Dal testo di Francesco Zanotto
"Dopo molte ripulse, e indotta quasi a
forza, Caterina finalmente inchinavasi ... e nel 1489 deliberava di cedere alla
sua patria il regno di Cipro. Perciò celebrati gli uffizii divini nella
cattedrale di Famagosta, in di lei presenza
innalzavasi il vessil di S. Marco, e da quel punto passava sotto il governo dei
Veneziani quella isola celebrata da Callimaco siccome culla della genitrice di
Amore. Era il dì 15 maggio del medesimo anno (1489) ... "
ANNO 1489
Giuseppe Gatteri
Cosa ci racconta il disegno di Gatteri.
Dopo essere
rimasta vedova Caterina Cornaro regina di Cipro tenta di reggere le sorti dell'isola
ma deve scontrarsi con
l'insofferenza della popolazione locale, le pretese degli altri eredi al trono e
gli interessi della Serenissima. Non
le restava più scelta ...
LA SCHEDA STORICA - 88
Caterina Cornaro, la nobildonna veneziana ritrovatasi quasi
inaspettatamente regina di Cipro ad appena 18 anni, era rimasta poco dopo anche
vedova dopo l'improvvisa morte del giovane marito Giacomo di Lusignano. Come se
non bastasse il loro figlioletto ed erede al trono Giacomo III sarebbe sopravvissuto al
padre solo pochi mesi.
Caterina si ritrovava improvvisamente sola e, malgrado
l'iniziale aiuto dell'allora comandante in carica Pietro Mocenigo e della sua
flotta, lasciata dalla Serenissima in balla degli eventi. La giovanissima
regina di Cipro, espressione degli interessi veneziani sulla preziosa isola del
Mediterraneo Orientale, dovette infatti affrontare da un lato le pretese al
trono della cognata Carlotta e dall'altro far fronte agli intrighi del re di
Napoli che, pur di danneggiare i Veneziani, avrebbe messo volentieri le mani su
Cipro. Caterina non aveva alcuna scelta. Doveva e poteva contare esclusivamente
sull'aiuto di Venezia, un aiuto che certamente la Serenissima offriva
volentieri, ma non certo per favorire la "sua" regina. Per Caterina
infatti il controllo della repubblica si sarebbe trasformato ben presto in un
vero e proprio capestro. Innanzitutto l'amministrazione.
Dopo le fallite congiure che seguirono la morte di Giacomo II, Venezia aveva infatti affidato i
posti più importanti e strategici dell'amministrazione esclusivamente a dei
veneziani e a ogni centro dell' isola venne preposto un governatore veneziano. Il
capillare controllo della gestione dell'isola da parte del governo ducale, si
ripercuoteva anche sulla giovane regina, tanto che la stessa e suo padre si
rivolsero direttamente al senato veneziano affinchè i controlli diventassero
meno asfissianti. Caterina infatti non
poteva lasciare il Palazzo dove era stata costretta a consumare i pasti da sola
nella sua stanza.
L'isolamento di Caterina investiva anche i suoi rapporti con
l'esterno: non poteva avere infatti alcun rapporto epistolare e nemmeno
interagire con i propri sudditi. Caterina era diventata insomma più un impaccio
per la Serenissima che altro, specie dopo la morte della legittima pretendente
al trono Carlotta di Lusignano, a seguito della quale Venezia poteva finalmente
realizzare il suo scopo di gestire direttamente l'isola come un qualunque
dominio veneziano. E le occasioni
affinchè questo si realizzasse, del resto, non si fecero attendere poi molto.
La prima circostanza fu l'invio di 35 galee nelle acque
cipriote. L'isola era dal 1426 tributaria di ben 8.000 ducati annui al sultano
del Cairo. Nel 1487 il nuovo sultano turco Bajazet era deciso di puntare
proprio contro l'Egitto non senza tentare una sortita strada facendo, contro
Cipro.
Il sultano d'Egitto
di fronte a questa prospettiva, informò Caterina e la Serenissima con l'offerta
al senato veneziano di un'alleanza
contro il comune nemico turco. In cambio il sultano avrebbe sospeso il tributo
annuo che gravava su Cipro. Ma l'isola in questo modo si liberava praticamente
dal vassallaggio che la legava all'Egitto. Venezia in questo modo aveva
praticamente eliminato il primo ostacolo sulla sua strada.
L'occasione o,
meglio, il pretesto migliore per il governo ducale, tuttavia, si presentò poco
dopo quando al senato veneziano giunsero le voci di un possibile matrimonio di
Caterina niente meno che con Alfonso di Napoli, l'antico pretendente al trono
di Cipro.
La vera mente del progetto nuziale che avrebbe sottratto per
sempre Cipro a Venezia, era un certo Rizzo di Marino, già implicato nella
congiura del 1473. Il Rizzo venne però smascherato e tradotto a Venezia, dove
venne successivamente strangolato su ordine del Consiglio dei Dieci. La
possibilità di un matrimonio di Caterina era un rischio che la repubblica di
Venezia non poteva certo correre.
A quel punto, divenuta ormai totalmente inaffidabile ed
incontrollabile, la giovane regina doveva assolutamente cedere l'isola al
governo ducale. Allo scopo, nel 1488 il Senato scrisse al fratello di Caterina,
Giorgio, affinchè gentilmente e in via del tutto confidenziale, convincesse la
sorella sull'opportunità di cedere volontariamente l'isola di Cipro alla
repubblica. Quando il fratello informò Caterina di quanto il senato si
aspettava da lei, sembra abbia risposto:"I miei Signori di Venezia non sono contenti di avere l'isola quando
sarò morta, che vogliono privarmi così presto di quanto mi lasciò mio marito?"
Malgrado una certa riluttanza mista a un pizzico di amaro
sconforto, Caterina alla fine non potè che cedere. Come e con che mezzi avrebbe potuto
opporsi alla repubblica, a quello che restava pur sempre il suo governo? Non
aveva scelta e così nel 1489 lasciò Nicosia per portarsi a Famagosta da dove si
sarebbe imbarcata per Venezia con il fratello. Finiva così l'avventura cipriota
di Caterina Cornaro. La regina, quando lasciò per sempre l'isola, aveva 36 anni
e ad attenderla c'erano le dolci colline asolane.
Non appena rientrata a Venezia, infatti, Caterina venne
accolta con i più grandi onori - era pur sempre una regina veneziana! - e per
ben tre giorni la città festeggiò il ritorno della famosa nobildonna. Il
fratello Giorgio venne anche creato cavaliere per i servizi resi alla
repubblica (non era stato lui in fondo a convincere Caterina di cedere l'isola
alla Serenissima?).
E così durante una solenne cerimonia in S. Marco, Caterina
Cornaro cedeva ufficialmente l'isola di Cipro al governo veneziano ricevendo in
cambio quale feudo personale e fino alla sua morte, la città di Asolo.
Nella piccola ma incantevole cittadina Caterina, lasciate le
arsure cipriote, visse i suoi ultimi vent'anni, riuscendo a raccogliere attorno
alla sua persona una piccola e raffinata corte di artisti e letterati la cui
massima testimonianza restano gli "asolani" di Pietro Bembo.
Tuttavia il destino l'avrebbe ricondotta a Venezia a seguito
della calata delle truppe imperiali nel 1509 che interessò anche l'asolano. A Venezia Caterina morirà appena un anno dopo,
il 10 luglio del 1510 spegnendosi serenamente all'età di 56 anni. In base alle
sue disposizioni venne vestita semplicemente con un umile saio francescano
anche se sulla bara, tuttavia, spiccava ancora la corona di Cipro.
Fonte: srs di
Giuseppe Gatteri, Antonio Viviani, Francesco Zanotto, Giuseppe Grimaldo, Laura
Poloni, Giorgio Marenghi; da STORIA VENETA,
volume 3, SCRIPTA EDIZIONI
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