mercoledì 12 gennaio 2011

Verona. Il mistero delle selci blu, ipotesi di spiegazione: ovvero quando la soluzione arriva dai lettori de L’Arena


SELCI BLU   Ipotesi di spiegazione

Vedo che è ancora vivo l'interesse per le selci blu. Perciò penso che forse la mia lettera possa interessare i lettori.
È noto che la selce è un vetro naturale, come tale non si può ossidare stando in un cassetto, avvolto in sacchetti di nylon con solo manufatti di Paleolitico (L'Arena, 19 maggio 2010).

Le famose selci false di Sant' Anna  d'Alfaedo

 Leggendo un libro su Sant'Anna d'Alfaedo trovo scritto: «furbi montanari nel lontano 1884 costruivano selci che imitavano le punte di freccia preistoriche. Per venderle come autentiche le rendevano antiche bollendole insieme alle castagne o alla scorsa de "castagnara"». Perciò direi che se le selci sono diventate blu può darsi che sia stata la mano dell'uomo.


A conferma di ciò forse possono aiutarci due articoli apparsi su:
«Archeologia viva, febbraio 1991». Dove vediamo che per fare fotografie al microscopio per studi particolari, sul teschio di Isabella d'Aragona è stata usata una vernice metallografica, alla nitroglicerina blu.

Sempre su «Archeologia viva» dell'ottobre 1991 troviamo scritto che per eliminare l'alterazione cromatica sull'oggetto da studiare si possono utilizzare resine sintetiche solubili in acqua, ad esempio metalicellulosa, alcol polivinilico, o acqua e sapone concentrato.

Ancora su «Acheologia viva» di febbraio troviamo che questi studi particolari si eseguono presso la Sezione di Paleontologia umana del dipartimento di Anatomia e Fisiologia umana dell'Università di Torino coordinata da Giacomo Giacobini e da Francesco d'Errico.


Renata Cimorelli
ZEVIO


Fonte: da “le lettere al direttore ”,  L’Arena di Verona del 31 Dicembre 2010, pagina 24

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