Silvia ha scritto:
L'umanità sembra muoversi in un circolo vizioso. Guerre, miseria, giochi di
potere. Ne usciremo mai? Cosa pensi di tutto quel che sta accadendo nel mondo?
Un caro saluto,
Silvia.
Dadrim ha risposto:
Crisi economica, insicurezza sociale, malapolitica, progressivo deterioramento
delle istituzioni, clientelarismi, baronie, assoluta mancanza di meritocrazia,
rovina del patrimonio paesaggistico, abbandono delle ricchezze monumentali e
artistiche. Questa è l’Italia che ci appare sempre più reale.
Se guardiamo poi la situazione internazionale le cose non
sembrano andare molto meglio. L’interminabile conflitto Israelo-Palestinese,
l’Iraq e l’Afghanistan ancora tormentati dalla guerra, la repressione del
popolo tibetano, i conflitti volutamente e comodamente dimenticati che
insanguinano le terre dell’Africa, la povertà, la fame, il traffico di organi
umani, di donne destinate alla prostituzione, d’armi, di droga, il traffico di
merci inutili che vanno da una parte all’altra del mondo, l’inquinamento…
Tutto questo e molto ancora è quel che quotidianamente ci
riportano i nostri “cari” mezzi di informazione attraverso speciali, tribune
politiche, opinionisti, trasmissioni radio, telegiornali, giornali, matrici,
sette e mezzi, infedeli, fedeli, ballerini, fatti nostri, per nulla personali,
porte a porte, giullari, mangia fuoco, saltimbanchi, menestrelli, cartomanti,
notizie striscianti…
Ascoltando tutto ciò viene da chiedersi come faccia il mondo
a ruotare ancora sul suo asse senza cadere in una qualche discarica, in un
inceneritore, termovalorizzatore o come lo vorranno chiamare domani.
Tutti propongono la loro ricetta politica,
offrono la loro lettura dei fatti, la loro colta o ignorante opinione: il
nostro paese è una terra di maestri,
professori, dottori, esperti, maghi e stregoni.
C’è chi teme una catastrofe mondiale, chi profetizza la fine
del mondo, chi parla di un ritorno al medioevo, chi conosce ogni soluzione, ma
nessuno che se ne stia zitto. Ecco allora che pure io non mi esimo dal
partecipare a questa festa di pollaio, a questa sfilata pagliaccesca, perché
dovrei, sono forse meno o forse di più di tutti costoro? Per chi teme una
catastrofe mondiale vorrei solo ricordare che nell'arco di cento, centoventi
anni al massimo, la natura compie le sue normali, periodiche, pulizie di fine
stagione cancellando dalla faccia della terra miliardi di persone. È sì!, se
non ci abbiamo mai pensato, ogni 100 anni, poco più, un’intera generazione
scompare. Fra un secolo la morte
si sarà riportata a casa l’intera popolazione che respira e cammina in questo
istante.
Quindi rilassatevi e smettete di preoccuparvi per la fine
del mondo, iniziate piuttosto a preoccuparvi di come vivere il tempo
che vi rimane su questa terra, perché la fine arriverà comunque per tutti. Il
problema non è mai la fine né l’inizio, ma sempre e solo "come
essere" e "cosa fare" nel presente.
V’è da dire, poi, che tutti sembrano essere d’accordo sul
preoccuparsi per il mondo che erediteranno i nostri figli.
Bugiardi! Se tutti vivessimo veramente spaventati per il futuro dei nostri
figli, non credete che le cose starebbero già andando in un altro modo da un
pezzo? Non siamo nemmeno capaci di preoccuparci per il nostro futuro,
figuriamoci se pensiamo a quello degli altri, figli o meno che siano.
L’unica cosa che riusciamo a fare per i nostri figli è
lottare in tutti i modi affinché essi ereditino i nostri patrimoni, le nostre
posizioni di potere o i nostri privilegi sociali, senza renderci conto che
l’unico bene capace di durare nel tempo è l'amore
e la comprensione che la natura e gli uomini sono un unico organismo vivente,
pertanto, come tale, non può sopravvivere a lungo se ogni sua cellula pensa
unicamente alla propria sopravvivenza o, al massimo, a quella delle cellule sue
"parenti"!
Dobbiamo imparare a vivere il presente in modo totale senza
preoccuparci per il futuro e per il passato, liberi dall'egoismo e dagli
istinti animaleschi che ancora ci abitano. La maggior parte della persone,
invece, vive mentalmente confinata in piccoli anfratti del tempo a causa di
un'inconscia paura
per il futuro, per l'impermanenza che caratterizza ogni aspetto delle nostre
esistenze e per il terrore della morte che inevitabilmente ci attende.
Inconsciamente le persone percepiscono tutte queste cose, ma il terrore che
provano all'idea di doverle affrontare le spinge a creare una sorta di vita
ristretta, piena di angosce, rabbie, timori e desideri di controllo e potere.
La maggior parte delle persone non vive nel presente ma "alla
giornata", non molto diversamente dai maiali o dalle galline. L’uomo
libero e consapevole vive nell'istante, nell'eterno presente perché ha trasceso
il tempo, perché ha saputo completamente vedere e comprendere la natura
impermanente di tutte le cose e pertanto la futilità dei nostri vischiosi
attaccamenti, delle nostre dolorose dipendenze e di tutte le sciocche
ossessioni che ne derivano. Contrariamente l'uomo inconsapevole nemmeno sa di
vivere prigioniero del tempo poiché la tremenda paura che inconsciamente sente
nei confronti dell'immensità e dell'ineffabilità del mistero dell'esistenza lo
spinge a creare un mondo immaginifico che è costretto poi a difendere con tutte
le sue forze dalla continua intrusione della realtà.
Tornando a noi, cara
Silvia, quel che vorrei dire, non solo a te, ma anche in risposta a molte
domande che ho ricevuto da persone spaventate per la crisi
economica e la difficile situazione sociopolitica che stiamo attraversando, è
di rimanere sereni, distanti dai pensieri della mente
e dalle angosce delle cuore,
per provare a entrare, pienamente liberi e consapevoli, nel cuore del
problema.
Davanti a noi si stanno aprendo possibilità di cambiamento
mai avute prima. Quella che stiamo vivendo non è una crisi nazionale, ma una
crisi mondiale, che interessa l’intero sistema economico, politico e valoriale
che l'umanità ha coltivato sino ad oggi. Abbiamo trascorso gli ultimi
cinquant'anni pensando che il sistema economico capitalista, sorretto da una
struttura sociale democratica e condito con una religione istituzionalizzata di
massa sarebbe stato la ricetta per tutti i nostri mali e la risposta a tutti i
nostri desideri.
Abbiamo trascorso più di mezzo secolo raccontandoci di
lavorare per il raggiungimento di un sempre più vasto benessere globale. Ci
siamo fatti abbindolare da parole come meritocrazia, coesione sociale, patria,
famiglia, dio,
stato, mentre derubavamo continenti interi, facevamo guerre per difendere la
nostra pace, e piantavamo bandiere in nome di dio e della libertà
per difendere il nostro egoismo e la nostra schiavitù spirituale.
Ma eccoci qua, ora forse più che mai, prossimi alla comprensione d’aver
unicamente collaborato, più o meno consciamente, ad instaurare una dittatura di
capitali, imposta e controllata da corporazioni dietro cui si nascondono
individui unicamente interessati al raggiungimento dei loro personalissimi
scopi.
Gli ultimi cento anni sono stati caratterizzati da una
crescita esponenziale del controllo e del potere esercitato da poche persone su
popolazioni sempre più vaste. Un accentramento del potere agito unicamente per
esercitare un controllo capace di soddisfare liberamente e impunemente fantasie
e istinti narcisisti ed egoisti. Dopo il crollo delle grandi ideologie,
il sogno di poter instaurare una società
democratica, basata sulla meritocrazia e la solidarietà sociale ha svolto
magistralmente un lavoro
di assopimento delle coscienze individuali. Quante persone ancora credono che
coloro detengono posizioni di potere stiano lavorando per la realizzazione del
bene collettivo? Molti, ne sono certo, ma questa crisi può aiutarci ad aprire
un po' gli occhi su alcune ovvietà.
Le nostre democrazie non hanno un tessuto comunicativo e
partecipativo popolare, trasversale, capace di dare effettiva voce alle reali
necessità degli individui. Questo perché la classe politica non può rispondere
alle sfide necessarie per la realizzazione di un effettivo equilibrio e
benessere collettivo poiché deve lavorare per rispondere ai comandi di coloro
che la mantengono e finanziano, coloro che posseggono i grandi capitali e i
mezzi di informazione. Se ci pensiamo bene i politici vengono fittiziamente
eletti dal popolo.
Da un giorno all'altro i mezzi di informazione fanno
apparire una rosa di personaggi, che nessuno ha mai visto prima, fra i quali i
cittadini saranno poi costretti a scegliere per la guida del paese. Peccato che
nessuno metta più in discussione l'illegittimità di un tale processo. Che democrazia
è questa? Chi ha il potere impone alle masse alcuni sui uomini fra cui queste
sono "libere" di scegliere. Ma che libertà è questa?
Proviamo a fare un esempio. Non v'è dubbio che la maggior
parte delle persone sarebbe favorevole ad implementare trasporti pubblici, aree
verdi, piste ciclabili, edilizia popolare o a costi agevolati ed energie
rinnovabili. Chi non vorrebbe pagare meno le bollette, vivere in una città meno
inquinata, con meno morti e feriti sulle strade, con meno caoticità e rumore
provocati dal traffico? Chi non vorrebbe veder diminuire i costi della benzina
e dell'auto grazie a una rete di trasporti pubblici efficiente ed economica?
Chi non vorrebbe poter pedalare con i propri figli lungo verdeggianti, sicure e
silenziose piste ciclabili? Chi non vorrebbe poter pagare meno gli assurdi
mutui a cui siamo costretti? Credo che queste siano tutte cose che la maggior
parte delle persone vorrebbe vedere realizzate. Peccato però che i partiti
siano sostenuti, se non appositamente creati, da chi non ha nessun interesse a
rendere le persone più libere. Le potentissime lobbies dell'industria
automobilistica, dell'edilizia e della speculazione immobiliare, se si dovesse
realizzare un quadro come quello appena descritto, vedrebbero enormemente
diminuire i loro introiti. Ecco allora che i partiti, finanziati da pochi
potenti gruppi che fanno solo il loro personalissimo interesse, mai andranno a
proporre una legge o un referendum popolare che prevede l'investimento di
grandi somme per opere pubbliche di effettiva utilità.
Se si dovesse creare un equilibrio sociale che fine
farebbero tutti coloro che oggi vivono solo grazie al piacere di poter essere più ricchi, potenti e
famosi della maggior parte delle persone? Più una persona riesce ad aumentare
la sua ricchezza e il suo potere, più persone si vedono aumentare costi e
limitazioni. Più il potere e la ricchezza si accentra nelle mani di pochi e più
la povertà e l'impotenza si diffonde fra i molti. Queste sono tristi ovvietà
che nessuno più pensa e discute. La materia è limitata, le ricchezze sono
limitate, gli spazi sono limitati, se qualcuno ha sempre di più, molti avranno
sempre meno.
La nostra democrazia è una menzogna. Ci dicono che siamo
liberi perché possiamo votare. Che idiozia! Ripeto che i partiti vengono creati
dalle lobbies, poiché solo queste hanno i soldi per pagare campagne di
pubblicità a livello nazionale, ben studiate per condizionare la gente. Le
lobbies creano duo o tre partiti fondamentali, apparentemente opposti per dare
l'illusione alle persone di poter scegliere, di essere libere. Grazie a questo
sistema di manipolazione finisce sempre che i soldi dei cittadini finiscono per
pagare gli interessi di gruppi sconosciuti anziché andare a rispondere ai loro
reali bisogni.
Dividi et impera, questo è il motto fondamentale e più
efficace di sempre. Disinforma, nega, menti, confondi e così, poi, potrai fare
ciò che ti pare!
Ma qual 'è lo strumento più potente in mano ai gruppi di
potere che decidono le sorti del pianeta? Lo strumento si chiama “Mass Media”.
Già la parola dice tutto: veicolo di massa. Le persone non sono più pensate e
trattate come individui ma come masse informi, meccanismi senza un'anima,
materia priva d'autonomia, pensiero e
sentimenti.
Ho sentito ripetere più volte da molte di quelle sottospecie
di politici, giornalisti e intellettuali che girano per le tv che i mass
media hanno una scarsa rilevanza per quanto riguarda la costruzione del
pensiero del cittadino medio. Insomma, la tv e, più in generale, tutti i mezzi
di comunicazione, non hanno un gran potere di direzionare la vita, le scelte e
i pensieri delle persone. Ma ci rendiamo conto di cosa sono capaci di dire? Se
non sono i mezzi di comunicazione che plasmano il pensiero di massa cosa lo forma?
Ovviamente, seguendo questi illustri pensatori, la massa si forma ed informa
grazie alle nostre illuminanti scuole e università, andando a comizi, dibattiti
ed incontri per approfondire le concezioni politiche che stanno alla base di
concetti quali “democrazia”, “liberalismo”, “comunismo”, “società dei
capitali”, “libero mercato”… Ne sono convinto! Ne sono così convinto da
ritenere che se domani Maria De Filippi e i ragazzi dei sui
"profondi" programmi televisivi fondassero un partito chiamato
“Uomini e Donne”, Berlusconi avrebbe già perso le prossime elezioni. Non sto
scherzando. La signora De Filippi potrebbe tranquillamente essere il nostro
prossimo Premier!
Le persone hanno attribuito così tanta fiducia
ai politici, alla stato e ai sui mezzi di informazioni al punto di non metterli
più in minima discussione. Un altra parte della popolazione è così nauseata e
confusa da non volerne sapere più niente. Il risultato va comunque a favore di
chi governa. Disgraziatamente il pensiero di massa esiste ed è ben radicato,
poco importa se l'abbiano creato i mass media o questi abbiano semplicemente
sfruttato un'attitudine umana preesistente. È inutile chiedersi se sia nato prima
l'uovo o la gallina, quel che conta è che oggi abbiamo di fronte ai nostri
occhi un uovo grande come una casa e una gallina che continua a covare mostri.
Su una cosa non v'è dubbio, troppe persone amano dormire profondamente sognando
che qualcuno le stia proteggendo e guidando, ed altrettante troppe persone sono
unicamente preda della disperazione.
Ecco allora che i mezzi di informazione sono l’arma più
potente che sia mai stata usata, poiché capace di sfruttare la massimo i mali
più grandi che vi siano nell'animo umano: incoscienza, paura e ignoranza.
I mass media possono
far nascere guerre, far divenire dei conflitti in corso dei conflitti fantasma,
cambiare in poco tempo il nostro modo di mangiare, vestire e comportarci.
Possono farci credere qualunque cosa vogliano farci credere. Possono far
divenire, dal giorno alla notte, un uomo famoso, farlo diventare un nessuno, un
criminale o un santo, un genio insuperabile o un povero cretino. I mass media
sono onnipotenti, pertanto chi li controlla e dirige è onnipotente!
Le motivazioni alla base del potere dei mass media sono varie. Alcune di queste:
Come dicevo la maggior parte della gente non li mette mai in dubbio.
Si muovono fuori dallo spazio e dal tempo. In un secondo un
politico può raggiungere 60 milioni di persone. Un uomo comune per riuscire ad
avere lo stesso risultato andando per strade e teatri impiegherebbe 30 anni.
Il loro immenso numero di lettori, ascoltatori e
telespettatori, crea quell’effetto che potremmo chiamare “moltiplicazione del
potere di fascinazione”, e cioè, quando guardo e ascolto una persona che so
essere contemporaneamente guardata e ascoltata da altri milioni di persone, le
sue parole e la sua immagine aumentano di potenza tanto quanto sono le persone
che credo la stiano ascoltando e vedendo. Questa, a mio avviso, è anche la
spiegazione del perché tutti coloro che partecipano a un qualche reality, non
appena parlano di sé o vedono un parente scoppiano in lacrime. La
“moltiplicazione del potere di fascinazione” è, infatti, bidirezionale. Chi
guarda attribuisce grande importanza a ciò che vede, ma anche chi è guardato e
ascoltato subisce un'intensificazione degli stati emotivi e mentali a causa
della consapevolezza
d’essere visto da milioni di persone. I Mass Media sono praticamente degli
amplificatori degli stati coscienziali degli individui. Questo è anche il
segreto del grande successo di tutti quei programmi che mettono i fatti della
gente in piazza o il perché le notizie di cronaca nere occupino sempre i primi
posti di giornali e telegiornali.
Il mezzo di comunicazione più potente di tutti è ovviamente
il televisore poiché interagisce con quasi tutti i nostri organi sensoriali,
pertanto penetra nelle nostre menti ben più in profondità, inconsciamente e
velocemente.
La capacità che abbiamo di assorbire qualcosa unicamente
attraverso la lettura è notevolmente inferiore rispetto alla possibilità che
abbiamo attraverso immagini accompagnate da parole. Questo perché nella nostra
storia evolutiva l'uso del pensiero è un'acquisizione relativamente recente. In
oltre il pensiero astratto è particolarmente inattivo nelle nuove generazioni
proprio grazie all'azione di tv e sistemi multimediali. La televisione bombarda
rapidamente di immagine e stimoli la nostra mente impedendo quella riflessione
e sedimentazione di concetti e significati a cui, contrariamente, la lettura ci
costringe per sua natura.
Ora, se questa è la reale potenza dei mezzi d'informazione,
non possiamo fare a meno di constatare che tutto ciò che non passa attraverso
di loro, gran poco può fare per mutare una struttura di potere che si sostiene
proprio grazie a questi. Le grandi industrie e le multinazionali controllano e
posseggono i mezzi d’informazione. Controllano poi la politica perché senza una
politica assoggettata ai loro interessi non potrebbero mantenere i grandi
capitali. Per poter accedere alla politica e tentare di mutare le cose bisogna
accedere ai mezzi di informazione, ma i mezzi di informazione sono nelle mani,
come dicevamo, di chi ha tutti gli interessi affinché le cose non cambino mai,
e così pare d'essere di fronte ad una cintura di potere inviolabile.
Qualcuno potrebbe dire che internet è la grande speranza per
una reale democrazia, ma per ora internet non è ancora sufficientemente diffuso
fra la popolazione, in oltre offre fonti di informazione di ogni tipo, vere,
confuse, false, contraddittorie, e ciò non facilita certo il pensiero di persone
già molto confuse e prive di strumenti d'orientamento. La vastità e pluralità
di fonti di informazione che offre internet è la sua forza e bellezza ma anche
il suo limite e credo sia anche il motivo per cui è ancora discretamente
libero.
Allora non c’è speranza? No, anzi, dal mio punto di vista la
crisi che stiamo attraversando apre notevoli possibilità. Ma prima di tutto
dobbiamo comprendere che la triste situazione in cui versa l'umanità intera non
è mutabile attraverso un’azione mirata a sostituire i vertici che stanno a capo
della piramide. Tale azione, nell’arco dell’intera storia umana, si è sempre
rivelata inconcludente per alcuni fondamentali motivi.
Primo, non si può pensare che unicamente sostituendo chi
oggi è al potere si possa ottenere un ordine sociale diverso, poiché è la
struttura stessa della società a basarsi integralmente su logiche gerarchiche,
di controllo e di esercizio del dominio personale o di casta a discapito dei
più deboli.
La sete di potere e controllo è un fenomeno umano che tocca
trasversalmente tutte le fasce sociali, dal povero al ricco, dal colto
all'ignorante, dal bianco al nero, dall'occidentale all'orientale, dal
religioso all'ateo. È pertanto sciocco ritenere che il mondo patisca queste
condizioni per colpa
di qualche politico o di qualche multinazionale priva di etica. È la stessa psicologia di massa ad essere
intrisa di “valori” che incitano al dominio, al narcisismo, alla sopraffazione
e allo sfruttamento del più debole.
Secondo, anche se domani mattina, per qualche miracolo,
salisse al potere un essere illuminato, entro sera quel poveretto verrebbe
sbranato vivo dai lupi famelici che sotto di lui sbavano per impadronirsi della
sua sedia.
Pertanto ritengo che il sistema sociale e politico che
abbiamo non sia mutabile attraverso un’azione volta a sostituire i vertici del
potere.
Come mutare l’ordine del cose? Iniziando dalla base, dalle
masse, dai singoli individui e dalle loro coscienze. Lavorando per un
progressivo risveglio coscienziale di sempre più individui.
Per poter cambiare le cose e vivere veramente in pace e in
armonia dobbiamo iniziare da noi stessi liberandoci da tutte le nostre paura,
ambizioni, da ogni forma di pensiero gerarchico, dipendente, piramidale, da
ogni bisogno di essere applauditi, confermati, guidati, lodati, idolatrati, da
ogni timore di essere puniti e rifiutati. Abbandoniamo il nostro narcisismo ed
egoismo per dare vita a una realtà fatta di libertà di pensiero,
autodeterminazione, uguaglianza e amore. Quando sempre più individui
inizieranno a vivere così, il loro Essere
coraggiosi, indomabili, i loro pensieri, le loro parole e le loro azioni non
potranno far altro che espandersi, toccando l'anima di sempre più persone,
distruggendo progressivamente la psicologia di massa.
Scopriamo la stupidità
d’ogni desiderio
di ricchezza superiore a ciò che c’è necessario per vivere. Ricerchiamo sempre
e solo, come prima cosa, la pace del nostro cuore e la libertà della nostra
mente, tutto il resto verrà da sé. Se così vivremo, la piramide su cui oggi si
fonda il potere, inizierà a vacillare sino a cadere, poiché inizieranno a
sgretolarsi le basi su cui poggia.
Il concetto di nazione intesa come entità chiusa, da
difendere, in opposizione a ciò che è altro da se stessa sta svanendo, i
confini degli stati e dei continenti stanno, uno ad uno, cadendo. I popoli
dell'intero pianeta si stanno incontrando e scontrando nel tentativo di
conoscersi e riconoscersi, mentre un'unica lingua mondiale si sta lentamente
creando e diffondendo.
Ispirato da tali condizioni di cambiamento provo ad
immaginare un possibile futuro dove l'umanità vive unita da un unica lingua, ma
dove ogni popolo rimane custode della sua cultura, della sua lingua madre e
delle sue origini. Provo a immaginare un mondo dove non v'è più alcuna
necessità di vivere sottomessi al controllo delle fonti energetiche da parte
delle grandi corporazioni grazie allo sviluppo e alla diffusione delle energie
rinnovabili. Se questo mondo si basasse su una produzione libera e rinnovabile
delle energie, molto probabilmente vedremmo finire gran parte delle guerre attualmente
in corso e ne eviteremmo altrettante. Ancora, provo ad immaginare un mondo dove
ogni bambino nasce con una piccola casa a lui già riservata per quando sarà
grande poiché la società che lo accoglie ritiene che ogni individuo, sin dal
suo primo giorno di vita, abbia il diritto di avere un tetto garantito. Credo
infatti che così facendo gran parte della paura e dell'odio che caratterizzano
il nostro tempo perderebbero una delle loro principali cause.
Quando un individuo nascerà e crescerà libero dalla paura di
non riuscire a rispondere ai propri bisogni fondamentali, quando ogni bambino
sentirà di non dover dare prova di valore alcuna per poter meritare di vivere,
l'umanità dimostrerà finalmente d'essere degna di desiderare dei figli. Solo
allora si potrà pronunciare senza vergogna la parola famiglia.
Per uscire veramente rinnovati da questa crisi mondiale lo
sviluppo tecnologico deve muoversi sempre più rapidamente verso
un’armonizzazione e integrazione con l'ambiente. Ma tutto ciò è possibile solo
se iniziamo a comprendere che il nostro ruolo in questo universo non è quello
dell’organismo parassita, ma quello del genio scopritore estasiato dalle
meraviglie del mondo, dell'amante e dell'artista.
Dal mio punto di vista tutto ciò, oggi, può accadere più facilmente,
proprio grazie agli strappi che questo momento di confusione e ripensamento
generale sta creando nelle maglie del vecchio sistema, dipende unicamente da
ognuno di noi.
Pertanto...
Se siamo scienziati lavoriamo per creare una sempre più
profonda e ampia armonia con la natura che ci circonda.
Se siamo scrittori, poeti, filosofi o artisti d’ogni genere,
diffondiamo la nostra arte sino al più remoto angolo della terra, sino a
colmare ogni cuore e ogni mente di pura bellezza, fantasia e creatività.
Se siamo artigiani, operai, impiegati, imprenditori o
lavoratori d’ogni sorta, usiamo il nostro genio e il nostro sforzo ricordando
sempre e come prima cosa che il mondo è un unico organismo vivente. Operiamo
quindi per creare unità e benessere reale per tutti, non lasciamoci ingabbiare
da pensieri egocentrici o corporativi. Se ci troviamo, nostro malgrado, a dover
operare all’interno di una struttura che agisce distruttivamente, cerchiamo di
contagiarla con la nostra libertà d'animo e di pensiero in ogni azione e
situazione. Comportiamoci come un virus benefico all’interno di un sistema
malato. Diffondiamoci piano, silenziosamente, creiamo collaborazioni e amicizie
basate sulla solidarietà e l’amore incondizionati.
Se siamo disoccupati uniamoci in gruppo e condividiamo le
nostre idee e le nostre forze per dare libera espressione alla creatività e a
tutte le nostre capacità ancora inespresse. Non attendiamo che qualcuno ci
faccia l’elemosina, ma diveniamo padroni del nostro sudore e della nostra
fatica. Un uomo solo non può fare granché, ma molte anime assieme possono
creare un paradiso anche all'inferno.
I poteri che oggi sfruttano il pianeta e le coscienze
rimarranno in piedi unicamente sino a quando la maggioranza delle persone non
desidererà essere libera, autonoma nel pensiero e nelle azioni, unita
unicamente per convogliare tutte le proprie energie in uno atto d'amore creativo.
Non accettiamo un misero piatto di minestra derivatoci da chi ci offre uno
sterile lavoro già pronto, ma scegliamo un vecchio pezzo di pane frutto di una
fatica che amiamo fare liberamente. Solo facendo ciò che amiamo, un giorno, un
pezzo di pane potrà diventare una grande tavola imbandita d’ogni bene per noi e
per molti altri, ma se accettiamo un piatto di minestra già pronta, fra
cent’anni avremo sempre e solo un piatto di minestra, in più, condito da mille
angosce e tristezze.
Sogno che questi pensieri circolino più di quanto oggi circoli
il denaro, e si radichino nelle coscienze più di quanto possa sprofondare nella
terra una quercia millenaria, poiché credo che solo così v'è la speranza di
poter accendere un fuoco capace di illuminare sempre più uomini.
Questa ribellione è silenziosa e pacifica come una foresta
che cresce, questa, per me, è l’unica vera rivoluzione possibile. È l'unica
risposta concreta ai nostri mali!
Con affetto,
Dadrim
Fonte: da il blog di Dadrim; 2009
Fonte: da Eco Cosa Vedo di lunedì 21 marzo 2011
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