Dopo i Serenissimi ecco un’altro pericolo Mortale per lo
stato italiano evidentemente. Non le banche di rapina, non le multinazionali
della chimica e della medicina, non i politici al servizio di altri Stati, non
chi acquista armamenti per miliardi per prepararci alla guerra, non chi con
fittizi e incomprensibili prodotti finanziari ha gabbato e defraudato mezza
Italia, comuni e province in primis, non la mafia dei giochi d’azzardo, non la
mafia dei porno locali gestiti dagli albanesi!
NO. I NEMICI
DELL’ITALIA SONO I VENETISTI!
Il reato? Considerarsi una Comunità, un popolo con
caratteristiche comuni.
Questo è troppo e la globalizzazione imperante non lo
tollera. Questo atto, se ce n’era bisogno, evidenzia le fazioni in lotta al di
la dei discorsi ebeti dei camerieri della politica e sono: Comunità
locale contro i Mondialisti della globalizzazione, che in Italia hanno
sigle strane PR, PD, RC, PDL e tutti gli altri, con le loro armi finanziarie di
distruzione di massa e quelle mediatiche di disintegrazione delle menti. Con
buona pace dei leghisti salottieri. A quando un’Italia dei forconi riuniti?
NdR
Fonte: da STAMPA LIBERA 8 settembre 2012
Vedemo cos’ è capità
AVVISO E MONITO AL CAPO DELLO STATO STRANIERO ITALIANO… IL
VENETO NON XE LA TO ITALIA, OCIO!!! - (2012.09.03)
AL CAPO DELLO STATO
STRANIERO ITALIANO
GIORGIO NAPOLITANO
e p.c.
- O.N.U. – DIRECTOR GENERAL
- ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE
- AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE
Oggetto: AVVISO E
MONITO.
E’ notizia di questi giorni di come la s.v. abbia
programmato per il giorno di mercoledì 5 settembre prossimo venturo un suo
arrivo – peraltro non gradito – nel Territorio di questa Repubblica Veneta, per
l’esattezza nella città di Venezia e quindi nella città di Mestre, ove sarebbe
sua intenzione tenere un discorso allo stato straniero occupante razzista e
colonialista italiano da lei rappresentato.
Al riguardo, a questo Movimento
di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV), soggetto di diritto
internazionale, per il tramite del Governo Provvisorio della Repubblica Veneta
(istituito ai sensi dell’articolo 96 paragrafo 3 del Primo Protocollo di
Ginevra del 1977), non risulta ad oggi essere pervenuta alcuna sua richiesta di
accreditamento.
Questo sua personale iniziativa, sfrontata e imprudente,
integra pertanto a tutti gli effetti un vero e proprio illecito internazionale,
nonché una violazione dell’Ultimatum del MLNV del 13.12.2010 notificato allo
stato straniero italiano e alla sede O.N.U. di Ginevra in data 14.12.2010 e un
grave atto di provocazione con rischio di escalation di confronto bellico col
MLNV.
Ciò posto, si avvisa che la sua sicurezza e incolumità
personale non saranno garantite, fermo restando il legittimo ricorso al diritto
di rappresaglia da parte di questo MLNV, secondo diritto internazionale.
Questo MLNV non è più disposto a tollerare oltre ulteriori provocazioni e/o
atti di forza e/o di aggressione da parte di autorità straniere italiane.
L’O.N.U. voglia farsi garante al fine di scongiurare simili
abusi da parte dello stato straniero occupante italiano; pretenda dallo stesso
il rispetto del diritto del Popolo Veneto all’autodeterminazione e del diritto
all’integrità territoriale della Nazione Veneta, intervenga in modo risolutivo
affinché questo ponga fine alla illecita e illegittima occupazione del
Territorio della Repubblica di Venezia.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nella sua
precipua funzione di mantenimento della pace e quindi al fine di scongiurare il
rischio di escalation di un confronto bellico col MLNV, provveda a comminare le
sanzioni previste nei confronti dello stato italiano per i numerosi e reiterati
illeciti internazionali commessi dai suoi organi e/o rappresentanti contro
questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto e contro cittadini
del Popolo Veneto.
VIVA SAN MARCO.
Venetia, lunedì 3 settembre 2012
Il Presidente del MLNV e del Governo Provvisorio
Sergio Bortotto
Fonte: Da Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo
Veneto 3 settembre 2012
ESCLUSIVO/ SERGIO BORTOTTO DEL MLVN: “CI HANNO SEQUESTRATO I PC, GALLINA È
SOTTO TORCHIO”
18 Indipendentisti del Movimento Liberazione Nazionale del
Popolo Veneto sono stati perquisiti nelle loro abitazioni. Raggiunto al
telefono, Sergio Bortotto,
presidente del Movimento spiega: “La polizia italiana si è presentata a casa di
18 patrioti che abitano a Vicenza, Verona e Treviso. Ha sequestrato i nostri
computer e altro materiale”.
Affatto scosso, Bortotto, già poliziotto, giustifica
il lavoro dei suoi ex colleghi (fino al 2000 è stato in forze alla polizia di
stato): “Si sono comportati bene e con professionalità. La colpa non è loro, è
di chi li manda. E chi li manda, conferma che il nostro movimento è sulla
strada giusta.”
A casa degli indipendentisti non sarebbero state ritrovate né armi né strumenti
atti ad offendere: “Noi non siamo violenti. Non abbiamo bisogno delle armi per
liberare il popolo veneto. La nostra battaglia è legale e segue la traccia
segnata dal protocollo di Ginevra del 1977, che regolava i processi di
decolonizzazione degli stati.”
Sui motivi del blitz, Bortotto è chiaro: “Il precedente
Governo aveva abrogato la legge 47 sulle associazioni paramilitari – che di
fatto avrebbe potuto essere applicata anche contro le Guardie Padane leghiste –
Ora pare che Monti l’abbia ripristinata. Quindi un pm deve aver aperto
un’indagine contro di noi. Poco male informeremo le Nazioni Unite di
quest’ennesimo abuso compiuto da uno stato illegittimo. Segnaleremo
l’ennesima violazione dei diritti umani, civili e politici del popolo
veneto. Un popolo che vuole autodeterminarsi.”
Al momento Paolo Gallina, esponente di punta del MLNV
si troverebbe ancora sotto interrogatorio: “Paolo è stato fermato. Io sono qui,
in un parco, vicino a dove lavoro. Ma loro (la polizia, ndr) sono ancora lì che
mi tengono d’occhio”.
Per la cronaca, Sul sito web del “Movimento di
Liberazione del Popolo Veneto” – al centro dell’inchiesta per associazione
paramilitare – compare anche un ”Avviso
e monito” al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in occasione della
visita compiuta dal presidente tra ieri e oggi in Veneto e Trentino Alto Adige.
”Il Veneto no xe la
to Italia, Ocio!!”, e’ il titolo in dialetto dell’intervento, datato 3
settembre 2012, nel quale il presidente del movimento venetista, Sergio
Bortotto, definisce Napolitano ”il capo
dello stato straniero italiano’. Gli aderenti al movimento non riconoscono
infatti validita’ all’annessione della regione all’Italia decisa con il
referendum nel 1866. Nel sito internet, il Movimento di Bortotto giudica ”non
gradito” l’arrivo di Napolitano ”nel territorio di questa Repubblica Veneta,
per l’esattezza a Venezia e nella città di Mestre”, dove il presidente
”vorrebbe tenere un discorso allo stato straniero occupante razzista e
colonialista italiano da lei rappresentato”. L’organizzazione rileva inoltre
che ad essa, per il tramite del Governo Provvisorio della Repubblica Veneta,
”non risulta essere pervenuta alcuna richiesta di accreditamento” da parte
dello staff di Napolitano. ”Questo sua personale iniziativa, sfrontata e
imprudente – prosegue Bortotto, riferendosi al Capo dello Stato -, integra a
tutti gli effetti un vero e proprio illecito internazionale”. Infine un avviso:
”ciò posto – conclude Bortotto -, si avvisa che la sua sicurezza e incolumità’
personale non saranno garantite, fermo restando il legittimo ricorso al diritto
di rappresaglia da parte di questo Mlnv, secondo diritto internazionale”.
Fonte: da
L’Indipendenza del 6 settembre
2012-09-07
ASSOCIAZIONE PARAMILITARE
INDAGATI 18 VENETISTI: TREVISO, INDAGINE DELLA QUESTURA, COINVOLTI SERGIO
BORTOTTO E PAOLO GALLINA
Paolo Gallina
Sono tutti aderenti al "Movimento di liberazione del popolo veneto"
Sono tutti aderenti al "Movimento di liberazione del popolo veneto"
TREVISO -
Diciotto avvisi di garanzia con l'ipotesi di reato di associazione paramilitare
per altrettanti componenti del “Movimento di liberazione del popolo veneto”.
Perquisite dalla polizia, al termine di un'indagine avviata nel marzo scorso,
le abitazioni dei coinvolti. Tra questi ci sono due dei promotori della “polisia veneta” che già nel 2009 finì
nel mirino degli investigatori per la stessa ipotesi di reato. Si tratta di
Sergio Bortotto, presidente del movimento e addetto alla sicurezza
dell'Ipermercato Panorama di Villorba, e Paolo Gallina, comandante della
polizia locale di Cornuda. Oltre a Bortotto e Gallina risulta tra gli indagati
anche il titolare del pub “Vivavoce” di Maserada, Loris Zanatta. Nel locale,
secondo gli investigatori, avveniva il reclutamento alla "polisia".
In provincia di Treviso altre undici componenti del movimento hanno ricevuto
l'avviso di garanzia: Sandro Meneghin (di Contea), Paolo Tagliabue, Achille
Putzolu, Alberto Rosso, Enrico Pillon, l'ex leghista Enrico Zanardo, di San
Biagio di Callalta, Eros Marchi, Giancarlo Carlesso, Fabio Piccoli (di
Spresiano), Mario Tagliabue e Tino Sgroi. Indagati anche i vicentini Davide
Giaretta (di Trissino), Luciano Benetti e Giancarlo Carlesso, il padovano
Alessandro Baretta (di Anguillara Veneta) ed il veronese Sandrino Speri (di
Pescantina).
Durante le perquisizioni, avvenuto appunto nelle province di
Treviso, Verona, Padova e Vicenza sono state sequestrate uniformi, armi,
tesserini, componenti per preparare munizioni. Nelle pagine del sito del movimento è presente un
intervento del presidente, Sergio Bortotto (già coinvolto nell'inchiesta del
2009 riguardante la Polisia veneta come il suo vice, Paolo Gallina) che
riteneva ospite sgradito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
"E' stato quasi un sequestro di persona -racconta il comandante della
polizia locale di Cornuda- questo è un atto di aggressione, continuano ad
arrampicarsi sugli specchi: il diritto internazionale va rispettato. Stamani
(ieri ndr) ha detto ai polizotti: "vengo contro la mia volontà"; si è
ripetuto il chlichè dell'altra volta e questo è davvero insopportabile".
Ai nostri microfoni la sua reazione a questa nuova
indagine preceduta dagli interventi del pm Giovanni Valmassoi e dal Questore
Carmine Damiano.
Fonte: da RADIO
VENETO UNITO.IT del 6 settembre 2012
*Presidente delle Istituzioni di Autogoverno del
Popo£o Veneto, sotto indagine della magistratura italiana per la Po£isia
Nathiona£e Veneta
BLITZ CONTRO I
"VENETISTI" IN 5 PROVINCE:
«HANNO MINACCIATO NAPOLITANO»
Perquisizioni a 18 componenti del Movimento di
liberazione
del popolo veneto anche a Venezia, Padova, Vicenza, Verona
Il materiale sequestrato
Il materiale sequestrato
TREVISO - Perquisizioni della polizia sono in atto da
stamane in tutta la regione a carico di 18 tra promotori e aderenti al Movimento di liberazione del popolo Veneto.
L'accusa, secondo quanto si è appreso, è di costituzione di associazione paramilitare.
Un "avviso"
al presidente Napolitano. Sul sito
web del sedicente Movimento compare anche un «Avviso e monito» al capo dello
Stato, Giorgio Napolitano, in occasione della visita a Nordest: «Il Veneto no xe la to Italia, Ocio!!»,
è il titolo in dialetto dell'intervento, datato 3 settembre 2012, nel quale il
presidente del movimento venetista, Sergio Bortotto, definisce Napolitano «il
capo dello stato straniero italiano». Sul sito si giudica «non gradito»
l'arrivo di Napolitano «nel territorio di questa Repubblica Veneta, per
l'esattezza a Venezia e nella città di Mestre», dove il presidente «vorrebbe
tenere un discorso allo stato straniero occupante razzista e colonialista
italiano da lei rappresentato». L'organizzazione rileva poi che al Governo
Provvisorio della Repubblica Veneta, «non risulta essere pervenuta alcuna richiesta
di accreditamento» da parte dello staff di Napolitano.
Minacce
all'incolumità. «La sua personale iniziativa, sfrontata e imprudente -
prosegue Bortotto, riferendosi al Capo dello Stato -, integra a tutti gli
effetti un vero e proprio illecito internazionale».
Infine l'inquietante avviso: «ciò posto - conclude Bortotto -, si avvisa che la
sua sicurezza e incolumità personale
non saranno garantite, fermo restando il legittimo ricorso al diritto di
rappresaglia da parte di questo Mlnv, secondo il diritto internazionale».
Sei mesi di indagini.
L'operazione contro il movimento, coordinata dalla Direzione centrale della
polizia di prevenzione del ministero dell'Interno e della procura di Treviso, è
l'epilogo di circa sei mesi di indagini della Digos trevigiana. Il blitz ha
interessato 13 indagati nel trevigiano, 3 nel vicentino, uno a Padova e un
altro a Verona. Le perquisizioni, non ancora concluse, vedono impegnate anche
le Digos delle questure di Venezia,
Verona, Vicenza e Padova.
Armi, tessere di riconoscimento
del "Governo provvisorio della Repubblica Veneta", la 'Costituzione'
del Movimento di Liberazione del Popolo Veneto (siglia Mlpv), divise e altra
documentazione figurano tra gli oggetti sequestrati dalla polizia nelle
perquisizioni. Il movimento, che non riconosce la validità dell'annessione del
Veneto all'Italia nel 1866, è già stato oggetto nel 2009 di un'altra azione
della Digos trevigiana nei confronti di altre 13 persone - alcune delle quali
sono tra gli indagati odierni - ancora sotto inchiesta.
L'ex ispettore e la
vigilessa. Tra gli indagati nell'inchiesta del pm trevigiano Giovanni
Valmassoi ci sono ancora il presidente e i vicepresidenti ovvero l'ex ispettore
di polizia Sergio Bortotto, ora
vigilantes presso un ipermercato trevigiano e anche "comandante in capo
delle forze militari" e Paola
Gallina, comandante della polizia locale di Cornuda (Treviso) ma anche
"capo del dipartimento federale".
Il materiale
sequestrato. Nelle perquisizioni sono stati trovati e sequestrati giubbotti
e cappelli di fattura militare con la sigla del movimento, camice e magliette
con intestazione 'Polisia', tessere plastificate di riconoscimento fornite di
foto con l'indicazione delle funzioni militari svolte da ciascuno nei vari
'ministeri' organo di governo (ufficiali di comando per l'attività trasporti,
per la sicurezza interna e per la sicurezza esterna), tesserini della 'Polisia
nathionale veneta' simili a quelle in uso alle forze di polizia italiane, un
centinaio di armi bianchi come sfollagente e coltelli tattici da combattimento,
4 pistole semiautomatiche legalmente detenute e numeroso materiale documentale
come moduli di reclutamento, foggia delle divise, stemmi e placche di
riconoscimento, regolamenti militari dell'organizzazione.
Secondo gli inquirenti
il Mlnv sarebbe acceso da fanatismo ideologico. Dalle indagini non
sarebbero emersi legami o contatti di alcun tipo con altri movimenti o con
partiti. Il 6 settembre 2009, in occasione della festa dei Popoli Veneti a
Cittadella (Padova), alcuni componenti dell' organizzazione avevano marciato
indossando le tute mimetiche, ma erano stati subito allontanati dagli
organizzatori.
Fonte: da il Gazzettino.it del 06 Settembre 2012
POLISIA NATHIONALE VENETA: “L’OBIETTIVO DELLO STATO È
SOFFOCARE LA LIBERTÀ”
Di DANIELE QUAGLIA*
Ci risiamo, stesso copione e stessa messa in scena!
Due inchieste praticamente uguali con 13 indagati nel 2010 e 18 indagati il 7
settembre 2012. Anche se cambia il oggetto
dell’inchiesta, non più la Po£isia Nathiona£e Veneta nata in seno
alle istituzioni di APV (Autogoverno del Popolo Veneto) ma questa volta
il MLNV (Movimento di Liberazione Nazionale Veneto) nato al di fuori
delle Istituzioni di Autogoverno del Popo£o Veneto da una costola della Po£isia
Nathiona£e Veneta.
L’obiettivo delle istituzioni italiane è sempre lo stesso: soffocare nel sorgere
qualsiasi anelito di libertà, il Veneto deve restare schiavo e servo per
continuare a mantenere i suoi aguzzini. Nelle due inchieste, la prima
partita probabilmente con l’ipotesi di costituzione di banda armata, la seconda
più prudentemente con quella di banda paramilitare, gli italici segugi ce
l’hanno messa tutta per scovare una qualsiasi arma che potesse
giustificare tanto dispiegamento di forze, mezzi e risorse.
Non trovando, né allora né adesso, nemmeno una pistola ad acqua
tenuta abusivamente han pensato bene di sequestrare quelle armi
custodite con l’autorizzazione della stessa Questura quindi legalmente
detenute. Particolare non da poco che, nell’esibizione scenica dell’
“arsenale sequestrato” nel 2010, è stato scientemente
nascosto agli ascoltatori dei TG ed ai lettori dei giornali ma che,
nell’evento odierno, è stato onestamente riportato.
C’è da credere che se il Venetismo continuasse a dar loro
fastidio, prima o poi i servizi italici, come storia recente ci
insegna , troveranno occasione propizia per rinvenire “un loro vero
arsenale” attribuendone la proprietà ai movimenti separatisti
veneti. La casuale scoperta di queste armi sarebbe per gli italiani
un toccasana, sarebbe il via libera alla dura repressione e
al carcere per gli indipendentisti “segnati”. L’effetto conseguente a
questa azione potrebbe essere un assopirsi delle tensioni
indipendentiste con una normalizzazione colonialista come
quella attuale oppure potrebbe realizzarsi un’ipotesi poco
considerata: il via alla lotta per l’indipendenza del
Veneto. Considerando che ne avrebbero da perdere entrambi, ma molto di più
l’Italia, converrebbe a questa aprire un tavolo di trattative per pianificare
un passaggio morbido, non traumatico, all’ineludibile indipendenza del
Veneto.
Ma le armi di allora non sono mai entrate
nell’inchiesta sulla Po£isia Nathiona£e Veneta, anzi Questura e CC avrebbero
invitato più volte in maniera del tutto informale, il legittimo proprietario a
riprendersele. Le armi di adesso usciranno pure dall’inchiesta a riprova
del secondo flop consecutivo dei segugi tricolori. Nell’immaginario collettivo
non resterà traccia di armi legalmente detenute ma resteranno impressi i
nomi e le facce degli indagati associati all’immagine di quelle armi disposte
su un tavolo con il gusto sapiente di un esperto vetrinista
rivolto più al marketing che non alla presentazione della
realtà. Marchiati per sempre come potenziali terroristi se non, più
sbrigativamente, come terroristi.
Fonte: srs di DANIELE QUAGLIA* da L’Indipendenza del 7
settembre 2012
Link: http://www.lindipendenza.com/poisia-nathionae-veneta-lobiettivo-dello-stato-e-soffocare-la-liberta/
DANIELE QUAGLIA (*Presidente delle Istituzioni di
Autogoverno del Popo£o Veneto, sotto indagine della magistratura italiana
per la Po£isia Nathiona£e Veneta )
SEPARATISMO VENETO – PERQUISIZIONI: OPERAZIONE DELLA DIGOS
DI TREVISO NEI CONFRONTI DEL «MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL POPOLO VENETO» 18
INDAGATI PER «ASSOCIAZIONE
PARAMILITARE».
ANCHE UN VERONESE NEI GUAI
A Napolitano una minaccia web «Il Veneto no xe la to Italia, ocio» Sequestrate armi sia denunciate
che detenute illegalmente
«Monito» online al
capo dello Stato a Venezia: «Ocio, il Veneto no xe Italia»
«Il Veneto no xe la to Italia, ocio»: è il «monito» rivolto
a Napolitano, ieri a Venezia, sul sito del movimento venetista ma
nell´inchiesta della Procura di Treviso sul Movimento liberazione del Popolo
Veneto vi sono fatti che fanno ipotizzare l´associazione paramilitare (uno dei
18 indagati è veronese).
Lo zoccolo duro è nel Trevigiano, ma arriva anche a Verona
l´indagine della questura trevigiana sul cosiddetto «Governo provvisorio della
Repubblica Veneta», la «Costituzione» del Movimento di liberazione del popolo
veneto (Mlnv).
Tra gli indagati per associazione paramilitare anche S.G.S., 68 anni, di Pescantina, un ex aderente alla guardia nazionale
Padana, che nel 2002 si era anche candidato alle comunali di San Martino Buon
Albergo per la lista Liga Fronte Veneto. A lui è stata sequestrata una pistola
regolarmente denunciata. Ma il reato
ipotizzato per lui gli impedisce di detenere armi.
Durante le perquisizioni a Treviso e nel Veneto sono state
sequestrate anche nove tute mimetiche di colore blu riportanti fregi e stemmi
della “Polisia Veneta”, documentazione varia relativa all´arruolamento di circa
80 individui nella stessa “Polisia Veneta" nonché materiale informatico
relativo a documentazione ideologica e schede personali dei soggetti reclutati,
oltre a computer e altra documentazione.
L´attività della Digos ieri mattina oltre Verona, ha interessato
13 indagati nel trevigiano, tre nel Vicentino e uno a Padova. Le perquisizioni
sono a carico di elementi del movimento che non riconosce di fatto la validità
dell´annessione del Veneto allo Stato italiano decisa con il referendum nel
1866. Il movimento è già stato oggetto nel 2009 di un´altra azione della Digos
trevigiana nei confronti di altre 13 persone, alcune delle quali sono tra gli
indagati odierni, che sono ancora sotto inchiesta. Tra gli indagati
dell´inchiesta del pm trevigiano Giovanni
Valmassoi ci sono ancora il presidente e vicepresidenti del Mlnv,
rispettivamente l´ex ispettore della polizia di Stato Sergio Bortotto, vigilante in un ipermercato trevigiano e anche
«comandante in capo delle forze militari» e Paolo Gallina, comandante della polizia locale di Cornuda (Treviso)
ma anche «capo del dipartimento federale».
Nelle perquisizioni sono stati trovati giubbotti e cappelli
di fattura militare con la sigla del movimento, camicie e magliette con
intestazione «Polisia», tessere plastificate di riconoscimento fornite di foto
con l´indicazione delle funzioni militari svolte da ciascuno nei vari
«ministeri» organo di governo (ufficiali di comando per l´attività trasporti,
per la sicurezza interna e per la sicurezza esterna), tesserini della «Polisia
nathionale veneta» simili a quelle in uso alle forze di polizia italiane, un
centinaio di armi bianche come sfollagente e coltelli tattici da combattimento,
quattro pistole semiautomatiche legalmente detenute e numeroso materiale
documentale come moduli di reclutamento, foggia delle divise, stemmi e placche
di riconoscimento, regolamenti militari dell´organizzazione.
Sergio Bortotto, presidente del Movimento spiega: «La
polizia italiana si è presentata a casa di 18 patrioti. Ha sequestrato i nostri
computer e altro materiale». Bortotto, già poliziotto, giustifica il lavoro dei
suoi ex colleghi (fino al 2000 è stato in forze alla polizia di Stato): «Si
sono comportati bene e con professionalità. La colpa non è loro, è di chi li
manda. E chi li manda, conferma che il nostro movimento è sulla strada
giusta»
Sul presunto ritrovamento di armi Bertotto precisa: «Noi non siamo
violenti. Non abbiamo bisogno delle armi per liberare il popolo veneto. La
nostra battaglia è legale e segue la traccia segnata dal protocollo di Ginevra
del 1977, che regolava i processi di decolonizzazione degli stati».
Ma a casa di Gallina secondo la nota diffusa dalla questura
di Treviso sarebbero stati sequestrati 727 proiettili riferibili a diverso
munizionamento, illegalmente detenuto. A seguito di tale ritrovamento sono
state altresì sequestrate 9 pistole semiautomatiche e 2 fucili a pompa.
Sul
sito web del “Movimento di Liberazione del Popolo Veneto” – al centro
dell´inchiesta per associazione paramilitare – compare anche un “Avviso e
monito” a Giorgio Napolitano, in occasione della visita compiuta dal presidente
in questi giorni tra Veneto e Trentino Alto Adige. “Il Veneto no xe la to
Italia, ocio!”, è il titolo in dialetto dell´intervento, datato 3 settembre,
nel quale il presidente del movimento venetista, Sergio Bortotto, definisce
Napolitano ”il capo dello stato straniero italiano".
Fonte: srs di Alessandra
Vaccari, da L’Arena di Verona di venerdì 07 settembre 2012 NAZIONALE,
pagina 1-6
Link: http://www.larena.it/stories/380_in_piazza/405261_associazione_paramilitare_un_veronese_indagato/
DICIOTTO AVVISI DI GARANZIA PER
GLI ADERENTI AL “MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL POPOLO VENETO” L’IPOTESI DI REATO
È DI ASSOCIAZIONE PARAMILITARE
TREVISO, 7 SETTEMBRE 2012 – Diciotto avvisi di garanzia con
l’ipotesi di reato di associazione paramilitare per gli aderenti al “Movimento
di liberazione del popolo veneto”. Ieri mattina la Digos, al termine di
un’indagine avviata nel marzo scorso, ha perquisito le abitazioni dei coinvolti
dove sono state rinvenute e sequestrate varie uniformi, armi, tesserini e
componenti per preparare munizioni. Tra questi ci sono due dei promotori della
“polisia veneta” che già nel 2009 finirono nel mirino degli investigatori per
lo stesso reato. Si tratta di S.B., presidente del movimento e addetto alla
sicurezza di un supermercato della provincia di Treviso e P. G., comandante
della polizia locale di Cornuda. Il punto di ritrovo del gruppo era un pub di Maserada,
il cui proprietario risulta essere uno degli indagati. L’indagine ha coinvolto
anche le province di Vicenza, Padova, Venezia e Verona.
Fonte: Giornale del Veneto
on line del 7 settembre 2012-09-07
Fonte: da Stampa Libera
del
8 settembre 2012
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