(La madonna nera prima e dopo il restauro)
Sta creando un certo scalpore il restauro – ormai in fase
molto avanzata – della Cattedrale di Chartres. L’allarme è stato
lanciato qualche giorno fa dallo storico dell’architettura Martin Filler, che
dalle colonne della sua rubrica sulThe New York Review of Books ha
denunciato la pulitura troppo aggressiva cui sono sottoposti l’edificio e le
sue sculture (A Scandalous
Makeover at Chartres), seguito a ruota da ArtWatch
Uk, rivista online che da sempre sostiene l’inopportunità di
intervenire sulle opere d’arte se non con intenti esclusivamente conservativi.
Per la verità alcuni dubbi erano stati avanzati già nelle prime fasi del
cantiere, sempre da parte anglo americana: si veda ad esempio l’articolo Restoration
Tragedy uscito su The Spectator nel maggio 2012.
Non riesco invece a rintracciare in rete pareri francesi sul tema.
Nonostante le reprimende di ArtWatch si
basino su posizioni in gran parte ideologiche e risultino perciò spesso
irrazionali ed eccessivamente intransigenti, in questo caso risulta difficile
non restare a bocca aperta di fronte all’invadenza dell’intervento e
all’inappropriatezza delle tinte da torta Saint Honoré utilizzate.
(La madonna nera di Chartres prima del restauro)
La manomissione più sconvolgente però è quella subita dalla
celebre scultura della “Vierge noire”
della Cattedrale, completamente sbiancata e ridotta ad una rosea bambola di
biscuit (altre info su Art
History News). Per rendersi conto della diffusione e dell’importanza
storica del culto di questo tipo di immagini sacre – e quindi
dell’assurdità di questa scelta – è sufficiente dare un’occhiata al ricco
database Nigra Sum, nato dal
convegno internazionale tenutosi nel 2010 a Oropa o leggerne gli
atti, disponibili a questo link.
Fonte: visto su CONTROCORRENTE di venerdì 10 dicembre 201$
Link: https://controcorrentearte.wordpress.com/2014/12/19/la-madonna-nera-di-chartres-non-e-piu-nera/
Nessun commento:
Posta un commento