19.
Quindi, se sei capace, fingi incapacità;
se sei attivo, fingi inattività.
20.
Se vuoi attaccare in un punto vicino,
simula di dover partire per una lunga marcia; se vuoi attaccare
un punto
lontano, simula di essere arrivato presso il tuo obbiettivo.
21.
Offri al nemico un’esca per attirarlo; fingi
disordine fra le truppe, e colpiscilo.
22.
Quando vedi il nemico pronto, preparati
contro di lui; ma evitalo, dove è forte.
23.
Irrita il suo generale e disorientalo.
24.
Simula inferiorità e incoraggiane
l’arroganza.
25.
Tienilo sotto pressione e logoralo.
26.
Quando il nemico è unito, dividilo.
27.
Il segreto per creare le divisioni interne
sta nell’arte di suscitare i seguenti cinque contrasti: dissensi
tra i
cittadini nelle città e nei villaggi; dissensi con gli altri paesi; dissensi
all’interno; dissensi che
hanno per conseguenza la condanna a morte; e
dissensi le cui conseguenze sono i premi e le
ricompense. Queste cinque specie
di dissensi non sono che rami di uno stesso tronco.
28. Chiamo dissenso nelle città e nei villaggi
quello che ci dà il modo di staccare dal partito che ci è
nemico gli abitanti
sotto il suo dominio, e di farceli amici in modo da potercene servire in caso
di
bisogno
29.
Chiamo dissenso con gli altri paesi quello
che ci consente di servirci a nostro profitto degli ufficiali che
servono
nell’esercito nemico.
30.
Per dissensi all’interno intendo quelli
che mettono a nostro profitto la mancanza di accordo che può
esserci tra gli
alleati, tra i diversi corpi militari o tra gli ufficiali che servono
nell’esercito nemico.
31.
Il dissenso da condanna a morte è quello
che per mezzo del quale tentiamo, attraverso dicerie
tendenziose, di gettare
discrediti e sospetti, fino a porre sotto processo dinanzi alla corte del
sovrano
nemico i generali che lo servono.
32. Il dissenso da premio è quello che si
ottiene con larghe ricompense elargite a tutti quelli che hanno
cessato di
servire il loro legittimo padrone e sono passati dalla nostra parta sia per
combattere e con
noi, sia per renderci altri servigi non meno essenziali.
33.
Attacca il nemico dove non è preparato,
fai sortite con le truppe quando non se l’aspetta.
34.
Queste sono le chiavi strategiche della
vittoria. La loro preminenza è indiscutibile.
35.
Non comunicare a nessuno il tuo schieramento e
la strategia che intendi adottare.
36.
Ora, se le valutazioni fatte dal
Consiglio dei Saggi prima dell’inizio delle ostilità indicano vittoria, ciò è
perché i calcoli hanno dimostrato che la propria forza è superiore a quelle del
nemico. Se invece
indicano sconfitta. È perché la propria forza è
inferiore a quella del nemico.
37.
Solo valutando tutto esattamente si può
vincere, con cattive valutazioni si perde. Quanto esigue sono
le probabilità
di vittoria di chi non fa alcun calcolo! Coi principi che ho elencato, io
valuto la situazioni:
il risultato, allora si definisce da solo.
PREPARAZIONE
E CONDUZIONE DEL
CONFLITTO
1.
In genere per le operazioni belliche sono
necessari un migliaio di carri da guerra veloci tirati da
quattro cavalli, un
migliaio di carri trasporto coperti e centomila soldati.
2.
Quando gli approvvigionamenti vengono
trasportati per un migliaio di li, le spese in patria e sul campo
di
battaglia, gli stipendi per il mantenimento di consiglieri e visitatori, il
costo dei materiali come la
colla e lacca, quello dei carri e delle armature,
raggiungono i mille pezzi d’oro al giorno. Se ne
disponi, puoi arruolare
centomila soldati.
(- li = unità di misura, utilizzata nell’antica Cina, pari
a circa 360 metri. Mille li, equivalgono 360 Km.)
3. Ciò che da valore alla guerra, è la
vittoria. Quando la guerra dura troppo a lungo, le armi si spuntano
e il
morale si deprime. Quando le truppe assediano troppo a lungo le città, le loro
forze si esauriscono
in fretta.
4.
Quando l’esercito nemico s’impegna troppo a
lungo, le risorse dello Stato non saranno più sufficienti.
5.
Con le armi spuntate, l’ardore spento, la forza
esaurita, il denaro volatilizzato, i vicini potranno
avvantaggiarsi delle tue
difficoltà e insorgere contro di te. Anche se hai saggi consiglieri, non
potranno cambiare la situazione a tuo favore.
6.
Ho visto troppe guerre-lampo condotte male,
ma non ho mai saputo di un’operazione militare abile
protratta a lungo
nel tempo.
7.
Non vi è mai stata una guerra protratta a
lungo nel tempo della quale un paese abbia tratto vantaggio.
8.
Chi non ha conosciuto a fondo i mali di una
guerra, non saprà neppure mai valutare correttamente i
vantaggi che se ne
traggono.
9.
Il generale esperto non ha bisogno di una
seconda leva di coscritti, né di un secondo invio di
approvvigionamenti.
10.
Il generale esperto si equipaggia in
patria ma si approvvigiona a spese del nemico. Così l’esercito
non manca mai
di cibo
11.
Il trasporto su lunghe distanze degli
approvvigionamenti necessari alle operazioni militari, impoverisce
gli Stati:
trasporta lontano carri e salmerie, e ridurrai il popolo in miseria.
12.
Dove si trova un esercito, i prezzi
salgono. Dove i prezzi salgono, la ricchezza del popolo si
esaurisce. Quando
la ricchezza si è esaurita i contadini troveranno insopportabile la pressione
fiscale.
13.
Col tesoro dissanguato, lo Stato aumenta
le tasse. Beni e risorse svaniscono, e il paese è alla fame. I
contadini
perdono i sette decimi dei guadagni, e il governo i sei decimi degli introiti.
14.
Le spese che il governo dovrà sostenere
per riparare o sostituire i carri da guerra danneggiati,
ripristinare i
cavalli esausti, le armature, gli elmi, le frecce, le balestre, le lance, gli
scudi e le corazze,
gli animali da tiro e i carri da trasporto, equivalgono al
sessanta per cento del totale.
15.
Perciò, un generale esperto e avveduto,
farà in modo che le sue truppe consumino cibo strappato al
nemico, perché uno
staio di provviste preso al nemico, ne vale venti dei propri; un cesto di
foraggio
nemico, ne vale cento dei propri.
- (Commento di Z’ao Z’ao
(155-200 d. C. – Generale) : “Per trasportare, si consuma venti volte il
trasportato”.)
16.
Lanciati sul nemico con ardore.
17.
Saccheggia le risorse del nemico e
dividile fra le truppe come giusta ricompensa.
18
. Perciò, quando in un combattimento di
carri vengono catturati carri nemici, ricompensa il primo che
ne cattura
dieci.
19.
Sostituisci le bandiere e gli stendardi
nemici coi tuoi, poni i carri catturati fra i tuoi, e utilizzali a tuo
vantaggio.
20.
Tratta bene i prigionieri, e fornisci loro
il necessario.
21.
Questo vuol dire “vincere la battaglia e
diventare più potenti”.
22.
L’obbiettivo essenziale della guerra è la
vittoria, non le operazioni prolungate.
23.
Per questo, un generale che conosce l’arte
della guerra diventa giudice della sorte del suo popolo e
arbitro dei destini
della nazione.
PIANIFICAZIONE DELL’ATTACCO
Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su
cento, ma bensì sottomettere il nemico senza combattere
1.
In guerra è meglio conquistare uno Stato
intatto. Devastarlo significa ottenere un risultato minore.
2.
Catturare intatto un esercito nemico è
meglio che sterminarlo. Meglio catturare una divisione intatta
che
distruggerla: meglio catturare un battaglione intatto che distruggerlo: meglio
catturare una
compagnia intatta che distruggerla. Questo è il principio
fondamentale dell’Arte della Guerra.
3.
Ottenere cento vittorie su cento battaglie
non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza
bisogno di combattere,
quello è il trionfo massimo.
4.
Il generale esperto attacca la strategia
del meno esperto. Questa è la prima cosa da fare.
5.
La seconda cosa da fare, è spezzare le
alleanze del nemico.
6.
La terza cosa da fare, è attaccare il suo
esercito.
7.
La tattica più rischiosa è assediare le
città. Assediale soltanto se non hai altra alternativa.
8.
Per preparare i carri protetti dagli scudi,
le armi e l’equipaggiamento, occorrono tre mesi; per erigere i
bastioni di
terra davanti alle mura, altri tre mesi.
9.
Se il generale è incapace di controllare la
propria impazienza e lancia le truppe all’assalto delle mura
come uno sciame
di formiche, ne farà massacrare un terzo senza prendere la città. Simili
attacchi
sono manifestazioni di stupidità assassina.
10.
Chi è veramente esperto nell’arte della
guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia,
prendere le sue
città senza assediarle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate.
11.
Il tuo scopo primario deve essere quello
di riuscire a prendere Tutto-Sotto-Il-Cielo: così, non dovrai
mantenere le
truppe di occupazione e i tuoi profitti saranno assoluti. Questa è la regola
per la
strategia dell’assedio.
12.
Le regole per impiegare le truppe sono
queste: Se sei dieci contro uno, devi accerchiare il nemico.
13.
Se sei cinque volte più forte, attaccalo.
14.
Se la tua forza è il doppio della sua,
dividiti.
15.
Quando le forze sono eguali, se puoi
impegna il combattimento.
16.
Quando sei inferiore in tutto, se puoi
ritirati.
17.
Se sei inferiore in tutto al nemico, devi
riuscire a sfuggirgli. Se ti ostini a cercare il combattimento
sarai fatto
prigioniero, perché, per una forza più potente, una forza esigua diventa preda
desiderata.
18.
Il generale è considerato il protettore
dello Stato. Se la sua protezione si estende su ogni cosa, lo
Stato sarà
sicuramente forte; se difetta, sarà sicuramente debole.
19.
Un sovrano può danneggiare il proprio
esercito in tre modi.
20.
Il primo modo è quando, senza conoscere la
situazione, ordina alle truppe di avanzare o ritirarsi nelle
circostanza
sbagliate. Questo vuol dire “legare l’esercito”.
21.
Il secondo modo è quando, senza conoscere
l’Arte della Guerra, assume il comando dell’esercito. Ciò
provoca incertezza
tra gli ufficiali.
22.
Il terzo modo è quando, pur senza conoscere
l’arte delle manovre, dirige le operazioni militari. Ciò
determina incertezza
fra le truppe.
23.
Se l’esercito è disunito e confuso, i sovrani
vicini avranno terreno facile per creare turbamenti. Questo
è il senso detto:
“Un esercito indisciplinato ne conduce alla vittoria un altro”.
24.
Ci sono cinque circostanze nelle quali la
vittoria può essere prevista.
25.
Chi è in grado di distinguere quando è il
momento di dare battaglia, e quando non lo è, riuscirà vittorioso.
26.
Chi è in grado di stabilire quando deve
usare forze minori, e quando maggiori, riuscirà vittorioso.
27.
Chi ha creato un esercito compatto, con
ufficiali e soldati che combattono uniti per un unico fine, sarà
vittorioso.
28.
Chi è prudente e preparato, e resta in
attesa delle mosse del nemico temerario e impreparato, sarà
vittorioso.
29.
Chi dispone di generali esperti non
vincolati da funzionari di corte, sarà vittorioso.
30.
I cinque punti che ho descritto
individuano la strada della vittoria.
31.
Perciò dico: “Conosci il nemico come
conosci te stesso. Se farai così, anche in mezzo a cento battaglie
non ti
troverai mai in pericolo”.
32.
Se non conosci il nemico, ma conosci
soltanto te stesso, le tue possibilità di vittoria saranno pari alle
tue
possibilità di sconfitta.
33.
Se non conosci te stesso, né conosci il
tuo nemico, sii certo che ogni battaglia sarà per te fonte di
pericolo
gravissimo.
DISPOSIZIONI E SCHIERAMENTO
La vittoria è prevedibile, ma non sicuramente
attuabile. L’invincibilità sta nel sapersi difendere, e la possibilità di
vincere sta nel saper attaccare
1.
Un tempo i generali esperti, prima d’ogni
cosa cercavano di rendersi invincibili, poi aspettavano il
momento in cui il
nemico era vulnerabile.
2.
L’invincibilità, dipende soltanto da noi
stessi; la vulnerabilità del nemico dipende soltanto da lui.
3.
Ne consegue che in una guerra un abile
generale può rendersi invincibile, pur se non può indurre un
nemico a
diventare vulnerabile.
4.
Per questo si dice che chi conosce l’Arte
della Guerra può prevedere la vittoria, ma non determinarla.
5.
L’invincibilità dipende dalla difesa; la
possibilità di vittoria, dall’attacco.
6. Ci si deve difendere quando le nostre forze
sono inferiori; si deve attaccare quando le nostre forze
sono molto superiori.
7.
Gli esperti nell’arte della difesa si
nascondono come se fossero sotto i nove strati della terra; gli
esperti
nell’arte dell’attacco si muovono come se fossero in cielo. In questo modo
riescono a
proteggere se stessi e ottengono una completa vittoria.
– (“nove
strati della terra” = riferimento a montagne, colline e fiumi.
)
8.
Prevedere una vittoria evidente, come
chiunque può prevederla, non è vera abilità.
9.
Chi riporta la vittoria in battaglia è
riconosciuto da tutti come un generale esperto, ma non è questa la
vera
abilità. Strappare la pelle d’autunno non richiede forza; distinguere fra il
sole e la luna non è
difficile per gli occhi; sentire il rumore del tuono non
è prova di orecchie fini.
– (“pelle d’autunno”= riferimento alla pelle del
coniglio, che in autunno, ha un manto molto leggero.)
10.
I generali d’un tempo, vincevano rendendo
facile vincere.
11.
Perciò, le vittorie ottenute dai maestri
nell’Arte della Guerra non si distinguono né per l’uso della forza,
né per
l’audacia.
12.
I loro successi in guerra non dipendono
dalla fortuna. Perché per vincere basta non commettere
errori. “Non commettere
errori”, vuol dire porsi in condizione di vincere con certezza: in questo
modo,
si sottomette un nemico già vinto.
13.
Perciò, il generale esperto crea situazioni
grazie alle quali non potrà essere battuto, e non si lascia
sfuggire alcuna
occasione di porre in condizioni di inferiorità il nemico.
14.
in tal modo, un esercito vittorioso prima
vince, poi dà battaglia; un esercito destinato alla sconfitta
prima dà
battaglia, poi spera di vincere.
15.
Chi è esperto nell’Arte della Guerra
coltiva il Tao, segue le sue regole ed elabora strategie vittoriose.
Così
domina sulla confusione.
16.
Ricorda, gli elementi della strategia militare
sono cinque: primo, misurazione dello spazio; secondo,
valutazione della
quantità; terzo, calcolo; quarto, confronto; e quinto, probabilità di vittoria.
17.
Le misurazioni dello spazio si deducono
dal territorio.
18.
Le valutazioni della quantità si deducono dalle
misurazioni, i calcoli della quantità, i confronti dai
calcoli, e la
probabilità di vittoria dai confronti.
19.
In tal modo, un esercito vittorioso
stabilisce un rapporto di cento contro uno, e un esercito sconfitto
quello di
uno contro cento.
20.
Schierando abilmente le truppe, un
generale vittorioso è capace di far combattere il proprio popolo
come l’acqua
racchiusa in un serbatoio montano che, rilasciata di colpo, si riversa verso il
basso.
FORZA
In ogni conflitto, le manovre regolari portano
allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria
1.
Gestire molti è come gestire pochi: basta
curare l’organizzazione.
2.
Controllare molti è come controllare pochi.
È solo una questione di addestramento e di segnalazioni.
3.
Attaccare il nemico senza essere sconfitti
dipende dall’impiego corretto delle forze frontali e di quelle
laterali.
-
(“forze frontali” = unità impegnate in un normale attacco.
- “forze laterali” =
unità che trovano diverso impiego: movimenti diversivi, attacco di
sorpresa ai
fianchi, attacchi laterali).
4.
Lancia le truppe contro il nemico, per
schiacciarlo come una pietra può schiacciare le uova: una forza
possente
scagliata contro il nulla.
- (“nulla” = punto più debole.)
5.
Si attacca con la forza frontale, ma si
vince con quelle laterali.
6.
Le possibilità di chi sa impiegare
abilmente le forza laterali sono vaste e infinite come il cielo e la
terra,
inesauribili come le acque di grandi fiumi.
7.
Esse finiscono e ricominciano di nuovo,
come il movimento del sole e della luna. Muoiono e
rinascono, come le stagioni.
8.
Le note musicale non sono che cinque, ma le
loro melodie sono così numerose che nessuno può dire
di averle udite tutte.
9.
I colori fondamentali non sono che cinque,
ma le loro combinazioni sono così tante che nessuno può
immaginarle tutte.
10.
Cinque soltanto sono i sapori, ma le loro
mescolanze sono così varie che nessuno può dire di averle
gustate tutte.
11.
Le azioni d’attacco in battaglia sono
soltanto due: l’attacco frontale ordinario e quello laterale di
sorpresa, ma
le loro combinazioni sono infinite e nessuno può dire di conoscerle tutte.
12.
Queste due forze si riproducono
reciprocamente, e le loro interazioni sono infinite, come gli anelli
concatenati. Chi può stabilire dove comincia l’una e l’altra finisce ?
13.
L’acqua torrenziale scorrendo svella le
rocce, grazie alla sua velocità.
14.
Il falco in picchiata spezza in due il
corpo della preda, perché colpisce con precisione.
15.
Così la velocità di chi è abile nell’Arte
della Guerra è fulminea, e il suo attacco è assolutamente
preciso.
16.
La sua forza è quella della balestra tesa
al massimo, il suo tempismo come lo scatto del grilletto.
17.
Tumulto e fragore; la battaglia sembra
caotica, ma non c’è disordine; le truppe che manovrano
ordinatamente,
non possono essere vinte.
18.
Ciò che sembra confusione, in realtà è
ordine; ciò che sembra viltà è coraggio; la debolezza è forza.
( Commento di Tu
Mu (803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario della Core Imperiale) : “Vuol
dire
che, se uno intende simulare disordine per ingannare il nemico, deve in
realtà essere molto ben
disciplinato; soltanto così può fingere confusione.
Chi desidera apparire debole per rendere il nemico
audace e imprudente, deve
essere in realtà fortissimo; soltanto così può simulare debolezza. Se si
vuol
fingere vigliaccheria, per indurre il nemico ad avanzare con vana baldanza, si
deve essere molto
coraggiosi: soltanto così si può simulare timore.”
19.
Ordine e disordine dipendono
dall’organizzazione; coraggio e viltà dalle circostanza; forza e
debolezza
dallo schieramento.
20.
Il generale esperto induce il nemico a
muoversi, e ad assumere un certo schieramento. Lo adesca
con qualcosa che il
nemico è sicuro di prendere e, attirandolo, con l’illusione di un piccolo
vantaggio,
lo aspetta in forze.
21.
È per questo che il generale esperto
prepara la vittoria studiando la situazione. Non si affida ai
subordinati.
22.
Egli sceglie i suoi uomini e definisce i
loro compiti.
23.
Chi sa valutare la situazione, adopera i
propri uomini in battaglia come se fossero tronchi o pietre, da
far rotolare.
Per loro natura, tronchi e pietre, sono statici sul terreno piano, ma si
muovono su un
terreno inclinato. Se hanno forma squadrata rimangono immobili,
se rotonda, rotolano.
24.
Così, il potenziale delle truppe abilmente
comandate in battaglia può essere paragonato a questi
massi rotondi, che
rotolano giù dalla sommità delle montagne. Questa è la forza.
FORZE
VUOTI E PIENI
1.
Di solito, chi ha occupato per primo il
campo di battaglia e attende il nemico, è riposato; chi invece
arriva più
tardi e si impegna all’ultimo momento nella battaglia, è affaticato.
2.
Per questo il generale esperto non va, ma
fa in modo che sia il nemico a venire: non si lascia
condurre da lui.
3.
Per indurre il nemico a muovere, gli si
deve prospettare un vantaggio. Per scoraggialo, fargli temere
un danno.
4.
Quando il nemico è riposato, devi essere in
grado di stancarlo; quando è ben nutrito, di farlo morire di
fame; quando è
rilassato, di indurlo a muoversi.
5.
Appari in luoghi dove sarà obbligato ad
affaticarsi per raggiungerti in fretta; dirigiti rapidamente dove
non se lo
aspetta.
6.
Puoi marciare anche per mille li senza
stancarti, se ti muovi dove il nemico non c’è.
7.
Per essere certo di conquistare la zona dove
hai impegnato battaglia, attacca un punto che il nemico
non difende. Per
essere certo di tenere ciò che difendi, attestati dove il nemico non può
attaccare.
8.
L’attacco migliore è quello che non fa
capire dove difendersi. La difesa migliore è quella che non fa
capire dove
attaccare.
9.
Muoviti con rapidità senza lasciare
traccia, quasi fossi evanescente, meravigliosamente misterioso,
impercettibile: sarai padrone del destino del nemico.
10.
L’avanzata inarrestabile si getta nei
varchi del nemico. La ritirata inafferrabile è data dalla massima
velocità.
11.
Se voglio ingaggiare battaglia contro un
nemico saldo in difesa dietro alte mura e profondi fossati, attacco un
obbiettivo che di sicuro dovrà difendere: così, non potrà evitare di uscire per
muovere al
contrattacco.
12.
Se invece voglio evitare di ingaggiare
battaglia, inganno il nemico con fattori di diversione. Così non
muoverà
contro di me, neppure se gli indicassi la strada disegnata sul terreno.
13.
Induci il nemico a schierarsi, ma nello
stesso tempo tieni l’esercito unito; così le forze saranno
concentrate e le
sue divise.
14.
Se concentro la mia forza, mentre il
nemico la divide in dieci, posso usare tutta la mia forza per
attaccare
soltanto una parte della sua. In questo modo, gli sarò sempre superiore di
dieci contro uno.
15.
Avendo più uomini per sconfiggere chi è in
inferiorità numerica, potrò ridurre il numero di soldati da
mandare in
battaglia.
16.
Se il nemico non sa dove attaccherai,
dovrà prepararsi ponendo piccoli presidi dappertutto. E
poiché i presidi
sono isolati, ti basteranno poche truppe.
17.
Un fronte forte significa una retroguardia
debole, una retroguardia debole significa che il fronte è più
vulnerabile.
Essere forti a sinistra significa essere attaccabili a destra, rafforzarsi a
destra significa
rimanere scarsi a sinistra. Se poi ci si divide dappertutto si
sarà deboli dappertutto.
18.
Chi ha poche truppe, è obbligato a grandi
preparativi di difesa; chi ha un forte esercito, costringe il
nemico a
prepararsi contro di lui.
19.
Se sai il luogo e il momento della
battaglia, le tue truppe potranno marciare anche per mille li, ma si
incontreranno
sul punto di raduno. Se non sai né il luogo né il giorno della battaglia, sappi
che la tua
ala sinistra non sarà in grado di aiutare l’ala destra, né la
destra la sinistra; l’avanguardia non sarà in
grado di sostenere le retrovie,
né le retrovie di sostenere l’avanguardia, anche nel breve spazio di
poche
decine di li.
20.
Sebbene io sappia che le truppe di Yueh
sono molto numerose, dubito che questa superiorità sia di
effettivo vantaggio
rispetto al risultato. Il numero non dà vittoria certa.
21.
Per questo affermo che la vittoria deve
essere creata.
22.
Se il nemico prevale numericamente, devo
evitare di impegnarlo.
23.
Perciò, cerca di anticipare i piani del
nemico, e individua i suoi punti forti e deboli: potrai decidere
quale
strategia usare per avere successo, e quale no.
24.
Disturbalo con azioni improvvise, spingilo
a muoversi e studia il tipo di azione che adotta per
fronteggiarti. Intanto,
tieni a riposo il grosso delle truppe.
25.
Individua le sue posizioni: così
conoscerai il terreno della vita e della morte
- (“il terreno della vita e
della morte” = campo di battaglia.)
26.
Compi azioni limitate, e individua i punti
in cui è più scarso, il suo pieno e il suo vuoto.
27.
La tua formazione sia senza forma. In
questo modo anche le spie più abili non avranno nulla da
scoprire, né un
esperto potrà elaborare una strategia efficace contro di te.
28.
La forma che vince i molti, non appare ai
molti. Dopo la vittoria, la mia forma sarà palese a tutti. Prima
della vittoria, nessuno sa la forma che impiegherò.
29.
Perciò, la forma che fa conseguire la
vittoria non è ben definita, ma muta ogni volta.
30.
Ricorda, un esercito può essere paragonato
a un fiume, perché proprio come il fiume evita le alture e
si precipita nella
vallata, altrettanto devono fare le truppe: scansare il pieno e colpire il
vuoto.
31.
Come la conformazione del terreno
determina il corso del fiume, così il nemico determina la vittoria.
32.
Come il fiume non ha corso costante, così
la forza non ha forma costante.
33.
Perciò, chi è capace di conseguire la
vittoria adattando la sua tattica in base alla situazione del
nemico, quegli
può dire di possedere un’abilità superiore.
34.
Dei cinque elementi, nessuno è
predominante; delle quattro stagioni, nessuna dura in eterno; delle
giornate,
alcune sono lunghe e altre corte; e la luna, prima cresce e poi cala.
SCONTRO
1.
Quando un esercito scende in campo, di
norma dapprima il generale riceve gli ordini dal sovrano, poi
mobilità il
popolo e raduna le truppe. Si adopera per amalgamare le truppe, poi
stabilisce
l’accampamento.
2.
Nessuna arte è più difficile dello scontro
sul campo.
3.
La difficoltà principale sta nel rendere
vicino ciò che è lontano, e convertire gli ostacoli in vantaggi.
4.
Disorienta il nemico attirandolo con
un’esca, e allungargli la strada. Così potrai partire dopo ma
arrivare prima.
Questa è la strategia che fa vicino il lontano.
5.
Ricorda: lo scontro armato presenta
vantaggi e svantaggi.
6.
Chi, in vista di un vantaggio, fa muovere
l’intero esercito, perderà di vista il vantaggio.
7.
Chi affronta lo scontro con sole truppe
leggere, perderà per mancanza di mezzi.
8.
Se raduni le truppe e parti in velocità con
poco equipaggiamento, senza fermarti né di giorno né di
notte, e avanzi a marce
forzate per una distanza di cento li, i tuoi tre comandanti saranno
fatti
prigionieri perché le truppe più forti arriveranno prima, mentre le più deboli
giungeranno in ritardo. Un
decimo solamente dell’esercito arriverà.
9.
In una marcia forzata di cinquanta li, il
comandante dell’avanguardia cascherà a terra morto o
esausto. Con questo
metodo, solo metà dell’esercito arriverà a destinazione. In una marcia forzata
di
trenta li, arriveranno solamente i due terzi.
10.
Un esercito che manchi di equipaggiamento,
di cibo e di denaro, sarà perduto.
11.
Chi non conosce la strategia del nemico,
non potrà concentrarsi con gli alleati.
12.
Chi non conosce le montagne, le foreste,
le gole più propizie agli agguati, l’estensione delle paludi
piene d’acqua e
di quelle piene di melma, non può dirigere la marcia di un esercito.
13.
Utilizza quindi guide esperte dei luoghi,
per usufruire dei vantaggi offerti dal terreno.
14.
Ricorda, la guerra si fonda sull’inganno.
Il movimento si fonda sui vantaggi che ne vuoi conseguire.
La divisione e
riunione delle tue truppe si fonda sulla situazione che vuoi determinare.
15.
Quando muovi, sii rapido come il vento,
maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile
come la montagna.
– (Commento di Li Ci’uan (618 (???)-907 (???) d. C. – Esperto di arti marziali
e filosofo Taoista) :
”Quando soffia, il vento non lascia traccia, e muta
direzione inaspettatamente. La maestosità della
foresta è data dall’ordine. Il
fuoco è avido perché dietro di sé non lascia un filo d’erba. Quando
prendi
posizione, sii fermo come la montagna.”
)
16.
Imperscrutabile come la nebbia, subitaneo
come il tuono.
17.
Ricorda che se ti dai al saccheggio,
dividi le tue forze: ma se conquisti, dividi il bottino.
18.
Valuta bene la situazione prima di
muoverti.
19.
Chi conosce l’arte di colpire al fronte e
ai fianchi, avrà la vittoria. Questo è il fondamento dello scontro
armato.
20.
Il libro dell’Amministrazione Militare,
dice: la voce non viene udita in battaglia: usa tamburi e gong.
L’occhio non
discerne: usa bandiere e stendardi.
21.
Gong e tamburi, bandiere e stendardi si
usano per focalizzare l’attenzione: se le truppe sono
compatte, il valoroso non
può farsi avanti da solo, il codardo non può tirarsi indietro da solo. Questa è
l’arte di armonizzare i soldati.
22.
Nei combattimenti notturni, utilizza torce
e tamburi. Di giorno, utilizza stendardi e bandiere. In questo
modo,
sari padrone della vista e dell’udito delle truppe.
23.
Ricorda, un esercito può essere derubato
del suo ardore, un generale spogliato del suo senno.
24.
Al mattino presto, il morale è più alto.
Durante il giorno s’abbassa. A sera i pensieri volano a casa.
25.
Perciò, chi è esperto nell’Arte della
Guerra, evita il nemico quando sa che il uso morale è alto, e
l’attacca quando
sa che il suo morale è basso, o quando i suoi soldati hanno nostalgia di
casa.
Questo significa avere il controllo del fattore morale.
26.
Con ordine, affronta il disordine; con
calma, l’irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore.
27.
Solamente attestato sul tuo terreno,
attendi il nemico. Attendi in riposo il nemico esausto; ben nutrito,
il nemico
affamato. Questo significa avere il controllo della forza.
28.
Non ingaggiare battaglia con un nemico che
avanza coi vessilli bene allineati, non attaccare
formazioni imponenti.
Questo significa avere il controllo delle diverse circostanze.
29.
Non affrontare un nemico attestato più in
alto di te. Se ha una collina alle spalle, non contrapporti a
lui.
30.
Quando finge di fuggire, non inseguirlo.
31.
Non attaccare le sue truppe scelte.
32.
Evita di abboccare alle sue esche.
33.
Non opporti al nemico che rientra a casa.
34.
Al nemico accerchiato, lascia una via di
fuga.
– (Commento di Tu Mu (803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario
della Core Imperiale) : “Mostragli
che ha una possibilità di salvarsi, e
fagli balenare l’idea che esiste un’alternativa alla morte. Dopo di
che,
colpiscilo.”
35.
Non incalzare un nemico agli stremi.
36.
Queste sono le regole dello scontro
armato.
VARIABILI
1.
Solitamente, il generale riceve mandato dal
sovrano di mobilitare il popolo e adunare l’esercito. Ci
sono nove fattori che
variano a seconda delle circostanze. Sono questi.
2.
Il primo è: non attestarti su un
terreno, se è difficile.
3.
Il secondo è: su un terreno dove è facile
stabilire collegamenti, stringi alleanze coi confinanti.
4.
Il terzo è: su un terreno aperto,
non attardarti.
5.
Il quarto è: su un terreno chiuso,
abbi molte risorse.
- (“terreno chiuso” = circondato da montagne.)
6. Il quinto è: sul terreno della morte,
combatti.
7.
Il sesto è: ci sono strade che non
si devono seguire. Il settimo è: ci sono eserciti che non si devono
attaccare. L’ottavo è: ci sono città che non bisogna assediare e
territori che non si devono disputare.
8.
Il nono è: possono presentarsi
circostanze in cui gli ordini del sovrano non devono essere obbediti.
9.
Un generale che ha conoscenza approfondita
dei vantaggi offerti dai nove fattori variabili, è esperto
nell’Arte della
Guerra.
10.
Il generale che non ha chiari i vantaggi
che po’ trarre dai nove fattori variabili, non sarà in grado di
utilizzare il
terreno a proprio vantaggio, anche se lo conosce bene.
11. Nelle campagne militari, chi non capisce la
tattica basata sui nove fattori variabili, non sarà neppure capace di
utilizzare al meglio le sue truppe, anche se capisce bene le “cinque
variazioni”.
(Semplificazione del Commento di Cia lin (618-907 d.C.) alla
spiegazione sulle “cinque variazioni”:
A) Una strada breve, se si pensa porti ad un’imboscata,
non deve essere percorsa.
B) Un esercito nemico che si trovi in una situazione
talmente disperata da costringere i soldati da
combattere fino alla morte, non
deve essere attaccato.
C) Una città, anche se isolata e suscettibile di assedio,
se è ben fornita di provviste, difesa da truppe
scelte, comandata da un’abile
generale, con ministri intelligenti e fedeli, in grado di ideare piani che
la
rendano impenetrabile, non deve essere assediata.
D) Un territorio che si può conquistare, ma che è
difficile da difendere o che si ritiene non si possa
trarre grande vantaggio da
esso, non vale la pena di una guerra.
E) Anche se si deve sempre obbedire al Sovrano, quando si
ritiene che suoi ordini possano portare a
grandi ingerenze nella condotta di
una guerra, non si devono eseguire i suoi ordini)
12.
Per queste ragioni il generale esperto
deve considerare nelle sue decisioni le circostanze favorevoli
insieme con
quelle sfavorevoli.
13.
Analizzare i vantaggi serve a elaborare i
piani. Analizzare gli svantaggi serve a evitare i danni.
14.
Il timore di un danno frena. L’azione
logora. La prospettiva di un vantaggio incita.
15.
Per confondere i nemici, poni in atto
azioni di disturbo.
16.
Il generale esperto logora il nemico
tenendolo costantemente sotto pressione. Lo fa correre
dappertutto adescandolo
con vantaggi illusori.
17.
Non illuderti che il nemico possa non
venire, ma tieniti sempre pronto ad affrontarlo. Non illuderti che
il nemico non
ti attacchi, ma fai piuttosto in modo di renderti inattaccabile. È una regola
fondamentale
dell’Arte della Guerra.
18.
Cinque qualità pericolose possono
riscontrarsi nel carattere di un generale. Sono queste:
19.
Se è troppo temerario, può venire
ucciso.
20.
Se tiene troppo alla vita, sarà
fatto sicuramente prigioniero.
21.
Se è iroso, cede alle provocazioni
22.
Se tiene tropo al proprio decoro,
è sensibile alle calunnie.
23.
Se è di natura compassionevole,
puoi farlo vivere nel tormento.
24.
Questi cinque tratti caratteriali per un
generale sono difetti. Per le operazioni militare sono catastrofi.
25.
La rovina dell’esercito e la morte del
generale stesso sono il risultato di tali difetti. Pensaci bene.
SPOSTAMENTI
1.
Quando prendi posizione e studi il nemico,
chiudi i passi fra le montagne e occupa le valli.
2.
Accampati in un terreno sopraelevato, sul
versante del sole, dal lato dove più fitte nascono le piante.
3.
Impegna il combattimento in discesa; non
attaccare mai in salita.
4.
Questo si deve fare nello scontro sulle
montagne.
5.
Se fra te e il nemico c’è un fiume, non
rimanergli vicino. Lo scontro non deve avvenire in acqua.
6.
Sarà più vantaggioso per te se lascerai
attraversare metà delle sue forze e poi attaccherai.
7.
Non affrontare il nemico vicino al fiume.
Prendi posizione su un terreno elevato, dalla parte del sole.
Non prendere mai
posizione a valle delle corrente.
8.
Questo si deve fare nello scontro su
terreni presso un fiume.
9.
Attraversa rapidamente i terreni allagati.
Non attardarti. Se incontri il nemico in mezzo a un terreno
allagato,
attestati su un suolo solido, con vegetazione. Abbi gli alberi sempre alle
spalle.
10.
Questo si deve fare nello scontro su
terreni allagati.
11.
Sull’altopiano, occupa una posizione in
cui tu possa manovrare facilmente. Abbi le alture alla tua
destra e il campo di
battaglia di fronte: davanti a te c’è la morte, dietro la vita.
- “Abbi le
alture alla tua destra e il campo di battaglia di fronte” – (a quell’epoca, il
lato destro di un
esercito era il più vulnerabile alle frecce, dato che lo
scudo si portava con la sinistra.)
12.
Questo si deve fare nello scontro
sull’altopiano.
13.
In genere, tali regole portano vantaggio
se seguite nelle quattro situazioni citate. Utilizzandole,
l’imperatore Giallo
vinse quattro sovrani.
– (Commento di Ciang Yu (960 – 1079 (???) d.C.
Letterato): “L’imperatore Giallo fu il primo a scrivere
di arte militare:
per questo Sun Zu lo ricorda.”
)
14.
Gli eserciti preferiscono i terreni
sopraelevati a quelli in basso; amano la luce del sole, e non
apprezzano
l’ombra. Tale regola è sempre valida.
15.
Nell’occupare una posizione salda, il
generale esperto ha cura della salute delle sue truppe. Un
esercito senza
malattie è invincibile. Così si dice.
16.
Nelle vicinanze di terrapieni o colline o
dighe o argini, devi sempre attestarti sul lato soleggiato,
avendoli a destra e
un po’ indietro.
17.
Queste regole per sfruttare la natura del
terreno pongono il tuo esercito in vantaggio.
18.
Quando la pioggia cade a monte del fiume,
e le acque scendono spumeggiando, chi desidera
passare a guado deve aspettare
che le acque si abbassino.
19.
Dove ci sono ostacoli naturali come
torrenti impetuosi, avvallamenti, trappole, strapiombi, strettoie e
gole,
escine subito. Non attardarti.
20.
Tieniti lontano da tutti questi luoghi, ma
attiraci il nemico. Abbili di fronte, e il nemico li abbia alle
spalle.
21.
Quando ai fianchi dell’esercito vi sono
strettoie pericolose, o stagni coperti di erbe acquatiche dai
quali spuntano
canne e giunchi, o foreste dal sottobosco spesso e intricato, devi esplorare il
terreno
con precauzione, perché è in luoghi del genere che si tendono imboscate
e si annidano spie.
22.
Se il nemico è vicino e non muove, e tu
sei in posizione sottostante, significa che dispone di una
posizione
favorevole. Se è lontano e ti incita al combattimento, vuole attirarti in una
trappola. Se si
trova su un terreno più facile e si fa vedere, significa che
occupa una posizione che offre un palese
vantaggio.
23. Se
i rami degli alberi si muovono:
significa che il nemico sta avanzando.
24.
Se nel sottobosco trovi numerose
postazioni, ricorda che sono lì per ingannarti.
25.
Uccelli che volano via in fretta segnalano
che il nemico ti sta tendendo un’imboscata. Animali selvatici
chi fuggono
spaventati segnalano che il nemico sta cercando di assalirti di sorpresa.
26.
Colone di polvere, che si alzano verso il
cielo, indicano l’avvicinarsi dei carri nemici. Quando invece
la polvere si
allarga in una nube orizzontale, indica che il nemico sta cercando di assalirti
di sorpresa.
27.
Polvere che si alza in punti diversi: vuol
dire che il nemico sta raccogliendo legna per fare fuoco.
Tante piccole nuvole
di polvere sparse: vuol dire che il nemico si sta accampando.
28.
Il nemico che invia ambasciatori a
trattare con umiltà, mentre continua i preparativi di guerra, sta per
attaccare.
29.
Se gli ambasciatori sono falsi e
arroganti, e il nemico fa le mostre di avanzare, vuol dire che prepara
la
ritirata.
30.
Se gli ambasciatori vengono a fare
discorsi concilianti, il nemico desidera una tregua.
31.
Se gli ambasciatori, senza accordo
preventivo, offrono la pace, il nemico sta tramando un complotto.
32.
I carri leggeri escono per primi e
prendono posizione sui fianchi: vuol dire che il nemico si sta
preparando ad
attaccare.
33.
Le truppe del nemico marciano schierate e
i carri avanzano come in parata: sta aspettando rinforzi.
34.
Metà delle forze del nemico avanza e metà
indietreggia: sta cercando di attirarti in un tranello.
35.
I suoi uomini, in piedi, si appoggiano
alle armi: è segno che sono affamati.
36.
I portatori d’acqua devono per primi: è
segno che le sue truppe soffrono la sete.
37.
Quando il nemico vede una posizione
vantaggiosa, ma non avanza per farla sua, vuol dire che è
stremato.
38.
Quando si vedono uccelli raggrupparsi sul
luogo dove è accampato il nemico, vuol dire che
l’accampamento è vuoto.
39.
Quando il nemico è rumoroso anche di
notte, vuol dire che il nemico è spaventato.
40.
Quando le sue truppe non sono schierate in
ordine, vuol dire che il generale non ha autorevolezza.
41.
Quando le sue bandiere e i suoi stendardi
si agitano di continuo, vuol dire che il nemico è in
scompiglio.
42.
Se gli ufficiali sono irritabili,
significa che sono sfiniti.
43.
Il nemico abbatte i cavalli e ne dà la
carne ai soldati come rancio: ha esaurito i vettovagliamenti. Le sue truppe non
appendono più le pentole sul fuoco né ritornano agli acquartieramenti: si
prepara
un’azione disperata.
44.
I soldati mormorano, trascurano le consegne,
parlottano fra loro: la fiducia nel generale è venuta a
mancare.
45.
Ricompense troppo frequenti: il generale
ha esaurito tutte le sue risorse. Punizioni troppo frequenti: il
generale è in estreme difficoltà.
Per quello che riguarda le punizioni
corporali, all’epoca, si ricorreva, a seconda dell’entità
dell’infrazione, a
quelle che erano definite le “cinque mutilazioni punitive”.
Cinque diversi gradi di
punizione :
1) Sfregiatura del viso mediante marchi infuocati che
identificava la colpa commessa;
2) Taglio del naso;
3) Taglio dei piedi (o solo delle dita);
4) Castrazione per gli uomini, e reclusione a vita per le
donne;
5) MORTE. Questa pena poteva essere eseguita tramite ::
a)
Decapitazione;
b) Squartamento con i carri;
c) Bollitura;
d) Messa in
salamoia;
e) Ecc… .
46.
Gli ufficiali che maltrattano gli uomini,
ma poi ne hanno paura, sono incapaci di mantenere la
disciplina.
47.
Se l’esercito nemico ti fronteggia
bellicoso, ma non ingaggia battaglia, né se ne va, sarà bene che tu
stia in
guardia e analizzi a fondo la situazione.
48.
In guerra, disporre unicamente di un
esercito numeroso non rappresenta di per sé un vantaggio.
Ricordati di
non agire mai facendo affidamento soltanto sulla semplice forza del numero.
49.
Per sottomettere un nemico, devi valutare
te stesso, valutare lui, e ottenere il sostegno del popolo.
Questo è tutto.
50.
Chi, senza sostegno e senza strategia,
attacca un nemico sottovalutandone la forza, sarà
sicuramente fatto
prigioniero.
51.
Non devi punire le truppe prima di averne
conquistato la lealtà: non ti ubbidiranno più. E le truppe
indisciplinate sono
difficili da utilizzare.
52.
Se le truppe sono leali, ma non vengono
punite quando è giusto, ugualmente non potrai utilizzarle.
53.
Ammaestra le truppe con competenza e
giustizia, e compattale con le virtù marziali: ti avvicinerai alla
vittoria.
54.
La disciplina si ottiene con
l’addestramento. Truppe bene addestrate ti saranno obbedienti; in caso
contrario, non eseguiranno i tuoi ordini.
55.
Quando i comandanti ispirano fiducia e
vengono osservati, i rapporti tra generale ed esercito possono
dirsi
soddisfacenti.
56.
I comandanti che rispondono al bene del
popolo sono eseguiti; quelli che non rispondono al bene del
popolo sono
ignorati. Quando c’è armonia fra governanti e sudditi i comandi sono
accolti con
soddisfazione.
TERRENO
1.
In conformità alla loro natura, i diversi terreni
possono essere: accessibili, a trappola, non risolutivi,
limitati, accidentati,
aperti.
2.
Un terreno che può essere attraversato in
ogni parte con pari facilità, è accessibile. In questo terreno,
attestati per primo su posizioni elevate e soleggiate, comode anche per il
trasporto delle salmerie:
sarai avvantaggiato.
3.
Un terreno in cui si entra con facilità, ma
si esce con difficoltà, è a trappola. Per sua natura agevola
l’attacco a
un nemico impreparato: ma se il nemico è pronto e tu non lo vinci, ti sarà
difficile tornare
indietro. E questo è lo svantaggio.
4.
Un terreno sul quale avanzi con difficoltà
sia tu che il nemico, è non risolutivo. Su tale terreno, anche
se il
nemico ti offre un vantaggio, non avanzare. Invece, indietreggia e induci
metà delle forze
nemiche a venire avanti. Poi vai all’attacco, e
vincerai.
5.
Un terreno circondato da ostacoli naturali,
come montagne, è limitato. Quando occupi per primo un
terreno limitato,
bloccane i passi e poi attendi il nemico. Se invece il nemico l’ ha
occupato per primo
e ne ha bloccato le strade, non seguirlo. Solo se il
nemico non ha già bloccato tutte le strade, puoi
seguirlo.
6.
Un terreno pieno di alture e di difficile
transitabilità è accidentato. Se lo occupi per primo, attestati su
un’altura
soleggiata, e aspetta il nemico. Se invece è il nemico che si è attestato su un
simile terreno,
non attaccare. Ritiratiti e invoglialo a seguirti.
7.
Un terreno sul quale la forza dell’attacco
è pari per noi e per il nemico è aperto. Su questo terreno
sfidare al
combattimento è rischioso e combattere non è vantaggioso.
8.
Quelle elencate sono le regole riguardanti
i sei diversi tipi di terreno. È responsabilità massima del
generale conoscere
a fondo il terreno, che deve studiare con la maggior cura possibile.
9.
Sei comportamenti delle truppe che non
possono essere attribuiti a cause naturali: ammucchiarsi, esitare,
disunirsi,
disperdersi, essere nel caos, essere sconfitte. Questi comportamenti
dipendono da errori
del generale.
10.
Se lo slancio è paro, ma gli uomini sono
impiegati in ragione di dieci contro uno, le truppe sono
ammassate.
11.
Se le truppe sono forti ma gli ufficiali
sono deboli, l’esercito è esitante.
12.
Quando gli ufficiali sono forti ma le
truppe sono deboli, l’esercito si disunisce.
13.
Quando gli ufficiali superiore si
dimostrano troppo irruenti, incapaci di controllarsi, e affrontano il
nemico
gettandosi nella mischia senza valutare l’opportunità di impegnare battaglia, e
i generali non
sanno decidere, l’esercito si disperde.
14.
Quando il generale è debole di carattere e
non è autoritario, quando le sue direttive non sono chiare;
quando ufficiali e
truppa non sono coordinati; quando trascurano l’ordine degli schieramenti,
l’esercito
è nel caos.
15.
Quando il generale è incapace di valutare
la consistenza del nemico, e impegna una piccola forza per
affrontarne una
grande, o truppe deboli per contrastare truppe più forti, o affida incarichi a
subalterni,
il risultato è la sconfitta.
16.
Allorché prevale una delle sei
considerazioni su esposte, l’esercito è avviato alla sconfitta. È massima
responsabilità del generale valutarle con cura.
17.
La natura del terreno può essere di grande
aiuto in battaglia. Ma dipendo soltanto dal comandante
saper giudicare
il nemico, calcolare le distanza e valutare i rischi. Conoscendo questi
fattori, vincerai;
trascurandoli, sari sconfitto.
18.
Se in base alle regole dell’Arte della
Guerra scorgi vittoria certa, attacca anche contro il parere del
sovrano. Se
in base alle regole dell’Arte della Guerra non scorgi vittoria certa, non
attaccare anche se
il sovrano è di parere favorevole.
19.
Il generale che va per la sua strada senza
cercare successi personali, che si ritira senza temere il
disonore, che agisce
sempre per il bene del popolo e del sovrano, rappresenta il tesoro più
prezioso
dello stato.
20.
Un tale generale ha cura dei suoi uomini
come di bimbi, ed essi lo seguono anche in fondo all’abisso.
Li tratta con lo
stesso affetto dei propri figli, ed essi sono pronti a dare spontaneamente la
vita per lui.
21.
Se un generale si mostra indulgente con le
sue truppe, ma è al tempo stesso incapace di impiegarle,
se le ama, ma è
incapace di far rispettare i suoi ordini; se le truppe sono indisciplinate, e lui
non sa
mantenerne il controllo: allora si comporta come un padre che trasforma
i figli in ragazzi viziati, e le
sue truppe sono inutilizzabili.
22.
Se vedo che le mie truppe hanno la
possibilità di colpite il nemico, ma ignora dove il nemico sia
vulnerabile, le
mie possibilità di vittoria sono dimezzate.
23.
Se vedo dove il nemico è vulnerabile
all’attacco, ma ignoro se le mie truppe abbiano la possibilità di
batterlo, le
mie probabilità di vittoria sono dimezzate.
24.
Se vedo dove il nemico dove può essere
attaccato e so che le mie truppe hanno la possibilità di farlo,
ma se non so
giudicare se la conformazione del terreno sia svantaggiosa, le mie probabilità
di vittoria
sono dimezzate.
25.
Per questo un generale esperto, quando si
muove, non commette errori. Quando attacca, ha risorse
illimitate.
26.
Per questo si dice: Conosci il tuo nemico
e conosci te stesso: la tua vittoria non sarà compromessa.
Conosci il terreno
e il cielo: la tua vittoria sarà totale.
TERRITORIO
1.
Secondo le regole dell’Arte della Guerra,
ci sono nove tipi di territorio: dispersivo, di frontiera,
conteso,
comunicante, focale, grave, difficile, circondato e mortale.
2.
Quando le forze dello stesso Stato si
combattono a vicenda, questo è territorio dispersivo.
3.
Quando entri in un paese nemico, ma non in
profondità, ti trovi su territorio di frontiera.
4.
Un territorio che, se conquistato,
porterebbe vantaggio tanto per te che per il nemico, è territorio
conteso.
5.
Un territorio al quale possono accedere con
la stessa facilità sia te che il nemico è territorio
comunicante.
6.
Quando uno Stato è racchiuso fra tre altri
Stati che se lo contendono, il suo territorio è focale. Chi ne
assume
per primo il controllo riuscirà anche a conquistare “Tutto sotto il Cielo”.
7.
Un esercito penetrato a fondo su suolo nemico,
lasciandosi alle spalle città e villaggi, si trova su
territorio grave.
8.
Chi deve superare montagne, foreste e
regioni scoscese, marciare lungo in gole, paludi, acquitrini, o
luoghi
dove è difficile procedere si trova su territorio difficile.
9.
Dove l’accesso è difficile, l’uscita
tortuosa, e anche una piccola forza nemica può batterne una molto
più grande,
è territorio circondato.
10.
Dove puoi sopravvivere soltanto a
condizione di combattere col coraggio della disperazione, è
territorio mortale.
11.
Dunque: su territorio dispersivo, non
combattere. Su terreno di frontiera, non fermarti.
12.
Se il nemico occupa un territorio conteso,
non attaccare. Su territorio comunicante, non disperderti.
13.
Su territorio focale, stringi alleanze con
gli stati vicini. Su territorio grave, saccheggia.
14.
Su territorio difficile, procedi più in
fretta che puoi. Su territorio circondato, inventa stratagemmi. Su
territorio mortale, combatti.
15.
Se mi trovo su territorio dispersivo,
verificherò la determinazione del mio esercito.
16.
Se mi trovo su territorio di confine,
rinsalderò i collegamenti fra tutte le mie forze.
17.
Se mi trovo su territorio conteso, baderò
che la retroguardia mi segua sempre.
18.
Se mi trovo su territorio comunicante,
porrò particolare attenzione a organizzare le mie difese.
19.
Se mi trovo su territorio focale,
stringerò alleanze.
20.
Se mi trovo su territorio grave, mi
preoccuperò che l’afflusso delle provvigioni sia ininterrotto.
21.
Se mi trovo su territorio difficile,
percorrerò le strade con la massima celerità.
22.
Se mi trovo su territorio circondato,
bloccherò tutte le entrate e uscite possibili.
23.
Se mi trovo su territorio mortale,
chiarisco a tutti che non c’è alcuna via di scampo: perché è nella
natura dei
soldati saper resistere quando sono circondati, combattere fino alla morte
quando non c’è
alternativa, e obbedire ciecamente quando non c’è speranza.
24.
Il generale esperto deve analizzare con
molta cura le variazioni tattiche da applicare nei nove tipi di
territorio, i
vantaggi che possono derivare dagli spiegamenti a schiere chiuse o distanziate,
e le
considerazioni legate alla natura del terreno.
25.
Anticamente, coloro che avevano fama di
esperti della guerra rendevano impossibile al nemico riunire l’avanguardia e la
retroguardia; ai suoi schieramenti maggiori e minori di coordinarsi; alle
truppe forti
di soccorrere quelle deboli e alle superiori e subordinate di
sostenersi a vicenda.
26.
Quando le forze nemiche si disperdevano,
facevano in modo di gettarle in uno stato di confusione.
27.
Concentravano le truppe e marciavano
quando vedevano che era vantaggioso farlo; quando non era
vantaggioso,
sostavano.
28.
Se mi chiedesse: Come devo comportarmi
contro un esercito nemico ben ordinato che è sul punto di
attaccare?.
Risponderei: Impossessati di qualche cosa che sia caro al tuo nemico, ed
egli si
piegherà ai tuoi desideri.
29.
Essenza della guerra è la velocità.
Permettere di avvantaggiarsi sul nemico impreparato, giungendo
da strada impreviste
e colpendolo dove non ha eretto difese.
30.
Le considerazioni fondamentali che si
applicano a una forza d’invasione sono le seguenti. Quanto più
profondamente
penetri in territorio nemico, con tanta maggior forza devi agire: fino al punto
che chi
difende quel territorio non può più battersi.
31.
Saccheggia le campagne fertili per
rifornire il tuo esercito di abbondanti provvigioni, e cura che le tue
truppe
siano sempre ben nutrite.
32.
Non affaticarti senza motivo, serba la tua
salute, risparmia le energie, raduna le forze. Definisci i tuoi
piani e
dirigi i movimenti dell’esercito rendendo imperscrutabile la tua strategia.
33.
Porta i tuoi uomini su posizioni elevate
senza via d’uscita, e vedranno la morte: pronti a morire, cosa
non riusciranno
a fare? È nelle situazioni disperate che ufficiali e soldati dimenticano
la paura e danno
il meglio di sé. Senza vie di fuga, difendono il terreno coi
denti. Impegnati a fondo, si battono a fondo.
Senza alternative, lottano fino
all’estremo.
34.
In circostanze simili le truppe restano
vigili senza bisogno di essere sollecitate. Reggono la posizione
senza
necessità di schierarle. Rimangono compatte senza che si debba esortarle.
Mantengono la
disciplina senza minacce.
35.
I miei ufficiali non hanno ricchezze in
soprannumero, perché disdegnano i beni terreni. Non si
aspettano di vivere
lunga vita, ma non perché non amino la vita.
36.
Il giorno in cui l’esercito riceve
l’ordine di mettersi in marcia, le lacrime di chi sta seduto scendono a
bagnare il suo colletto; le lacrime di chi sta disteso corrono lungo le guance.
37.
Ma se poni le tue truppe in una
situazione senza uscita, daranno sicuramente prova di coraggio
immortale, come
quello di Ciuan Ciu e Z’ao Kuei.
38.
Ricorda, le truppe più valorose devono
essere impiegate come fa il serpente detto “Reazione
Simultanea”, che sta sul
Monte Ci’ang: quando lo colpisci alla testa, ti attacca con la coda;
quando lo
colpisci alla coda, ti attacca con la testa; quando lo colpisci a
metà corpo, testa e coda ti attaccano
insieme.
39.
Se mi chiedessi:
Ma le truppe sarebbero
in grado di agire rapide come la vipera ?
Io risponderei: Si, lo
sarebbero.
Perché anche le genti di Wu e Yueh, che si detestano a vicenda, se
si trovassero insieme su una
barca in preda al vento, collaborerebbero per la
salvezza comune, come la mano destra fa con la
sinistra.
40.
Imbrigliare i cavalli e affossare le ruote
dei carri, non aiuta molto.
– (Commento di Tu Mu (803-853 d. C. – Letterato,
poeta, funzionario della Core Imperiale) : “I cavalli
vengono imbrigliati
per mantenere ferma la prima linea, si interrano le ruote dei carri
per
immobilizzarli [… ].”
41.
Compatta gli uomini, armonizzane lo
spirito: è il Tao dell’organizzazione. Vinci impiegando le forze
dirette e
quelle laterali. Sfrutta la conoscenza del terreno.
42.
Il generale esperto fa del suo esercito un
tutto armonico. In questo modo, comandare molti uomini è
come comandarne uno,
che deve fare ciò che vuoi tu.
43.
Mantenersi sereno e impassibile,
imparziale e sicuro di sé, è un dovere per il generale.
44.
Lascia ufficiali e truppa all’oscuro dei
piani che hai in mente.
45.
Proibisci la divinazione e le pratiche
superstiziose, e libera l’esercito dalle incertezze. Fino al
momento della
morte, non penserà più a lasciarti.
46.
Adegua i tuoi metodi e modifica i tuoi
piani così in segreto che nessuno riesca a sapere che cosa stai
facendo.
47.
Cambia la disposizione degli accampamenti
e utilizza strade fuori mano, per rendere impossibile al
nemico di prevedere
le tue mosse.
48.
Presa la sua decisione, il generale fa
come chi, dopo essere salito, butta via la scala.
Fa penetrare il suo
esercito in profondità entro il territorio ostile e quando lì, fa scattare il
grilletto della
balestra
50.
Fa bruciare le barche dell’esercito, fa
distruggere le attrezzature per il rancio, spinge gli uomini come
un gregge di
pecore, ora in una direzione ora in un’altra: e nessuno immagina dove andrà.
51.
Il generale organizza le schiere, e le
guida fra mille pericoli: questo è il suo compito. Esamina le
opportunità
offerte dai diversi terreni, i vantaggi di avanzata e ritirata, i sentimenti
degli uomini e il
loro stato di salute.
52.
Se si ignorano le intenzioni degli Stati
vicini, non si possono organizzare alleanze. Se non si conosce
la natura delle
montagne, delle foreste, delle gole più pericolose, degli acquitrini e delle
paludi, non si
può guidare l’avanzata di un esercito. Se non ci si serve
di guide che conoscono i luoghi, non si può
approfittare dei vantaggi offerti
dal territorio. Un generale all’oscuro anche di una sola di queste tre
cose,
non può comandare l’esercito.
53.
Quando un generale esperto attacca uno
Stato potente, deve impedire agli abitanti di concentrare le
forze. Terrorizza
il nemico, e gli impedisce di unirsi agli alleati.
54.
Perciò, se non stringi alleanze e non
rafforzi il tuo dominio, ma ti accontenti di allargare la tua
influenza
personale minacciando i nemici, il tuo Stato e la tua città diventeranno
vulnerabili.
55.
Corrompi tutto quel che c’è di meglio nel
nemico con offerte, con doni, con promesse. Distruggi la
fiducia nei
suoi ufficiali, inducendo i migliori di essi ad azioni vergognose e vili,
e non mancare di
divulgarle.
56.
Stringi relazioni segrete con quel che c’è
di meno raccomandabili tra i nemici e moltiplica il numero di
questi agenti.
57.
Crea “discordanze” nello Stato avversario,
semina la discordia fra i capi eccitandone la gelosia e la
diffidenza, provoca
l’indisciplina, suscita motivi di scontento creando difficoltà all’arrivo dei
viveri e
delle provvigioni.
-
(“Discordanze” = con questo termine Sun Zu indica
l’utilizzo di quella che, ai giorni nostri, potremmo
definire “guerra
psicologica” .
Sempre secondo Sun Zu, esistono le “sei discordanze”, che si
possono applicare per minare la
stabilità sociale, e sono:
1) I plebei che contestano i nobili;
2) I giovani che si pongono al disopra degli
anziani;
3) I parenti lontani che si intromettono fra i
parenti vicini;
4) I nuovi amici che si intromettono fra i vecchi
amici;
5) I piccoli che soverchiano i grandi;
6) I disonesti che rovinano i probi.
Per quanto riguarda il termine “Amici”, si fa riferimento a
nuove alleanze tra Stati, che compromettono
le vecchie alleanze.)
58.
Rendi tenero e sensibile il cuore delle
truppe con la musica, manda ai nemici giovani donne che li
corrompano.
59.
Fai in modo che i soldati non siano mai
dove dovrebbero essere: assenti quando dovrebbero trovarsi
presenti, a riposo
quando il loro posto sarebbe in prima linea.
60.
Disturba il nemico con falsi allarmi
e false informazioni; guadagna alla tua causa gli amministratori e i
governanti delle province nemiche. Ecco quel che bisogna fare con destrezza e
astuzia per creare
difficoltà.
61.
Concedi ricompense senza preoccuparti
delle usanze comuni. Emana le tue disposizioni senza tener
conto dei
precedenti.
62.
Manovra l’intero esercito come se fosse un
uomo solo. Guidalo senza discutere i tuoi obbiettivi.
Stimolalo con la
prospettiva di guadagni, ma tienigli nascosti i pericoli.
63.
Poni i tuoi uomini di fronte al pericolo,
vedrai che sopravvivranno. Portali su territorio mortale, e
vivranno.
È nel pericolo estremo che si può volgere la sconfitta in vittoria.
64.
Ricorda: la cosa più complicata nelle
operazioni militari sta nel conformare la propria strategia alle
intenzioni
del nemico.
65.
Concentrati sul nemico, e anche da un
distanza di mille li potrai ucciderne il generale. Questo
significa essere
abili nell’Arte della Guerra.
66.
Dichiarata guerra, chiudi i valichi, rompi
le tavolette, respingi gli inviati del nemico. Le decisioni
belliche
vanno prese soltanto dal quartier generale.
– (“rompi le tavolette” =
era uso all’epoca, che le amministrazioni locali dessero ai viaggiatori di
passaggio delle tavolette di legno o terracotta, che i guardiani dei passaggi e
delle vie d’accesso
controllavano. Erano, a tutti gli effetti, dei
lasciapassare. Per “Rompere” si intende che più nessun
viaggiatore
sarebbe potuto entrare o uscire, legalmente, dal paese.
)
67.
Se il nemico ti offre un’occasione di
vantaggio, sfruttala subito. Agisci prima di lui, occupando per
primo un suo
obiettivo.
68.
L’Arte della Guerra consiste nell’essere
sempre al corrente della situazione del nemico, in modo da
poter decidere a
ragion veduta sul combattimento.
69.
Perciò, all’inizio sii timido come una fanciulla,
e ti si apriranno le porte. Poi agisci rapido come la
lepre, e nessuno ti terrà
dietro.
FUOCO
1.
Sono cinque i sistemi di attacco con
proiettili incendiari: lanciarli contro le persone, i magazzini,
gli
equipaggiamenti, gli accampamenti e gli arsenali.
2.
Per impiegare il fuoco, bisogna disporre di
mezzi opportuni e aspettare il clima giusto: arido e
ventoso.
3.
Gli equipaggiamenti necessari per attuare
un attacco col fuoco devono essere sempre pronti e
disponibili.
4.
Quatto sono i climi adatti e giorni
appropriati per poter appiccare il fuoco.
5.
“Climi” significa quando è caldo torrido;
“giorni” significa quando la luna è in Sagittario o nella
costellazione di
Alfaraz, I, o in Cien, poiché questi sono i giorni in cui si alza il vento.
6.
Ricorda: negli attacchi con il fuoco
bisogna essere pronti a rispondere al mutamento delle situazioni.
7.
Quando il fuoco divampa nel campo nemico,
coordina immediatamente la tua azione dall’esterno.
Però, se le truppe nemiche
rimangono in ordine, non attaccare ma aspetta il momento opportuno.
8.
Quando il fuoco raggiunge l’altezza
massima, attacca se puoi, altrimenti, soprassiedi.
– (Commento di Tu Mu
(803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario della Core Imperiale) :
“In genere
si attacca col fuoco non per affidare alle fiamme il compito di
distruggere, ma per gettare scompiglio
nel nemico prima di andare all’assalto.
Perciò, quando le fiamme sono alte attacca. Ma se il fuoco è
stato domato e il nemico
si è ricomposto, il vantaggio nell’attacco è perso [… ].”
9.
Se attizzi l’incendio fuori del campo
nemico, non aspettare che le fiamme ne abbiano raggiunto
l’accampamento.
Incendio a tempo opportuno.
10.
Se il fuoco divampa con forza sopravento,
non attaccare sottovento.
11.
Se il vento soffia durante il giorno,
nella notte si placherà.
12.
Ricorda: l’esercito deve conoscere le
situazioni che si determinano in seguito ai cinque diversi sistemi
d’attacco
col fuoco, ed essere in grado di cogliere l’occasione opportuna.
13.
Chi impiega il fuoco per sostenere i propri
attacchi, è sagace: chi impegna le inondazioni, è potente.
14.
L’acqua può isolare un nemico, ma non
distruggerlo. –
(Commento di Ciang Yu (960 – 1079 (???) d.C. Letterato): “L’impiego
intelligente del fuoco facilita
l’attacco. L’acqua divide il nemico, e tu sei
più forte di un nemico diviso.”)
15.
Ricorda: vincere le battaglie e
raggiungere i propri obbiettivi militari, ma trascurare di sfruttarne
i
risultati, è un fatto molto negativo, e può essere definito “una disastrosa
trascuratezza”.
16.
Non assegnare adeguate ricompense dopo una
battaglia vinta o un assedio portato a termine con
successo ha effetto
negativo, e ti fa considerare avaro.
17.
È per questo che c’è il detto: i sovrani
illuminati decidono la guerra, e i buoni generali ne realizzano i
piani.
18.
Agisci soltanto nell’interesse dello
Stato. Se non sei più che sicuro di riuscire, non impiegare uomini.
Se non sei
in pericolo, non combattere.
19.
Un Sovrano non può mobilitare un esercito
soltanto per uno scatto d’ira, né un generale può
combattere soltanto perché
mosso dalla collera. Infatti, mentre un uomo in collere può recuperare
la
calma, e un uomo risentito può rasserenarsi, uno Stato finito in pezzi non
può essere ripristinato, né i
morti possono essere restituiti alla vita.
20.
Il Sovrano illuminato è dunque prudente, e
il buon generale lo mette in guardi contro azioni temerarie.
In questo modo lo
Stato è sicuro e la forza militare rimane integra.
SPIE
1.
Ricorda: quando si mobilita un esercito di
centomila uomini per impegnarlo a mille li dallo Stato, le
spese che ne
derivano per il popolo, costituite dagli esborsi dell’Erario, ammontano a
mille pezzi d’oro
al giorno. Possono essere necessari anni di guerra per
un giorno di vittoria. Ne nascerà un grande
turbamento, sia interno che
esterno; il popolo sarà sfibrato dalle imposte, e i bilanci di settecentomila
famiglie andranno in dissesto.
– “centomila uomini” “settecentomila
famiglie” = Anticamente, otto famiglie costituivano una comunità
di contadini.
Quando un membro, valido, di una di queste famiglie, era arruolato
nell’esercito, le
restanti sette dovevano lavorare per sostentare la famiglia
dell’assente.
2.
Non procurarsi informazioni sul nemico, e
combattere per anni, per evitare di compensare agenti
segreti abili è dunque
un’azione che va contro il popolo, è indegna di un generale, di un
retto
consigliere del sovrano, di una persona che possa raggiungere la
vittoria.
3.
Infatti, ciò che permette ad un principe
illuminato e a un abile generale di sottomettere il nemico e
conseguire
risultati straordinari, è la capacità di previsione.
4.
Ma la “capacità di previsione” non è
un dono degli Dei, né si ottiene interrogando spiriti e fantasmi, né
con
ragionamenti o calcoli. Si ottiene impiegando uomini che ci informano
sulla situazione del nemico.
5.
Per questo ci sono cinque tipi di agenti
segreti: l’agente locale, l’agente infiltrato, l’agente doppio,
l’agente
sacrificato e l’agente sopravvissuto.
6.
Quando questi cinque tipi di agenti
lavorano in modo coordinato, e nessuno riesce a scoprirne
l’azione,
costituiscono la “rete divina” e formano il tesoro di un sovrano.
7.
Gli agenti locali sono reclutati nel
territorio del nemico.
8.
Gli agenti infiltrati sono reclutati tra i
funzionari del nemico.
9.
Gli agenti doppi sono spie nemiche reclutate da
noi.
10.
Gli agenti sacrificati sono nostre spie
che diffondono false informazioni tra le spie nemiche.
- “diffondono false
informazioni” = si tratta di spie a cui vengono date, consapevolmente,
false
informazioni, e poi inviate in missione e fatte cadere in mano al nemico.
Quando queste spie, alla
fine, riveleranno ciò che sanno, daranno al
nemico, senza saperlo, delle false informazioni che
saranno certamente prese
per vere.
11.
Gli agenti sopravvissuti sono quelli che
riescono a tornare indietro recando informazioni.
– “tornare indietro
recando informazioni” = si tratta di persone intime al nemico, nei stadi più
alti dello
Stato Maggiore. Appena vengono a sapere qualcosa di vitale,
vanno subito a riferire le loro scoperte,
a prezzo della vita, se scoperti dai
loro stessi compagni.
12.
Fra tutti coloro che nell’esercito hanno
incarichi vicino al comandante, nessuno gli è più intimo
dell’agente segreto.
Fra tutte le ricompense, le più generose sono quelle destinate all’agente
segreto.
Non c’è nulla di più riservato di quanto concerne le operazioni
segrete.
13.
Chi non è avveduto e intelligente,
umano e giusto, non può utilizzare correttamente l’agente
segreto. Da
agenti privi di intelligenza, non si ottengono informazioni utili.
14.
Arte difficile! Davvero difficile!
Non c’è circostanza in cui lo spionaggio non sia usato.
15.
Se i piani riguardanti le operazioni
segrete sono divulgati, l’agente che ha parlato si è condannato a
morte da
solo, insieme con tutti quelli con cui si è confidato.
16.
Se vi sono eserciti che desideri
sconfiggere, città che desideri attaccare, nemici che desideri
assassinare,
devi prima conoscere l’identità dei comandanti, degli ufficiali di Stato
Maggiore, degli
alleati che vigilano agli ingressi. È compito dei tuoi agenti
segreti riportarti informazioni dettagliate su
ogni cosa.
17.
Devi individuare gli agenti nemici venuti
a spiarci, e tentare di comprarli perché passino al tuo
servizio. Affida loro
le istruzioni opportune e seguine con cura il comportamento. È così che
si
reclutano e poi si utilizzano gli agenti doppi.
18.
È soltanto per mezzo degli agenti doppi,
delle loro informazioni e col loro suggerimento, che gli agenti
locali e gli
agenti infiltrati vengono reclutati e impiegati.
19.
È sempre tramite l’agente doppio che l’agente
sacrificato, fornito di false informazioni, viene inviato al
nemico per
fargliele conoscere.
20.
È ancora per mezzo dell’agente doppio che
si possono utilizzare, al momento opportuno, gli agenti
sopravvissuti.
21.
Il comandante deve avere la conoscenza
completa delle attività di questi cinque tipi di agenti,
conoscenza che gli
viene fornita dagli agenti doppi. Per questa ragione deve trattarli con
massima
generosità.
22.
Nel tempo antico, lo sviluppo di Yin fu
dovuto a I Chi, che aveva prima servito nel Hsia; Chou conquistò
il potere
grazie a Lu Wang Yu, un funzionario di Yin.
Commento di Ciang Yu (960 – 1079
(???) d.C. Letterato): “Chi era un ministro di Hsia che passò a
Yin; Lu Wang
Yu era un ministro di Yin che passò a Chou.”
23.
Perciò, soltanto un sovrano illuminato e
un abile generale, capaci di utilizzare per le operazioni
segrete gli uomini
più intelligenti, possono essere certi del successo. In guerra le operazioni
segrete
sono essenziali: prima di fare qualsiasi mossa ci si deve basare
su di esse.
L’ESPERIMENTO DI SUN WU
L’esperimento di Sunzi (1)
Sunzi (Sun Wu) era nato nello stato di Qi. Grazie al suo Bingfa,
ottenne udienza presso Helu (2), Re di Wu, che così lo interrogò:
«Ho letto con cura la Vostra opera in tredici libri; sarebbe
ora possibile fare un piccolo esperimento di conduzione delle truppe?».
«Si può fare», rispose Sunzi».
«Anche usando le mie donne?», chiese Helu.
«Certamente», fu la risposta.
Raggiunto l’accordo, il re fece uscire le bellezze del suo
harem, raccogliendone centottanta (3).
Sunzi le divise in due gruppi, ponendo al comando le due
favorite e ordinando di impugnare le alabarde.
Chiese poi: «Conoscete voi la sede del cuore, la mano
sinistra, la mano destra e le spalle?».
«Le conosciamo», risposero le donne.
«Se dico “Avanti”», continuò Sunzi, «guardate verso il
cuore; se dico “A sinistra”, guardate la mano sinistra; se dico “A destra”,
guardate la mano destra; se dico “Indietro”, guardate alle spalle.»
Le donne assentirono.
Una volta esposte queste regole, furono approntate le asce
da esecuzione, dopo di che gli ordini furono impartiti tre volte e spiegati
cinque volte. Al rullo dei tamburi si comandò di volgersi a destra, e le
donne scoppiarono in una grande risata.
Sunzi disse: «Se le regole non sono chiare e le spiegazioni
sono prive di fervore, la colpa è del generale».
Dopo aver ripetuto per altre tre volte gli ordini e per
cinque volte le spiegazioni, al rullo dei tamburi si ordinò di volgersi a
sinistra; ancora una volta le donne risero rumorosamente (4).
Sunzi disse: «Se le regole non sono chiare e le spiegazioni
sono prive di fervore, la colpa è del generale; se, dopo i
chiarimenti, non ci si conforma alle regole, la colpa è degli ufficiali».
Ciò detto, Sunzi espresse l’intenzione di far decapitare le
comandanti dei due gruppi.
Vedendo che si voleva uccidere le sue amate concubine, il re
di Wu, che osservava dall’alto d’una terrazza, fu colto da grande timore e fece
recapitare il seguente messaggio:
«La mia modesta persona ha già capito che il generale sa
impiegare le truppe. Se, sarò privato di queste due concubine, il cibo non avrà
più dolcezza. E quindi mio desiderio che non vengano decapitate».
«Il vostro servitore» – replicò Sunzi – «è già stato
nominato generale, e quando un generale comanda l’esercito può anche non
accogliere alcuni degli ordini del suo Signore.»
Ordinò quindi di decapitare le due donne per dare un
esempio. Dopo aver posto al comando le concubine immediatamente inferiori per
rango, fece di nuovo rullare i tamburi. Le donne andarono a destra e a
sinistra, avanti e indietro, inginocchiandosi e rialzandosi in perfetto ordine
e senza azzardarsi a fiatare.
A quel punto Sunzi inviò un messaggero dal re col seguente
rapporto:
«Le truppe sono ora ordinate, e il re può scendere per
passarle in rivista. Egli potrà impiegarle come vorrà, spingendole anche
attraverso l’acqua e il fuoco».
Il re rispose:
«Il generale può ritirarsi nei suoi alloggi e riposarsi. Non
è Nostra intenzione procedere alla rivista».
«Il re ama le belle parole, ma non sa metterle in pratica»,
commentò Sunzi».
Helu capì allora che sapeva realmente impiegare l’esercito,
e lo nominò suo generale. Ad ovest, Sunzi sconfisse il potente stato di
Chu, penetrando nella città di Ying (5); a nord, intimorì gli
stati di Qi e di Jin.
La fama che ottenne presso i signori feudali era quindi
basata su effettive capacità.
NOTE
1 L’aneddoto qui tradotto è tratto dal juan 65
dello Shiji di Sirna Qian; v. Takigawa Kametarô, op. cit. (nota XI.2),
pp. 864-865.
Un’altra versione, con alcune varianti, è contenuta nel Wu
Yue Chunqiu; v. ed. cito (nota XI.2), juan IV, pp. 5v-6v.
La versione dello Shiji è tradotta in Griffith
(1963), pp. 57-59; v. anche G. Bertuccioli, La letteratura cinese, Firenze,
Sansoni, 1968, pp. 126-128.
2- Helii, secondo altre fonti; salito al trono di Wu
nel 514 a.c. e rimasto al potere sino al 496.
3- Le donne erano trecento secondo il Wu Yue
Chunqiu.
4 – La reazione di Sunzi viene così descritta nel
Wu Yue Chunqiu: «Sunzi volse lo sguardo e vide che ridevano allegramente e
senza sosta. Una grande ira lo colse facendogli improvvisamente sbarrare gli
occhi, e la sua voce si fece simile al ruggito d’una tigre spaventosa. Si
spinse indietro il berretto spezzandone i legacci laterali e ordinò di andare a
prendere l’ascia da esecuzione, in osservanza dei regolamenti militari».
5 L’attendibilità storica di questa impresa è
seriamente messa in discussione dall’assenza di riferimenti nello Zuozhuan. Bi
Yixun (Sunzi xulu, p. 3) cita al proposito un brano del Xinxu («Nuova
compilazione») di Liu Xiang (I sec. a.C}, secondo cui Sunzi avrebbe sconfitto i
200.000 uomini dell’esercito di Chu con sole 30.000 unità. Non ci è stato
sinora possibile localizzare con precisione tale passaggio, ma lo stesso testo
attribuisce comunque la conquista della città di Ying (capitale di Chu) a Wu
Zixu (ed. «Sibu congkan» juan III, p. 8r) o a Shen Baoxu (ibid., VII,
6r).
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