martedì 18 gennaio 2011

Quelli che hanno scelto Verona: DOTT. SIMON THOMPSON.

L'archeologo dott. Simon Thompson

Conosce la città nascosta. Da anni scava nella storia. Ha ricostruito la planimetria romana e medievale del centro.
Dopo Werther Montanari, Francesco Giovannucci, Michele Tansella, Osvaldo Bagnoli, Mark Olding, Fulvio Santorelli, Giuseppe Maschio, Daniela Drudi Tinazzi, Alessandro Mazzucco, la soprano Hui He e il generale Basilio Cottone, tra i vereonse d'adozione è la volta di SIMON THOMPSON, archeologo, che da 31 anni vive, e scava, nei siti antichi della città alla ricerca delle fondamenta romane e medievali. Il suo sogno è che la città si doti di un grande museo archeologico.

È l'uomo che forse conosce più a fondo la città, nel senso che l'ha scavata fino alle fondamenta e per molti anni. Simon Thompson, 55 anni, inglese di Manchester, ha studiato da archeologo all'università di York e da trent'anni vive, e scava, a Verona. In Inghilterra ha conosciuto la veronese Marzia Bersani, pure lei archeologa, che è diventata sua moglie. In città si sono stabiliti a Veronetta. Hanno due figli, Michele di 21 anni e Francesca di 15.

Come è approdato a Verona?

Dopo l'università ho girato un po' il mondo perché ero curioso di guardarmi in giro. Nel 1981 sono arrivato a Verona dove un collega inglese, Peter Hudson, stava dirigendo gli scavi nel Cortile del Tribunale. La mia idea era di dargli una mano ma anche di conoscere una realtà che mi ha sempre appassionato: l'archeologia urbana antica, con le stratificazioni delle diverse epoche, romana, altomedievale e medievale, di costruzione della città. E Verona da questo punto di vista è estremamente interessante. Sono ormai trent'anni che scavo tra centro e dintorni e credo che nessun altro più di me abbia spostato terra sotto la città.

A questo punto ci dica dove è andato a "frugare" sotto Verona.

In questi anni io e le persone con cui ho lavorato abbiamo cercato di ricostruire i diversi strati della città romana e medievale. Ad esempio abbiamo completato la restituzione planimetrica del Campidoglio sotto Palazzo Maffei, dal lato del vecchio Monte dei Pegni. Durante questa ricognizione ci siamo spesso chiesti come mai la città romana sia praticamente andata in malora, per quanto riguarda le fondamenta. La colpa è delle sovrapposizioni architettoniche nel corso dei secoli. Il nostro lavoro, perciò, è sfogliare, le "pagine", cioè le diverse fasi, di questo grande libro di storia, dalla più recente alla più remota. In questo periodo stiamo lavorando intorno al Foro. Questo lavoro ci ha fatto capire molte cose dell'antica planimetria della città.

Quali zone ha trovato particolarmente interessanti?

Scavi al seminario di Verona

Anni fa ho lavorato sotto al seminario vescovile a Veronetta dove ho rinvenuto moltissimi reperti votivi. Anche in epoca antica l'area era una zona dedicato ai culti religiosi. In piazza Arditi, invece, ho rinvenuto molti resti di fornaci, segno che quella era un'area dedicata alle attività produttive. Ho scavato anche sotto al castello di Montorio, quando si costruiva la tangenziale est, e a San Felice Extra, dove sono stati rinvenuti un villaggio neolitico e una fattoria romana. Poco lontano, a Ponte Florio ho trovato i resti di un acquedotto romano.

Ogni volta che si scava, soprattutto in centro, pare siano inevitabili le polemiche per i disagi ai residenti e alla viabilità. Ma è sempre così?

C'è molto di vero in questa affermazione. Basta vedere cosa sta succedendo con piazza Corrubbio. Dal 1995 ho avviato con mia moglie una ditta privata per gli scavi archeologici e lavoriamo sempre a stretto contatto con la Soprintendenza. Sempre più spesso accade che i proprietari delle case in centro storico o nelle immediate vicinanze vogliano costruirsi dei garage e, quasi sempre, accade che durante lo scavo saltino fuori dei reperti antichi. Così quando arrivano gli archeologi a fotografare, a scavare e a mappare le parti antiche, è facile che i proprietari ci guardino storto perché sanno che il cantiere subirà dei ritardi. Di solito si fotografa il reperto e poi lo si copre. Ma almeno si sa dov'è e com'è.

È evidente che a Verona si è trovato bene dopo tanti anni c che ci vive. Ma c'è qualcosa che non le piace e che vorrebbe modificare?

È vero, Verona è un ottimo posto per far crescere i figli: la città è tranquilla, i servizi ci sono e funzionano bene e il patrimonio monumentale è a dir poco straordinario. Quello che trovo strano, proprio per la grande ricchezza storica e artistica di questa città, è che non ci sia un museo archeologico adeguato alla sua importanza. Quello del Teatro Romano raccoglie solo qualche collezione ma servirebbe un museo ben organizzato per riunire tutto ciò che in questi anni è stato raccolto tra Verona e provincia. Sarebbe anche un grande affare per il turismo. Certo, è necessario trovare capitali ingenti e qualcuno che abbia il coraggio di investire in un progetto così ambizioso.

Dove le piacerebbe "curiosare" di più sotto la città?

Ad esempio sotto l'Arena. Non mi risulta che sia mai stato fatto uno scavo scientifico sistematico sotto l'anfiteatro romano, che meriterebbe di essere valorizzato. Poi ci sono le Torricelle. Credo che se sul colle di Montorio abbiamo trovato molte capanne dell'età del ferro, sulle colline intorno alla città potremmo trovare molti reperti antichissimi. Purtroppo la zona è stata molto cementificata nel corso degli anni e questo progetto, temo, resterà solo un bel sogno.

(12-continua)


Fonte: da L’arena di Verona di   Domenica 16 Gennaio 2011, CRONACA, pagina 15



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