lunedì 16 aprile 2012

ZEVIO – LA TOMBA DEL CARRO: IN MOSTRA I RESTI DEL PICCOLO PRINCIPE CELTICO


L´EVENTO. Per la prima volta i reperti saranno ammirati nel paese in cui sono stati rinvenuti: oggi ci sarà l´inaugurazione. Si potrà ammirare il ricco corredo funerario del bimbo d´alto rango trovato nell 1988  a Lazisetta

A oltre duemila anni di distanza il «principe bambino» torna nella terra da dov´era partito nel 1988, quando i suoi resti inceneriti furono dissepolti. 
Stabilisce un record la mostra che aprirà i battenti oggi nell´ex municipio: per la prima volta si potranno ammirare reperti celtici nel paese in cui sono stati rinvenuti grazie a campagne di scavo che a Santa Maria hanno dissotterrato diversi sepolcreti datati al periodo gallico precedente alla romanizzazione del territorio. 

i tratta dei reperti della tomba più bella, la numero 7, scavata a Lazisetta, località lungo l´argine dell´Adige tra Santa Maria e Pontoncello, appartenuti appunto a un bambino tra i 5 e i 7 anni, di famiglia nobile, morto 22 secoli fa, cui la sua tribù attribuì gli onori di guerriero.
Gli archeologi della Soprintendenza rimasero stupiti dalla ricchezza del corredo funerario del sepolcro isolato dagli oltre 117 individuati a mezzo metro di profondità nel terreno ghiaioso. Solo un personaggio di alto rango poteva permettersi d´accompagnarsi nell´ultimo viaggio con un´armatura completa, simbolo d´importanza sociale, con spada, lancia, giavellotto, umbone di scudo, spiedo per la carne, alari, una padella utilizzata per riscaldare il vino assunto durante particolari cerimonie, un colino di pregevole fattura e altro vasellame bronzeo e ceramico usato per contenere balsami e cosmetici. 

La fossa restituì anche 25 denari d´argento e altre 10 monete di bronzo per affrontare il viaggio nell´aldilà: una somma da Paperon de´ Paperoni se si considera che le restanti sepolture custodivano 1-2 monete di metalli meno preziosi dell´argento.
Nella fossa accanto alle ceneri del bimbo un altro rinvenimento che ha fatto diventare celebre la sepoltura col nome di «tomba a carro»: i resti metallici di un carro da guerra e da cerimonia a quattro ruote, una rarità in Europa.
«La mostra è un evento storico per il nostro Comune, che ha dato molto in termini di reperti senza mai vederli esposti in loco», commentano il sindaco Paolo Lorenzoni e l´assessore alla Cultura Michele Caneva.
All´inaugurazione, alle 17, della mostra con la direzione scientifica di Luciano Salzani, già funzionario archeologico della Soprintendenza, inserita nella «Settimana della cultura», organizzata da Comune, associazione Arkè e Università del tempo libero con il sostegno della Banca popolare, seguirà la tavola rotonda «L´archeologia a Zevio tra celti e romani». Relatori lo stesso Salzani e un altro archeologo che negli ultimi decenni si è occupato degli scavi di Santa Maria, Alberto Manicardi. Al termine della tavola rotonda sarà proiettato il documentario «Zevio, antichissima e celeberrima terra».  Domani dalle 9 alle 12 visite guidate gratuite ogni ora a cura di Giovanni Rodegher.

Martedì alle 21 Renzo Piglialepre presenterà il libro di Giuseppe Burato «Il segreto del faggio». Venerdì 20 alle 18 inaugurazione della mostra permanente «Adige, un fiume di memorie», collezione di pietre raccolte da Luigi Lineri. Venerdì 20 alle 21 sarà presentato il libro di Raffaele Pisani «Don Giuseppe Calza, filosofo nella fede». Sabato 21 alle 21, Perosini editore presenterà il libro di Giovanni Benaglio sui ricordi del padre Giacinto relativi a Santa Maria tra le due guerre. Il coro Euterpe accompagnerà con canti popolari. Si chiuderà domenica 22 con visite guidate tra le 9 e le 12, animate da ricostruttori storici in abbigliamento celtico. (P.T.)

Fonte:  da L’arena di Verona di sabato 14 aprile 2012,  PROVINCIA, pagina 32
Link: http://www.larena.it/stories/Provincia/352859_in_mostra_i_resti_del_piccolo_principe_celtico/


ZEVIO.  IN MOSTRA I REPERTI DI LAZISETTA


L’area dello scavo  archeologico a Lazisetta


I ritrovamenti archeologici di Santa Maria saranno visibili durante la Settimana della cultura dal 14 al 29 aprile  Tra gli oggetti DEL corredo funebre di un principino celtico anche un raro carro da guerra a 4 ruote e poi monete d´argento, fibbie, armi e altro ancora.

Per la prima volta gli zeviani potranno ammirare in loco i reperti celtico-romani dissotterrati a Santa Maria e dintorni in numerose campagne di scavo dirette dalla Soprintendenza, punta di diamante il carro da guerra a quattro ruote (rarità in Europa) dissepolto in località Lazisetta, facente parte del corredo funerario di un principino celtico. La mostra sarà allestita nell´ex municipio in occasione della settimana della cultura, tra il 14 e il 29 aprile.


L´assessore Michele Caneva spiega che l´esposizione rappresenterà il punto d´arrivo del nuovo corso instauratosi nei rapporti mai facili tra Comune e Soprintendenza. Caneva è soddisfatto anche perché la Sap, società archeologica con sede a Quingentole (Mn), con 24 mila euro stanziati da Comune e Regione, ha finalmente potuto completare scavi, eseguire rilevamenti e attribuire le coordinate geografiche che determinano la posizione dell´antico sepolcreto venuto alla luce nel 2008 a Rivalunga, lungo la provinciale Ronchesana. Gli scavi erano iniziati subito, ma poi la Soprintendenza li aveva sospesi per penuria di fondi. Quindi erano ripresi nella primavera 2009 con l´aiuto dei privati impegnati a bonificare il sito che ha restituito quasi 200 tombe datate tra la fine del secondo secolo avanti Cristo e il primo avanti Cristo.


Il comprensorio santamariese è sito giudicato d´importanza europea relativamente alla presenza dei Cenomani, ramo dell´antico popolo degli Aulerci, calato in parte dal nord della Francia per stanziarsi tra le Alpi, il Po e l´Adige.


Ma le ricorrenti campagne di scavo portate avanti dalla Soprintendenza nell´arco di circa 20 anni sono state contestate per le modalità “blitz” e l´impossibilità per scuole e residenti di seguirle. In pratica si disseppelliva, i reperti traslocavano in Soprintendenza e lo scavo veniva chiuso. 
Se si escludono gli addetti ai lavori, pochi potevano vedere. I Beni archeologici, per contro, attribuivano tale modalità alla scarsità di fondi e alla necessità di non esporre gli scavi all´intrusione di malintenzionati. 


In questo clima nacque la corrente di pensiero volta alla costituzione di un museo, naufragata tra il dualismo esistente tra il capoluogo e la frazione sede dei ritrovamenti: Santa Maria voleva esporre in loco, Zevio in castello. La tesi del museo nel capoluogo fu rilanciata dall´attuale amministrazione comunale all´indomani delle elezioni. Ma l´ipotesi ha fatto un passo indietro: «Escluso pensare a un museo nella difficile situazione economica in cui si dibattono gli enti locali. Più opportuno, invece, fare rete con quelli di Verona e Legnago», dice l´assessore Caneva.



Gli scavi archeologici degli scorsi anni in località Rivalunga    

Intanto Rivalunga ha confermato la tipologia dei ritrovamenti santamariesi: ognuna delle  quasi 200 tombe (parte a casetta e parte a fossa) ha restituito resti inceneriti di una sola salma, deposti in un´anfora contenente anche i resti del banchetto funebre.


Accanto, il corredo funerario del morto: se donna, ornamenti quali spille, bracciali, collane, suppellettili domestiche. Se maschio, attrezzi da lavoro o armi. Un numero più o meno consistente di monete, ritenute necessarie al traghettamento nell´aldilà, ha sempre determinato il censo del defunto e la data della sepoltura.
 Il più ricco il principino celtico dissepolto a Lazisetta: la sua tomba custodiva una trentina di monete d´argento.


La settimana della cultura» distribuirà anche il Dvd «Zevio, antichissima e celeberrima terra», su scoperte archeologiche e patrimonio storico, culturale, architettonico e umano DEL paese.


Fonte: Piero Taddei, da L’Arena di Verona di  martedì 06 marzo 2012, PROVINCIA, pagina 29.




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