martedì 8 aprile 2014

IL SECOLO D'ORO DELLA LETTERATURA ECCLESIASTICA. (a)


Monumento  della  tomba di Scipione Maffei;  chiesa di S. Maria della Scala in Verona.


VOLUME  II -  EPOCA  IV -  CAPO XVII

SOMMARIO. - Ragioni del titolo - Scoperte di codici nella Biblioteca Capitolare - Contributi generosi - Giuseppe Bianchini - Scipione Maffei - Pietro e Girolamo Ballerini - Da Prato - Bevilaqua - Vallarsi - Campagnola - Patuzzi - Dionisi - Perazzini _ Àltri ecclesiastici illustri - Opere di estranei pubblicate a Verona.


Il secolo XVIII,  per quanto spetta la coltura della letteratura ecclesiastica, nella storia della chiesa veronese si può dire a buon diritto il secolo d'oro.
 Nel nostro clero, e non nel clero soltanto, si acuì mirabilmente l'amore allo studio delle scienze sacre, particolarmente delle opere dei Ss. Padri. Dietro le orme del card. Noris e di mons. Francesco Bianchini, primeggiarono alcuni genii sublimi, Girolamo Da Prato, Pietro e Girolamo Ballerini, Scipione Maffei, Domenico Vallarsi; e la loro operosità eccitò in molti altri uno stimolo efficacissimo, una santa emulazione a pareggiare e superare i maestri. Certamente nessuna epoca della chiesa veronese dà tante opere ecclesiastiche e sacre, quante ce ne diede il secolo XVIII; e senza tema di errore possiamo dire che in questo secolo in nessuna città dell'Italia e dell'Europa si trova così energica cultura e così ampio sviluppo della letteratura ecclesiastica, quanta si trova in Verona.

Il campo principale dell'operosità dei nostri eruditi fu la pubblicazione delle opere dei SS. Padri e dottori e teologi della Chiesa. Basti dire che nello spazio di circa trent'anni furono pubblicati almeno quaranta volumi di grande mole, e quasi tutti in foglio; quasi tutti stampati a Verona, qualcuno altrove per opera di qualche veronese. Né fa meraviglia il lavoro dei tipografi: fa meraviglia l'operosità degli eruditi editori, che curavano (usiamo il verbo curare nel suo senso latino) queste pubblicazioni, consultando codici a Verona, a Roma, a Padova, a Venezia ed all' estero, illustrandole con dissertazione e note storiche e scientifiche, sorvegliando e correggendo le stampe: operosità, che suppone ampie cognizioni della teologia, della storia, delle lingue greca e latina.

È pure una gloria per Verona l'idea progettata di dare alla luce un corpo completo dei Concili. Da alcuni manoscritti del nostro Girolamo Da Prato si rileva come verso il 1725, dietro il suggerimento del Maffei, alcuni dei nostri eruditi stesero questo progetto, procurando che in Verona si costituisse una società per ottenere l'esecuzione, che sarebbe stata commessa al tipografo Jacopo Vallarsi: però l'idea abortì in sul nascere(1).

Occasione opportuna, sia per la pubblicazione delle opere di alcuni SS. Padri, sia per il progettato corpo dei Concili, fu la scoperta di alcuni codici preziosi latenti in un ripostiglio del canonicato, fatta nell'ottobre 1712 dal canonico Carinelli dietro le domande insistenti del marchese Maffei: erano codici biblici, canonici, liturgici, patristici, spettanti ai secoli IX e X, e perciò importantissimi, eppure da qualche secolo latenti ed ignoti(2). Questa scoperta fu un impulso potente per gli eruditi veronesi e non veronesi; e se ne videro presto gli effetti. (b)

A promuovere gli studi e la pubblicazione di opere ecclesiastiche, massime antiche, giovò molto la cooperazione di ricchi e generosi benefattori a così bella impresa.
Il vescovo Giovanni Bragadino suggerì e « consilio et ope » contribuì a fondare una novella tipografia nel Seminario, coadiuvato dall'arciprete della cattedrale mons. Gian Francesco Muselli. Per la pubblicazione di opere dei SS. Padri profusero somme vistose il marchese Maffei, mons. Giuseppe Muselli e soprattutto il conte Ottolino Ottolini. La moltiplicità e grandiosità delle opere pubblicate prova pure che era comune massime nel clero, la ricerca delle medesime e la brama di leggerle e studiarle e consultarle(3). Questo è il secolo d'oro per la moltiplicità degli scrittori e degli studiosi lettori.

Daremo un breve cenno degli scrittori più illustri seguendo approssimativamente l'ordine cronologico.

Abbiamo già detto altrove dello studioso veronese mons. Francesco Bianchini; il quale, essendo morto l'anno 1729, si può dire scrittore del secolo XVIII.  
Fu pur celebre il nipote di lui Giuseppe Bianchini, nato in Verona il 4 settembre 1704. Ancor giovanetto fu mandato a studiare a Roma ed a Montefiascone presso i padri Gesuiti: in Verona verso il 1725 fu nominato canonico della cattedrale, e poi custode della Biblioteca Capitolare: fu in questo ufficio, che egli dedicò giorno e notte tutto se stesso all'investigazione dei codici, e se ne giovò poi nelle importanti pubblicazioni da lui fatte a Roma. Andò a Roma nel 1732, ed ivi entrò nella congregazione dell'oratorio di S. Filippo: nel 1764 per decreto della città di Roma fu ascritto Patrizio Romano: morì nell'anno 1764. Suo primo pensiero fu completare l'opera cominciata dal suo zio Francesco, aggiungendo un appendice al volume terzo e pubblicando il volume quarto Anastasii Bibliothecarii De vitis Romanorum Pontificum.

È pur opera insigne di lui Evangeliarium quadruplex latinae versionis antiquae seu veteris Italicae: utilissimo Vindiciae canonicarum Scripturarum vulgatae latinae editionis. Sono pur opere di lui Enarratio Pseudo-Athanasiana, Demonstratio historiae ecclesiastica e quadripartitae, Elenchus monumentorum ... , ed altre. Queste opere furono pubblicate quasi tutte a Roma, ma in gran parte coi sussidii che il Bianchini trasse dai codici della Capitolare veronese.

Non possiamo omettere una gloria insigne della città e della chiesa veronese, il marchese Scipione Maffei; il quale, benché non fosse ecclesiastico, si addisse pure alle scienze sacre, e in questo campo ci diede opere importantissime.
Principale fra queste è la Istoria teologica delle dottrine e delle opinioni ... in proposito della divina grazia ... Nel suo celebre viaggio scientifico (1732-1736) restò sorpreso come in Francia nei convegni degli uomini scienziati, anche ecclesiastici e posti in alto, si parlava con certo disdegno della bolla Unigenitus, e si pretendeva che le proposizioni gianseniane e quesnelliane condannate nella bolla fossero la genuina dottrina di Sant'Agostino e di altri Padri della Chiesa primitiva(4):  indi l'impulso a collazionare quelle proposizioni colla dottrina di Sant'Agostino; e ne riuscì un lavoro teologico di tanta  pienezza e profondità, che sarebbe assurdo aspettarsi un' opera tale da un laico, da un uomo occupatissimo in mille studi letterari e profani(5).
Alla Istoria, stampata in Trento l'anno 1742, aggiunse vari Opuscoli tratti specialmente dai codici recentemente scoperti; indi anche le Complexiones di Cassiodoro, nelle quali i critici trovano punti criticabili.
Al Maffei spetta pure il merito della pubblicazione  S. Hilarii opera in due volumi in foglio fatta in Verona l'anno 1730(6).  Per la storia anche ecclesiastica di Verona giova pure la Verona illustrata stampata a Verona l'anno 1732. Quest'uomo tanto benemerito della religione e della patria morì il 12 febbraio 1755, e fu sepolto nella chiesa di S. Maria della Scala. (c)

Tra i letterati di questo secolo emergono i due sacerdoti Pietro e Girolamo Ballerini.
Nacque Pietro il giorno 7 settembre 1698: dopo aver atteso agli studi presso i padri Gesuiti, fu ordinato sacerdote verso l'anno 1722. Coadiuvò energicamente il vescovo Giovanni Bragadino nella riforma del clero veronese; ed in pari tempo tutto si consacrò allo studio della teologia dogmatica e morale e delle opere dei SS. Padri. Morì quasi improvvisamente il 28 marzo 1769, e fu sepolto nella chiesa di S. Donato alla Colomba.
Il di lui fratello Girolamo, nato il 29 gennaio 1702, studiò egli pure presso i Gesuiti: ordinato chierico e sacerdote, per insinuazione del fratello si applicò allo studio della storia sacra e profana, ed anzitutto alla storia dei Pelagiani. Passò da questa vita il giorno 23 aprile del 1781, e fu sepolto nella chiesa di S. Maria Antica. Nelle questioni morali piegavano ambedue verso il rigorismo; sia intorno al probabilismo, sia intorno al mutuo(7) (d).

I due fratelli lavorarono assiduamente uniti nella pubblicazione di opere dei SS. Padri e di scrittori ecclesiastici, dotandole di dissertazioni erudite e di utilissime annotazioni: lavoratore principale fu Pietro, collaboratore Girolamo.
Diamo un elenco delle opere pubblicate in Verona in ordine cronologico: Card. Henr. Noris opera volumi quattro nel 1732; L M. Giberti opera nel 1733 e poi 1739; Sermones S. Zenonis nel 1739; Summa S. Antonini, volumi quattro nel 1740; S. Raymundi de Pennaforti Summa nel 1744; Ratherii Ep. Veron. opera nel 1765: è pur classica l'edizione S. Leonis M. opera omnia in tre volumi fatta a Venezia negli anni 1753-57.

Né qui si arrestò l'attività del sacerdote Pietro Ballerini. Opera importantissima pubblicata l'anno 1756 fu De vi ac ratione primatus RR. Pontificum et de ipsorum infallibilitate; nella quale erano ad evidenza confutate le famose Dichiarazioni del clero gallicano emesse l'anno 1682: una Apologia sulla infallibilità pontificia del medesimo autore fu pubblicata dal capitolo della cattedrale l'anno 1829. Né meno importante è l'opera De potestate legislativa SS. Pontificum pubblicata l'anno 1768 contro gli errori di Giustino Febronio. Scrisse pure De jure divino circa usuram, della quale opera parleremo altrove; come pure dell'altra De privilegiis et exemptione Capituli Cathedralis veronensis. Finalmente a tutti i nostri sacerdoti è notissima l'operetta Institutio ordinandorum pubblicata l'anno 1758.

Uno scrittore nostro dà un elenco di opere lasciate manoscritte dai Ballerini; e sarebbero nientemeno che cinquant'una: aggiunge in calce che i manoscritti sono in trentasei volumi(8); i quali, dopo varie vicende, passarono presso i Padri Filippini, e da questi nel 1867 alla Biblioteca comunale.

Girolamo Da Prato sacerdote della congregazione dell'Oratorio di Verona, oltre che alla lingua latina, attese pure alla greca, all'ebraica, alla caldaica; allo scopo di conoscere più a fondo le prime radici dell' erudizione storico-ecclesiastica; al quale scopo visitò più volte i monumenti di Roma.
Pubblicò in Verona i due primi volumi Sulpitii Severi opera, il primo l'anno 1741, il secondo l'anno 1754; il terzo rimase inedito. Scrisse pure e pubblicò nell'anno 1756 De chronicis libris duobus ab Eusebio Caesareensi scriptis.
Studioso delle cose di Verona scrisse alcune Dissertazioni sull'iscrizione dell' arcidiacono Pacifico, sopra alcuni ospitali di Verona, sul monastero di S. Maria in Organo.  Diede poi copiosa materia al Biancolini per le sue Notizie storiche delle chiese di Verona e per la Serie dei Vescovi e Governatori di Verona.

Della congregazione dei Filippini fu pure il P. Ippolito Bevilaqua.
Studioso egli pure delle opere dei SS. Padri, pubblicò i Dialoghi di Sulpizio Severo volgarizzati e due orazioni di S. Gregorio Naz. volgarizzate, così pure la Versione degli atti dei SS. Fermo e Rustico.

Domenico Vallarsi, nato il giorno 13 novembre dell'anno 1702, studiò lettere e filosofia e teologia alle scuole dei Gesuiti di S. Sebastiano.  Ordinato sacerdote, si applicò all'investigazione dei SS. Padri, e ci diede due pubblicazioni importanti.  La prima è S. Hilarii Episcopi Pictaviensis opera in tre volumi in foglio fatta a Verona l'anno 1730; l'altra davvero colossale S. Hieronymi Stryd. opera di undici volumi in foglio negli anni 1734-42, per la quale scrutò soprattutto la Vaticana e le altre biblioteche di Roma; le opere di S. Girolamo sotto la direzione dello stesso Vallarsi furono poi ristampate a Venezia negli anni 1766-72.
Compose anche una storia della chiesa veronese sotto il titolo Insigniora Ecclesiae Veronensis monumenta; ma altre sue occupazioni gliene impedirono la pubblicazione. Collaborò molto coi Ballerini alla pubblicazione delle opere di S. Zeno: di qualche altro suo scritto diremo in altro capo. Morì il giorno 14 agosto dell' anno 1771. Per decreto della città gli fu posta una lapide commemorativa nella chiesa di S. Paolo in Campo Marzo(9).

Sacerdote di singolare attività scientifica e pastorale fu Bartolomeo Campagnola, nato l'anno 1693, cancelliere del capitolo di Verona ed arciprete di S. Cecilia. Peritissimo nella lingua latina, poté facilmente investigare le nostre memorie antiche e comunicarne i risultati ad altri insigni letterati. La pubblicazione più importante, fatta da lui l'anno 1728, fu Liber Juris civilis urbis Veronae, che egli arricchì di preziose elucidazioni tratte dai codici veronesi (10). Pubblicò pure il libro Pastoralis regulae di S. Gregorio Magno. Morì l'anno 1781(11).

Vincenzo Patuzzi, nato a Verona l'anno 1700, entrò nell'ordine dei Domenicani a Venezia. Pubblicò a Verona nel 1748 De futuro impiorum statu contro l'incredulità, che dalla Francia e dalla Germania penetrava purtroppo anche in Italia. Fu avverso quanto mai ai Gesuiti, massime perché lassisti(12). Fu pure avverso a Sant'Alfonso, contro le cui dottrine scrisse sotto varii pseudomini più opuscoli(13). Morì in una villa del vicentino il 26 maggio 1769.

Gian Jacopo Dionisi nato di nobile famiglia veronese il 22 luglio 1734, ebbe la sua prima coltura religiosa e letteraria nel collegio dei Nobili retto dai Gesuiti in Bologna. Tornato in Verona abbracciò lo stato ecclesiastico; dal pontefice Benedetto XIV fu nominato canonico della cattedrale, e dal Capitolo fu eletto Bibliotecario della Capitolare; ufficio, che gli diede agio a scrutare ed utilizzare codici importanti, massime per la storia ecclesiastica di Verona. Nel 1784 pubblicò Le opere di S. Zenone volgarizzate, dedicandole a Pio VI (14): scrisse Dei Santi Veronesi, « magis ad monialium pietatem fovendam, quam ad criticam »; Il Ritmo Pipiniano, De duobus Episcopis Aldone et Notingo, le celebri Apologetiche riflessioni, delle quali tratteremo altrove: fece incidere in vari rami gli affreschi che erano nell'antica cripta cristiana sotto il colle Castiglione dietro la chiesa di S. Nazaro. Si dice che Pio VI lo avrebbe creato vescovo, se egli non avesse preferito attendere ai suoi studii.  Morì il giorno 13 aprile 1808.

Pietro Paletta, nato l'anno 1741, fu per alcuni anni gesuita nella casa di S. Sebastiano, insigne oratore. Soppressa la Compagnia nel 1773, fu ordinato sacerdote e fu anche canonico della cattedrale. Opera utilissima di lui è la Storia ragionata delle eresie in sei volumi. Morì l'anno 1805.

Bartolomeo Perazzini, nato in Verona l'anno 1727, educato nelle scuole degli accoliti, ordinato sacerdote l'anno 1750, fu per alcuni anni maestro di musica e di rettorica nelle scuole stesse accolitali: indi fu arciprete di Soave dal 1759 all'anno 1800, nel quale passò a godere il premio della sua vita sacerdotale e parrocchiale(15). Lasciò varie composizioni di musica sacra di sommo pregio(16).  Ammiratore passionato delle opere di S. Zeno, cooperò alla traduzione delle medesime fatta dal suo professore il canonico Dionisi: alla edizione delle opere di S. Zeno fatta dai Ballerini oppose alcune Emendationes stampate l'anno 1773, indi alcune Correctiones stampato l'anno 1775(17).

Per la storia della chiesa veronese, e quindi anche per i nostri Cenni Storici è importantissima l'opera compilata da Giambattista Biancolini negoziante in seta, col titolo Notizie storiche delle Chiese di Verona, in otto volumi, cominciata l'anno 1749, terminata l'anno 1771. Oltre la storia e descrizione delle chiese della città e di parecchie della diocesi, dà molti ed importanti documenti, che egli trasse dagli archivi della Curia, delle parrocchie, dei monasteri: dà la serie dei vescovi con notizie biografiche, la serie degli abbati e superiori dei conventi maschili e femminili. Sono pure utilissime altre opere affini: Dissertazioni sui Vescovi e Governatori di Verona, Serie dei Vescovi, e parecchie dissertazioni scritte da lui per vendicare alla chiesa di S. Fermo la verità dei corpi dei SS. Fermo e Rustico, impugnata acremente dal Volpi e da altri scrittori bergamaschi. (f)

Giuseppe Francescati, sacerdote stimato ed in affari importanti adibito dai nostri vescovi fu professore di teologia dogmatica, e morale nel nostro Seminario e poi rettore della chiesa di S. Lorenzo. Contro l'invadente libero pensiero scrisse un' opera Principia religionis naturalis et revelatae pubblicata in Verona in sei volumi l'anno 1769: opera, che non si attirò entusiasmi. Per invito del vescovo Avogadro compose una Explicatio casuum reservatorum pubblicata l'anno 1794. Nelle questioni agitate ai suoi tempi inclinò al rigorismo. Morì al principio del secolo XIX.

Di altri celebri ecclesiastici, che illustrarono la chiesa veronse nel secolo XVIII, daremo soltanto i nomi: Barzisa, Cenci, Gottardi, Muselli, Villi, Salvi, Zoppi, Giuliari, Valsecchi, Federici, Bonvicini, Pellegrini, Lombardi, e ne potremmo aggiungere altri. (18)

Daremo pure un elenco delle opere principali, in materia sacra di autori non veronesi, stampate in questo secolo nelle tipografie di Verona:
Rationarium temporum del P. Petavio,
De veritate Religionis di Grozio,
Orationes di Sant'Anselmo Cantuariense,
Acta Martyrum del P. Ruinart,
Opera del Card. Sadoleto,
Opera di S. Paolino di Nola pubblicate per cura di Lud. Muratori,
Theologia naturalis di Wolf,
De authenticitate lectionum ss. Scripturarum ... di Ansaldi,
Specchio della vera penitenza di Passavanti,
De partu Virginis di Sannazaro,
Decreta S. R. Congregationis di Gavanto,
ecc.

Ci pare sia pienamente legittimato il titolo imposto al capo presente.


NOTE


1 - GIULlARI, Della Tipografia Veronese, pag. 104 - 107 (Verona 1871).

2 - MAFFEI, Istoria teologica ... Opuscoli eccles., pag. 56, segg. (Trento 1871); GIULlARI, La Capitolare Biblioteca di Verona, P.I, Capo III, pag. 24, segg. (Verona 1888); SPAGNOLO,   I Marchesi Scipione Maffei e Francesco Muselli,  in Ateneo Veneto, Maggio - Giugno 1907.

3 - Nel 1883 furono pubblicati in Verona i Sermones S. Zenonis, edizione accuratissima, ed informata alle norme della critica odierna, splendida nella forma; ma tutt' altro che ricercata: forse non è ancora esaurita.

4 - SPAGNOLO, Scipione Maffei e il suo viaggio all'estero, pag. 12, seg. (Verona 1903).

5 - Fu impugnata con più opuscoli dal P. Celso Migliavacca Canonico Regolare di Milano, ed accusata di eresia: la forma è spesso triviale.

6 - Furono poi ristampate a Venezia l'anno 1749, ma non bene.

7 - Si veggano le Praelectiones I, II, e la Praelectio II, premesse ai Volumi I e II
della Summa S. Antonini.

8 - FEDERlCI, Elogi di illustri Ecclesiastici Veronesi, III, pago. 119, seg.

9 - Si trova presso FEDERICI, Elogi, III, pag. 146.

10 - CIPOLLA, B. Campagnola, in Archivio veneto, Tomo XVIII, P. I, 1879.

11 -Della sua attività scientifica scrisse un recente tedesco, in Mühbacgers Mittheilungen, II, 88.

12 - Ancor più ostile di lui contro i Gesuiti fu il suo fratello Paolo arciprete di S. Benedetto e celebre oratore, molto stimato anche a Roma.

13 - HURTER, Nomenclator littcrerius, III, I, pap. 168; CAPECELATRO, La vita di Sant'Alfonso Maria di Liguori, II, pag. 97, segg.

14 - GIULlARI, S. Zenonis Sermones. Proleg. Pag. C. XXX

15 - CASTAGNEDI, Don Bartolomeo Perazzini Arcipr. di Soave (Verona 1896).

16 - SPAGNOLO, Le scuole accolitali, pag. 150.

17 - Ne approfittò il Can. GIULlARI nella sua edizione S. Zenonis Sermones.

18 - Di questi e di altri, FEDERlCI, Op. cit; III, e Appendici.


ANNOTAZIONI AGGIUNTE AL CAP. XVII (a cura di Angelo Orlandi)


a)  Si tenga presente che anche in altri campi si distinse la cultura veronese in questo secolo: nella letteratura diede poemetti didascalici, drammi e saggi vari; nelle scienze e nella matematica può vantare parecchi studiosi come D. Gaetano Marzagaglia, Giuseppe Torelli, Anton M. Lorgna e parecchi altri; nella musica diede pure notevole produzione ed anche nella architettura e arti figurative. Se ne possono trovare notizie in varie opere citate già o che si citeranno a mano a mano che si presenteranno vari personaggi, specialmente intorno a Scipione Maffei. Come saggio indicativo si veda G. P. MARCHI, Cronache veronesi (1680-1730). Letteratura e vita cittadina, in La Pittura a Verona tra Sei e Settecento. Catalogo della mostra a cura di L. Magagnato, Venezia 1978, pp. 265-280.   Per le scienze sacre si può vedere: A. VECCHI, Correnti religiose nel sei-settecento veneto, Venezia 1962; A. NIERO, L'erudizione storico-ecclesiastica, in Storia della cultura veneta vol. 5/II: Il Settecento, Venezia 1986, pp. 97-121.

b) Cf. (G. TURRINI), Biblioteca Capitolare di Verona. Per l'inaugurazione della sua sede ricostruita. Settembre 1948, Verona 1948, pp. 21-28.

c) Una bibliografia completa su Scipione Maffei potrebbe costituire un volume a sé; qui si danno alcune indicazioni per una prima informazione su di lui. Sc. MAFFEI, Epistolario. A cura di Celestino Garibotto, Milano 1955, v. 2., G. GASPERONI, Scipione Maffei e Verona settecentesca. Contributo alla storia della cultura italiana, Verona 1955, pp. XXI-504., G. SILVESTRI, Scipione Maffei, europeo del Settecento, Verona 1968. Per rapide notizie sul personaggio si può rimettersi a varie enciclopedie e dizionari.

d) Di questo argomento si riparla nel capitolo seguente a proposito delle controversie dibattute nel secolo XVIII. Si può tuttavia indicare: G. P. MARCHI, Appendice documentale: memoria bibliografica e cronologica della controversia, in Sc. MAFFEI, Dell'impiego del danaro. Ristampa anastatica dell'edizione romana del 1746, Verona 1975, pp. 23-60.

e) Anche intorno ai Ballerini, specialmente a Pietro si è sviluppata una notevole bibliografia. Qui ci si limita a poche indicazioni. T. FACCHINI, Il Papato principio di unità e Pietro Ballerini di Verona. Dal concetto di unità ecclesiastica al concetto di monarchia infallibile, Padova 1950, pp. 258,  O. CAPITANI, Ballerini Pietro, in Dizionario Biografico degli Italiani, v. 5°, Roma 1963, pp.
575-587.

f) Circa l'erudito G. B. Biancolini si può vedere: A. PETRUCCI,  Biancolini Giambattista, in Dizionario Biografico degli Italiani, v. X, pp. 243-244.


Fonte:  srs di Giovanni Battista Pighi, da CENNI STORICI SULLA CHIESA VERONESE, volume II.




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