“Diossina nel latte? Le notizie stanno trapelando, ecco articolo.”
Diossina nelle uova tedesche, ma oggi sabato (08 dic.)è stata scoperta a Berlino anche in carne di pollo (la notizia viene dal periodico Focus).
L’azienda criminale, la Harles und Jentzsch che ha venduto mangime alla diossina (nascondendo i dati rilevati già dallo scorso marzo), lo ha smerciato anche agli allevatori di mucche. Non si esclude quindi contaminazione nel latte tedesco. Quanto di questo latte arriva in Italia?
Si calcola un litro ogni cinque consumati (nella foto un camion bloccato durante le manifestazioni degli allevatori italiani). Gran parte del latte tedesco, a buon mercato, finisce peraltro nell’industria casearia. Altra parte però viene immesso nella distribuzione di latte.
Chi, tra i distributori italiani, compra latte tedesco? Un po’ tutti, anche se ci sono aziende come Lattesano che fanno ricorso prevalente alla filiera locale.
Cosa si consuma a Roma? A Roma la maggior parte della quota di mercato è acquisita dalla Centrale del latte, controllata da Parmalat.
Da agosto, in seguito all’incendio dello stabilimento romano (prossima la riapertura), il latte della Centrale viene prodotto altrove, in particolare nello stabilimento Parmalat di Caserta. Basta guardare sulla bottiglia, il luogo di produzione è indicato.
E’ tutto latte degli allevatori locali? Sappiamo solo che il latte locale è comprato a 38 centesimi al litro, un prezzo più alto del latte estero.
E riguardo al latte estero c’è anche di peggio, il latte dei paesi del blocco dell’est, notoriamente il peggiore perché pastorizzato perfino quattro volte prima di essere smerciato definitivamente.
Non è un segreto per nessuno che buona parte di questo latte estero, tedesco compreso, finisca nel latte Uht, quello a lunga conservazione. I Nas hanno appena ricevuto ordine dal ministero della salute di effettuare controlli. Si presume che inizieranno lunedì. Analoghi controlli sono stati richiesti dal ministero alle aziende di produzione-distribuzione. Conclusione? E’ ancora presto per dire con sicurezza qualsiasi cosa sul latte che è in circolazione in Italia e a Roma.
Riporta il Secolo XIX online:
«Il mangime contaminato da diossina è stato dato anche alle mucche – ha detto alla Bild Manfred Santen, un chimico di Greenpeace -. Negli animali la diossina si deposita nella parti grasse, quindi anche nel latte». «Al momento non è escluso che il latte contaminato da diossina abbia raggiunto gli scaffali dei supermercati», gli ha fatto eco Christiane Gross, portavoce dell’associazione non governativa Foodwatch, che si batte per i diritti dei consumatori nel settore alimentare. In Italia, intanto, fonti del ministero della Salute che sono in contatto sia con le autorità tedesche sia con quelle europee,confermano che nessuna segnalazione di alimenti a rischio diossina dalla Germania è pervenuta alle nostre autorità di controllo. In Germania, invece, il numero di regioni colpite – secondo la stampa – è salito da 10 a 12 su 16, mentre in Europa finora il caso ha interessato l’Olanda e il Regno Unito, dove sono stati esportati i prodotti contaminati. (Secolo XIX)
Secca la reazione del senatore Ignazio Marino (Pd):
“Per una maggiore sicurezza e tranquillità dei cittadini, il ministero dovrebbe chiarire se al momento è sicuro mangiare uova importate dalla Germania. Oppure se non sia più prudente sospenderne temporaneamente la vendita, in particolare di quelle provenienti dalle zone nelle quali le autorità tedesche sono intervenute con norme restrittive. Lo stesso dubbio riguarda il commercio della carne di maiale tedesca e il latte di cui l’Italia usufruisce in grandi quantità”. Lo afferma Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale del Senato. “In attesa delle verifiche dei prossimi giorni e dei dati certi che saranno forniti dall’Istituto Superiore di Sanità e dai NAS, forse sarebbe opportuno tutelare la salute dei cittadini, anche ricorrendo ad un eccesso di prudenza”.
Infine le rivelazioni dello Spiegel in Germania sull’azienda che ha smerciato mangimi alla diossina.
La Harles und Jentzsch, la società tedesca dello Schleswig-Holstein (Nord) al centro dello scandalo delle uova alla diossina, ha nascosto alle autorità i risultati dei test che indicavano livelli eccessivi di questa sostanza nei grassi animali che utilizzava per la produzione di mangimi: lo scrive il settimanale tedesco Der Spiegel in un articolo che verrà pubblicato nell’edizione in edicola lunedì. In particolare, il giornale scrive che funzionari delle autorità del Land hanno visitato la società il 28 luglio 2010, ma l’azienda non ha consegnato loro i risultati dei test interni che erano stati fatti sui propri prodotti. Le analisi in questione, prosegue lo Spiegel, erano state eseguite il 19 marzo e il 21 giugno 2010. Il primo test aveva rilevato 1,6 nanogrammi di diossina per kg di acido grasso rispetto al livello di guardia di 0,75 nanogrammi per kg (equivalente a 0,7 picogrammi per grammo), mentre il secondo aveva dato un valore di 1,4 nanogrammi. Sempre secondo il giornale, un terzo test eseguito dalla società il 7 ottobre scorso ha dato un valore di 1,44 nanogrammi per kg di acido grasso. (Der Spiegel)
Attualmente l’allarme in Germania ha raggiunto 10 dei 12 lander. 4709 le aziende coinvolte, di cui 4468 in Bassa Sassonia. Dopo la mozzarella blu la Germania di Frau Merkel ora produce uova e carni (e forse latte) alla diossina, sostanza cancerogena bastarda perché inodore, incolore e impalpabile.
Fonte: Brog di sabato 08 gennaio 2011
Link: http://www.brogi.info/2011/01/lallarme-diossina-il-ministero-ai-nas-controlli-anche-sul-latte.html
Link: http://www.brogi.info/
E se si aggiunge Wikileaks.
Frodi alimentari: Nuove rivelazioni shock sull'Italia da Wikileaks.
In un dispaccio datato giugno 2008 del console Usa a Napoli, J. Patrick Truhn, si legge che in Campania la camorra fa affari con "importazioni a basso costo", che vanno dalle mele cariche di pesticidi della Moldova al sale del Marocco infestato dall'escherichia coli…. Citando il comandante dei carabinieri locale, il diplomatico parla anche di panifici dove si cucina il pane con materiali tossici.
Fonte: TGCOM del 13 gennaio 2011
Ma per fortuna vi è la legge che è in “difesa” della salute dei consumatori
Italietta: libertà di smerciare cibi inquinati, la legge di tutela è stata cancellata da Calderoli
Ma quale maiale alla diossina! Quali uova e latte inquinati! In Italia si può smerciare di tutto senza aver più paura di incorrere in leggi contrarie. Per forza la libertà di vendere cibi inquinati è appena diventata un fatto reale. Grazie alla procedura «taglia-leggi» (legge numero 246 del 28 novembre 2005) non esistono più i reati che contemplava la legge 283 del 1962. Cancellata, un paradosso di questa situazione italiana. Che nel caos generale passa quasi inosservato.
Dalle cozze «tossiche» allevate a Trieste a quelle infettate dal virus dell’epatite o dal vibrione del colera, dalle alici con il parassita (l’anisakis) alle mozzarelle blu, dal maiale alla diossina ai cibi scaduti e «rinfrescati» cambiando le etichette, dalle cotolette alla salmonella alla carne vecchia «ringiovanita» con i coloranti, dal vino adulterato con additivi chimici all’olio di oliva fatto senza olive, dalle farine alimentari con il prione (vedi Mucca pazza) al mascarpone botulinato, dagli ortaggi con il piombo alle salse rese più rosse da sostanze cancerogene, dalle acque minerali ricche in cloroformio al pane o alla mortadella agli escrementi… L’elenco è chilometrico: tutti reati che oggi, con un colpo di bacchetta magica legislativa, non esistono più. Per mancanza di legge.
C’era stato un tentativo nel 2007 di «depenalizzare» tutti questi reati. Le polemiche bloccarono tutto. Oggi, invece, legge cancellata del tutto. Tutte le disposizioni legislative anteriori al primo gennaio 1970 sono state cancellate dal «taglia-leggi», tranne quelle ritenute «indispensabili alla permanenza in vigore» che sono state elencate. La legge 283 del 1962 sulla tutela degli alimenti nell’elenco non c’è. Dimenticanza, distrazione, volontà? Non si sa. Quello che è evidente è che in Italia vi sono molti reati in meno. Cancellati per legge.
«La furia cieca del ministro Calderoli ha colpito ancora, e questa volta rischia di mandare gli italiani al pronto soccorso. Tra le leggi tagliate è finita incredibilmente la 283 del 1962, la norma sulla tutela degli alimenti che ha permesso nel corso degli anni di scoprire e punire veri e propri attentati alla salute pubblica, dalle cozze infettate dal vibrione del colera alle mozzarelle blu, passando per il vino adulterato chimicamente e le farine alimentari col prione». E’ la denuncia del senatore del Pd Francesco Ferrante.
Fonte: Brog di sabato 15 gennaio 2011
PS
E poi mi vietano di acquistare una bottiglia di vino Clinton!!
Nessun commento:
Posta un commento