domenica 2 gennaio 2011

Verona: Itinerari esoterici sotto la «guida» del sole

Porta dei Borsari al tramonto del solstizio d'inverno


Niente a che vedere con correnti New age o con la «fissa» attuale per maghi e vampiri. Ma forse la «Verona magica» scoperta nel secolo scorso dallo studioso Umberto Grancelli (1904-1970) potrebbe aprire la frontiera inesplorata del turismo esoterico. Magari con successo. Un percorso culturale alternativo, che abbraccia in un cerchio la città romana, con il colle San Pietro, primo insediamento abitativo, come punto di partenza e di arrivo. A far da guida, il sole.

L'idea è di Lucia Cametti (An-Pdl), presidente della commissione consiliare per la cultura, incoraggiata dall'assessore Erminia Perbellini e affiancata da Enrico Scognamillo e Luigi Pellini, due cultori di storia locale e dei suoi risvolti esoterici. L'anteprima dell'iniziativa, che sarà a breve approfondita in un convegno, è stata presentata ieri a Palazzo Barbieri, non a caso nel giorno del Solstizio d'inverno.

«La Verona romana è perfettamente allineata al percorso del sole in cielo, caso unico al mondo. O meglio: anche Vicenza possiede lo stesso orientamento, ma "sbagliato" di qualche grado», spiegano Scognamillo e Pellini.  «Grancelli intuì per primo che la nostra città rispondeva alle regole vitruviane per sfruttare al meglio il calore solare. La struttura urbanistica si sviluppa tra il punto in cui l'astro sorge nel Solstizio d'estate, cioè il Piloton dietro al castello di Montorio, e il punto in cui tramonta al Solstizio d'inverno, che coincide con la chiesa di Santa Lucia Extra. In mezzo, passa una retta ideale in direzione nord-sud, che coincide con il Cardo romano». Sole nascente e sole morente: metafora della vita umana in chiave astronomica e geografica.

Metafora che si ripete nella mappa esoterica, sulle orme di uno sconosciuto eroe fondatore della città, sviluppata lungo una circonferenza sull'asse del Cardo. Partenza, il colle San Pietro: luogo sacro per i romani, che vi avevano costruito il tempio di Giano, dio bifronte, «padre del mattino». La luce tocca poi l'abside di San Giovanni in Valle, che sorge sui resti dell'Orphanum, torrione con otto colonne, simbolo della ruota solare. Le altre tappe: l'Organum, edificio romano in zona militare, sostituito dalla chiesa di Santa Maria in Organo; via Stella, sede dei magazzini dei cereali, quindi luogo di nutrimento; Santa Maria in Solaro, ovvero il Duomo, allora zona termale per la purificazione; infine la chiesa di Santo Stefano ai Cavalieri, sede di un cimitero, simbolo della fine terrena, che però risorge, come il sole.

«Penso che una formula turistica esoterica, puntata sulla cultura e non sul dozzinale gusto del macabro, risulti accattivante anche per i giovani», commenta Cametti. Eppure non manca il tocco di mistero. Raccontano gli studiosi: «Grancelli, sepolto al Cimitero Monumentale, volle una tomba anonima».  (L.CO.)

Fonte: da L’Arena di Verona di Mercoledì 22 Dicembre 2010, CRONACA, pagina 9.


Link: http://www.larena.it/


Alla scoperta della Stonehenge di Verona:  Turisti sulle tracce di antichi riti e punti sacri

La caserma austriaca su Castel San Pietro  al tramonto del solstizio d’inverno

VERONA - Verona ha una sua Stonehenge da .svelare, Una città magica fatta di pietre allineate ai punti di solstizio, come nel sito inglese, in base ad antichi riti; sacre misure e allineamenti astrologici. Provare per credere il 21 dicembre o il 21 giugno, in piazza Erbe o in via Pellicciai: ci si accorgerà di una linea retta tra la nascita del sole al Pilotòn (prima di Montorio) al punto di tramonto che coincide con la chiesa di Santa Lucia extra. Una geometria concepita dai romani per motivi tutti da scoprire. Lo vuole fare la presidente della commissione Cultura Lucia Cametti, con l'aiuto degli studiosi Luigi Pellini ed Enrico Scognamiglio, andando a riscoprire le tracce di una Verona romana inesplorata; da lanciare come percorso turistico in antitesi ai dozzinali tragitti di massa Leggi finto balcone. di Giulietta Lo spunto, spiega la Cametti, arriva da Umberto Grancelli, morto nel 1970, nipote dello studioso Luigi Simeoni da cui assorbì la sete di conoscenza che lo portò a sondare le origini di Verona. «Nel suo libro "il piano di fondazione di Verona romana definì Verona magica, con pietre che parlano non solo delle geometrie legate al cardo e al decumano, ma di una creazione allineata ai luoghi del sole - dice la consigliera -. Segreti affascinanti, come quelli di Stonehenge o delle Piramidi d'Egitto, che meritano di essere proposti come richiamo per un turismo esoterico. Un appeal enorme per i giovani, attratti dall'occulto».

Pellini lancia l'ipotesi di una Verona concepita dai romani come un cerchio mandalico, che unisce città antica e nuova: «Come nella fondazione di Roma, anche in riva all'Adige i romani seguirono probabilmente liturgie rituali e tradizionali per la sua creazione, orientandola nel senso del cammino annuale del sole o verso le costellazioni - ipotizza -. Verona appare composta di cerchi e allineamenti tuttora rintracciabili. C'è una geometria concepita per restare immutata nei secolli».

Verona città megalitica, come ipotizza lo studio del fisico Giulio Magli Scognamiglio invita ad approfondire le tracce di una simbologia inesplorata: «Il percorso ideale partirebbe dall'Arce, sommità e viscere di Castel San Pietro, legato alla dualità di un Dio bifronte. Quindi la discesa verso l'0rphanum di San Giovanni in Valle, con le colonne a forma di carro solare e a Santa Maria in Solaro (attuale Duomo), al balneum (la zona termale) e alla chiesa di Santo Stefano Cavalieri. Un giro che consentirebbe di toccare con mano l'antico allineamento, camminando in mezzo ad un enigma».
(L.Lor. )


Fonte: da il  Corriere del Veneto edizione Verona   di mercoledì   22 dicembre 2010



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