Attrazione fatale lega-Cique stelle: Un amore nato ai tempi di Pontida
di ANTONIO ANGELI
«Umberto Bossi è stato il più grande statista
degli ultimi cinquant’anni»: Beppe Grillo, di solito avaro di complimenti con
tutti, ieri si è profuso in un elogio senza mezzi termini nei confronti del
fondatore della Lega Nord. «Ha denunciato le storture romane e stava con le
gente, in mezzo alla gente», ha detto Grillo, precisando però: «Ma poi ha fatto
società con Roma ladrona. Forse non lui, ma il suo partito ha fatto affari con
gli altri partiti. Noi siamo diversi, non facciamo affari e non facciamo
alleanze». Ieri il Leader dei 5 stelle era alla Maddalena, per denunciare gli
sprechi di quel G8 poi spostato a L’Aquila. E nonostante quest’ultima affermazione
l’«attrazione fatale» tra MoVimento e Lega è un fatto innegabile. Anzi, quello
che va verificato, a questo punto, è se i due «piccioni» diverranno promessi
sposi. E si sbaglia chi pensa che quella tra Grillo e Lega sia una storia
cominciata da poco. Magari l’altro giorno, con l’Aventino riscaldato, con i
senatori del MoVimento e del Carroccio che hanno abbandonato l’aula in segno di
protesta contro Grasso.
La liason è iniziata molto, molto tempo fa:
all’epoca dei primi raduni a Pontida. Anche se oggi molti fanno fatica a
ricordarlo (escluso Matteo Salvini, che ne ha pubblicamente parlato in tempi
recenti), la Lega voleva candidare due «arieti» dell’antipolitica, uno a Roma e
uno Genova ed erano rispettivamente Gianfranco Funari e Beppe Grillo. Ma non se
ne fece nulla.
Funari rimase comunque amico del partito di
Bossi, una volta disse di aver rifiutato la candidatura perché minacciato.
Beppe Grillo, invece, evaporò per rimandare la sua carriera da leader a data da
destinarsi. Ma il «bacetto» iniziale c’era stato.
Era più o meno il 2012 quando Beppe si lanciò
nella sperticata difesa dell’amico in odore di guai giudiziari: «Sappiamo tutti
che Bossi non ruba. Nessuno ha mai pensato che Bossi rubasse dei soldi».
Anche se questa simpatia, per molti, almeno
allora, era tutta di facciata e protesa ad un «rosicchiamento» di voti. Sì, e
ricordarlo fa bene, tra i due partiti ci sono stati frequenti e innegabili
travasi di voti e manifestazioni di solidarietà potevano apparire finalizzata a
favorire il passaggio di elettori da una bandiera all’altra.
E la simpatia, utilitaristica o no, è comunque
nata ed è continuata sul tema dell’antipolitica, l’antiglobalizzazione, l’anti
euro, l’antitasse… Un amore reciproco, oltretutto. Un annetto fa Umberto Bossi
sparò, secco: «Se la Lega si allea con Grillo ha la possibilità di fare il
governo. Ma sono cose da non pensare neanche». Da non pensare allora. Ma ora i
tempi sono cambiati e il sodalizio potrebbe dare frutti inattesi. Bossi, hanno
detto molti, è il «padre politico» di Grillo. Un matrimonio impossibile, ma le
cose potrebbero cambiare, ora, con Salvini.
Per il momento Beppe pensa alle sue battaglie e
denuncia gli sprechi, con l’incursione alla Maddalena. In Sardegna ha invitato
un gruppo di militanti locali a «favorire il cambiamento radicale della
politica e l’affermarsi di una nuova generazione di politici». Questo il
Grillo-pensiero, ieri in visita all’isola, assieme ai parlamentari sardi del Movimento
5 Stelle.
Il leader M5S ha voluto la spedizione per
risollevare l’attenzione sulla vicenda che nel 2009 portò al trasferimento del
G8 dalla Maddalena a L’Aquila, che, nonostante l’indubbio effetto mediatico
positivo sull’Abruzzo terremotato, portò a uno spreco di 400 milioni di euro di
fondi pubblici.
«È la storia d’Italia: le cose rimangono
irrisolte. Se andassimo al governo saremmo sicuramente in grado di prendere
decisioni per questa terra vilipesa», ha detto senza mezzi termini il comico
genovese, denunciando il malcostume degli appalti pubblici per realizzare opere
che vengono iniziate, senza mai essere portate a termine.
Sulla legge elettorale Grillo è andato
all’attacco: «O si riforma seriamente o si va subito a votare. E se gli
italiani sosterranno ancora loro, diremo che loro hanno ragione e che io ho
sbagliato per tutta la vita e sono pronto a farmi da parte. Ma i cittadini
devono poter decidere se andare avanti con un mondo così o se invece provare un
cambiamento», ha spiegato ai giornalisti alla Maddalena. «Il Movimento Cinque
Stelle è pronto ad andare al voto anche a ottobre e con l’attuale legge
elettorale». Se no, ha detto Grillo, la sua carriera politica potrebbe anche
finire qui. Ma, a ben ricordare, questa non è la prima volta che progetta di
mollare tutto in caso di sconfitta elettorale. Anche se questa, almeno una
volta, c’è stata.
Fonte:
Tratto da.ILTEMPO.it del 3 agosto 2014
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