DAL SANTO DO BATUDE LONGHE, FONDE, ROMPE LA NOTE CARGA DE PAURA, E DA PALASSO
GIUSTI GHE RISPONDE UN SIGO SPASIMADO DE CREATURA. AL FREDO, DRIO DEI SCURI, I
PADOVANI I SCOLTA L’AGONIA DEI PARTIGIANI.
(Egidio Meneghetti)
Accadeva a Palazzo Giusti di Padova, nell’inverno tra il 1944 e il
1945, che la «Banda Carità» talvolta
costringesse le partigiane più coraggiose a denudarsi tra scherni e insulti
come racconta la bellissima poesia del partigiano Egidio Meneghetti.
Nonostante ciò, la Resistenza Veneta, nota per il coraggio delle sue
azioni in tutta Europa, contribuisce di li a poco alla sconfitta di nazisti e
fascisti il cui esercito capitola il 25 aprile 1945.
San Pietro inviò san Marco ad Aquileia, dove convertì l'Ermagora:,
nel viaggio di ritorno naufragò sulle isole Rialtine per una tempesta e si trovò nel primo nucleo della
futura Venezia.
Un angelo gli apparve in sogno e lo salutò: "Pax tibi
Marce, evangelista meus" , e gli promise che in quelle terre avrebbe
riposato in attesa dell'ultimo giorno. San Pietro poi lo mandò ad Alessandria
d'Egitto, dove fondò la Chiesa locale, divenendone il primo Vescovo.
Sotto l'imperatore Traiano subì il martirio. Fu torturato e,
legato con funi, trascinato per Alessandria per due giorni; morì il 25
aprile dell'anno 72.
Tante volte abbiamo purtroppo assistito a molte prese di posizione
che mettevano in contrapposizione la festa di liberazione dal
nazi-fascismo e la festa di San Marco.
Noi pensiamo che non solo queste due feste non sono in
contrapposizione una con l'altra, ma che probabilmente dovrebbero essere
pensate come una unica importante festa per tutti i veneti.
COME GIUSTIFICHIAMO QUESTA “ARDITA” PROPOSTA?
In primo luogo perché pensiamo, con Pier Paolo Pasolini, che non ci sia alcuna vera discontinuità tra
il regime fascista e il regime che ci ha governato dal 1945 ad oggi (eccetto la
breve parentesi delle piccole repubbliche partigiane).
La continuità tra fascismo
fascista e fascismo democristiano è completa e assoluta [...]: la
mancata epurazione, la continuità dei codici, la violenza poliziesca, il
disprezzo per la Costituzione. E mi soffermo su ciò che ha poi contato in una
coscienza storica retrospettiva. La democrazia che gli antifascisti
democristiani opponevano alla dittatura fascista, era spudoratamente formale.
Si fondava su una maggioranza assoluta ottenuta attraverso i voti di enormi
strati di ceti medi e di enormi masse contadine, gestiti dal Vaticano. Tale
gestione del Vaticano era possibile solo se fondata su un regime totalmente
repressivo.
Pier Paolo Pasolini, Il vuoto del potere, 1975
E perché, come quello fascista, il regime successivo ha proseguito
sulla strada della distruzione dei patrimoni culturali e delle lingue locali
(soprattutto attraverso l'uso della televisione) forse con un disprezzo
anche maggiore di quello che gli era riservato in precedenza. Inoltre pensiamo
che la stragrande maggioranza della lotta partigiana non sia stata lotta per la
patria o per l'unità nazionale (come si sono arditi a scrivere recentemente
alcuni esponenti dell'ANPI) ma piuttosto lotta contro la dittatura e lo
sfruttamento e per una società diversa, inserita nella lotta per la difesa
della terra e per una giustizia universale, anche culturale.
In questo contesto la festa di San Marco diventa festa della
Cultura Veneta e dei veneti che la ritengono un eredità importante sulla
quale e con la quale costruire il proprio futuro. Una cultura che è in se punto
di incontro di culture e che ci insegna il dialogo e il costruire assieme.
Una cultura che è in se antifascista e che poco si presta
alla strumentalizzazione razzista e populista (tanto è vero che la lega ha
dovuto inventarsi una narrazione di stampo fortemente celtista che con il
Veneto non ha nulla a che fare).
Per questo motivo invitiamo tutti coloro che si sentono antifascisti
e che ritengono importante festeggiare la liberazione, ad impugnare la
bandiera di San Marco e a venire con noi a rivendicare una nuova liberazione
che ci liberi dal regime fascista democristiano che da troppo tempo ci opprime
e che ci permetta di valorizzare la nostra cultura in piazza San Marco il 25
aprile alle 16.00.
P.S. E ricordatevi che il 25 aprile si ricorda il martirio di un Palestinese
Fonte: visto su SANCA sinistra veneta indipendentista
del 18 aprile 2014
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