“Lo Stato italiano deve essere l’unico al mondo ad aver
tassato anche chi dona il suo tempo per salvare delle vite. Non ci
sono più parole sufficienti per esprimere il nostro sdegno”.
Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto
Luca Zaia commenta l’introduzione di una nuova tassa di 32 euro che i volontari
del Soccorso Alpino dovranno versare ogniqualvolta richiederanno il rimborso
per una giornata di lavoro dedicata ad una richiesta d’aiuto.
“In 142 giorni di annunci roboanti – incalza Zaia –
da Renzi e i suoi Ministri abbiamo visto ben poco di concreto per la ripresa e
per la gente, ma un diluvio di tasse: Tasi, Tares, tasse sui risparmi messi da
parte dalla gente per bene e tanti altri balzelli odiosi, ma come questo non se
n’erano ancora visti. 32 euro che gridano vendetta e meritano una battaglia
senza quartiere”.
“Mi chiedo – aggiunge Zaia – dove sono oggi tutte quelle
forze politiche che per anni hanno rimproverato ai Governi di centrodestra di
tagliare le tasse caricando i costi sulla spesa pubblica. Mi chiedo che cosa
rispondono al dato di fatto in cui ci troviamo oggi, e cioè che con i Governi
Monti, Letta e Renzi le tasse sono volate alle stelle fino a toccare il 68% per
le nostre imprese, senza nessun intervento strutturale e con il debito
pubblico che ha continuato a salire inesorabilmente.
Temo che la cura faccia alla gente peggio del male, e lo
sanno anche loro, perché su questo tema il silenzio dei nostri governanti è
assordante, mentre il gabelliere Equitalia continua a mettere le mani per loro
conto nelle tasche più intoccabili, come quelle dei nostri volontari!”.
“Per una regione come il Veneto dove una persona su 5 fa
volontariato costituendo un insostituibile alleato del pubblico nella sanità,
nel welfare, nell’emergenza-urgenza e in tanti altri settori – aggiunge il
Governatore – questi 32 euro sono una vera e propria nuova tassa sulle
famiglie, una vergogna alla quale si deve rimediare al più presto, senza se
e senza ma. Una battaglia nella quale siamo in ogni modo possibile al fianco
dei nostri angeli del Cnsas, anche per onorare la memoria dei tanti di loro che
hanno sacrificato la vita, anche di recente, per soccorrere una persona”.
“Mi auguro che i gabellieri romani, nella loro foga
arraffona, non si siano accorti di ciò che stavano facendo e ingranino
velocemente la marcia indietro – conclude Zaia – perché altrimenti sarebbe stata
aperta una nuova dolorosa ferita nelle migliaia e migliaia di veneti che
donano il loro tempo e spesso la loro incolumità agli altri, senza chiedere
nient’altro che un grazie e un piccolo rimborso per una giornata di lavoro
perduta, che perduta non è perché dedicata al prossimo”.
Ci sovviene solo una domanda da porre a Luca Zaia: cosa
aspetta ad abbandonare l’Italia? Si acceleri col referendum per
l’indipendenza!
Fonte: visto su
Miglioverde del 15 luglio 2014
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