Come si possono controllare le masse nei sistemi moderni
chiamati “democratici”, dove i cittadini possono esprimersi liberamente con il
voto?
Molti sanno che la televisione influenza le persone, ma
quanti sanno in che modo lo fa? Spesso sento dire “La televisione in Italia è
spazzatura”, oppure “gli italiani sono dei superficiali”, ma cosa c’è dietro?
Conosciamo il reale significato di ciò che ci viene proposto?
Ho notato la scarsissima conoscenza da parte della gente
comune sulle specifiche tecniche di persuasione delle masse, voglio
quindi lasciare il mio contributo con questo articolo, frutto di uno studio
costante di più di dieci anni. Le fonti sono prevalentemente testi universitari
più o meno comuni di Sociologia, Psicologia, Marketing e
Statistica. Descriverò, in più post divisi per argomento, un
sistema di tecniche volte a ottenere il controllo sulle masse e alla determinazione
di un regime democratico. Laddove ci sia un regime più o meno totalitario in un
sistema democratico si applicano le tecniche spiegate.
Vorrei precisare che queste tecniche non hanno nessuna
connotazione ideologica, i principi di base sono infatti stati utilizzati da
ogni tipo di regime dalle epoche più lontane ai giorni d’oggi, dal
totalitarismo sovietico a quello della Germania nazionalsocialista, fino a
trovare dinamiche simili in molte aziende attuali, o anche in gruppi settari
religiosi.
“In un sistema totalitario,
a differenza di quanto si può comunemente pensare, il potere non viene detenuto
esclusivamente con la violenza, ma è frutto di una reciproca contrattazione tra
il capo e le masse dominate.” - Gustav Le Bon
Nessun controllo delle masse è mai stato possibile senza un
canale di comunicazione diffuso dal leader al gruppo, e nessun canale si presta
meglio per manipolare i grandi gruppi come lo è quello televisivo,
specialmente per periodi di tempo prolungati. Radio, giornali o la rete, sono
impatto secondario sulla psiche delle masse.
Infatti, come scriveva lo psicologo francese Gustav Le Bon
sul suo classico “Psicologia delle Folle”, il comportamento della massa è
guidato dall'istinto e dall'emotività piuttosto che dalla logica e dalla
ragione. La folla agisce sulla base dei sentimenti più primitivi, quelli che
dal punto di vista dell'evoluzione costituiscono le prime tappe dello sviluppo
dell'umanità, come la paura, la rabbia, l’esaltazione, l’appartenenza ad un
gruppo, istinti molto semplici da controllare e manipolare, mentre in questi
raggruppamenti ciò che va smarrita è la più grande conquista degli uomini
moderni, ovvero la razionalità e l'uso delle superiori capacità intellettive.
Per favorire quindi le dinamiche primitive delle masse e
poterle controllare, è indispensabile proporre e stimolare il più possibile,
modelli di pensiero elementari e impulsivi, come quelli che vediamo nelle risse
in TV, discussioni superficiali con ospiti illustri e coinvolti, spesso con
grida e crisi isteriche, schiaffeggiamenti minacce e pianti, dove tutti sono
contro tutti nell’esprimere la parte più bassa dell’emotività umana, come la
rabbia, l’aggressività, l’invidia, con i metodi del branco, della piazza o del
linciaggio in diretta. Si cerca do proporre i più svariati programmi
adattandoli secondo questi modelli dove è ben visibile la reazione emotiva
immediata. Con il passare degli anni questi modelli vengono appresi come
bagaglio di esperienza collettiva e diventano delle vere e proprie forme
mentali accettate come “normali”.
LIMITARE INTELLIGENZA
E ISTRUZIONE
Al contrario, la ragione e la riflessione, non deve essere
presentata come “da accettare”, non va lasciato spazio all’intelletto in tv e
non deve passare come associato a figure “buone” o “da seguire”. L’intelletto
individuale infatti è impossibile da manipolare, è per questo che in tutti i
sistemi totalitari lo sviluppo dell’istruzione pubblica è trascurato o
controllato abbassando il livello intellettivo e culturale del paese.
B) IL PUNTO CENTRALE:
IL CONTROLLO DELLE TELEVISIONI
Negate a una persona l'informazione necessaria per dare un
giudizio obiettivo e sarà incapace di farlo. Il cervello umano è in grado di
scegliere solo fra ciò che conosce, quindi il controllo su larga scala
all’accesso delle informazioni critiche di cui si ha bisogno per valutare
una situazione significa il controllo dei processi mentali delle masse. Per
ottenere il consenso della massa si deve avere un controllo diretto o indiretto
su una parte dei canali di comunicazione, soprattutto televisivi.
La televisione, se fatta ad arte, provoca piacere e
interesse, cattura l’attenzione e ci distrae dalla routine della nostra vita,
specialmente quando le nostre vite reali sono monotone, vuote, prive di
significato, alienanti o stressanti. Ci propone sempre degli argomenti pieni di
attrattiva, dal pettegolezzo alla rissa in tv alla partita di calcio, alla
tragedia in diretta con sofferenze e pianti in prime-time. Facilmente questo
piacere può produrre dipendenza e voglia di tornare ad accenderla, si incentivano,
infatti, le serie, le telenovelas i reality, i telefilm o qualsiasi programma a
puntate, in maniera da assicurare che lo spettatore abbia voglia di tornare a
vederla il giorno successivo.
LA TELEVISIONE NON
IMPONE: CIRCOSCRIVE IL CAMPO DELLE SCELTE
Ricordiamoci che il cervello sceglie fra ciò che conosce, e
la massa conosce prevalentemente tramite la televisione, con i suoi modi e
tempi.
La TV non forzerà mai nessuno direttamente a pensarla in una
precisa maniera.
L’immenso potere della televisione, alla lunga, è quello
di determinare dei “modi di pensare” di base, lasciando l’illusione della
scelta del singolo su “cosa pensare”. Come dicevamo prima può ad esempio lasciare
sviluppare dei comportamenti istintivi e bloccare quelli intelligenti, Oppure
fare sviluppare uno schema di vita piuttosto che un altro, agisce sempre
alla base e mai nel particolare e la sua azione è tanto più efficace tanto più
è prolungata negli anni.
La tecnica alla base è sempre quella: fra tutto l’arcobaleno
delle cose vere, può decidere quali informazioni presentare. Questo significa
che circoscrive ciò che la massa conosce, decide il cesto in cui ognuno
sceglierà ciò che più gli piace. E lo presenta associato a immagini attraenti,
piacevoli, desiderabili, elencandone minuziosamente tutti i lati positivi
possibili. La realtà della massa si svilupperà poi autonomamente fra ciò
che gli viene presentato. I sogni, le aspettative, i desideri, i modelli da
imitare e in cui identificarsi, per cui vivere e soffrire, vengono scelti fra
ciò che continuamente e senza sforzi conosciamo sempre meglio. Tutta la
restante parte di realtà, viene allontanata come “sfigata, comunista,
pessimista, disfattista”. Semplicemente non è costantemente nel campo di
attenzione della massa, non ci sono pensieri e desideri costanti su di essa, e
quindi alla lunga, smette di esistere nella psiche di massa. La TV può imporre
quale è l’argomento, l’idea, il modello, lo schema più conosciuto e quale meno,
a quali questioni dare più visibilità e discussioni e quale ignorare
completamente, cosi determina quale è lo stile di vita più conosciuto dalla
popolazione e quindi quello su cui si focalizza più desideri.
Nei sistemi totalitari che funzionano si devono promuovere
tutti gli aspetti positivi dell’immagine individualista e forte, furba e
determinata e magari anche un po’ aggressiva (come ad esempio possono essere le
forze dell’ordine, un manager rampante o un ricco playboy), tralasciando in
percentuali minori tutti gli altri aspetti positivi della vita. E’ Proprio in
questo “costante declassamento in seconda pagina” di tutto ciò che di positivo
esiste e che non è nel modo di vivere del regime, il nucleo della forza dei
media.
Nell’arco degli anni, la massa si sente libera di decidere e
pensare, senza sapere che tutto ciò che sceglie è all’interno del “campo”
suggerito dalla TV, l’individuo si fa domande e prende decisioni, ma lo fa nei
modi e nei tempi della TV, e lo fa su argomenti proposti dalla tv. Inizia così
la manipolazione alla base…
Non ti può imporre a comprare uno specifico prodotto, agisce
prima alla base della formazione delle scelte, per anni e anni può presentare a
milioni di persone un modello di vita come ad esempio “guarda che bello essere
ricchi, famosi e playboy”, stimolare fantasie e desideri personali, dove ognuno
ha la sua preferenza, ognuno sceglie quale aspetto della ricchezza gli piace di
più e quale meno, quale aspetto della forza e dell’individualità ecc.. sulla
base dei propri desideri poi si dispiegheranno le aspettative e i sogno per il
futuro e tutti i nostri coinvolgimenti emotivi. Ogni coinvolgimento
emotivo della massa (che nasce dai nostri piaceri e modelli di base, dai nostri
desideri, dalle nostre sicurezze) si struttura intorno ai modelli proposti dal
regime e ci si lega indissolubilmente, li difende e si batte per essi,
sentendosi aggredita se qualcuno esce fuori dal coro.
Si determina così uno scontro fra il coinvolgimento
emotivo della massa, difeso con impulsività e il ragionamento dell’intelletto
del singolo, lasciato senza fonti di informazione, nè conferme autorevoli,
deriso e rifiutato, controllato e represso; e senza la possibilità di
aggregarsi a chi la pensa come lui. Questo scontro è impari, perchè come
sappiamo, il coinvolgimento emotivo è impermeabile alla ragione.
Dopo alcuni anni, quando un certo grado di persuasione di
massa è stato raggiunto, e il modello è una parte del sentire comune, il
gioco termina, perchè politicamente ci si riorganizza in maniera che
all’interno di quel sentire comune non venga presentata al cittadino una scelta
varia, anzi, magari un solo partito, oppure dei partiti diversi ma collegati
fra di loro.
Inoltre, si stimolano invidie e sensazioni di
inadeguatezza a chi non si adegua al modello (estetico, politico, stile di
vita, economico) accattivante, e si ignorano dal bombardamento mediatico tutti
gli altri aspetti della vita non favorevoli economicamente o politicamente al
regime che possono essere l’altruismo, la delicatezza, la sensibilità, la
riflessione, l’intelligenza, l’arte, la profondità, l’oggettività, l’onestà,
gli affetti, la cultura, ecc…
I bambini sono i primi a pagare le conseguenze della
manipolazione, perchè emotivamente più deboli e vulnerabili. Al giorno d’oggi
non è raro vedere ragazze molto giovani che hanno crisi psicologiche se non si
rifanno seno o labbra per essere all’altezza del gruppo o bambine andare in
giro seminude. Bambini che sentono pressioni degli amici se non si comprano
l’ultimo modello di cellulare, con le uniche aspirazioni di vita di entrare in
TV e diventare famosi come il cantante di Amici o del Grande Fratello. Le
generazioni a venire andranno perdendo sensibilità e purezza.
ISOLARE E TENERE
DIVISI
Si cerca di limitare tutti gli altri modi di espressione
collettiva privi di controllo, come ad esempio le manifestazioni pubbliche,
gli scioperi, le attività sindacali e qualsiasi diffusione di massa che possa
divenire un riferimento diverso da quello del regime. In maniera che qualsiasi
idea diversa da quella del leader non possa essere diffusa e condivisa, e ogni
idea rimanga solamente una questione di gusto personale: le idee del leader
arrivano a tutti, mentre quelle di tutti gli altri individui rimangono isolate.
Se vogliamo avere vita facile nel gruppo, la libertà che
abbiamo, è solo quella di comportarci a piacimento all’interno dello schema
preconfezionato. Ma non quella di diffondere le proprie idee a livello di
massa.
LE FONTI NON SONO
CERTE
In ogni processo decisionale, quando ci andiamo formando
un’idea, le informazioni di cui abbiamo bisogno derivano in gran parte da fonti
indirette (giornalisti, tv, statistiche, scienziati, esperti, politici). Cosa
succede quando le fonti autorevoli sono controllate?
Quando il singolo si vuole domandare qualcosa che va fuori
dal campo proposto dal regime, nel suo ragionamento e nel suo processo per
arrivare ad una conclusione, viene a mancare qualsiasi fonte di conferma o di
prova a sostegno della sua tesi, così ogni idea che vorrebbe nascere diversa da
quella del modello imposto dal leader, cresce piena di dubbi e senza nessun
riferimento accertato, nessuna riprova sociale, nessuna conferma autorevolmente
accettata. L’individuo rimane completamente isolato nel suo processo
decisionale, senza fonti né conferme, e non potendo andarsi a cercare le
fonti da solo porta a porta, spesso rinuncia ad arrivare ad una conclusione.
In questo limbo di confusione e smarrimento, senza appigli reali, è molto più
facile distrarsi e occuparsi di cose meno stressanti con discussioni futili. Ci
si rifugia superficialmente nelle idee accettate da tutto il gruppo, ma senza
dargli troppo peso, alle idee espresse a gran voce da chi è più esperto e
convinto, e soprattutto da chi ha più Autorità per farlo. Visto che le
autorità possono esistere solo all’interno del regime, si promuove al massimo
l’importanza e il valore dell’ “autorità” senza limiti, enfatizzando la sua
utilità, e le nefaste conseguenze di un mondo senza autorità. Il Modello di
vita accettato deve essere quello dove è normale seguire e affidarsi alle autorità
a scapito dell’intelligenza individuale, e dove è repressa fortemente la
disubbidienza alle regole.
Questa è la base per acquisire le percentuali di consenso
delle masse: L’intelletto individuale viene messo in letargo e la vita
diventa tutta un sentito dire comune.
Le informazioni e le prove sfavorevoli a quelle del leader
(o delle autorità del regime) vengono a mancare alla massa, per ottenerle ogni
singolo dovrebbe impegnarsi in ricerche personali e approfondimenti in rete o
nei canali rimasti semi-liberi, questo dovrebbe farlo per ogni singola notizia,
discernendo con intelligenza e abilità gli slogan di regime dalle notizie e
fonti libere, sempre nel pericolo di essere ridicolizzato e accusato di essere
“paranoico, comunista, guerrigliero, pessimista” ecc…
Ricordiamoci che stiamo parlando sempre di dinamiche della
massa, perché è la massa che poi determina le percentuali di consensi e di
voto, quindi la “massa” non può mai arrivare a trovare notizie libere, perché
tali fonti non sono immediate e non possono essere accettate in maniera passiva
da tutti indistintamente come per quelle propinate in TV, invece il lavoro di
indagine alla ricerca della verità richiede tempo, energia, impegno, conoscenze
e intelligenze non proprie della “massa”, non è un processo insomma che può
essere fatto da tutti, né da una maggioranza. La maggioranza torna a casa
stanca dal lavoro e si mette a guardare la TV per avere un momento di relax,
non ha tempo ne voglia da passare alla faticosa ricerca delle fonti pulite di
informazione, per ogni singola notizia fra le tante che riceviamo al giorno. I
Giovani che hanno voglia di guardare programmi piacevoli e di intrattenimento e
discutere di altri argomenti più interessanti non vengono guidati da
riferimenti educativi diversi da quelli della propaganda. E anche avendone la
voglia e il tempo, la gran parte non ne avrebbe la conoscenza, l’intelligenza e
l’istruzione per farlo.
Nessun paese è composto al 100% da geni, colti, e con molta
energia a disposizione e tempo libero, anzi, come abbiamo visto all’inizio il
regime vuole favorire la mancanza di cultura, istruzione e intelligenza, crea
le condizioni per cui il tempo libero sia limitato così la folla possa ricevere
passivamente le informazioni.
Insomma la ricerca di informazioni libere richiede sempre
più sforzo, tempo e capacità, viene sempre più frenata, mentre le informazioni
impacchettate dalla tv non richiedono sforzi, vengono anzi piacevolmente
diffuse.
La massa e la folla, non agisce verso ciò che è faticoso,
sgradevole e “non bene accettato da tutti”. Il consenso della massa quindi sarà
sempre verso i media.
PROMUOVERE LA
CONFUSIONE: ESISTE SOLO IL GUSTO PERSONALE
Le idee libere dei cittadini non hanno possibilità di
essere conosciute, trovate, né di aggregarsi e di diffondersi, non possono cioè
ottenere consensi e quindi produrre dei cambiamenti. Di fronte alla
mancanza di libertà Si verificano reazioni di alienazione, frustrazione e
stress, fino alla rassegnazione e la passività. In questa situazione di
stasi e si prende atto della propria impotenza e ognuno arriva spesso a
sfogarsi incolpando “gli altri” di essere pecoroni e superficiali, non vedendo
la causa della mancanza di libertà nel sistema di indottrinamento delle masse.
Nel caos della frammentazione individuale, dove ogni
cittadino è separato dall’altro, nessuna rivoluzione è possibile e nella realtà
si crea la situazione che vediamo in TV del “tutti contro tutti”.
SIAMO IN DEMOCRAZIA, SEI TU L’ANOMALIA
Ogni singolo individuo anche se sente l’ingiustizia e la
mancanza di libertà, accetta tutto ciò senza troppe reazioni perché “la
maggioranza dei cittadini è a favore del leader”, come la propaganda vuole fare
credere dalle interviste che vediamo nei notiziari o dalla mancanza di reazioni
di rivolta del popolo, e quindi, in una certa maniera ci sentiamo rassicurati
dal fatto che il sistema è democratico e non tirannico. Se noi sentiamo
“L’Ingiustizia”, il nostro sentire viene riletto e diffuso alla massa come
nostra “sensazione personale”, magari associato alla parola “comunista,
paranoico o pessimista”.
Chi riesce a capire l’ingiustizia e la mancanza di
libertà del regime è fatto sentire “strano” e tutti gli altri sono
“normali”. In questa maniera, anche quando c’è una maggioranza di persone che
vede l’ingiustizia, tende a ribellarsi poco, e non in pubblico.
Se vediamo La mancanza di libertà, questa viene fatta
passare come “gusto e preferenza soggettiva”, ogni nostro pensiero viene
declassato a livello di chiacchiera da salotto, magari finendo sul battibecco
personale. Nessun idea o pensiero del singolo ha l’autorità, l’influenza,
l’impatto e la possibilità di diffusione di quelle del leader sulle masse. Ma
tutto ciò non ci spaventa perché alla fine, pensiamo, c’è la democrazia.
Pensiamo “E’ ingiusto, ma se è quello che tutti vogliono il
pericolo di essere in un regime non c’è”. Di fatto non vige la democrazia
dell’individuo ma la democrazia delle Masse, che ha reazioni, intelligenze e
sensibilità ben diverse. E a differenza di quella individuale, può essere
facilmente manipolata.
I bambini e le nuove generazioni, spinti dal divertimento e
pronti ad assorbire come spugne, che vanno formando la loro personalità si
trovano così, con mille dubbi e nessuna certezza, di fronte ad un’assenza di
riferimenti educativi, ma soltanto modelli imposti dalla volontà del leader,
spesso spinto dal massimo guadagno economico e politico. Nel corso del tempo si
va formando il “senso comune” che il regime aveva seminato.
NON SERVE IL CONSENSO
UNANIME SE L’OPPOSIZIONE E’ DIVISA
Per ottenere il potere in un sistema partitico non è
necessario un consenso del 100% della popolazione, al contrario anche un’opera
di convinzione decennale verso la massa di proporzioni del 10% o 20% può
determinare l’ascesa al potere di una fazione politica o l’altra. Più è
accentuata la frammentazione e l’isolamento descritto in precedenza e più potere
acquisisce il leader che controlla i media. Per capirci, se ad esempio siamo
100 cittadini, 60 hanno voglia di partecipare alla decisione. Di questi 60, 13
danno il consenso ai media. Quei 13 andranno al potere se tutte le altre
persone sono divise in gruppi di 3 o 4. Più sono divisi i gruppi, secondo
particolari, cavilli e preferenze personali e meno ci sarà una rivolta al
regime.
I cittadini in quanto individui, come abbiamo detto, non
avendo canali di comunicazione e diffusione di massa per diffondere le proprie
idee, non possono sviluppare un “senso comune” di opposizione al regime.
PROMOZIONE DELLE
FORZE DELL’ORDINE
Più lo stato è accentrato, e meno significato politico viene
dato alle minoranze e hai contraddittori. Si propone ad esempio che votino solo
i Capigruppo, oppure si spinge verso sistemi elettorali fortemente
maggioritari, e dove le minoranze abbiano degli sbarramenti e la loro crescita
diventi impossibile.
In ogni regime totalitario la progressione
dell’accentramento e della forza vanno di pari passo con il consolidamento del
sistema delle forze dell’ordine. Da un lato si stimola la rabbia e
l’istintività che viene guidata facilmente (dalla paura e dal circoscrivere i
desideri e le aspirazioni della massa), dall’altro si aumenta il controllo e la
repressione per evitare sul nascere qualsiasi ceppo di rivolta o di voce fuori
dal coro. Più le forze dell’ordine sono presenti (sia sul territorio che nei
media) e più la massa evita di promuovere modelli che vanno fuori dalle regole
e dalle leggi del regime.
PRETESTI MOTIVANTI
Ogni azione del leader, in un regime democratico, è sempre
accompagnata da una motivazione accettata dalla massa e espressa chiaramente
insieme all’azione. Ogni leader ha ben chiaro il ventaglio di procedure
vantaggiose per acquisire potere politico ed economico, quelle di base variano
poco, altre mutano a secondo delle circostanze, delle alleanze e dei propri
interessi economici.
Il capo del regime attende di volta in volta l’occasione
adatta per poter motivare una delle sue molteplici azioni vantaggiose secondo
la richiesta attuale delle masse. Se il controllo dei media è forte, si può
creare su misura una richiesta della massa, con un bombardamento mediatico
preparato in precedenza.
Per riassumere, in democrazia, le azioni del leader (che
portano sempre vantaggio al suo partito o alla sua azienda), sono sempre scelte
fra le infinite necessità VERE dei cittadini.
Da sempre, le reazioni nelle dinamiche di massa più forti e
semplici da manipolare, sono state quelle spinte dalla paura: Una
minaccia per la sicurezza, come ad esempio il terrorismo, la povertà, la
criminalità, gli stupri, la guerra, o spesso anche minacce a delle sicurezze
ideologiche dove il gruppo si identifica, che siano politiche o religiose,
minacce come il “comunismo” o “l’islamismo”.
Viene stimolata la paura e quindi la richiesta urgente di
uno stato più forte e governabile che possa proteggere e risolvere in maniera
sicura e rapida le necessità del gruppo.
Va precisato, che la persuasione più efficiente è quella
indiretta, dove lo spettatore non sente di ricevere imposizioni né restrizioni
alla libertà. Se ad esempio abbiamo il controllo tutte le televisioni e
vogliamo ottenere più consenso possibile verso un determinato modello di
pensiero, la strategia migliore NON è quella di bombardare sempre e
comunque quel modello senza opposizioni né alternative. Se lo spettatore
nota la mancanza delle altre voci acquisisce sospetto e resistenza verso
qualcosa che può sentire come mancanza di libertà e imposizione, e viene
danneggiato il consenso. E’ più vantaggioso proporre magari un 80% di opinioni
(tesi, canali, interviste, discussioni, ospiti) a favore e un 20% contrario,
cosi, alla lunga la massa viene coinvolta nel modello di pensiero proposto
senza acquisire resistenza. E spesso è molto utile lasciare completamente
libere dal controllo del regime quelle pochissime voci diametralmente contrarie
al modello che vogliamo inculcare, quelle cosi estreme che esprimono da
sole e in libertà, motivazioni superficiali, contraddittorie, esagitate,
irrazionali o evidentemente di parte, con ospiti poco preparati o superficiali.
Così lo spettatore può farsi da solo gli anticorpi per fronteggiare alla base
le tesi nemiche.
Poi ci sono dei tempi da rispettare, il messaggio risolutivo
di forza del leader non viene mai se prima non c’è stato un adeguato periodo si
tempo in cui si è stimolata la paura presentando notizie di pericolo ripetute e
costanti. Pericoli che spesso, come abbiamo visto sono ideologici, ad esempio
anche “uno stato inefficiente e pieno di burocrazia, democratico dove ogni idea
viene discussa e poche azioni prese” può essere propinato come un possibile
pericolo, oppure “il pericolo di essere stuprati dai rumeni”, oppure “il
pericolo di diventare poveri” ecc..
Quando la paura è diffusa e la massa desidera un’azione
protettiva del leader e richiede uno stato forte, allora il leader si fa avanti
con determinatezza e ordina l’azione.
UNICO SCOPO: IL
POTERE
La realizzazione di alcuni dei punti elencati permettono il
controllo sui grandi gruppi democratici e l’instaurazione di un regime. Più
ogni singolo fattore viene rafforzato, più di acquisisce consenso, e più si
rafforzano esponenzialmente tutti gli altri punti. Si può cosi ottenere
il consenso che in democrazia determina il potere politico/economico che
permetterà, a sua volta di rafforzare sempre di più tutti i fattori ancora
deboli, fino a poter accentrare continuamente i poteri, cambiare in maniera
sempre più autonoma le leggi stesse, per favorire così i propri interessi
diretti e indiretti e acquisire ancora potere, arrivare a controllare la
magistratura ed esserne immune, fino a rivedere la costituzione tagliando fuori
dal gioco decisionale la ragione e l’intelletto dei cittadini.
"Le masse non si
avvedono di essere terrorizzate spiritualmente e private della libertà e
ammirano solo la forza, la brutalità e i suoi scopi, disposti a sottomettersi.
Capiscono a fatica e lentamente, mentre dimenticano con facilità. Pertanto la
propaganda efficace deve limitarsi a poche parole d'ordine martellate
ininterrottamente finché entrino in quelle teste e vi si fissano saldamente. Si
è parlato bene quando anche il meno recettivo ha capito e ha imparato..”
Hitler - Mein Kampf.
Fonte: Fonte: Da Ecco Cosa Vedo del 7 maggio 2009
COME CONTROLLARE LE MASSE, SECONDA PARTE
1. PROPORRE INVECE DI REAGIRE
Un leader scaltro, che ha come obiettivo il controllo di
una nazione democratica moderna, non compie mai azioni che non sono motivate
dalla massa.
Abbiamo già esaminato, nelle tecniche di persuasione di
massa per i sistemi democratici, quali sono i punti cardine da controllare per
accentrare tutti i poteri sul leader e
limitare i dissensi (Televisione, Forze dell’ordine, Manifestazioni, Scioperi,
Giornalisti, Magistrati, Scuola, Leggi elettorali ecc..). Più ogni singolo fattore viene
conquistato, più si acquisisce consenso, e di conseguenza, potere di rafforzare
esponenzialmente tutti gli altri ancora
deboli, fino a poter cambiare le leggi
in maniera autonoma e tagliare fuori dalle decisioni dirette l’intelligenza dei cittadini.
Nel corso degli anni, il leader evidenzia costantemente
alcuni precisi disagi del paese, e suggerisce una soluzione che favorisce anche
l’acquisizione di qualcuno dei famosi punti cardine per arrivare al
controllo. Con l’aiuto dei media i
provvedimenti che risolvono i problemi del paese (e insieme aprono le porte al
regime) avranno facile consenso e si sommeranno. E’ sbagliato quindi,
contestare ogni sorta di utilità dei singoli provvedimenti del leader. Una volta
che la notizia è in ballo, il consenso della massa va inevitabilmente sul
provvedimento a favore del regime più motivato e che non fa perdere consensi al
leader.
Ciò che va contestata è
la minore cura e diffusione verso le masse di tutti quei provvedimenti
utili ai cittadini, che vanno esplicitamente contro gli interessi del leader.
I Media, e in particolare le Televisioni, però, non sono tutti al servizio del
singolo cittadino, spesso sono in mano a privati o comunque sono influenzati da
interessi politici ed economici.
CHI DECIDE LE
PROPOSTE DA DIVULGARE ALLA MASSA, HA IL POTERE
Finché è il leader a scegliere quali proposte utili
promuovere con maggiore energia e quali proposte utili trascurare, non
possiamo che accettare passivamente che i provvedimenti (motivati) si sommino e
i punti cardine per il controllo del paese vengano conquistati. Tutti i diritti
dei cittadini, che il leader non ha interesse a promuovere, vanno via via
scomparendo dall’immaginario collettivo, schiacciati dal resto. Per capirci,
fra i molti problemi anche urgenti dei cittadini, si sottolineano di più quelli
che favoriscono il sistema di controllo. Se, ad esempio, ci fosse una
sensibilizzazione, per anni, verso problemi opposti a quelli che fa comodo
sollevare al regime (ad esempio sottolineare la difficoltà di diffusione delle
idee diverse da quelle imposte, invece di concentrarsi sulla tutela dei diritti
di chi non vuole dissentire), allora il potere non potrebbe accentrarsi. Invece
la somma di provvedimenti mirati, durante gli anni, può portare facilmente ad
un completo controllo di tutto il sistema, lasciando l’illusione della
democrazia nella sola scelta del voto.
Nella pratica, vediamo alcuni esempi di dichiarazioni
ufficiali dove si propongono delle soluzioni a problemi reali.
PRIMA SOLUZIONE: ACCENTRAMENTO DEL POTERE IN MANO A POCHI
Problema più evidenziato: inefficienza, ingovernabilità,
eccessivo frazionamento. Problema meno evidenziato: aumento della distanza
fra la il singolo e la casta del potere.
Dichiarazioni: ”Parlamento pletorico, assolutamente inutile
e controproducente” - ”poteri veri e non finti al premier” - “Il voto
appannaggio dei soli capigruppo parlamentari: tempi certi sull'approvazione
delle leggi” - “Questa legge elettorale ci garantisce Una forte governabilità
con una forte maggioranza sia alla Camera che al Senato, va contro l'eccessivo
frazionamento” - "La formulazione dell'articolo 41 della costituzione
risente delle implicazioni sovietiche".
Per chi fosse curioso, riportiamo il testo integrale:
Art. 41 della Costituzione Italiana - "L'iniziativa economica privata è libera. Non
può svolgersi in contrasto con la utilità sociale o in modo da recare danno
alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i
programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e
privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".
SECONDA SOLUZIONE: LIMITARE DISSENSI
Problema più evidenziato: tutela dei diritti di chi non
dissente. Problema meno evidenziato: limitazione
della diffusione delle idee diverse da
quelle imposte.
Dichiarazioni: Berlusconi - "Se ci sono dei facinorosi
che vogliono manifestare, non impediscano l'accesso di altri nelle strutture
pubbliche" - “bisogna dare piena attuazione al diritto di chi non manifesta di vivere la
propria città” - “Il governo vuole lo 'sciopero virtuale' per necessità di
garantire ai cittadini servizi essenziali” - “adesso tocca ai delegati
sindacali” - “L'Onda? sono dei guerriglieri e come tali saranno trattati” -
"i giornali stranieri sono ispirati e insufflati dalla sinistra
italiana" - "Fare i giudici è da disturbati mentali" -
“Magistrati metastasi della democrazia” - “Giudici eversivi” - ''Se uno nasce
con la voglia di fare male appartiene solo a tre categorie: o fai il
delinquente, o il pubblico ministero o il dentista. Visto che i dentisti ora
hanno queste punturine per non farci male io ci metto i giornalisti'' - Sulla
politica estera: "Imporre la libertà con forza" - “in Rai, si lavora
soltanto se ti prostituisci oppure se sei di sinistra“ - “L'uso che Biagi,
Santoro, Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, è un uso criminoso.
E io credo che sia un preciso dovere da
parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga.”
Un esempio sull’istruzione…
TERZA SOLUZIONE: PROMUOVERE LA SCUOLA PRIVATA
Problema più evidenziato: sedi inutili, improduttive.
Problema meno evidenziato: limitazione dell’intelligenza e dell’educazione
libera da interessi
Dichiarazioni: "No alla moltiplicazione dei corsi di
laurea e alle sedi distaccate e inutili, in qualche caso con meno di 20
iscritti; no ai corsi di lauree con un solo studente. Sì, invece, a premiare solo
le università con l'offerta formativa migliore. Affidare la gestione a manager
che abbiano la responsabilità economica" - “Il primo bonus di stato per
chi manda i figli nelle scuole private sarà distribuito già quest’anno. E potrà
cumularsi - fino a coprire l´intera retta - con i bonus che alcune Regioni
riconoscono a chi frequenta le scuole private”
Un esempio sugli stupri…
QUARTA SOLUZIONE: ACCENTRARE ANCHE IL POTERE MILITARE
Problema più evidenziato: pericolo stupratori, ladri e
assassini. Problema meno evidenziato: aumento del potere di controllare
tutti i cittadini.
Dichiarazioni: "Estenderemo la presenza dei militari
nelle varie città italiane per garantire la sicurezza"- “I poliziotti sono
scesi nel quartiere, le pattuglie sono state incrementate, i Commissariati sono
stati sburocratizzati" - “Un servizio di controllo del territorio più
attento”
Alcune testate giornalistiche di un lunedì di qualche mese
fa: “Clandestini liberi. Di stuprare" - "I criminali stranieri
continuano a colpire con il foglio di espulsione in tasca. Il Governo prepara
un decreto ad hoc” - "Stupri, pugno duro del governo" - “Calderoli:
castrazione chirurgica" - "Subito il decreto: niente domiciliari” -
“pacchetto sicurezza : Un contenitore che rafforza il «senso» di tutela",
"Un decreto contro gli stupri".
…Dopo alcuni mesi si potevano prendere, senza forti
dissensi, dei provvedimenti dai toni più forti: “espulsioni aumentate,
funzionano i militari in città” - “Le nostre ronde saranno doc” - “Passeremo
dalle ronde fai da te a quelle con certificato di garanzia”
…Sempre sull’onda della nostra richiesta di sicurezza pochi
giorni fa il Governo ha ottenuto la fiducia alla Camera sul Ddl intercettazioni
che, . . .. infligge gravi limitazioni alla libertà e al diritto d’informazione.
Il decreto può far chiudere la Rete, infatti sancisce l’obbligo di rettifica
entro 48 ore a pena di una sanzione pecuniaria tra i 15 ed i 25 milioni di
vecchie lire per tutti i titolari di “siti informatici”, anche per i migliaia
di semplici blogger che non hanno una redazione 24 ore su 24 che gestisce la
loro pagina. Inoltre non sarà più possibile utilizzare le intercettazioni per
combattere la criminalità. Ripenso al periodo del bombardamento mediatico sui
rumeni che stupravano… ma non riesco a capire come questi aspetti del nuovo
decreto c’entrano con la nostra sicurezza…
NOI SIAMO IL PAESE
Come abbiamo visto, la possibilità di reazione,
favorevole o contraria, ad una questione proposta dal leader attraverso i media
non determina affatto una condizione di scelta. Il regime propone
costantemente delle soluzioni mirate e “giustificate” conquistando, durante gli
anni, il controllo su tutto il sistema. Mettersi ad esprimere le proprie
opinioni su ogni singola proposta del regime non serve a nulla… perché la
maggior parte avranno almeno uno stralcio di motivazione e una sorta di utilità
per le esigenze delle masse.
Dobbiamo chiederci invece, se vogliamo assistere passivamente
alla conquista di tutti i punti nevralgici per il controllo di una nazione o se
vogliamo iniziare a proporre un sistema alternativo, dove il singolo cittadino
non sia tenuto distante dalla gestione del paese. Per fare questo, però, bisogna dapprima conoscere e diffondere a
tutti, i modi in cui si controllano le masse.
Quando le proposte della maggioranza dei
cittadini, verso le soluzioni alle necessità che sentono più urgenti avranno un
peso minore di quelle diffuse da pochi con i media, di fatto, non si vivrà più
in uno stato democratico.
2.SFRUTTARE LE DIFFERENZE IDEOLOGICHE ...E LIMITARE IL
PESO DELLE SCELTE DAL BASSO
Un sistema effettivamente democratico tutela la serenità di esprimere qualsiasi tipo di
ideologia senza limitare il peso
sociale che hanno le singole soluzioni proposte dal basso. I regimi democratici che vogliono controllare
le masse invece, incoraggiano e sfruttano
la naturale divisione degli uomini in ideologie allo scopo di frammentare il
peso politico delle singole soluzioni scelte dai cittadini. Nei sistemi democratici moderni, ad esempio,
non abbiamo la possibilità di scegliere selettivamente soluzione per soluzione.
Accettiamo tranquillamente di limitare
le nostre facoltà di scelta esprimendo il voto per un “grande pentolone di
soluzioni e concetti” espressi nello statuto di un partito.
In questa maniera non portiamo avanti, dall’ideazione alla
realizzazione, ogni singola soluzione voluta dalla maggioranza perché la
preferenza di ogni singolo cittadino, verso quella specifica soluzione, si
troverà rappresentata in vari contenitori politici divisi per valori e
ideologie spesso inconciliabili fra di loro e quindi senza possibilità di
governare.
Poi, una volta che si accetta di essere rappresentati da un
partito diventa semplicissimo manipolare
le volontà della maggioranza, sono
sufficienti infatti, semplici accordi fra le poche persone che amministrano
questi contenitori ideologici. Si possono anche rinnovare gli ingredienti del
minestrone, il colore del pentolone e il suo nome, si cambia slogan e così si
ridistribuiscono, di fatto, le nostre singole scelte nei vari pentoloni in modo
che chi li amministra ne tragga più profitto.
Per capirci, se ad esempio tutti i cittadini rappresentati
da due grandi contenitori ideologici e divisi da due valori opposti, fossero
d’accordo su una comune soluzione, ad esempio sul fatto di non doversi fare
controllare da un terzo contenitore che fa una politica di regime, questa
soluzione si troverebbe sempre divisa in due contenitori per via delle enormi
differenze ideologiche e quindi nessuna coalizione fra le due parti potrebbe
mai avere una governabilità né un peso sufficiente per cambiare le cose. In
questa maniera è molto più facile che i partiti più compatti, come possono
essere quelli di un regime, si impongano e che le scelte dei cittadini non
abbiano alcun peso.
Nella gestione delle enormi risorse collettive, tutte le
persone del mondo sono divise in “pentoloni” che raggruppano ognuno un vasto
insieme di valori riguardanti ogni aspetto più importante delle questioni
sociali. Non possiamo scegliere gli ingredienti del minestrone né il cuoco,
ma dobbiamo “affidarci” al pentolone a cui siamo più affezionati e aspettare
per qualche anno che qualcuno cucini la minestra. Mentre il mondo moderno
si muove a velocità sempre più alte, cambiando le sue dinamiche e sollevando
nuove problematiche nell’arco di mesi o giorni, noi deleghiamo ogni nostra
scelta per anni e preghiamo che il piatto venga bene e possa risolvere nel
futuro i nostri problemi. Non solo, attualmente il potere economico ha raggiunto una concentrazione tale da essere più
influente di quello politico, quindi, i pentoloni a cui noi affidiamo le
nostre risorse collettive sono
amministrati, di fatto, con la spinta principale della massimizzazione del
guadagno di alcuni privati e non con quella del benessere collettivo. Ecco
perché le risorse collettive, anche se ci sono, sono accessibili per la maggior
parte a pochi. Ogni soluzione politica e sociale, messa sotto una pressione
così grande dall’apparato economico mondiale, rivela le sue minime
imperfezioni, e ogni crepa viene dilaniata fino a cedere completamente al
potere più grande. Non ha più senso, in
questo contesto, attuare la strategia del “meno peggio”. Dobbiamo iniziare
ad affrontare il problema alla sua radice, a mente aperta, mettendo in
discussione, se necessario, anche i principi a cui siamo stati abituati da
sempre. Altrimenti continueremo a apporre dei continui cambiamenti temporanei
allungando i tempi per una soluzione definitiva. Insomma, la struttura politica
convenzionale fa in maniera che la naturale diversità dei valori fra i
cittadini sia un freno alla realizzazione delle soluzioni volute
collettivamente, così la popolazione si
abitua al fatto di doversi uniformare e coalizzare per avere voce nelle
questioni sociali, peggiorando ancora di più la possibilità di partecipare dal
basso.
Per impedire che possa
venire sfruttata la differenza di ideologie basta semplicemente poter
esprimere collettivamente le nostre preferenze verso ogni soluzione piuttosto
che verso un gruppo di soluzioni orientando le nostre risorse verso
l’attuazione delle soluzioni anziché verso i partiti, le ideologie o i “gruppi
di soluzioni”. Scegliamo noi ogni singolo ingrediente alla volta, non
limitiamoci a dare un consenso vago guardando solo il colore del pentolone e
cedendo tutti i nostro averi al cuoco. Questo problema non è mai stato risolto
definitivamente, per il semplice motivo che non abbiamo mai avuto a
disposizione gli strumenti tecnici necessari per gestire direttamente ogni
singola scelta su ampia scala. Oggi questi strumenti ci sono, e sono usati
quotidianamente da milioni di singoli e organizzazioni. Abbiamo strumenti che
permettono facilmente un’organizzazione dei singoli prima impossibile, possiamo
persino diffondere idee e competenze, formare persone e mettere in comune
strumenti e risorse… senza doverle “cedere” ad un contenitore di idee come è
stato finora…
All’inizio c’era il caos e le dittature del più forte sui
più deboli, poi ci siamo radunati nelle piazze per decidere più
democraticamente, nell’epoca moderna abbiamo avuto lo strumento del voto
esprimendo la nostra preferenza verso i partiti… ed ora anche questo sistema
sta rivelando i suoi limiti… L’evoluzione della partecipazione collettiva non
si fermerà qui, i nuovi strumenti che abbiamo verranno presto utilizzati per
risolvere i problemi che i vecchi metodi non sono più in grado di fronteggiare.
I sistemi dove le differenze di valori devono frammentare per legge il peso
di una soluzione che invece è condivisa, verranno naturalmente abbandonati
perché non sono efficienti e non sono in gradi di rispondere alle esigenze
della società moderna.
Abbandoniamo l’abitudine al “meno peggio” e teniamo in mente
i semplici principi che favoriscono una soluzione definitiva, promuovendo ogni
piccolo passo intermedio che ci avvicina alla nostra meta. Tutto questo non
è il futuro, sta già accadendo e progredisce indipendentemente dal teatrino
della politica.
Se vogliamo veramente
partecipare dobbiamo smettere di dare consensi ai contenitori ideologici ed
attivarci da soli a utilizzare insieme le nostre risorse scegliendo
direttamente le soluzioni.
3. LA LEGGE ELETTORALE E LA SCELTA CHE NON C’E’: DELEGATE LE SCELTE E FIDATEVI
Abbiamo visto quali sono le tecniche, nei sistemi democratici, che permettono ad
un leader di acquisire sempre più potere fino a creare una vera e propria distanza
fra le esigenze dei cittadini e i provvedimenti del regime. Vediamo ora,
nello specifico, in che maniera si dovrebbero strutturare le leggi
elettorali se volessimo tagliare fuori dal gioco decisionale la scelta del
singolo cittadino.
Per prima cosa si deve fare in maniera che l’individuo non
possa partecipare direttamente ai singoli problemi del paese. Deve
necessariamente fidarsi di un gruppo a cui delegare tutte le altre le
decisioni da prendere. I vari gruppi devono avere il potere di coalizzarsi,
dividersi, e soprattutto decidere quali persone portare al potere. Tutto
ciò, indipendentemente dalla volontà dei singoli cittadini, a cui rimane solo
l’espressione della croce di preferenza su un simbolo.
Immaginate se noi avessimo un attività privata e l’unica
nostra scelta fosse quella di delegare per alcuni anni ogni singola decisione
della nostra impresa ad una associazione più potente di noi proprietari, che
possa perfino controllarci con dei provvedimenti che siamo obbligati a
rispettare. Ogni bravo imprenditore sotto queste condizioni si rivolterebbe nel
letto. Nei regimi democratici questo accade per le decisioni da prendere su ogni
aspetto della vita dei cittadini.
Nei sistemi
elettorali moderni, con la sola scelta al simbolo, sbarramento e premio di
maggioranza, molte scelte, anche se volute dalla maggioranza degli elettori,
non vengono attuate.
FACCIAMO UN ESEMPIO:
ABBIAMO UN CONSENSO GENERALE
Prendiamo il caso che la stragrande maggioranza dei
cittadini sia favorevole ad una specifica soluzione di un problema preciso, ma
divisa su gran parte degli altri temi. Vediamo cosa accade…
Il giorno delle elezioni le persone votano gruppi diversi a
secondo delle divergenze sul resto e la soluzione voluta dalla maggioranza si
troverà divisa in questa maniera:
Tutti i sostenitori dell’idea in questione che non si
sentono rappresentati da nessun partito e non votano (di qualunque numero
si tratti), non avranno seggi in parlamento.
I sostenitori dell’idea in questione che scelgono i partiti
che non passano lo sbarramento, anche se rappresentassero la maggioranza
degli elettori, di fatto non esistono, e non avranno poltrone.
Nei sistemi democratici moderni, un gruppo senza coalizione
né alleanze, non arriva quasi mai a governare. Quindi i sostenitori dell’idea
in questione che riescono a passare lo sbarramento, se non possono
coalizzarsi con altri partiti perché non si trovano compatti sugli altri
problemi, di fatto, rimangono separati in molti gruppi che, presi
singolarmente, rappresentano solo una piccola parte del consenso generalizzato
e non possono vincere le elezioni.
NON PASSA LA SCELTA DEL POPOLO
I sistemi elettorali di questo tipo, come ad esempio quello
Italiano, porteranno al potere la coalizione che prende più voti, non
la “soluzione” che prende più voti. Non solo, questa coalizione (non la
soluzione) avrà il premio di maggioranza che gli permetterà di governare con
più autonomia ed efficienza.
Questo insieme di leggi favoriscono la coalizione (anche
se non promuove l’idea di maggioranza) che è unitaria su più i fronti e non
tollera al suo interno pareri discordanti, come ad esempio il partito di un
regime che può avere accesso ai media o al potere economico. Ecco creata la
distanza fra le esigenze del paese e le decisioni del leader: Passa il partito più compatto ed
efficiente, piuttosto che la volontà della popolazione.
UN CAPO EFFICIENTE E
PREPOTENTE
I media dal canto loro, devono costantemente
evidenziare i lati negativi di uno stato senza leader, sottolineando i problemi
che si hanno con un governo poco accentrato o inefficiente. Non devono mai
evidenziare però, che l’efficienza di un governo compatto è una caratteristica
positiva solo nel caso in cui viene applicata per le soluzioni volute dalla
maggioranza dei cittadini, altrimenti il governo si sta imponendo contro la
volontà del popolo. Il pensiero comune, vedendo che l’idea individuale, anche
se largamente condivisa, non paga, allora viene spinto a sostenere sempre di
più l’accentramento del potere in un partito, in nome dell’efficienza e
della praticità ma a scapito della reale scelta democratica.
DIVIDETEVI IN PARTITI
E DIFENDETELI
Per consolidare emotivamente i modelli che favoriscono il
controllo del regime, la televisione dovrà farci coinvolgere e parteggiare il
più possibile per un qualsiasi partito politico. Mostrerà accesi dibattiti fra
le varie fazioni allo scopo di stimolare il più possibile le nostre affinità e
soprattutto le divergenze verso questo o quel partito. In questa maniera, anche
le idee più diffuse, verranno divise e
inscatolate il più possibile nei vari partiti così da perdere ogni peso
politico secondo le leggi elettorali descritte.
I sistemi veramente democratici che non permettono di essere
controllati sono quelli in cui i
cittadini partecipano dal basso, senza filtri, alla soluzione dei propri
problemi. Un sistema che favorisce
la scelta delle “soluzioni" e non dei “partiti”, vedrà uno stato
efficiente e allo stesso tempo democratico.
4. SFRUTTARE LO STRESS: ANALOGIE FRA LE SETTE A CONTROLLO
MENTALE E LA VITA AL GIORNO D’OGGI
Conosciamo bene, dai fatti di cronaca, l’enorme potenzialità
distruttiva delle sette. Che siano culti Satanici, commerciali, politici o
psicologici, quando l’organizzazione è strutturata per permettere il controllo
del pensiero, facilmente il gruppo sfocia in comportamenti malsani e
antisociali. Nei casi più comuni i membri vengono sfruttati e alleggeriti
dei loro beni materiali, a volte si evidenziano episodi di violenza, e nei
casi più estremi, il completo distacco dalla realtà e le tragedie dei suicidi
di massa. Di metodi per modificare il pensiero e il comportamento se ne
conoscono fin dall’antichità. Dai tempi dei Cinesi, passando per le
sperimentazioni innovative degli anni 60 e poi 70 fino ai giorni d’oggi, le
tecniche di controllo mentale hanno fatto degli enormi passi avanti.
In breve, anche i
metodi più moderni e sofisticati si basano sui seguenti principi di base:
CONTROLLO DELLA
COMUNICAZIONE E DELL’INFORMAZIONE
Il controllo della comunicazione è l’aspetto fondamentale
per riformare il pensiero. Controllando l’accesso alle informazioni si
restringe la capacità individuale della persona di pensare autonomamente. La
gente viene intrappolata dalle sette perché viene loro negato l'accesso alle
informazioni critiche di cui ha bisogno per valutare la sua situazione. Il
linguaggio è caricato e spietatamente valutativo e le frasi sono di forte
divisione: brevi, riduttive e facilmente memorizzabili. Ci sono dei termini
“cattivi” che si usano per rappresentare qualsiasi cosa esterna all’ideologia
del gruppo che, naturalmente, deve essere rifiutata. Si evita
deliberatamente il diffondersi di informazioni non consone al modello della
setta e spesso si distorcono le informazioni per renderle più accettabili. Si
scoraggia lo scambio libero di informazioni: I leader delle sette reprimono
le contestazioni e le domande relative al sistema. Si rende difficile
l’accesso alle informazioni non-setta mentre si utilizza estensivamente la
propaganda autoprodotta dalla setta.
La diffusione di informazioni libere e individuali è in
assoluto una delle principali armi contro le sette.
BASI DEL CONTROLLO DEL
PENSIERO
L'ideologia e i modelli di vita imposti sono interiorizzati
come "La Verità". Le informazioni in entrata vengono filtrate
dalla dottrina, che spiega anche cosa si deve pensare dell’informazione esterna
alla setta. La persona può avere soltanto pensieri positivi riguardo al
gruppo. Si rifiuta l’analisi razionale e il pensiero critico a favore delle
emozioni più facilmente manipolabili. Il Leader di un gruppo distruttivo non
considera mai legittimi o utili i sistemi di credenze diversi dal suo. Secondo
il leader, non esistono mai problemi. E se qualcuno sente un problema la
colpa è sempre sua, mai del leader o della dottrina, e il singolo membro se ne
deve assumere tutte le responsabilità e lavorare più duro.
CONTROLLO EMOTIVO E
SFRUTTAMENTO DELLE PAURE
Allo scopo di mantenere un forte controllo, le sette
intimidiscono, inducono sensi di colpa, vergogna e paura sempre nella stessa
maniera. Ci sono due modi per manipolare la paura: il primo è creare un
nemico esterno (noi contro loro) che ci minaccia; il secondo è la paura
di ciò che accade se non si riesce a rimanere ai livelli del modello di vita
imposto. L’atmosfera che si crea suggerisce un solo modo di essere, per
questo è molto importante vedere costantemente dei modelli da imitare. Una persona
plagiata da una setta ha sempre queste paure: Paura di degli svantaggi nel
pensare in modo diverso dal gruppo, paura del mondo esterno alla protezione del
gruppo e dei nemici minacciosi, paura della disapprovazione se non si riesce
nelle regole imposte dal leader.
LA DINAMICA CENTRALE:
DEMARCAZIONE BUONI E CATTIVI
Per il leader è fondamentale proporre contrasti stridenti
fra chi è membro e chi invece non si adatta ai modelli della dottrina o non
ubbidisce alle leggi imposte. Solo il mondo interno al gruppo è “buono”, il
resto è cattivo e minaccioso e va evitato e ridicolizzato. Se si vuole un
certo grado di sicurezza, è meglio rimanere nell’ambiente protetto del gruppo.
L’ideologia dell’organizzazione definisce il bene e il male e qualsiasi cosa venga
fatta in nome di questo “bene” è morale. La dottrina, in nome del bene dei
membri, impone leggi e regolamenti sempre più rigidi e l’obbligo di obbedienza.
Nei casi più estremi la dottrina promulgata è più importante della persona e
spesso, il fine giustifica i mezzi. Mentire e ingannare, spesso sono mezzi
leciti. Solamente le idee, sentimenti ed azioni coerenti ai provvedimenti della
setta sono buone, mentre la coscienza individuale non è affidabile e va
scoraggiata. I culti a controllo mentale più distruttivi cercano di
“trasferire” l’immagine del leader sui membri, ingaggiando una guerra a
tutto campo contro l’impurità e il diverso. Tutto ciò viene portato
avanti spingendo il modello da raggiungere (costumi, lavoro, norme di vita)
sempre più avanti, richiedendo che la persona si sforzi continuamente, con
la paura di non farcela, verso un fine inesistente ed estraneo alla condizione
umana. La dottrina tiene sempre i membri sottoposti a frenetiche attività in
modo che, durante la giornata, non abbiano abbastanza tempo ed energie per la
riflessione libera su ciò che gli accade. A causa dell’impossibilità
di raggiungere un fine a questa rincorsa, la persona vive in una costante
vergogna e paura delle conseguenze, spesso dando la colpa alla sua
incapacità di vivere secondo questi criteri. L’organizzazione decide il pegno
da pagare per chi non riesce a rimanere dentro la dottrina, usa così la paura e
il senso di colpa per manipolare i membri. Questa persona si sente incapace di
scappare da forze che vede più potenti di se stessa. Il modo di trattare con
loro è di adattarsi. Impara ad anticipare i problemi con l'organizzazione e a
manipolare gli eventi per evitare di incriminare se stessa. L’unico modo per
sollevarsi da questa colpa e da questo enorme stress che si accumula è
denunciare con grande ostilità le “impurità” degli altri che vengono sempre
viste come provenienti dal mondo esterno.
Muore così ogni
tipo di intelligenza individuale a favore del pensiero di gruppo guidato dalle
paure.
DISTACCO DALLA REALTA’
In queste condizioni, si perde completamente l’oggettività
sul mondo. Non si hanno più strumenti per distinguere il vero da ciò che ci
dice la dottrina, perché più nulla viene misurato con questo metro di
giudizio. Infatti l’unico elemento importante diventa la funzionalità verso
i modelli da raggiungere. Più questi punti sono chiaramente visibili, più
il gruppo attua il controllo sulla libertà individuale e si avvicina ad una
ideologia totalitaria con tutti i suoi pericoli. Ricordate... un gruppo non
deve essere necessariamente religioso per tenere un comportamento da culto
settario. I gruppi con obblighi pressanti possono essere commerciali,
politici o psicologici.
PERSONALITA’ DEI
LEADER
E’ evidente che quasi tutti i capi di sette hanno disturbi
della personalità antisociali e complessi di inferiorità. La necessità
spasmodica di ricchezze materiali è solo lo specchio di quello di cui veramente
hanno bisogno: attenzioni e potere. Col passare del tempo sviluppano il
bisogno di sempre maggiore potere e questa brama diventa una dipendenza
estrema. Un aspetto molto pericoloso di queste persone è la loro instabilità
psicologica. La maggioranza crede veramente alla loro stessa propaganda, di
essere “Toccato da Dio”, o in alcuni casi, di essere la reincarnazione di Gesù
ed Elvis Presley contemporaneamente. Un aspetto fondamentale è il flusso di
potere organizzativo. Se i consigli direttivi sono sostanzialmente asserviti al
leader allora la struttura non permette controlli ed equilibri. La vera struttura
è a forma piramidale con il leader della setta come capo onnipotente. Se il
potere è centralizzato e controllato dal capo, allora il gruppo ha i
presupposti per essere una setta distruttiva. Se chiedete a qualsiasi
membro attivo di una associazione, se il suo gruppo è una setta o no,
ovviamente tutti vi risponderanno di no. Per riconoscere se un organizzazione è
una setta a controllo mentale, l’esperto Steven
Hassan, consiglia una serie di domande dirette a cui si richiede una
risposta precisa. Siccome i membri sono addestrati ad evitare il pensiero
negativo nei confronti del gruppo, spesso non riceverete risposte dirette ma
solo contro domande. Se il reclutatore non vi risponde in modo chiaro, conciso,
diretto allora state certi che nella sua risposta c'è qualcosa di storto. Ecco
le domande più significative:
- Il tuo gruppo ha un capo
generale? Qual è il suo passato? Ha mai avuto precedenti penali?
- Puoi dirmi il nome di
tutte le altre organizzazioni collegate a questo gruppo?
- In che cosa crede il tuo
gruppo? Crede che il fine giustifica i mezzi? In certe circostanze
giustifica la bugia?
- Ti sei mai messo a
chiacchierare con un ex membro per cercare di scoprire i motivi per cui se
n'è andato? Se non l'hai fatto, perché?
- C'è qualcuno che considera
controverso il vostro gruppo? Se esistono critiche al vostro gruppo, quali
sono le obiezioni principali?
"Il potere tende a corrompere, e il potere assoluto
corrompe in modo assoluto" - Lord Acton
5.REPRESSIONE: PAURA DI PENSARE
L’UTILIZZO DELLA FORZA
"Non credo che i governi intendono fare
qualcosa per porre fine alla paura, La paura è un capitale tremendo per i
politici ed i mercati commerciali." - Z. Bauman 2008
Abbiamo già visto
molte delle tecniche conosciute in sociologia, marketing e statistica per
controllare le masse nei sistemi democratici moderni, ora approfondiremo un
aspetto fondamentale che è presente in tutte le forme conosciute di
controllo politico ed economico: LA PAURA.
Nei regimi democratici, al contrario delle dittature totalitarie,
si ha bisogno della “accondiscendenza”
delle masse verso i provvedimenti e i modelli imposti dal regime. Ma come si
fa ad ottenere che la massa stessa chieda di venire controllata con la forza?
Come si può fare in maniera che la massa accetti che vengano represse le forme
organizzate di dissenso dal modello imposto del regime, tenendo isolate le
ideologie dannose all’immagine del leader? Presentata in questi termini non si
può! Infatti nessun individuo, neppure nelle dinamiche degli impulsi elementari
delle masse, vuole essere soggiogato. Ma
c’è un istinto più forte di quello della libertà, di fronte al quale, ogni
altro desiderio diventa secondario: La
Paura per la propria Sicurezza. Accettiamo di buon grado una limitazione
della libertà di fronte ad una emergenza per la nostra vita.
Vediamo in che maniera un regime democratico che già
controlla parte della politica, dell’economia e dei media, può accentrare, con
gli anni, anche il potere di imporsi con la forza.
SIAMO IN PERICOLO, AIUTO!
La massa, per essere manipolata, deve percepire
costantemente una situazione di minaccia fino a reagire in cerca di maggiore
protezione. Quindi i media devono promuovere, negli anni, un massiccio bombardamento
di notizie che diffondono un senso comune di insicurezza. Il paese deve
essere vissuto come un luogo pieno di pericoli: gang giovanili, bullismo,
ladri, assassini e stupratori vanno sempre bene.
Più la massa è impaurita, più saranno gestibili le sue
reazioni istintive. Il terrore di venire aggrediti o derubati, di diventare
poveri e l’incertezza per il futuro accentuano la reazione di isolamento
dall’”altro” e ci aizzano verso politiche repressive e di sicurezza. Il
Leader, dopo qualche mese, farà la parte del nostro salvatore in nome della
concretezza e dell’efficienza. Accetteremo di aumentare il potere del
leader, di promuovere le forze dell’ordine e militari, anche rivalutando la
loro immagine tramite la televisione e i media.
Ecco il nocciolo: Una volta che deleghiamo al leader
sempre più potere di controllare e reprimere con la forza, non abbiamo più la
facoltà di diversificare la delinquenza, dal dissenso verso il regime. Così
il potere che abbiamo tanto voluto accentrare nelle mani di chi ci comanda,
viene usato per forzarci a non generare proteste né idee dannose al regime.
PAURA DI PENSARE
Esempio di come può venire presentata una protesta
Le manifestazioni vengono presentate da “inutili
carnevalate” fino a “strumenti di guerriglia”. In TV vengono fatti vedere i
danni causati dalla violenza dei manifestanti, i passanti colpiti, il bambino
che piange, e spesso, i poliziotti feriti. La massa deve sentirsi spinta a
chiedere maggiore forza dalle autorità competenti e deve concludere che manifestare
non conviene ed è pericoloso, perché può trovarsi facilmente invischiata
nella giusta reazione delle forze dell’ordine verso la violenza e l’inciviltà
di chi manifesta. I motivi della manifestazione vengono presentati in secondo
piano e alcune parole sostituite: Ad esempio “Disobbedienti” è più incisiva che
“Pacifisti”.
Ogni possibile espressione di dissenso dai provvedimenti del
regime viene rivista dai media e impacchettata come “negativa” o “minacciosa”. Si
diffonde la paura di esprimere il proprio dissenso in pubblico, anche
singolarmente. Chi esprime un’opinione che danneggia l’immagine di un potente,
con un cartello o con un megafono, come sancito dalla costituzione, viene
fermato ed allontanato dalle forze dell’ordine. I sindacati vengono
indeboliti. Gli scioperi vengono resi virtuali o presentati come fonte
di disagio per il paese, si evidenzia l’aspetto dannoso e stressante della
mancanza del servizio piuttosto che spiegare le ragioni della protesta.
I Leader stessi, nei regimi dittatoriali, parlano con
autorità e aggressività, spesso con minacce indirette o incutendo paure. Non è
raro vedere un leader rivolgersi ad un
giornalista o ad un magistrato fuori dal coro con frasi tipo: “né parlerò
sicuramente in parlamento!”, “questa sua azione rimarrà una macchia nella sua
carriera!”, “Vergogna!”, fino a far
sentire ai giornalisti una mancanza di tranquillità nel proprio posto di
lavoro.
In sostanza, un costante clima di terrore dove ognuno è
sospettoso dell’altro e nessuno comunica è attualmente il modo più potente per
perseguire obiettivi economici e politici. Il Potere di proteggere, viene usato
da chi governa, come potere di reprimere il dissenso, e la guerra diventa la
soluzione a tutti i nostri mali.
“Solamente le
azioni coerenti all'ideologia sono buone. Tutte le 'impurità' sono viste come
originate dall'"esterno" (il mondo). Quindi, uno dei modi migliori
per sollevarsi dal peso della colpa è di denunciarle con grande ostilità. Alla
fine questo porta all'epurazione degli eretici, all'odio di massa e alle guerre
sante. Il gruppo punterà il dito contro gli errori di tutti gli altri impianti
di credenze, mentre pubblicizzerà la sua propria purezza.” - Jan
Groenveld del Cult Awareness & Information Centre sul Controllo
Mentale.
6.TRONISTI PER CASO?
Chi crede che il controllo delle masse si attua
prevalentemente gestendo le notizie nei programmi di informazione è
completamente fuori strada. Il nucleo del controllo delle masse nei sistemi
democratici, come abbiamo spiegato più volte, consiste nel determinare, alla
lunga, dei modi di pensare generalizzati.
Abbiamo già visto negli articoli precedenti quali sono i
modelli e le tecniche che creano una situazione di regime mantenendo
l’illusione della democrazia: Sono i modelli di pensiero più elementari e
impulsivi, quelli della rabbia, dell’invidia, della competizione con i metodi
del branco o del linciaggio di piazza. Va proposta l’immagine del
personaggio famoso, ricco, alla moda e piacente. Anche la comunicazione deve
essere vissuta in un contesto di regolamenti dove è consueta la delega ad un
Autorità che giudica e spiega, e, in
ultima analisi, elargisce premi e punizioni.
Ma se volessimo veramente controllare le masse, in che
maniera potremmo diffondere questi principi?
Dovremmo innanzitutto avere il controllo di un canale
televisivo. Creare dei programmi seguiti da molte persone, specialmente
giovani, che sono più facili da educare, e proporli per mesi o addirittura per
anni…
Quei programmi dovrebbero mostrare ripetutamente
l’espressione istintiva ed emotiva delle persone, e trascurare il più possibile
l’aspetto della cultura e dell’intelligenza individuale. Favorire la
competizione con premi e punizioni pubbliche decretate da un Autorità che divide
costantemente fra buoni e cattivi, stimolare invidie e reazioni emotive da
mostrare in pubblico. Risse, discussioni superficiali, aggressività e ignoranza
ostentate, crisi isteriche e pianti sono utili. Questo è il paese che
vogliamo ottenere.
Su un isola deserta, in una grande casa, in una fattoria o,
semplicemente negli studi dell’emittente, questi ipotetici programmi dovrebbero
promuovere delle immagini di persone ricche, esteticamente invidiabili, e
preferibilmente superficiali. Plaboys, veline o aspiranti tali vanno sempre
bene.
Potrebbero svolgersi in una scuola per giovani aspiranti
alla fama televisiva, che accettano l’autorità di alcuni giudici, superano
delle prove, imparano a seguire i regolamenti, esprimono gioia e lacrime e si
esibiscono al centro di uno stadio pieno di folla.
Potrebbero avere dei troni su cui sedersi, però dover
chiedere il permesso di parlare per alzata di mano, come si fa nelle scuole
elementari. Potrebbero delegare, sempre per gioco, il controllo alla Maestra
che potrebbe decidere chi deve parlare, come e quando, e magari rispiegare cosa
voleva dire veramente chi ha parlato.
Potrebbero fare capire che il Giusto e lo Sbagliato
non nasce da una indagine intellettiva, libera da coinvolgimenti di parte, ma
invece dalle risate contagiose dell’arena in cui si grida, ridicolizzando
l’avversario con una furba e cattiva battuta d’effetto.
I provini a pagamento e le selezioni per entrare a fare
parte di questi programmi, potrebbero, sempre ipoteticamente, diventare essi
stessi dei programmi televisivi che mostrano i giovani che hanno come unico
sogno diventare un famoso personaggio televisivo. Sarebbe geniale
mostrare tutto in TV: Dai provini al programma effettivo, e magari portare a
Sanremo il vincitore o mostrare i partecipanti di questi programmi in vari
altri talk-show. La televisione includerebbe in se tutto ciò di cui ha
bisogno in un continuo autoriferimento, dal terreno di coltura fino al prodotto
finito, passando per ogni fase intermedia.
Se esistesse un programma del genere, le coscienze
collettive e il senso comune delle masse verrebbero, con gli anni, plasmati a
favore dei modelli vantaggiosi all’accentramento del potere del regime, tenendo
al tempo stesso la popolazione appagata, divertita, interessata, occupata e
distratta dai problemi reali.
Infine verrebbero tutti richiamati in fila, senza
ribellione, ad ascoltare con ansia le ultime decisioni prese dal genitore
comune.
Fonte: Da Ecco Cosa Vedo del 15 ottobre 2009
Nessun commento:
Posta un commento