Monumento della
tomba di Scipione Maffei; chiesa
di S. Maria della Scala in Verona.
VOLUME II -
EPOCA IV - CAPO XVII
SOMMARIO. - Ragioni del titolo - Scoperte di codici nella
Biblioteca Capitolare - Contributi generosi - Giuseppe Bianchini - Scipione
Maffei - Pietro e Girolamo Ballerini - Da Prato - Bevilaqua - Vallarsi -
Campagnola - Patuzzi - Dionisi - Perazzini _ Àltri ecclesiastici
illustri - Opere di estranei pubblicate a Verona.
Il secolo XVIII, per
quanto spetta la coltura della letteratura ecclesiastica, nella storia della
chiesa veronese si può dire a buon diritto il
secolo d'oro.
Nel nostro
clero, e non nel clero soltanto, si acuì mirabilmente l'amore allo studio delle
scienze sacre, particolarmente delle opere dei Ss. Padri. Dietro le orme del card.
Noris e di mons. Francesco Bianchini,
primeggiarono alcuni genii sublimi, Girolamo
Da Prato, Pietro e Girolamo Ballerini, Scipione Maffei, Domenico Vallarsi;
e la loro operosità eccitò in molti altri uno stimolo efficacissimo, una santa
emulazione a pareggiare e superare i maestri. Certamente nessuna epoca della
chiesa veronese dà tante opere ecclesiastiche e sacre, quante ce ne diede il
secolo XVIII; e senza tema di errore
possiamo dire che in questo secolo in nessuna città dell'Italia e dell'Europa
si trova così energica cultura e così ampio sviluppo della letteratura
ecclesiastica, quanta si trova in Verona.
Il campo principale dell'operosità dei nostri eruditi fu la
pubblicazione delle opere dei SS. Padri e dottori e teologi della Chiesa. Basti
dire che nello spazio di circa trent'anni furono pubblicati almeno quaranta
volumi di grande mole, e quasi tutti in foglio; quasi tutti stampati a Verona,
qualcuno altrove per opera di qualche veronese. Né fa meraviglia il lavoro dei
tipografi: fa meraviglia l'operosità degli eruditi editori, che curavano (usiamo il verbo curare nel suo senso
latino) queste pubblicazioni, consultando codici a Verona, a Roma, a Padova, a Venezia ed all' estero,
illustrandole con dissertazione e note storiche e scientifiche, sorvegliando e
correggendo le stampe: operosità, che suppone ampie cognizioni della teologia,
della storia, delle lingue greca e latina.
È pure una gloria per
Verona l'idea progettata di dare alla luce un corpo completo dei Concili. Da alcuni manoscritti del
nostro Girolamo Da Prato si rileva
come verso il 1725, dietro il suggerimento del
Maffei, alcuni dei nostri eruditi stesero questo progetto, procurando che
in Verona si costituisse una società per ottenere l'esecuzione, che sarebbe
stata commessa al tipografo Jacopo
Vallarsi: però l'idea abortì in sul nascere(1).
Occasione opportuna, sia per la pubblicazione delle opere di
alcuni SS. Padri, sia per il progettato corpo dei Concili, fu la scoperta di
alcuni codici preziosi latenti in un ripostiglio del canonicato, fatta
nell'ottobre 1712 dal canonico Carinelli
dietro le domande insistenti del marchese
Maffei: erano codici biblici, canonici, liturgici, patristici, spettanti ai
secoli IX e X, e perciò importantissimi, eppure da qualche secolo latenti ed
ignoti(2). Questa scoperta fu un
impulso potente per gli eruditi veronesi e non veronesi; e se ne videro presto
gli effetti. (b)
A promuovere gli studi e la pubblicazione di opere
ecclesiastiche, massime antiche, giovò molto la cooperazione di ricchi e
generosi benefattori a così bella impresa.
Il vescovo Giovanni
Bragadino suggerì e « consilio et
ope » contribuì a fondare una novella tipografia
nel Seminario, coadiuvato dall'arciprete della cattedrale mons. Gian Francesco Muselli. Per la
pubblicazione di opere dei SS. Padri profusero somme vistose il marchese Maffei, mons. Giuseppe Muselli e soprattutto il conte
Ottolino Ottolini. La moltiplicità e
grandiosità delle opere pubblicate prova pure che era comune massime nel clero,
la ricerca delle medesime e la brama di leggerle e studiarle e consultarle(3). Questo è il secolo d'oro per la moltiplicità degli scrittori e
degli studiosi lettori.
Daremo un breve cenno degli scrittori più illustri seguendo
approssimativamente l'ordine cronologico.
Abbiamo già detto altrove dello studioso veronese mons. Francesco Bianchini; il quale,
essendo morto l'anno 1729, si può dire scrittore del secolo XVIII.
Fu pur celebre il nipote di lui Giuseppe Bianchini, nato in Verona il 4 settembre
1704. Ancor giovanetto fu mandato a studiare a Roma ed a Montefiascone
presso i padri Gesuiti: in Verona verso il 1725 fu nominato
canonico della cattedrale, e poi custode della Biblioteca Capitolare: fu in
questo ufficio, che egli dedicò giorno e notte tutto se stesso
all'investigazione dei codici, e se ne giovò poi nelle importanti pubblicazioni
da lui fatte a Roma. Andò a Roma nel 1732, ed ivi entrò nella congregazione
dell'oratorio di S. Filippo: nel
1764 per decreto della città di Roma fu ascritto Patrizio Romano: morì nell'anno 1764. Suo primo pensiero fu
completare l'opera cominciata dal suo zio
Francesco, aggiungendo un appendice al volume terzo e pubblicando il volume
quarto Anastasii Bibliothecarii De
vitis Romanorum Pontificum.
È pur opera insigne di lui Evangeliarium quadruplex latinae versionis antiquae seu veteris
Italicae: utilissimo Vindiciae
canonicarum Scripturarum vulgatae latinae editionis. Sono pur
opere di lui Enarratio
Pseudo-Athanasiana, Demonstratio historiae ecclesiastica e quadripartitae,
Elenchus monumentorum ... , ed altre. Queste opere furono
pubblicate quasi tutte a Roma, ma in
gran parte coi sussidii che il Bianchini
trasse dai codici della Capitolare veronese.
Non possiamo omettere una gloria insigne della città e della
chiesa veronese, il marchese Scipione
Maffei; il quale, benché non fosse ecclesiastico, si addisse
pure alle scienze sacre, e in questo campo ci diede opere importantissime.
Principale fra queste è la Istoria teologica delle dottrine e delle opinioni ... in proposito
della divina grazia ... Nel suo celebre viaggio scientifico
(1732-1736) restò sorpreso come in Francia nei convegni degli uomini
scienziati, anche ecclesiastici e posti in alto, si parlava con certo disdegno
della bolla Unigenitus, e
si pretendeva che le proposizioni gianseniane e quesnelliane condannate nella
bolla fossero la genuina dottrina di Sant'Agostino
e di altri Padri della Chiesa
primitiva(4): indi l'impulso a collazionare quelle
proposizioni colla dottrina di Sant'Agostino;
e ne riuscì un lavoro teologico di tanta pienezza e profondità, che sarebbe assurdo
aspettarsi un' opera tale da un laico, da un uomo occupatissimo in mille studi
letterari e profani(5).
Alla Istoria, stampata in Trento l'anno 1742, aggiunse vari Opuscoli tratti
specialmente dai codici recentemente scoperti; indi anche le Complexiones di Cassiodoro, nelle quali i critici
trovano punti criticabili.
Al Maffei spetta
pure il merito della pubblicazione S. Hilarii opera in due
volumi in foglio fatta in Verona
l'anno 1730(6). Per la storia anche ecclesiastica di Verona giova pure la Verona illustrata stampata
a Verona l'anno 1732. Quest'uomo tanto benemerito della religione e della
patria morì il 12 febbraio 1755, e fu sepolto nella chiesa di S. Maria della Scala. (c)
Tra i letterati di questo secolo emergono i due sacerdoti Pietro e Girolamo Ballerini.
Nacque Pietro il
giorno 7 settembre 1698: dopo aver atteso agli studi presso i padri Gesuiti, fu ordinato sacerdote
verso l'anno 1722. Coadiuvò energicamente il vescovo Giovanni Bragadino nella riforma del clero veronese; ed in pari
tempo tutto si consacrò allo studio della teologia dogmatica e morale e delle
opere dei SS. Padri. Morì quasi improvvisamente il 28 marzo 1769, e fu sepolto
nella chiesa di S. Donato alla Colomba.
Il di lui fratello Girolamo,
nato il 29 gennaio 1702, studiò egli pure presso i Gesuiti: ordinato chierico e sacerdote, per insinuazione del
fratello si applicò allo studio della storia sacra e profana, ed anzitutto alla
storia dei Pelagiani. Passò da
questa vita il giorno 23 aprile del 1781, e fu sepolto nella chiesa di S. Maria Antica. Nelle questioni morali
piegavano ambedue verso il rigorismo; sia intorno al probabilismo, sia intorno
al mutuo(7) (d).
I due fratelli lavorarono assiduamente uniti nella
pubblicazione di opere dei SS. Padri e di scrittori ecclesiastici, dotandole di
dissertazioni erudite e di utilissime annotazioni: lavoratore principale fu Pietro, collaboratore Girolamo.
Diamo un elenco delle opere pubblicate in Verona in ordine
cronologico: Card. Henr. Noris opera
volumi quattro nel 1732; L M.
Giberti opera nel 1733 e poi 1739; Sermones S. Zenonis nel 1739; Summa S. Antonini, volumi
quattro nel 1740; S. Raymundi de
Pennaforti Summa nel 1744; Ratherii
Ep. Veron. opera nel 1765: è pur classica l'edizione S. Leonis M. opera omnia in
tre volumi fatta a Venezia negli anni 1753-57.
Né qui si arrestò l'attività del sacerdote Pietro Ballerini. Opera importantissima
pubblicata l'anno 1756 fu De vi ac
ratione primatus RR. Pontificum et de ipsorum infallibilitate; nella
quale erano ad evidenza confutate le famose Dichiarazioni del clero gallicano emesse l'anno 1682:
una Apologia sulla infallibilità
pontificia del medesimo autore fu pubblicata dal capitolo della
cattedrale l'anno 1829. Né meno importante è l'opera De potestate legislativa SS. Pontificum pubblicata
l'anno 1768 contro gli errori di Giustino
Febronio. Scrisse pure De jure
divino circa usuram, della quale opera parleremo altrove; come
pure dell'altra De privilegiis et
exemptione Capituli Cathedralis veronensis. Finalmente a tutti i
nostri sacerdoti è notissima l'operetta Institutio
ordinandorum pubblicata l'anno 1758.
Uno scrittore nostro dà un elenco di opere lasciate
manoscritte dai Ballerini; e
sarebbero nientemeno che cinquant'una: aggiunge in calce che i manoscritti sono
in trentasei volumi(8); i quali,
dopo varie vicende, passarono presso i Padri
Filippini, e da questi nel 1867 alla Biblioteca comunale.
Girolamo Da Prato
sacerdote della congregazione dell'Oratorio
di Verona, oltre che alla lingua latina, attese pure alla greca, all'ebraica,
alla caldaica; allo scopo di conoscere più a fondo le prime radici dell'
erudizione storico-ecclesiastica; al quale scopo visitò più volte i monumenti
di Roma.
Pubblicò in Verona i due primi volumi Sulpitii Severi opera, il primo l'anno 1741, il secondo
l'anno 1754; il terzo rimase inedito. Scrisse pure e pubblicò nell'anno 1756 De chronicis libris duobus ab Eusebio
Caesareensi scriptis.
Studioso delle cose di Verona scrisse alcune Dissertazioni sull'iscrizione
dell' arcidiacono Pacifico, sopra alcuni ospitali di Verona, sul monastero di S. Maria in Organo. Diede poi copiosa materia al Biancolini per le sue Notizie storiche delle chiese di Verona
e per la Serie dei Vescovi e
Governatori di Verona.
Della congregazione dei Filippini
fu pure il P. Ippolito Bevilaqua.
Studioso egli pure delle opere dei SS. Padri, pubblicò i Dialoghi di Sulpizio Severo volgarizzati
e due orazioni di S. Gregorio Naz.
volgarizzate, così pure la Versione
degli atti dei SS. Fermo e Rustico.
Domenico Vallarsi,
nato il giorno 13 novembre dell'anno 1702, studiò lettere e filosofia e
teologia alle scuole dei Gesuiti di S.
Sebastiano. Ordinato sacerdote, si
applicò all'investigazione dei SS. Padri,
e ci diede due pubblicazioni importanti. La prima è S. Hilarii Episcopi Pictaviensis
opera in tre volumi in foglio fatta a Verona l'anno 1730; l'altra davvero colossale S. Hieronymi Stryd. opera di
undici volumi in foglio negli anni 1734-42, per la quale scrutò soprattutto la Vaticana e le altre biblioteche di Roma; le opere di S. Girolamo sotto la direzione dello stesso Vallarsi furono poi ristampate a
Venezia negli anni 1766-72.
Compose anche una storia della chiesa veronese sotto il
titolo Insigniora Ecclesiae
Veronensis monumenta; ma altre sue occupazioni gliene impedirono
la pubblicazione. Collaborò molto coi Ballerini
alla pubblicazione delle opere di S.
Zeno: di qualche altro suo scritto diremo in altro capo. Morì il giorno 14
agosto dell' anno 1771. Per decreto della città gli fu posta una lapide
commemorativa nella chiesa di S. Paolo
in Campo Marzo(9).
Sacerdote di singolare attività scientifica e pastorale fu Bartolomeo Campagnola, nato
l'anno 1693, cancelliere del capitolo di Verona ed arciprete di S. Cecilia. Peritissimo nella lingua
latina, poté facilmente investigare le nostre memorie antiche e comunicarne i
risultati ad altri insigni letterati. La pubblicazione più importante, fatta da
lui l'anno 1728, fu Liber Juris
civilis urbis Veronae, che egli arricchì di preziose
elucidazioni tratte dai codici veronesi (10).
Pubblicò pure il libro Pastoralis
regulae di S. Gregorio
Magno. Morì l'anno 1781(11).
Vincenzo Patuzzi,
nato a Verona l'anno 1700, entrò nell'ordine dei Domenicani a Venezia.
Pubblicò a Verona nel 1748 De futuro impiorum statu contro
l'incredulità, che dalla Francia e dalla Germania penetrava purtroppo anche in
Italia. Fu avverso quanto mai ai Gesuiti,
massime perché lassisti(12). Fu pure avverso a Sant'Alfonso, contro le cui dottrine
scrisse sotto varii pseudomini più opuscoli(13). Morì in una villa del vicentino il 26 maggio 1769.
Gian Jacopo
Dionisi nato di nobile famiglia veronese il 22 luglio 1734, ebbe
la sua prima coltura religiosa e letteraria nel collegio dei Nobili retto dai Gesuiti in Bologna.
Tornato in Verona abbracciò lo stato
ecclesiastico; dal pontefice Benedetto
XIV fu nominato canonico della cattedrale, e dal Capitolo fu eletto Bibliotecario della Capitolare;
ufficio, che gli diede agio a scrutare ed utilizzare codici importanti, massime
per la storia ecclesiastica di Verona. Nel 1784 pubblicò Le opere di S. Zenone volgarizzate, dedicandole
a Pio VI (14): scrisse Dei Santi Veronesi, « magis ad monialium pietatem fovendam, quam
ad criticam »; Il Ritmo Pipiniano, De duobus Episcopis
Aldone et Notingo, le celebri Apologetiche riflessioni, delle quali tratteremo
altrove: fece incidere in vari rami gli affreschi che erano nell'antica cripta
cristiana sotto il colle Castiglione dietro la chiesa di S. Nazaro. Si dice che
Pio VI lo avrebbe creato vescovo, se
egli non avesse preferito attendere ai suoi studii. Morì il giorno 13 aprile 1808.
Pietro Paletta,
nato l'anno 1741, fu per alcuni anni gesuita nella casa di S. Sebastiano, insigne oratore. Soppressa la Compagnia nel
1773, fu ordinato sacerdote e fu anche canonico della cattedrale. Opera
utilissima di lui è la Storia
ragionata delle eresie in sei volumi. Morì l'anno 1805.
Bartolomeo
Perazzini, nato in Verona l'anno 1727, educato nelle scuole
degli accoliti, ordinato sacerdote l'anno 1750, fu per alcuni anni maestro di
musica e di rettorica nelle scuole stesse accolitali: indi fu arciprete di Soave dal 1759 all'anno 1800, nel
quale passò a godere il premio della sua vita sacerdotale e parrocchiale(15). Lasciò varie composizioni di
musica sacra di sommo pregio(16). Ammiratore passionato delle opere di S. Zeno,
cooperò alla traduzione delle medesime fatta dal suo professore il canonico Dionisi: alla edizione delle opere di S. Zeno fatta dai Ballerini oppose alcune Emendationes
stampate l'anno 1773, indi alcune Correctiones
stampato l'anno 1775(17).
Per la storia della chiesa veronese, e quindi anche per i
nostri Cenni Storici è
importantissima l'opera compilata da Giambattista
Biancolini negoziante in seta, col titolo Notizie storiche delle Chiese di Verona, in otto
volumi, cominciata l'anno 1749, terminata l'anno 1771. Oltre la storia e
descrizione delle chiese della città e di parecchie della diocesi, dà molti ed
importanti documenti, che egli trasse dagli archivi della Curia, delle
parrocchie, dei monasteri: dà la serie dei vescovi con notizie biografiche, la
serie degli abbati e superiori dei conventi maschili e femminili. Sono pure
utilissime altre opere affini: Dissertazioni
sui Vescovi e Governatori di Verona, Serie dei Vescovi, e
parecchie dissertazioni scritte da lui per vendicare alla chiesa di S. Fermo la verità dei corpi dei SS. Fermo e Rustico, impugnata acremente dal Volpi e da altri scrittori bergamaschi. (f)
Giuseppe
Francescati, sacerdote stimato ed in affari importanti adibito
dai nostri vescovi fu professore di teologia dogmatica, e morale nel nostro
Seminario e poi rettore della chiesa di S. Lorenzo. Contro l'invadente libero
pensiero scrisse un' opera Principia
religionis naturalis et revelatae pubblicata in Verona in sei
volumi l'anno 1769: opera, che non si attirò entusiasmi. Per invito del vescovo Avogadro compose una Explicatio casuum reservatorum
pubblicata l'anno 1794. Nelle questioni agitate ai suoi tempi inclinò al
rigorismo. Morì al principio del secolo XIX.
Di altri celebri ecclesiastici, che illustrarono la chiesa
veronse nel secolo XVIII, daremo soltanto i nomi: Barzisa, Cenci, Gottardi, Muselli, Villi, Salvi, Zoppi, Giuliari,
Valsecchi, Federici, Bonvicini, Pellegrini, Lombardi, e ne potremmo
aggiungere altri. (18)
Daremo pure un elenco delle opere principali, in materia
sacra di autori non veronesi, stampate in questo secolo nelle tipografie di
Verona:
Rationarium
temporum del P. Petavio,
De veritate
Religionis di Grozio,
Orationes
di Sant'Anselmo Cantuariense,
Acta Martyrum
del P. Ruinart,
Opera del Card. Sadoleto,
Opera di
S. Paolino di Nola pubblicate per
cura di Lud. Muratori,
Theologia
naturalis di Wolf,
De authenticitate
lectionum ss. Scripturarum ... di Ansaldi,
Specchio della
vera penitenza di Passavanti,
De partu Virginis
di Sannazaro,
Decreta S. R.
Congregationis di Gavanto,
ecc.
Ci pare sia pienamente legittimato il titolo imposto al capo
presente.
NOTE
1 - GIULlARI, Della
Tipografia Veronese, pag. 104 - 107 (Verona 1871).
2 - MAFFEI, Istoria
teologica ... Opuscoli eccles., pag. 56, segg. (Trento 1871); GIULlARI, La
Capitolare Biblioteca di Verona, P.I, Capo III, pag. 24, segg. (Verona
1888); SPAGNOLO, I Marchesi Scipione
Maffei e Francesco Muselli, in
Ateneo Veneto, Maggio - Giugno 1907.
3 - Nel 1883
furono pubblicati in Verona i Sermones
S. Zenonis, edizione accuratissima, ed informata alle
norme della critica odierna, splendida nella forma; ma tutt' altro che
ricercata: forse non è ancora esaurita.
4 - SPAGNOLO, Scipione
Maffei e il suo viaggio all'estero, pag. 12, seg. (Verona 1903).
5 - Fu impugnata
con più opuscoli dal P. Celso Migliavacca Canonico Regolare di Milano, ed
accusata di eresia: la forma è spesso triviale.
6 - Furono poi
ristampate a Venezia l'anno 1749, ma non bene.
7 - Si veggano le
Praelectiones I, II, e la Praelectio II, premesse
ai Volumi I e II
della Summa S. Antonini.
8 - FEDERlCI, Elogi
di illustri Ecclesiastici Veronesi, III, pago. 119, seg.
9 - Si trova
presso FEDERICI, Elogi, III, pag. 146.
10 - CIPOLLA, B.
Campagnola, in Archivio veneto, Tomo XVIII, P. I, 1879.
11 -Della sua
attività scientifica scrisse un recente tedesco, in Mühbacgers
Mittheilungen, II, 88.
12 - Ancor più
ostile di lui contro i Gesuiti fu il suo fratello Paolo arciprete di S.
Benedetto e celebre oratore, molto stimato anche a Roma.
13 - HURTER, Nomenclator
littcrerius, III, I, pap. 168; CAPECELATRO, La vita di Sant'Alfonso
Maria di Liguori, II, pag. 97, segg.
14 - GIULlARI, S.
Zenonis Sermones. Proleg. Pag. C. XXX
15 - CASTAGNEDI, Don
Bartolomeo Perazzini Arcipr. di Soave (Verona 1896).
16 - SPAGNOLO, Le
scuole accolitali, pag. 150.
17 - Ne
approfittò il Can. GIULlARI nella sua edizione S. Zenonis Sermones.
18 - Di questi e
di altri, FEDERlCI, Op. cit; III, e Appendici.
ANNOTAZIONI AGGIUNTE AL CAP. XVII (a cura di Angelo
Orlandi)
a) Si tenga presente che anche in altri campi si
distinse la cultura veronese in questo secolo: nella letteratura diede poemetti
didascalici, drammi e saggi vari; nelle scienze e nella matematica può vantare
parecchi studiosi come D. Gaetano Marzagaglia, Giuseppe Torelli, Anton M.
Lorgna e parecchi altri; nella musica diede pure notevole produzione ed anche
nella architettura e arti figurative. Se ne possono trovare notizie in varie
opere citate già o che si citeranno a mano a mano che si presenteranno vari personaggi,
specialmente intorno a Scipione Maffei. Come saggio indicativo si veda G. P.
MARCHI, Cronache veronesi (1680-1730). Letteratura e vita cittadina, in La
Pittura a Verona tra Sei e Settecento. Catalogo della mostra a cura di L.
Magagnato, Venezia 1978, pp. 265-280. Per le scienze sacre si può vedere: A. VECCHI,
Correnti religiose nel sei-settecento veneto, Venezia 1962; A. NIERO, L'erudizione
storico-ecclesiastica, in Storia della cultura veneta vol. 5/II: Il
Settecento, Venezia 1986, pp. 97-121.
b) Cf. (G.
TURRINI), Biblioteca Capitolare di Verona. Per l'inaugurazione della sua
sede ricostruita. Settembre 1948, Verona 1948, pp. 21-28.
c) Una
bibliografia completa su Scipione Maffei potrebbe costituire un volume a sé;
qui si danno alcune indicazioni per una prima informazione su di lui. Sc.
MAFFEI, Epistolario. A cura di Celestino Garibotto, Milano 1955, v. 2.,
G. GASPERONI, Scipione Maffei e Verona settecentesca. Contributo alla storia
della cultura italiana, Verona 1955, pp. XXI-504., G. SILVESTRI, Scipione
Maffei, europeo del Settecento, Verona 1968. Per rapide notizie sul
personaggio si può rimettersi a varie enciclopedie e dizionari.
d) Di questo
argomento si riparla nel capitolo seguente a proposito delle controversie
dibattute nel secolo XVIII. Si può tuttavia indicare: G. P. MARCHI, Appendice
documentale: memoria bibliografica e cronologica della controversia, in Sc.
MAFFEI, Dell'impiego del danaro. Ristampa anastatica dell'edizione romana
del 1746, Verona 1975, pp. 23-60.
e) Anche intorno
ai Ballerini, specialmente a Pietro si è sviluppata una notevole bibliografia.
Qui ci si limita a poche indicazioni. T. FACCHINI, Il Papato principio di
unità e Pietro Ballerini di Verona. Dal concetto di unità ecclesiastica al
concetto di monarchia infallibile, Padova 1950, pp. 258, O. CAPITANI, Ballerini Pietro, in Dizionario
Biografico degli Italiani, v. 5°, Roma 1963, pp.
575-587.
f) Circa
l'erudito G. B. Biancolini si può vedere: A. PETRUCCI, Biancolini Giambattista, in Dizionario
Biografico degli Italiani, v. X, pp. 243-244.
Fonte: srs di Giovanni Battista Pighi, da CENNI
STORICI SULLA CHIESA VERONESE, volume II.
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