lunedì 10 settembre 2012

ECCO CHI ATTENTA ALLO STATO ITALIANO! DICIOTTO AVVISI DI GARANZIA PER GLI ADERENTI AL “MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL POPOLO VENETO”




Dopo i Serenissimi ecco un’altro pericolo Mortale per lo stato italiano evidentemente. Non le banche di rapina, non le multinazionali della chimica e della medicina, non i politici al servizio di altri Stati, non chi acquista armamenti per miliardi per prepararci alla guerra, non chi con fittizi e incomprensibili prodotti finanziari ha gabbato e defraudato mezza Italia, comuni e province in primis, non la mafia dei giochi d’azzardo, non la mafia dei porno locali gestiti dagli albanesi!
NO.  I NEMICI DELL’ITALIA SONO I VENETISTI!
Il reato? Considerarsi una Comunità, un popolo con caratteristiche comuni.
Questo è troppo e la globalizzazione imperante non lo tollera. Questo atto, se ce n’era bisogno, evidenzia le fazioni in lotta al di la dei discorsi ebeti dei camerieri della politica  e sono:  Comunità locale contro i Mondialisti della  globalizzazione, che in Italia hanno sigle strane PR, PD, RC, PDL e tutti gli altri, con le loro armi finanziarie di distruzione di massa e quelle mediatiche di disintegrazione delle menti. Con buona pace dei leghisti salottieri. A quando un’Italia dei forconi riuniti?
NdR

Fonte: da STAMPA LIBERA 8 settembre  2012


Vedemo cos’ è capità


AVVISO E MONITO AL CAPO DELLO STATO STRANIERO ITALIANO… IL VENETO NON XE LA TO ITALIA, OCIO!!! -  (2012.09.03)




AL CAPO DELLO STATO STRANIERO ITALIANO
GIORGIO NAPOLITANO
e p.c.
- O.N.U. – DIRECTOR GENERAL

- ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE

- AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE

Oggetto: AVVISO E MONITO.

E’ notizia di questi giorni di come la s.v. abbia programmato per il giorno di mercoledì 5 settembre prossimo venturo un suo arrivo – peraltro non gradito – nel Territorio di questa Repubblica Veneta, per l’esattezza nella città di Venezia e quindi nella città di Mestre, ove sarebbe sua intenzione tenere un discorso allo stato straniero occupante razzista e colonialista italiano da lei rappresentato.

Al riguardo, a questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV), soggetto di diritto internazionale, per il tramite del Governo Provvisorio della Repubblica Veneta (istituito ai sensi dell’articolo 96 paragrafo 3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977), non risulta ad oggi essere pervenuta alcuna sua richiesta di accreditamento.

Questo sua personale iniziativa, sfrontata e imprudente, integra pertanto a tutti gli effetti un vero e proprio illecito internazionale, nonché una violazione dell’Ultimatum del MLNV del 13.12.2010 notificato allo stato straniero italiano e alla sede O.N.U. di Ginevra in data 14.12.2010 e un grave atto di provocazione con rischio di escalation di confronto bellico col MLNV.

Ciò posto, si avvisa che la sua sicurezza e incolumità personale non saranno garantite, fermo restando il legittimo ricorso al diritto di rappresaglia da parte di questo MLNV, secondo diritto internazionale. 
Questo MLNV non è più disposto a tollerare oltre ulteriori provocazioni e/o atti di forza e/o di aggressione da parte di autorità straniere italiane.

L’O.N.U. voglia farsi garante al fine di scongiurare simili abusi da parte dello stato straniero occupante italiano; pretenda dallo stesso il rispetto del diritto del Popolo Veneto all’autodeterminazione e del diritto all’integrità territoriale della Nazione Veneta, intervenga in modo risolutivo affinché questo ponga fine alla illecita e illegittima occupazione del Territorio della Repubblica di Venezia.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nella sua precipua funzione di mantenimento della pace e quindi al fine di scongiurare il rischio di escalation di un confronto bellico col MLNV, provveda a comminare le sanzioni previste nei confronti dello stato italiano per i numerosi e reiterati illeciti internazionali commessi dai suoi organi e/o rappresentanti contro questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto e contro cittadini del Popolo Veneto. 

VIVA SAN MARCO.


Venetia, lunedì 3 settembre 2012

Il Presidente del MLNV e del Governo Provvisorio

Sergio Bortotto

Fonte: Da Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto 3 settembre 2012



ESCLUSIVO/ SERGIO BORTOTTO DEL  MLVN: “CI HANNO SEQUESTRATO I PC, GALLINA È SOTTO TORCHIO”

Sergio Bortotto

Non è la prima volta e forse non sarà neanche l’ultima.
18 Indipendentisti del Movimento Liberazione Nazionale del Popolo Veneto sono stati perquisiti nelle loro abitazioni. Raggiunto al telefono, Sergio Bortotto, presidente del Movimento spiega: “La polizia italiana si è presentata a casa di 18 patrioti che abitano a Vicenza, Verona e Treviso. Ha sequestrato i nostri computer e altro materiale”.

Affatto scosso, Bortotto, già poliziotto, giustifica il lavoro dei suoi ex colleghi (fino al 2000 è stato in forze alla polizia di stato): “Si sono comportati bene e con professionalità. La colpa non è loro, è di chi li manda. E chi li manda, conferma che il nostro movimento è sulla strada giusta.”

A casa degli indipendentisti non sarebbero state ritrovate né armi né strumenti atti ad offendere: “Noi non siamo violenti. Non abbiamo bisogno delle armi per liberare il popolo veneto. La nostra battaglia è legale e segue la traccia segnata dal protocollo di Ginevra del 1977, che regolava i processi di decolonizzazione degli stati.”

Sui motivi del blitz, Bortotto è chiaro: “Il precedente Governo aveva abrogato la legge 47 sulle associazioni paramilitari – che di fatto avrebbe potuto essere applicata anche contro le Guardie Padane leghiste – Ora pare che Monti l’abbia ripristinata. Quindi un pm deve aver aperto un’indagine contro di noi. Poco male informeremo le Nazioni Unite di quest’ennesimo abuso compiuto da uno stato illegittimo. Segnaleremo l’ennesima violazione dei diritti umani, civili e politici del popolo veneto. Un popolo che vuole autodeterminarsi.”

Al momento Paolo Gallina, esponente di punta del MLNV si troverebbe ancora sotto interrogatorio: “Paolo è stato fermato. Io sono qui, in un parco, vicino a dove lavoro. Ma loro (la polizia, ndr) sono ancora lì che mi tengono d’occhio”.

Per la cronaca, Sul sito web del “Movimento di Liberazione del Popolo Veneto” – al centro dell’inchiesta per associazione paramilitare – compare anche un ”Avviso e monito” al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in occasione della visita compiuta dal presidente tra ieri e oggi in Veneto e Trentino Alto Adige.
Il Veneto no xe la to Italia, Ocio!!”, e’ il titolo in dialetto dell’intervento, datato 3 settembre 2012, nel quale il presidente del movimento venetista, Sergio Bortotto, definisce Napolitano ”il capo dello stato straniero italiano’. Gli aderenti al movimento non riconoscono infatti validita’ all’annessione della regione all’Italia decisa con il referendum nel 1866. Nel sito internet, il Movimento di Bortotto giudica ”non gradito” l’arrivo di Napolitano ”nel territorio di questa Repubblica Veneta, per l’esattezza a Venezia e nella città di Mestre”, dove il presidente ”vorrebbe tenere un discorso allo stato straniero occupante razzista e colonialista italiano da lei rappresentato”. L’organizzazione rileva inoltre che ad essa, per il tramite del Governo Provvisorio della Repubblica Veneta, ”non risulta essere pervenuta alcuna richiesta di accreditamento” da parte dello staff di Napolitano. ”Questo sua personale iniziativa, sfrontata e imprudente – prosegue Bortotto, riferendosi al Capo dello Stato -, integra a tutti gli effetti un vero e proprio illecito internazionale”. Infine un avviso: ”ciò posto – conclude Bortotto -, si avvisa che la sua sicurezza e incolumità’ personale non saranno garantite, fermo restando il legittimo ricorso al diritto di rappresaglia da parte di questo Mlnv, secondo diritto internazionale”.

Fonte: da L’Indipendenza del  6 settembre 2012-09-07



ASSOCIAZIONE PARAMILITARE INDAGATI 18 VENETISTI: TREVISO, INDAGINE DELLA QUESTURA, COINVOLTI SERGIO BORTOTTO E PAOLO GALLINA


Paolo Gallina

Sono tutti aderenti al "Movimento di liberazione del popolo veneto"

TREVISO - Diciotto avvisi di garanzia con l'ipotesi di reato di associazione paramilitare per altrettanti componenti del “Movimento di liberazione del popolo veneto”. Perquisite dalla polizia, al termine di un'indagine avviata nel marzo scorso, le abitazioni dei coinvolti. Tra questi ci sono due dei promotori della “polisia veneta” che già nel 2009 finì nel mirino degli investigatori per la stessa ipotesi di reato. Si tratta di Sergio Bortotto, presidente del movimento e addetto alla sicurezza dell'Ipermercato Panorama di Villorba, e Paolo Gallina, comandante della polizia locale di Cornuda. Oltre a Bortotto e Gallina risulta tra gli indagati anche il titolare del pub “Vivavoce” di Maserada, Loris Zanatta. Nel locale, secondo gli investigatori, avveniva il reclutamento alla "polisia". In provincia di Treviso altre undici componenti del movimento hanno ricevuto l'avviso di garanzia: Sandro Meneghin (di Contea), Paolo Tagliabue, Achille Putzolu, Alberto Rosso, Enrico Pillon, l'ex leghista Enrico Zanardo, di San Biagio di Callalta, Eros Marchi, Giancarlo Carlesso, Fabio Piccoli (di Spresiano), Mario Tagliabue e Tino Sgroi. Indagati anche i vicentini Davide Giaretta (di Trissino), Luciano Benetti e Giancarlo Carlesso, il padovano Alessandro Baretta (di Anguillara Veneta) ed il veronese Sandrino Speri (di Pescantina).
Durante le perquisizioni, avvenuto appunto nelle province di Treviso, Verona, Padova e Vicenza sono state sequestrate uniformi, armi, tesserini, componenti per preparare munizioni. Nelle pagine del sito del movimento è presente un intervento del presidente, Sergio Bortotto (già coinvolto nell'inchiesta del 2009 riguardante la Polisia veneta come il suo vice, Paolo Gallina) che riteneva ospite sgradito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "E' stato quasi un sequestro di persona -racconta il comandante della polizia locale di Cornuda- questo è un atto di aggressione, continuano ad arrampicarsi sugli specchi: il diritto internazionale va rispettato. Stamani (ieri ndr) ha detto ai polizotti: "vengo contro la mia volontà"; si è ripetuto il chlichè dell'altra volta e questo è davvero insopportabile".
Ai nostri microfoni la sua reazione a questa nuova indagine preceduta dagli interventi del pm Giovanni Valmassoi e dal Questore Carmine Damiano.


Fonte: da RADIO VENETO UNITO.IT del  6 settembre  2012
*Presidente delle Istituzioni di Autogoverno del Popo£o Veneto, sotto indagine della magistratura italiana per la Po£isia Nathiona£e Veneta 



BLITZ CONTRO I "VENETISTI" IN 5 PROVINCE:
«HANNO MINACCIATO NAPOLITANO»

Perquisizioni a 18 componenti del Movimento di liberazione
del popolo veneto anche a Venezia, Padova, Vicenza, Verona


Il materiale sequestrato

TREVISO - Perquisizioni della polizia sono in atto da stamane in tutta la regione a carico di 18 tra promotori e aderenti al Movimento di liberazione del popolo Veneto. L'accusa, secondo quanto si è appreso, è di costituzione di associazione paramilitare.

Un "avviso" al presidente Napolitano. Sul sito web del sedicente Movimento compare anche un «Avviso e monito» al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in occasione della visita a Nordest: «Il Veneto no xe la to Italia, Ocio!!», è il titolo in dialetto dell'intervento, datato 3 settembre 2012, nel quale il presidente del movimento venetista, Sergio Bortotto, definisce Napolitano «il capo dello stato straniero italiano». Sul sito si giudica «non gradito» l'arrivo di Napolitano «nel territorio di questa Repubblica Veneta, per l'esattezza a Venezia e nella città di Mestre», dove il presidente «vorrebbe tenere un discorso allo stato straniero occupante razzista e colonialista italiano da lei rappresentato». L'organizzazione rileva poi che al Governo Provvisorio della Repubblica Veneta, «non risulta essere pervenuta alcuna richiesta di accreditamento» da parte dello staff di Napolitano.

Minacce all'incolumità. «La sua personale iniziativa, sfrontata e imprudente - prosegue Bortotto, riferendosi al Capo dello Stato -, integra a tutti gli effetti un vero e proprio illecito internazionale». Infine l'inquietante avviso: «ciò posto - conclude Bortotto -, si avvisa che la sua sicurezza e incolumità personale non saranno garantite, fermo restando il legittimo ricorso al diritto di rappresaglia da parte di questo Mlnv, secondo il diritto internazionale».

Sei mesi di indagini. L'operazione contro il movimento, coordinata dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione del ministero dell'Interno e della procura di Treviso, è l'epilogo di circa sei mesi di indagini della Digos trevigiana. Il blitz ha interessato 13 indagati nel trevigiano, 3 nel vicentino, uno a Padova e un altro a Verona. Le perquisizioni, non ancora concluse, vedono impegnate anche le Digos delle questure di Venezia, Verona, Vicenza e Padova.

Armi, tessere di riconoscimento del "Governo provvisorio della Repubblica Veneta", la 'Costituzione' del Movimento di Liberazione del Popolo Veneto (siglia Mlpv), divise e altra documentazione figurano tra gli oggetti sequestrati dalla polizia nelle perquisizioni. Il movimento, che non riconosce la validità dell'annessione del Veneto all'Italia nel 1866, è già stato oggetto nel 2009 di un'altra azione della Digos trevigiana nei confronti di altre 13 persone - alcune delle quali sono tra gli indagati odierni - ancora sotto inchiesta.

L'ex ispettore e la vigilessa. Tra gli indagati nell'inchiesta del pm trevigiano Giovanni Valmassoi ci sono ancora il presidente e i vicepresidenti ovvero l'ex ispettore di polizia Sergio Bortotto, ora vigilantes presso un ipermercato trevigiano e anche "comandante in capo delle forze militari" e Paola Gallina, comandante della polizia locale di Cornuda (Treviso) ma anche "capo del dipartimento federale".

Il materiale sequestrato. Nelle perquisizioni sono stati trovati e sequestrati giubbotti e cappelli di fattura militare con la sigla del movimento, camice e magliette con intestazione 'Polisia', tessere plastificate di riconoscimento fornite di foto con l'indicazione delle funzioni militari svolte da ciascuno nei vari 'ministeri' organo di governo (ufficiali di comando per l'attività trasporti, per la sicurezza interna e per la sicurezza esterna), tesserini della 'Polisia nathionale veneta' simili a quelle in uso alle forze di polizia italiane, un centinaio di armi bianchi come sfollagente e coltelli tattici da combattimento, 4 pistole semiautomatiche legalmente detenute e numeroso materiale documentale come moduli di reclutamento, foggia delle divise, stemmi e placche di riconoscimento, regolamenti militari dell'organizzazione.

Secondo gli inquirenti il Mlnv sarebbe acceso da fanatismo ideologico. Dalle indagini non sarebbero emersi legami o contatti di alcun tipo con altri movimenti o con partiti. Il 6 settembre 2009, in occasione della festa dei Popoli Veneti a Cittadella (Padova), alcuni componenti dell' organizzazione avevano marciato indossando le tute mimetiche, ma erano stati subito allontanati dagli organizzatori.

Fonte: da il Gazzettino.it del 06 Settembre 2012




POLISIA NATHIONALE VENETA: “L’OBIETTIVO DELLO STATO È SOFFOCARE LA LIBERTÀ”

Di DANIELE QUAGLIA*

Ci risiamo, stesso copione e stessa messa in scena! Due inchieste praticamente uguali con 13 indagati nel 2010 e 18 indagati il 7 settembre 2012. Anche se cambia il  oggetto  dell’inchiesta, non più la Po£isia Nathiona£e  Veneta  nata in seno alle istituzioni di APV (Autogoverno del Popolo Veneto) ma questa volta  il MLNV (Movimento di Liberazione Nazionale Veneto) nato al di fuori delle Istituzioni di Autogoverno del Popo£o Veneto da una costola della Po£isia Nathiona£e Veneta.

L’obiettivo delle istituzioni italiane è sempre lo stesso: soffocare nel sorgere qualsiasi  anelito di libertà, il Veneto deve restare schiavo e servo per continuare a mantenere i suoi aguzzini. Nelle due inchieste, la prima partita probabilmente con l’ipotesi di costituzione di banda armata, la seconda più prudentemente con quella di banda paramilitare,  gli italici segugi ce l’hanno messa tutta per  scovare una qualsiasi arma che potesse giustificare tanto dispiegamento di forze, mezzi e risorse.

Non trovando, né allora né adesso, nemmeno  una pistola ad acqua tenuta abusivamente han pensato bene di sequestrare  quelle armi  custodite con l’autorizzazione della stessa Questura quindi legalmente detenute. Particolare non da poco che, nell’esibizione scenica  dell’ “arsenale sequestrato” nel 2010,  è stato scientemente  nascosto  agli ascoltatori dei TG ed ai lettori dei giornali ma che, nell’evento odierno, è stato onestamente riportato.

C’è da credere che se il Venetismo continuasse a dar loro  fastidio, prima o poi i servizi italici, come storia recente ci insegna , troveranno occasione  propizia per rinvenire  “un loro vero arsenale” attribuendone la proprietà  ai movimenti separatisti veneti. La casuale scoperta di queste  armi sarebbe per gli italiani un toccasana,  sarebbe  il via libera alla dura  repressione e al carcere per gli indipendentisti “segnati”. L’effetto conseguente a questa azione  potrebbe essere un assopirsi delle tensioni  indipendentiste con una  normalizzazione  colonialista come quella attuale oppure  potrebbe realizzarsi  un’ipotesi poco  considerata:  il via alla lotta per l’indipendenza del Veneto. Considerando che ne avrebbero da perdere entrambi, ma molto di più l’Italia, converrebbe a questa aprire un tavolo di trattative per pianificare un passaggio morbido, non traumatico,  all’ineludibile indipendenza del Veneto.

Ma le armi di allora non sono mai entrate nell’inchiesta sulla Po£isia Nathiona£e Veneta, anzi Questura e CC avrebbero invitato più volte in maniera del tutto informale, il legittimo proprietario a riprendersele. Le armi di adesso  usciranno pure dall’inchiesta a riprova del  secondo flop consecutivo dei segugi tricolori. Nell’immaginario collettivo non resterà traccia di armi legalmente detenute  ma resteranno impressi i nomi e le facce degli indagati associati all’immagine di quelle armi disposte su un tavolo   con il gusto sapiente di un esperto vetrinista  rivolto più al marketing che non alla presentazione della realtà. Marchiati per sempre come potenziali terroristi se non, più sbrigativamente, come terroristi.


Fonte: srs di DANIELE QUAGLIA* da  L’Indipendenza del 7 settembre 2012
DANIELE QUAGLIA (*Presidente delle Istituzioni di Autogoverno del Popo£o Veneto, sotto indagine della magistratura italiana per la Po£isia Nathiona£e Veneta )




SEPARATISMO VENETO – PERQUISIZIONI: OPERAZIONE DELLA DIGOS DI TREVISO NEI CONFRONTI DEL «MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL POPOLO VENETO» 18 INDAGATI PER «ASSOCIAZIONE PARAMILITARE».
 ANCHE UN VERONESE NEI GUAI

A Napolitano una minaccia web «Il Veneto no xe la to Italia, ocio» Sequestrate armi sia denunciate che detenute illegalmente

«Monito» online al capo dello Stato a Venezia: «Ocio, il Veneto no xe Italia»
«Il Veneto no xe la to Italia, ocio»: è il «monito» rivolto a Napolitano, ieri a Venezia, sul sito del movimento venetista ma nell´inchiesta della Procura di Treviso sul Movimento liberazione del Popolo Veneto vi sono fatti che fanno ipotizzare l´associazione paramilitare (uno dei 18 indagati è veronese).

Lo zoccolo duro è nel Trevigiano, ma arriva anche a Verona l´indagine della questura trevigiana sul cosiddetto «Governo provvisorio della Repubblica Veneta», la «Costituzione» del Movimento di liberazione del popolo veneto (Mlnv).
Tra gli indagati per associazione paramilitare anche S.G.S., 68 anni, di Pescantina, un ex aderente alla guardia nazionale Padana, che nel 2002 si era anche candidato alle comunali di San Martino Buon Albergo per la lista Liga Fronte Veneto. A lui è stata sequestrata una pistola regolarmente denunciata.  Ma il reato ipotizzato per lui gli impedisce di detenere armi.

Durante le perquisizioni a Treviso e nel Veneto sono state sequestrate anche nove tute mimetiche di colore blu riportanti fregi e stemmi della “Polisia Veneta”, documentazione varia relativa all´arruolamento di circa 80 individui nella stessa “Polisia Veneta" nonché materiale informatico relativo a documentazione ideologica e schede personali dei soggetti reclutati, oltre a computer e altra documentazione.

L´attività della Digos ieri mattina oltre Verona, ha interessato 13 indagati nel trevigiano, tre nel Vicentino e uno a Padova. Le perquisizioni sono a carico di elementi del movimento che non riconosce di fatto la validità dell´annessione del Veneto allo Stato italiano decisa con il referendum nel 1866. Il movimento è già stato oggetto nel 2009 di un´altra azione della Digos trevigiana nei confronti di altre 13 persone, alcune delle quali sono tra gli indagati odierni, che sono ancora sotto inchiesta. Tra gli indagati dell´inchiesta del pm trevigiano Giovanni Valmassoi ci sono ancora il presidente e vicepresidenti del Mlnv, rispettivamente l´ex ispettore della polizia di Stato Sergio Bortotto, vigilante in un ipermercato trevigiano e anche «comandante in capo delle forze militari» e Paolo Gallina, comandante della polizia locale di Cornuda (Treviso) ma anche «capo del dipartimento federale».
Nelle perquisizioni sono stati trovati giubbotti e cappelli di fattura militare con la sigla del movimento, camicie e magliette con intestazione «Polisia», tessere plastificate di riconoscimento fornite di foto con l´indicazione delle funzioni militari svolte da ciascuno nei vari «ministeri» organo di governo (ufficiali di comando per l´attività trasporti, per la sicurezza interna e per la sicurezza esterna), tesserini della «Polisia nathionale veneta» simili a quelle in uso alle forze di polizia italiane, un centinaio di armi bianche come sfollagente e coltelli tattici da combattimento, quattro pistole semiautomatiche legalmente detenute e numeroso materiale documentale come moduli di reclutamento, foggia delle divise, stemmi e placche di riconoscimento, regolamenti militari dell´organizzazione. 

Sergio Bortotto, presidente del Movimento spiega: «La polizia italiana si è presentata a casa di 18 patrioti. Ha sequestrato i nostri computer e altro materiale». Bortotto, già poliziotto, giustifica il lavoro dei suoi ex colleghi (fino al 2000 è stato in forze alla polizia di Stato): «Si sono comportati bene e con professionalità. La colpa non è loro, è di chi li manda. E chi li manda, conferma che il nostro movimento è sulla strada giusta»
Sul presunto ritrovamento di armi Bertotto precisa: «Noi non siamo violenti. Non abbiamo bisogno delle armi per liberare il popolo veneto. La nostra battaglia è legale e segue la traccia segnata dal protocollo di Ginevra del 1977, che regolava i processi di decolonizzazione degli stati».
Ma a casa di Gallina secondo la nota diffusa dalla questura di Treviso sarebbero stati sequestrati 727 proiettili riferibili a diverso munizionamento, illegalmente detenuto. A seguito di tale ritrovamento sono state altresì sequestrate 9 pistole semiautomatiche e 2 fucili a pompa. 
Sul sito web del “Movimento di Liberazione del Popolo Veneto” – al centro dell´inchiesta per associazione paramilitare – compare anche un “Avviso e monito” a Giorgio Napolitano, in occasione della visita compiuta dal presidente in questi giorni tra Veneto e Trentino Alto Adige. “Il Veneto no xe la to Italia, ocio!”, è il titolo in dialetto dell´intervento, datato 3 settembre, nel quale il presidente del movimento venetista, Sergio Bortotto, definisce Napolitano ”il capo dello stato straniero italiano". 


Fonte: srs di  Alessandra Vaccari, da L’Arena di Verona di venerdì 07 settembre 2012 NAZIONALE, pagina 1-6




DICIOTTO AVVISI DI GARANZIA PER GLI ADERENTI AL “MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL POPOLO VENETO” L’IPOTESI DI REATO È DI ASSOCIAZIONE PARAMILITARE

TREVISO, 7 SETTEMBRE 2012 – Diciotto avvisi di garanzia con l’ipotesi di reato di associazione paramilitare per gli aderenti al “Movimento di liberazione del popolo veneto”. Ieri mattina la Digos, al termine di un’indagine avviata nel marzo scorso, ha perquisito le abitazioni dei coinvolti dove sono state rinvenute e sequestrate varie uniformi, armi, tesserini e componenti per preparare munizioni. Tra questi ci sono due dei promotori della “polisia veneta” che già nel 2009 finirono nel mirino degli investigatori per lo stesso reato. Si tratta di S.B., presidente del movimento e addetto alla sicurezza di un supermercato della provincia di Treviso e P. G., comandante della polizia locale di Cornuda. Il punto di ritrovo del gruppo era un pub di Maserada, il cui proprietario risulta essere uno degli indagati. L’indagine ha coinvolto anche le province di Vicenza, Padova, Venezia e Verona.

Fonte: Giornale del Veneto on line del 7 settembre 2012-09-07

Fonte: da Stampa Libera  del  8 settembre 2012


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