Una ragazza che si innamora di un islamico dovrebbe tenere a mente le 7 differenze giuridiche che priveranno della libertà lei e suoi figli (anche se abitano in Occidente)
di Gianfranco Trabuio
Un approccio corretto alla conoscenza della
antropologia culturale di popolazioni diverse da quelle occidentali, deve
necessariamente fare riferimento alla religione di quelle popolazioni.
La dimensione religiosa è certamente quella più
importante e più pervasiva presso tutti i popoli, per l'Islam addirittura è la
religione che regolamenta anche la vita civile, il diritto civile e penale, la
politica. [...]
La concezione occidentale dei diritti
universali dell'uomo, come deliberati dall'ONU, non trova riscontro nelle
legislazioni dei paesi musulmani. Tanto meno dopo le recenti rivoluzioni
popolari che hanno portato al potere i partiti di ispirazione fondamentalista,
rigidamente ancorati alla legislazione di derivazione coranica. [...]
E' opportuno illustrare, anche se brevemente,
cosa si trova nei testi sacri dell'Islam, per esempio negli Hadith (sentenze)
del profeta.
La considerazione di Muhammad per le donne:
dagli hadith (editti) del profeta: [...]
Sahih Al Bukhari, Hadith 3826, narrato
da Abu Said Al Khudri.
Il Profeta disse: "Non è vero che la
testimonianza di una donna equivalga alla metà di quella di un uomo?". La
donna rispose: "Sì". Lui disse: "Il perché sta nella scarsezza
di cervello della donna". [...]
L'AFFERMAZIONE
SULLA INFERIORITÀ DELLA DONNA RISPETTO ALL'UOMO, HA CONSEGUENZE IMPORTANTI PER
LA VITA DI TUTTI I GIORNI
Non ci si riferisce qui alle disuguaglianze che
possono esistere a livello sociologico tra uomo e donna, queste sono purtroppo
diffuse in tutte le società, nel mondo musulmano come in altre culture o
civiltà. È necessario parlare della disuguaglianza giuridica, che ha delle
conseguenze durature perché è normativa, spesso impedendo o comunque ritardando
qualunque adeguamento alla mentalità dei musulmani e delle musulmane di oggi.
[...]
1. LA DONNA HA SOLO IL RUOLO DI OGGETTO DI
PIACERE E DI RIPRODUZIONE
C'è anzitutto una disparità nella possibilità di
contrarre il matrimonio. All'uomo viene riconosciuta la possibilità di avere
contemporaneamente fino a quattro mogli (poligamia), mentre alla donna viene
negata la facoltà di sposare più di un uomo (poliandria). La poligamia
legalmente sancita significa una differenza radicale tra uomo e donna. All'uomo
dà la sensazione che la donna è fatta per il suo piacere e, al limite, che è
una sua proprietà che può "arare" come vuole, come afferma
letteralmente il Corano (sura della Vacca II, 223).
Se ha la possibilità
materiale, ne "acquista" un'altra. La donna si trova in una
condizione di sottomissione nel ruolo di oggetto di piacere e di riproduzione;
questo ruolo è confermato dal fatto che non viene mai chiamata con il suo nome,
ma sempre in relazione a un uomo: figlia di…, moglie di…,
2. I FIGLI NATI DA UN MUSULMANO SONO
AUTOMATICAMENTE MUSULMANI (LA RELIGIONE DELLA MOGLIE NON CONTA)
La donna
musulmana non può sposare un uomo di un'altra fede, a meno che questi non si
converta prima all'Islam. Il divieto è dovuto al fatto che, nelle società
patriarcali orientali, i figli adottano sempre la religione del padre. Ma è
anche giustificato dal fatto che il padre è il garante dell'educazione
religiosa dei figli, e quindi solo se è musulmano può assicurare la loro
crescita secondo i principi islamici. Ricordo a questo proposito che i figli
nati da un musulmano sono considerati a tutti gli effetti musulmani, anche se
battezzati. Perciò ogni matrimonio misto (tra un musulmano e una cristiana o
un'ebrea, gli unici due casi contemplati nella sharia) accresce numericamente
la comunità musulmana e riduce la comunità non musulmana. Non mi soffermo in
questa sede per approfondire questo argomento così tragico per le conseguenze
delle mogli cristiane sposate a un musulmano. I fatti di cronaca sono lì a
dimostrare quanta leggerezza, e ignoranza, ci sia da parte delle nostre donne e
da parte della Chiesa cattolica nel contrarre e nel concedere la dispensa per
questi matrimoni misti.
3. L'UOMO PUO' RIPUDIARE LA MOGLIE QUANDO E
COME VUOLE (LA DONNA NON PUO')
Il marito ha la facoltà di ripudiare la moglie
ripetendo tre volte la frase «sei ripudiata» in presenza di due testimoni
musulmani maschi, adulti e sani di mente, anche senza ricorrere a un tribunale.
La cosa più assurda è che se il marito dovesse in seguito pentirsi della sua
decisione e intendesse "recuperare" nuovamente sua moglie,
quest'ultima dovrebbe prima sposarsi con un altro uomo che dovrà a sua volta
ripudiarla. La donna passa in tal caso di mano in mano per rispettare
formalmente la Legge. La moglie invece non può ripudiare il marito. Potrebbe
chiedere il divorzio, che però diviene per lei motivo di riprovazione e la
mette in una condizione sociologica molto fragile. Il ripudio è comunque
vissuto come un'umiliazione per la donna e si presume sempre che lei abbia
qualche problema a livello fisico o morale.
Infine, la facilità con la quale il
marito può ripudiare la moglie senza dover giustificare la decisione, la rende
totalmente dipendente dal suo stato d'animo, con il costante timore di essere
allontanata. È come una spada di Damocle che pende sulla sua testa: se non si
comporta secondo il desiderio del marito potrebbe essere ripudiata, e allora
dovrà cercarne un altro che accetti di prenderla con sé.
4. DIVORZIO FACILE SENZA TRIBUNALE
In quarto
luogo c'è da considerare la facilità con cui si ottiene il divorzio, che
avviene quasi sempre su richiesta dell'uomo. Tradizionalmente, non c'è neppure
bisogno di andare in tribunale. È vero che un hadith di Muhammad, il Profeta,
dice che «il divorzio è la più odiosa delle cose lecite», ma comunque è permesso.
5. I FIGLI SONO CONSIDERATI DI PROPRIETA' DEL
PADRE (ANCHE IN CASO DI DIVORZIO)
L'affidamento della prole, in seguito al
divorzio, è un altro esempio di disuguaglianza. I figli
"appartengono" al padre, che decide della loro educazione, anche se
sono provvisoriamente affidati alla madre fino all' età di sette anni. Solo il
padre ha la potestà genitoriale.
6. ANCHE NELL'EREDITA' LA DONNA E' CONSIDERATA
INFERIORE
C'è poi la questione dell'eredità. Alla femmina ne spetta la metà del
maschio, un provvedimento che trova fondamento nella situazione socio-economica
in cui la famiglia viveva anticamente: dato che, secondo il Corano, è l'uomo
che ha l'obbligo di mantenere la donna e l'intera famiglia, era logico che
dovesse disporre di un piccolo fondo a cui attingere. Anche in questo caso una
disuguaglianza fissata dalla legge divina aumenta la dipendenza della donna
dall'uomo.
7. LA TESTIMONIANZA DI UN UOMO VALE COME QUELLA
DI DUE DONNE
Una settima differenza a livello giuridico è che la testimonianza
del maschio vale come quella di due femmine. Questo si basa su un hadith di
Muhammad, molto diffuso negli ambienti musulmani nonostante la sua autenticità
sia piuttosto discussa, in cui si afferma che «la donna è imperfetta nella fede
e nell'intelligenza».
Quando si chiede ai fuqaha, agli esperti della legge, di
spiegare il motivo rispondono che la donna è imperfetta quanto alla fede
perché, in certe situazioni, ad esempio durante le mestruazioni, la sua
preghiera e il suo digiuno non sono validi e la sua pratica religiosa è dunque
imperfetta.
Riguardo la seconda parte dell'affermazione –
l'"imperfezione" nell'intelligenza- forse un tempo questo poteva
essere spiegato sociologicamente tenendo presente che le donne studiavano meno,
che erano meno coinvolte nella vita sociale e dedite soltanto ai lavori
domestici, ma da tempo tutto ciò non vale più. Eppure nella maggioranza dei
tribunali dei Paesi islamici vige ancora questo principio nonostante le
proteste delle associazioni femministe.
In alcuni Paesi i fondamentalisti
chiedono anche che alle donne sia vietato di fare da testimoni nei processi in
cui sono previste le pene coraniche.
Nota di BastaBugie: il Corano prevede
esplicitamente che le mogli non ubbidienti vadano picchiate. Si potrebbe
obiettare che ci sono anche cristiani che picchiano la moglie, ma il paragone
non regge. Infatti il Nuovo Testamento prevede che non si possa mai picchiare
la moglie. La lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini (Ef 5,25.28) nei
rapporti tra moglie e marito afferma: "E voi, mariti, amate le vostre
mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei. (...) Così
anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché
chi ama la propria moglie ama se stesso". Dunque il cristiano che picchia
la moglie è un cattivo cristiano, mentre un musulmano che picchia la moglie è
un buon musulmano. Anzi il musulmano che non picchiasse la moglie ribelle
sarebbe un cattivo musulmano che non applica il Corano.
Consigliamo la lettura di un articolo pubblicato
in BastaBugie n.170 del 10 dicembre 2010:
IL CORANO PERMETTE AL MARITO DI
PICCHIARE LA MOGLIE - Allah ha onorato le donne istituendo la punizione delle
bastonate, che però vanno date secondo regole precise: senza lasciar segni
visibili e solo per una buona causa (ad esempio se lei si nega a letto)
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1314
Fonte: Io amo l'Italia, 07/09/2012
Fonte: visto su Basta Bugie del 14 settembre
3014
IL CORANO PERMETTE
AL MARITO DI PICCHIARE LA MOGLIE
In tv il predicatore egiziano Saad Arafat spiega serafico
che Allah ha onorato le donne istituendo la punizione delle bastonat. Che però
vanno date secondo regole precise: senza lasciar segni visibili e solo per una
buona causa. Ad esempio se lei si nega
Allah ha onorato le donne istituendo la
punizione delle bastonate, che però vanno date secondo regole precise: senza
lasciar segni visibili e solo per una buona causa (ad esempio se lei si nega a
letto)
di Gian Micalessin
Pestatela, ma non sfiguratela. Bastonatela, ma
non rompetele le ossa. Ficcatevi in testa queste due regolette e vivrete felici
con la vostra signora ed in pace con il Signore. Lei, onorata di tante
attenzioni, vi considererà un autentico maschio. Lui, soddisfatto per la vostra
fede, vi aprirà la strada per il Paradiso dei sant’uomini. Uomini musulmani
ovviamente. Uomini tutti d’un pezzo. Uomini ben diversi da quei rammolliti di
cristiani sempre pronti a discutere con la moglie prima ancora di averla
randellata a dovere.
Non ci credete? Andate su You Tube, regalatevi
i tre imperdibili minuti e mezzo d’intervista in cui il predicatore Saad
Arafat, ospite della televisione egiziana Al Naas, chiarisce come suonarle alla
gentile consorte, quando farlo e perché quello sfogo risulterà sacrosanto sia
agli occhi di lei che a quelli di Allah. Incominciamo dalla premessa. Dalla
statistica, spiattellata dal presentatore in studio, secondo cui il 90 per
cento delle donne britanniche si lamenta per l’eterna indecisione di quelle
mammolette dei loro mariti. E il giornalista si chiede perché il mondo continui
a riversare «accuse a non finire sui musulmani», perché tutti mettano in croce
la santa abitudine di «bastonare le consorti». Per il pio Saad Arafat è come
andar a nozze. «Allah istituendo la punizione delle bastonate – spiega serafico
- ha voluto rendere un onore e privilegio alle donne». Vi chiedete come le
mazzate possano essere un onore? Non siete i soli. Persino quel buon musulmano
d’un giornalista nello studio sembra esitare. Ma son tentennamenti degni d’un
infedele. Saad Arafat ha già pronta la citazione, il verbo capace di rendere
sacra e incontrovertibile ogni spiegazione.
«Il Profeta Maometto ha detto: “non colpitele
in faccia e non sfiguratele”. Ecco il modo in cui vanno onorate». Per andar
d’accordo con il Corano insomma basta far attenzione, colpire con metodo e
precisione. Potete riempirla di calci nel sedere, scudisciarla sulla pancia o
farle nera la schiena. L’importante è che non si veda. La poveretta il giorno
dopo potrà anche camminar piegata in due, ma dovrà esibire una faccia bella e
pulita. La regola numero due del pestaggio familiare è altrettanto
fondamentale. «Anche quando la sta colpendo il marito non deve mai insultarla,
mai maledirla perché – illustra quel sant’uomo d’un Saad Arafat - non la batte
per farle del male, ma per regalarle disciplina». Come con gli asini insomma.
Ci discutereste mentre gli raddrizzate la schiena a forza di scudisciate? Certo
che no. Con la mogliettina va allo stesso modo. Cambiano solo le precauzioni.
Ad un asino potete dargliele dove volete e quante volete. Alla consorte è
meglio di no. «Mi raccomando non potete mai andar oltre i dieci colpi e non
potete nemmeno rompergli le ossa, spaccargli i denti, insultarla o ficcarle le
dita negli occhi», chiarisce il premuroso Arafat. Anche perché «esiste
un’etichetta persino per le percosse...Se il marito bastona la moglie per
renderla più disciplinata dovrà sempre ricordarsi di non calcar troppo la mano
e di colpirla dal petto in giù... queste son le uniche botte che onorano le
donne».
Donna onorata mezza salvata verrebbe da
pensare, ma il galateo delle busse benedette dal Profeta non finisce qui. Ci
sono anche i ragguagli sugli strumenti da usare. Sarà meglio conciarla a pugni
e schiaffi o sarà meglio usare un bel bastone nodoso? Davanti alla domanda
dall’intervistatore il buon Arafat si dichiara fermo ed irremovibile. «Quando
si colpisce non di deve mai colpire troppo duro e soprattutto non si devono
lasciar segni». La cosa migliore, spiega, «è colpirla con un corto bastone... i
colpi devono arrivare sul corpo e non devono mai arrivare uno di seguito
all’altro». Per educare al meglio la mogliettina è meglio dunque picchiarla con
metodo, lentamente, centellinando uno dopo l’altro i dieci colpi concessi. E
ovviamente farlo per una santa ragione. Se non vi ha aperto il frigo per
offrirvi qualcosa da bere, se non vi ha fatto trovare la cena in tavola le
bastonate son eccessive. Se invece non vi vuole più, fa la neghittosa e si
rifiuta di soddisfarvi a letto allora ecco la sacrosanta occasione per educarla
e onorarla.
«In un caso come questo cosa - sostiene Arafat
- un marito non ha scelta. Lui la vuole e lei si rifiuta... lui la chiama e lei
si nega... potrebbe riprenderla e minacciarla, ma quei metodi van bene quando
ci sono di mezzo il mangiare o il bere. Quando arriviamo a cose di cui il
marito non può far a meno allora le botte sono concesse».
Alla fine insomma la regola è semplice: la
moglie onorata è quella prima bastonata e poi violentata.
Fonte: Il Giornale, 23 settembre 2010
Fonte: visto su Basta Bugie
del 10 dicembre 2010
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