Le archeologhe al lavoro nell´area dell´abitato dei
Celti Cenomani a Povegliano (FOTOSERVIZIO PECORA)
L´archeologa Giostra cercava tracce di Longobardi e trova
resti dell´abitato del II secolo avanti Cristo. Ci sono i fori dei pali che
reggevano le capanne
Nell´area verde del santuario di Madonna dell´Uva Secca c´è
un antico abitato dei Celti Cenomani. È un ritrovamento di rilevante interesse
in quanto rari sono gli insediamenti di Celti portati alla luce in Italia.
Anche a Povegliano, dove moltissime tombe con i corredi sono state ritrovate,
finora sono stati scavati un insediamento abitato dell´età del bronzo alla
Muraiola e tre capanne di Longobardi all´Ortaia.
Il merito della scoperta va all´equipe guidata da Caterina Giostra, docente di archeologia
medievale all´Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel cantiere
hanno scavato otto studentesse della scuola di specializzazione in archeologia
della Cattolica.
L´archeologa era alla ricerca di insediamenti longobardi in
un progetto che coinvolge l´ateneo meneghino e la Soprintendenza per i Beni
Archeologici del Veneto.
Le buche dei pali che reggevano le capanne
«Abbiamo avuto l´incarico», spiega la docente, «di studiare
la necropoli longobarda scoperta nel 1992 all´Ortaia di Madonna dell´Uva Secca.
Da lì abbiamo allargato lo sguardo per contestualizzare questa necropoli e
capire l´insediamento in età longobarda». La studiosa si chiedeva dove
abitassero i Longobardi. «È vero», continua, «che tre capanne sono state
ritrovate all´Ortaia, ma ci si è chiesti se i Longobardi fossero venuti ad
abitare qui, in una zona più asciutta, o fossero rimasti nella zona più umida e
se la chiesa fosse isolata oppure avesse un abitato altomedievale circostante».
L´area di scavi e, sullo sfondo, il santuario di
Madonna dell´Uva Secca
Ha quindi deciso di fare dei sondaggi esplorativi nella parte nord e ovest
attorno al santuario, che si trova a poca distanza dall´Ortaia, su un terreno
ghiaioso. In due settimane di scavi sono emerse una sessantina di buche: in
questi fori i Celti avevano piantato pali di legno per reggere le capanne
lignee. Alcune buche sono di grandi dimensioni, anche 60 centimetri di
diametro, e contenevano i pali portanti delle capanne, altre sono più piccole.
La loro profondità va da 20 a 90 centimetri. In alcune buche ci sono corone di
ciottoli, zeppe che servivano a bloccare i pali. Le buche sono numerose e
ravvicinate, il che, secondo la docente, sta ad indicare che in questa area
erano state costruite capanne in momenti diversi. Dei pali di legno non c´è
traccia, ma nelle buche sono stati ritrovati frammenti di ceramica: pezzi di
piatti, di ciotole, di vasellame da mensa, che venivano buttati perché rotti.
«I frammenti», spiega la docente, «sono ascrivibili ad un periodo di tempo
compreso tra il secondo e il primo secolo avanti Cristo: il che conferma che
nella porzione di abitato fatta venire alla luce abitavano i Celti
romanizzati». Quindi, quei Celti Cenomani, dei quali sono state scoperte 200
tombe all´Ortaia. È stata trovata anche una grande sepoltura celtica già
svuotata in antico.
La guarnizione di una cintura longobarda
L´età longobarda è stata comunque accertata per la chiesa:
infatti «nel saggio vicino al santuario», spiega l´archeologa, «sono stati
trovati resti di tombe, con ossa e con una guarnizione di cintura longobarda
per armi della seconda metà del VII secolo dopo Cristo. Qualche longobardo,
forse cristianizzato, scelse di essere sepolto vicino alla chiesa e non più
nella necropoli pagana dell´Ortaia».
La Cattolica proseguirà gli scavi all´Ortaia, alla ricerca
del villaggio longobardo. Le indagini sono state sostenute dall´amministrazione
comunale e dall´associazione Balladoro e con il consenso della parrocchia e del
comitato del santuario.
L´archeologa Caterina Giostra e il sindaco Anna Maria
Bigon
Il sindaco Anna Maria Bigon spiega che il Comune ha
stipulato una convenzione con la Cattolica e con la Soprintendenza di Verona
per proseguire gli scavi. «Vogliamo», aggiunge, «far diventare Povegliano
centro di ricerca archeologica. Il progetto sarà presentato in un convegno
internazionale all´Aquila».
POVEGLIANO È RITENUTO DAGLI STUDIOSI UN IMPORTANTE LUOGO
DI RITROVAMENTI PREISTORICI.
Povegliano è ritenuto dagli studiosi un importante luogo di
ritrovamenti preistorici. Nel 1876/77 in località Gambaloni fu rinvenuta una piccola necropoli della media età del
bronzo con scheletri, armi in bronzo, oggetti d´ornamento ed utensili di selce.
Nel 1879/80 gruppi di sepolture della tarda età del ferro ai
campi magri della Bora e a Madonna dell´Uva Secca con vasi,
oggetti in bronzo e in ferro, monete. Un´ascia in bronzo di notevoli dimensioni
nel 1967 a Gambarella.
Tra il 1985 e il 1988 alla Muraiola un insediamento abitato dell´età del bronzo con parecchi
oggetti e resti animali.
All´Ortaia tra il
1985 e il 1986 scavate 50 tombe longobarde e tra il 1990 e il 1992 ben 432
sepolture celtiche, romane e longobarde, con i relativi corredi funerari;
ammontano a 200 le tombe celtiche portate alla luce negli scavi del 2007, 2008
e 2009.GI.BO.
Fonte: srs di Giorgio Bovo, da L’Arena di Verona di sabato 08 settembre 2012, PROVINCIA, pagina 30
Link: http://www.larena.it/stories/dalla_home/405613_torna_alla_luce_un_villaggio_di_celti_cenomani/
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