Se un’aquila, che
potrebbe tranquillamente volare libera nei cieli, cresce con la convinzione di
essere un pollo, rimarrà per sempre dentro il pollaio
INFORMAZIONE
L’importanza dell’informazione è fuori da ogni discussione.
Informare, lo dice il nome stesso che deriva da “in-formare”, cioè dare forma. Ma dare forma a cosa, se non alle
coscienze? Non a caso, tutte le grandi dittature hanno iniziato sempre con il
controllo dei mezzi di comunicazione (mass-media), proprio per plasmare le
menti e coscienze delle persone. La totalità delle persone, educata dalla tivù
alla passività e pigrizia mentale sin dall’infanzia, non sviluppa la capacità
di mantenere l’attenzione autonomamente, se non è emotivamente coinvolta. I manipolatori
questo lo sanno bene e per veicolare le loro informazioni mantengono viva l’attenzione della gente, agendo direttamente
nell’emotività. Questo si chiama intrattenimento. Il paradosso è che sono
le persone stesse che esigono di essere intrattenute e non informate, e
ovviamente il Sistema le accontenta: informa (a modo loro) attraverso
l’intrattenimento. L’importanza dei mezzi di comunicazione, è enorme. Ai fini
della governabilità, soprattutto nelle società basate sul consenso, è indispensabile limitare, ma anche
controllare e orientare l’informazione, la costruzione della
rappresentazione illusoria del mondo e da cui dipende la produzione e gestione
del consenso.
DISTRAZIONE
Tecnicamente il
distrarre l’attenzione cosciente di una persona assorbendola in qualche
attività o distraendola con notizie e informazioni assolutamente inutili, lascia
il subconscio sguarnito del suo presidio critico, rendendo possibile
l’instillazione di suggestioni, immagini, storie, ecc. Tutto quello che viene
veicolato dai media in virtù del controllo capillare che esiste, è totale
distrazione di massa. Le telecamere e le luci dei riflettori vengono
indirizzate su problematiche del tutto inutili per noi (la casa del partito di
governo, i rom, gli stupri, delinquenza, l’assassinio in famiglia, ecc.), ma
estremamente funzionali per il Sistema, che in questa maniera non fornisce le
Vere informazioni e notizie. Riempiono,
per così dire, il palinsesto mediatico, per riempire il nostro cervello con
spazzatura, idiozie, gossip, e altre stupidità amene. Una volta raggiunto
il limite non c’è più spazio per le cose importanti.
OBBEDIENZA VOLONTARIA
Ogni establishment che si rispetti, ha il suo arsenale di
mezzi di dominazione, il cui fine ultimo è quello di produrre compliance, cioè
obbedienza, conformazione da parte delle persone. Dominare gli altri significa ottenere la loro accondiscendenza più o
meno volontaria. Naturalmente è meglio se volontaria, cioè ottenuta con la
manipolazione (illusione, persuasione, intimidazione o condizionamento),
anziché imposta con la forza (dittature, colpi di stato).
SCUOLA
La scuola è il mezzo
primario per la manipolazione culturale e mentale. Abituare i bambini,
attraverso l’esecuzione ripetuta per anni degli ordini degli insegnanti, a
seguire gli ordini delle autorità; abituarli
alla sistematica gratificazione, all’assenza di regole e di confronti con la
realtà, sforna creature incapaci di auto-disciplina, completamente
dipendenti e incapaci di organizzarsi. Bambini siffatti, saranno adulti corrotti
e dipendenti dall’esterno, quindi più facilmente manipolabili. Nelle scuole, da
una parte l’insegnamento delle materie fondamentali è concepito in modo di
prevenire proprio il formarsi di una visione d’insieme, dall’altro si cerca che
le nuove generazioni non dubitino mai che il sistema di potere sia democratico
e legittimo.
IL SENSO DI IMPOTENZA
Un'altra strategia, strettamente interconnessa con il tema
del controllo, è la gigantesca campagna mediatica che inculca il senso di
impotenza. Un vera e propria operazione pianificata che sta facendo da una
parte assuefare a sentirsi impotenti, e
dall’altra desensibilizzando alla violenza. Come viene attuato tutto ciò?
Bombardando di immagini e notizie violente (assassinii, stragi, eccidi,
distruzioni, brutalità) senza che avvenga alcun intervento e/o cambiamento per
porvi fine. Perché lo fanno? Assuefacendoci ad accettare l’illegalità, il
degrado, il furto, il crimine, l’insicurezza del territorio, le bande,
l’immigrazione selvaggia, ecc. come cose inevitabili e irrisolvibili, e
contemporaneamente non lasciando il
tempo di pensare e riflettere, subissandoci di infiniti, incalzanti, estenuanti
adempimenti: fisco, contributi, tasse, tariffe, bolli, revisione caldaia, auto,
ecc., non è possibile per noi capire cosa sta realmente accadendo, e
soprattutto non è possibile organizzarci di conseguenza. Il senso di impotenza,
grazie ai mezzi di comunicazione di massa sta contagiando la società
occidentale in maniera capillare, le
persone oramai sono completamente apatiche e prive di volontà di cambiamento.
Per quale motivo dovremmo cambiare noi stessi e la nostra vita, se non vediamo
la luce, se le aspettative sono assolutamente nere? Questo però blocca e
paralizza le coscienze di milioni di persone totalmente in balia del Sistema.
ASSOCIAZIONE E
RIPETIZIONE
Una iniziativa oggettivamente poco accettabile come una
guerra, una legge, una tassazione, ecc. può essere resa meno pesante etichettandogli una denominazione falsa ma
semanticamente “buona”, accettabile (lotta al terrorismo,
democratizzazione, liberazione, sicurezza collettiva, ristrutturazione, guerra
umanitaria, missili intelligenti, ecc.) e ripetendola fino allo stremo in ogni
situazione e circostanza. La ripetizione
di un messaggio, uno spot, se diventa pervasiva, se avviene molte volte al
giorno, può far assorbire il contenuto, le implicazioni del messaggio
stesso come se fossero un fatto provato, anche se non lo sono (“le armi di
distruzione di massa di Saddam”, “le torri gemelle e Bin Laden”, ecc.). Analogamente
applicando denominazioni odiose, repulsive (antisemita, negazionista,
disubbidienti, revisionista, terrorista, stato canaglia, ecc.) si può ottenere
l’effetto contrario, al fine di colpire, delegittimare, screditare,
criminalizzare le iniziative, le persone, le idee non gradite. Pensiamo alla
nostra società, in cui ogni canale televisivo ha un suo serial popolare, tanto
per fare un esempio di indottrinamento, nel quale la polizia, la magistratura
svolgono un’azione efficace, incorruttibile a tutela del cittadino, mentre la realtà vede la criminalità sempre più
fuori controllo e le istituzioni sempre più inefficienti.
LO SHOCK DI MASSA
Mettendo singole persone o intere popolazioni sotto shock, si può produrre il loro consenso a un
cambiamento, riforma, legge, restrizione di libertà, guerra, ecc. L’esempio
delle Torri Gemelle e delle leggi repressive e guerre avvenute dopo, è
lapalissiano. Sfruttano l’effetto
sorpresa e di spavento come enorme fattore di distrazione e paralisi di massa,
inibitore di possibili reazioni e resistenze. Lo shock è molto generico e può
essere prodotto da catastrofi naturali (epidemie, terremoti, virus, minacce,
pandemie, ecc.), quanto da fatti economici (recessioni, crisi, crolli in borsa,
fallimenti, ecc.) e politici (guerre, colpi di stato, ecc.).
SCREDITARE TUTTI
Il debunking o
discredito è una forma manipolatoria, che consiste nel confutare, nello
smontare, teorie e informazioni che vanno contro il pensiero ufficiale
dominante. Oppure screditare i diffusori di queste teorie e informazioni. Il
debunker attacca la controinformazione con messaggi semplici, discorsivi,
prevalentemente a livello emotivo, con
“ganci” diretti all’inconscio, piuttosto che alla logica. Questi attacchi
non si rivolgono al contenuto, alle idee, ma mirano a screditare la fonte e
l’autore sul piano morale associandolo spesso ad affiliazioni “appestanti” coi
terroristi, nazisti, fascisti, comunisti, antisemiti, antisionisti, ecc.
L’approdo estremo del debunking è quello di portare lo smascheramento degli
smascheratori alle estreme conseguenze, ossia portare l’opinione pubblica alla conclusione che tutto è marcio, tutti
mentono, tutti sono ladri, tutti fregano. Per tanto la verità non si potrà
mai sapere, e quindi è moralmente giustificato arrangiarsi, infischiarsi di
tutto e tutti. Si giunge all’egoismo più radicale e disumanizzante.
AVERE SEMPRE UN
NEMICO
La frustrazione
genera tensione e aggressività; e l’aggressività può scaricarsi contro di
sé o contro un oggetto esterno. Quando un tale tipo di frustrazione è diffusa
in tutta la popolazione, il momento è propizio per fondare un movimento e/o
organizzare un attacco verso il nemico. Nel nostro mondo tormentato da insicurezza
e frustrazione c’è un gran bisogno
psicologico e sociale di un nemico, di colpevoli, di capri espiatori
(terroristi, rom, immigrati, ecc.).
Nessuno è più schiavo
di colui che si ritiene libero senza esserlo (Goethe)
Fonte: da NEUROSCHIAVI di Marco Della Luna e Paolo Cionim ,
adattamento di Marco Canestrari; postato su
ECCO COSA VEDO Idee Per Una
Società Etica, del 11 gennaio 2011
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