Lord Christopher Monckton è una delle poche persone che
abbiano letto il testo della bozza di accordo della Conferenza di Copenhagen.
In una conferenza a Berlino il 4 dicembre ha dichiarato che quello che si apprestano a firmare i rappresentanti di 192
paesi instaurerebbe un regime mondiale non eletto che avrebbe più potere di
qualsiasi nazione.
Monckton è riuscito ad entrare in possesso della
segretissima bozza dopo aver minacciato di creare un incidente diplomatico. Dalla lettura, è emersa la figura di un governo mondiale che
potrà imporre tasse in tutti i paesi, compresi gli Stati Uniti, potrà abolire i
brevetti e decidere politiche economiche e ambientalistiche. Anche
se la parola “governo” non viene mai usata, il processo di centralizzazione del
potere nelle mani globali non è altro che questo. In una discussione privata,
Monckton ha voluto sottolineare che quando Sir
Maurice Strong creò l’IPCC, “lo creò non come corpo scientifico, ma come entità
politica. Allora, egli disse che sperava che esso diventasse il nucleo di un
governo mondiale“.
Il modello di un governo mondiale, ha detto Monckton,
potrebbe essere proprio l’Unione Europea, dove la sovranità nazionale è
stata abolita. “C’è un Parlamento Europeo, ma non può proporre le leggi. Le
sue decisioni possono essere rovesciate dai commissari. Se vuole emendare una
legge, deve chiedere il permesso alla Commissione, che è un corpo non eletto“.
Ai margini della conferenza di Berlino, il nostro
corrispondente ha chiesto a Monckton un parere sugli effetti dell’ambientalismo
nelle regioni povere del mondo. Egli ha replicato che quei paesi “devono permettersi l’industrializzazione. Devono
smetterla di farsi intimidire e prevaricare dall’ONU e dall’IPCC e da questi
falsi scienziati con le loro false teorie.
Devono dire: ‘Non dobbiamo più preoccuparci di salvare il
pianeta. Quell’epoca è finita. Perciò, se sollevare il nostro popolo dalla
povertà significa costruire centrali a combustione fossile, lo faremo’.
Questa è la strada intrapresa da Cina, Sud Africa, Brasile e
India [che] non voglio più essere intimiditi dall’occidente”.
In altre occasioni, Monckton ha condannato l’uso di
terreni agricoli per coltivare biocarburanti invece dei prodotti alimentare,
e ha denunciato il tema della riduzione demografica al centro della teoria del
cambiamento climatico.
Fonte: da Novisol del
16 dicembre 2009
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