Si chiama Tisa
(Trade in services agreement) il documento che l’Espresso è in grado di
rivelare grazie all’organizzazione di Assange. Un trattato internazionale di lobby e governi
per liberalizzare i servizi: dalla finanza ai dati personali, dalla sanità
alle assicurazioni. Sarebbe la vittoria definitiva della finanza sulla politica
19 giugno – Un trattato internazionale che potrebbe avere
enormi conseguenze per lavoratori e cittadini italiani e, in generale, per
miliardi di persone nel mondo, privatizzando ancora di più servizi
fondamentali, come banche, sanità, trasporti, istruzione, su pressione di
grandi lobby e multinazionali. Un accordo che viene negoziato nel segreto
assoluto e che, secondo le disposizioni, non può essere rivelato per cinque
anni anche dopo la sua approvazione.
L’Espresso
è in grado di rivelare parte dei contenuti del trattato grazie a WikiLeaks,
l’organizzazione di Julian Assange, che lo pubblica in esclusiva con il nostro
giornale e con un team di media internazionali, tra cui il quotidiano tedesco
“Sueddeutsche Zeitung”.
Una pubblicazione che avviene proprio in occasione
dell’anniversario dei due anni che Julian Assange ha finora trascorso da
recluso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, come ricorda l’organizzazione .
Scrive Wikileaks:
Gli Stati Uniti e l’Unione europea sono i principali fautori
dell’accordo, e della maggior parte dei cambiamenti congiunti, che copre anche
il flusso transfrontaliero dei dati personali. In una significativa manovra
anti-trasparenza dalle parti, il progetto è stato classificato segreto, non
solo durante i negoziati, ma per cinque anni dopo l’entrata in vigore del Tisa.
Nonostante i fallimenti della regolamentazione finanziaria
evidente durante la crisi globale, i sostenitori di TISA mirano a liberalizzare
ulteriormente i mercati dei servizi finanziari globali. Il progetto Servizi
Finanziari allegato stabilisce anche le norme per aiutare l’espansione delle
finanziarie multinazionali in altre nazioni – con sede principalmente a
New York, Londra, Parigi e Francoforte - impedendo ostacoli normativi.
Il documento qui >>
http://wikileaks.org/tisa-financial/#start
Fonte: visto su IMOLA OGGI
di giovedì 19 maggio 2014
WIKILEAKS: ECCO L'ACCORDO SEGRETO PER IL LIBERISMO SELVAGGIO
Si chiama Tisa (Trade in Services Agreement) il documento
che l'Espresso è in grado di rivelare grazie all'organizzazione di Assange. Un
trattato internazionale di lobby e governi per liberalizzare i servizi: dai
dati personali alla sanità passando per le assicurazioni. Sarebbe la vittoria
definitiva della finanza sulla politica
DI STEFANIA MAURIZ
Un trattato internazionale che potrebbe avere enormi
conseguenze per lavoratori e cittadini italiani e, in generale, per miliardi di
persone nel mondo, privatizzando ancora di più servizi fondamentali, come
banche, sanità, trasporti, istruzione, su pressione di grandi lobby e
multinazionali. Un accordo che viene negoziato nel segreto assoluto e che,
secondo le disposizioni, non può essere rivelato per cinque anni anche dopo la
sua approvazione.
L'Espresso è in grado di rivelare parte dei contenuti del
trattato grazie a WikiLeaks, l'organizzazione di Julian Assange, che lo pubblica in esclusiva con il
nostro giornale e con un team di media internazionali, tra cui il quotidiano
tedesco “Sueddeutsche Zeitung”. Una
pubblicazione che avviene proprio in occasione dell'anniversario dei due anni che Julian Assange ha finora trascorso
da recluso nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, come ricorda l'organizzazione .
GUARDA IL
DOCUMENTO IN ESCLUSIVA
Si chiama “Tisa”, acronimo di “Trade in services
agreement”, ovvero “accordo di scambio sui servizi”. E' un trattato che non
riguarda le merci, ma i servizi, ovvero il cuore dell'economia dei paesi
sviluppati, come l'Italia, che è uno dei paesi europei che lo sta
negoziando attraverso la Commissione Europea. Gli interessi in gioco sono
enormi: il settore servizi è il più grande per posti di lavoro nel mondo e
produce il 70 per cento del prodotto interno lordo globale. Solo negli Stati
Uniti rappresenta il 75 per cento dell'economia e genera l'80 per cento dei
posti di lavoro del settore privato. L'ultimo trattato analogo è stato il Gats
del 1995.
A sedere al tavolo delle trattative del Tisa sono i paesi
che hanno i mercati del settore servizi più grandi del mondo: Stati Uniti,
Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell'Unione Europea, più Svizzera,
Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea
del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e
Costa Rica. Con interessi in ballo giganteschi: gli appetiti di grandi
multinazionali e lobby sono enormi.
La più aggressiva è la “Coalition of Services Industries”,
lobby americana che porta avanti un'agenda di privatizzazione dei servizi, dove
Stati e governi sono semplicemente visti come un intralcio al business: «Dobbiamo supportare la capacità delle
aziende di competere in modo giusto e secondo fattori basati sul mercato, non
sui governi», scrive la Coalition of Services Industries nei suoi
comunicati a favore del Tisa, documenti che sono tra i pochissimi disponibili
per avere un'idea delle manovre in corso.
Bozze del trattato, informazioni precise sulle trattative
non ce ne sono. Per questo il documento che oggi l'Espresso può
rivelare, pubblicato da WikiLeaks, è importante. Per la prima volta dall'inizio
delle trattative Tisa viene reso pubblico il testo delle negoziazioni in corso
sulla finanza: servizi bancari, prodotti finanziari, assicurazioni. Il
testo risale al 14 aprile scorso, data dell'ultimo incontro negoziale – il
prossimo è previsto a giorni: dal 23 al 27 giugno – ed è un draft che rivela le
richieste delle parti che stanno trattando, mettendo in evidenza le divergenze
tra i vari paesi, come Stati Uniti e Unione Europea, e quindi rivelando le
diverse ambizioni e agende nazionali.
Segretezza. A colpire subito è la prima pagina del
file, che spiega come il documento debba restare segreto anche se può essere
discusso utilizzando canali non protetti: «Questo documento deve essere
protetto dalla rivelazione non autorizzata, ma può essere inviato per posta,
trasmesso per email non secretata o per fax, discusso su linee telefoniche non
sicure e archiviato su computer non riservati. Deve essere conservato in un
edificio, stanza o contenitore chiusi o protetti». E il documento potrà essere
desecretato «dopo cinque anni dall'entrata in vigore del Tisa e, se non entrerà
in vigore, cinque anni dopo la chiusura delle trattative».
Pare difficile credere che, nonostante la crisi senza
precedenti che ha travolto l'intera economia mondiale, distruggendo imprese,
cancellando milioni di posti di lavoro e, purtroppo, anche tante vite umane, le
nuove regole finanziarie mondiali vengano decise in totale segretezza. Ma una
spiegazione c'è: Tisa è l'eredità del “Doha Round”, la serie di
negoziati iniziati a Doha, Qatar, nel 2001, e condotti all'interno
dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), per la globalizzazione e la liberalizzazione dell'economia,
che ha scatenato proteste massicce in tutto il mondo e che è fallito nel 2011,
dopo dieci anni di trattative che hanno visto contrapposti il mondo sviluppato,
Stati Uniti, Giappone Unione Europea, e quello in via di sviluppo, India, Cina,
America Latina.
Con il fallimento del Doha Round, gli Stati Uniti e i paesi
che spingono per globalizzazione e liberalizzazioni, hanno spostato le
trattative in un angolo buio (impossibile definirlo semplicemente discreto,
vista la segretezza che avvolge le negoziazioni e il testo dell'accordo),
lontano dall'Organizzazione mondiale del Commercio, per sfuggire alle piazze
che esplodevano in massicce, e a volte minacciose e violente, proteste no
global. Il risultato è il Tisa, di cui nessuno parla e di cui pochissimi sanno.
Eppure questo accordo condizionerà le vite di miliardi di persone.
Cosa prevede il Tisa? Impossibile capirlo con
certezza fino a quando l'intera bozza dell'accordo non sarà disponibile, ma il
draft sui servizi finanziari rivelato oggi da WikiLeaks rivela un trend
chiarissimo. «Il più grande pericolo del Tisa è che fermerà i tentativi dei
governi di rafforzare le regole nel settore finanziario», spiega Jane Kelsey,
professoressa di legge dell'Università di Auckland, Nuova Zelanda, nota per il
suo approccio critico alla globalizzazione. «Il Tisa è promosso dagli stessi
governi che hanno creato nel Wto il modello finanziario di deregulation che ha
fallito e che è stato accusato di avere aiutato ad alimentare la crisi
economica globale», sottolinea Kelsey. «Un esempio di quello che emerge da
questa bozza filtrata all'esterno dimostra che i governi che aderiranno al Tisa
rimarranno vincolati ed amplieranno i loro attuali livelli di deregolamentazione
della finanza e delle liberalizzazioni, perderanno il diritto di
conservare i dati finanziari sul loro territorio, si troveranno sotto
pressione affinché approvino prodotti finanziari potenzialmente tossici e si
troveranno ad affrontare azioni legali se prenderanno misure precauzionali per
prevenire un'altra crisi».
Il tesoro dei dati. L'articolo undici del testo fatto
filtrare da WikiLeaks non lascia dubbi su come i dati delle transazioni
finanziarie siano al centro delle mire e delle agende dei Paesi che trattano il
Tisa. Nel testo, Unione Europea, Stati Uniti e Panama, noto paradiso fiscale,
portano avanti proposte diverse. L'Europa richiede che «nessun paese
parte delle trattative adotti misure che impediscano il trasferimento o l'esame
delle informazioni finanziarie, incluso il trasferimento di dati con mezzi
elettronici, da e verso il territorio del paese in questione». L'Unione europea
precisa che, nonostante questa condizione, il diritto da parte di uno Stato che
aderisce al Tisa di proteggere i dati personali e la privacy rimarrà intatto «a
condizione che tale diritto non venga usato per aggirare quanto prevede questo
accordo». Panama, invece, mette le mani avanti e chiede di specificare che « un
paese parte dell'accordo non sia tenuto a fornire o a permettere l'accesso a
informazioni correlate agli affari finanziari e ai conti di un cliente
individuale di un'istituzione finanziaria o di un fornitore cross-border di
servizi finanziari». Gli Stati Uniti, invece, sono netti: i paesi che
aderiscono all'accordo permetteranno al fornitore del servizio finanziario di
trasferire dentro e fuori dal loro territorio, in forma elettronica o in altri
modi, i dati. Punto. Nessuna precisazione sulla privacy, da parte degli
Stati Uniti.
Quello che colpisce di questo articolo del Tisa sui dati è
che risulta in discussione proprio mentre nel mondo infuria il dibattito sui
programmi di sorveglianza di massa della Nsa innescato da Edward
Snowden, programmi che permettono agli Stati Uniti di accedere a qualsiasi
dato: da quelli delle comunicazioni a quelli finanziari. Ma mentre la Nsa li
acquisisce illegalmente, nel corso di operazioni segrete d'intelligence e
quindi la loro utilizzabilità in sede ufficiale e di contenziosi è limitata,
con il Tisa tutto sarà perfettamente autorizzato e alla luce del sole.
In altre parole, il Tisa rende manifesto che la stessa
Europa - che ufficialmente ha aperto un'indagine sullo scandalo Nsa in sede di
'Commissione sulle libertà civili, la giustizia e gli affari interni' del
Parlamento Europeo (Libe) - sta contemporaneamente e disinvoltamente trattando
con gli Stati Uniti la cessione della sovranità sui nostri dati finanziari per
ragioni di business. E sui dati, i lobbisti americani della 'Coalition of
services industries', che spingono per il Tisa, non sembrano avere dubbi: «Con
il progresso nella tecnologia dell'informazione e delle comunicazioni, sempre
più servizi potranno essere forniti all'utente per via elettronica e quindi le
restrizioni sul libero flusso di dati rappresentano una barriera al commercio
dei servizi in generale».
Fino a che punto può arrivare il Tisa? Davvero
arriverà a investire servizi fondamentali come l'istruzione e la sanità?
L'Espresso ha contattato 'Public Services International', (Psi) una federazione
globale di sindacati che rappresentano 20 milioni di lavoratori nei servizi
pubblici di 150 paesi del mondo. L'italiana Rosa Pavanelli, prima donna alla
guida del Psi dopo una vita alla Cgil, non sembra avere dubbi che le
negoziazioni del Tisa mirano a investire tutti i servizi, non solo quelli
finanziari, quindi anche «sanità, istruzione e tutto il discorso della
trasmissione dei dati». E per l'Italia chi sta trattando? «L'Italia, come la
maggior parte dei paesi europei, ha delegato alla Commissione europea», spiega
sottolineando la «grande segretezza intorno al Tisa». Daniel Bertossa, che per
Public Services International sta cercando di seguire e analizzare le trattative,
racconta a l'Espresso che, anche se nessuno lo ha reso noto, «per ragioni
tecniche che hanno a che fare con il Wto, noi sappiamo che il Tisa punta a
investire tutti i servizi e i paesi che stanno negoziando sono molto espliciti
sul fatto che vogliono occuparsi di tutti i servizi». Perfino quelli nel
settore militare che «sempre più fa ricorso al privato», spiega Bertossa,
sottolineando quanto sia problematica la riservatezza intorno ai lavori del
trattato e il fatto che sia condotto al di fuori del Wto, che, «pur con tutti i suoi problemi, perlomeno
permette a tutti i paesi di partecipare alle negoziazioni e rende pubblico il
testo delle trattative».
Invece, per sapere qualcosa del Tisa c'è voluta WikiLeaks.
Ai signori del mercato, stavolta, è andata male.
Fonte: srs di STEFANIA MAU da L’Espresso.it del 19
giugno 2014
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