Da dove cominciamo? Dal fatto che l’ufficialità della cosa è
arrivata dall’Istat oppure dalla vittoria di Renzi che ha sancito il sacrificio
dell’Italia sull’altare dell’Europa? Interessante la coincidenza che adesso
tutte le società di rating voteranno felici per il ritorno dell’Italia tra le
grandi opportunità di acquisto. In accordo con il plauso dell’Europa, ovvio.
Proprio mentre si ammette il fatto che il debito pubblico di molti periferici
potrebbe diventare una realtà “ingestibile in caso di bassa crescita e di
stallo di riforme economiche”. Parola, come sempre, della Bce. Potere
non eletto (come quello dell’Europa in fondo) decretato in un’elezione farsa
che ha chiamato i rappresentanti di un Parlamento il quale, di fatto, non ha
poteri. E allora vadano tutti pure al Parlamento europeo, tanto il massimo che
potranno fare sarà decidere la misura standard delle banane d’importazione. Se
siamo fortunati. Si perchè ovviamente a prendere le decisioni più importanti,
quelle serie non sono certo gli eletti, ma i componenti delle Commissioni.
Ma in fondo perchè lamentarsi, non stiamo forse bene lo stesso? In fondo la
recessione è finita. Ufficialmente. E altrettanto ufficialmente è iniziata la stasi.
O il blocco se preferite. Già, perchè l’Italia non cade più, ma nello stesso
tempo non cresce, in niente, e da troppo tempo.
Blocco totale
Non si assume (perchè non c’è produzione), non si investe
(perchè non c’è mercato), non si nasce nemmeno (perchè non c’è futuro) e ci si
limita a invecchiare, fuori, ma soprattutto dentro. Perchè se no ci sono novità
anche l’anima invecchia e quella degli italiani sembra essere particolarmente
soggetta a una sorta di senescenza obbligata. Vecchi siamo e Vecchi resteremo,
perchè solo in un paese di Vecchi (la maiuscola è voluta) una donna può
lavorare come badante pi che come baby sitter e in entrambi i casi sarà sempre
sottopagata e senza contratto. Solo in un paese di Vecchi ci si ritroverà con
oltre 6 milioni di volenterosi che non hanno da fare altro che guardarsi in
faccia e chattare (perchè in realtà un iPhone non si nega a nessuno, nemmeno a
chi non sa che farsene).
La beffa degli 80€
Un paese di Vecchi che non è in recessione, a che è anche in
una situazione peggiore: la stasi più totale. Immobilismo che farà crescere la
muffa anche nei cervelli di quelli che non fuggono, di quelli che credono
ancora (poveri disgraziati) che l’Italia abbia delle chance di ripresa.
L’Italia si, ma non fino a quando sarà abitata da questi italiani. Gli stessi
che si vendono per 80 euro. Gli stessi che permettono alla politica, alla
società e alla storia di ridurli in condizioni tali da chiedersi, con la bava
alla bocca, quando se e e come ci saranno questi 80 euro, sempre più
miraggio, sempre più elemosina di una dignità dimenticata. Si, perchè oltre
alla beffa c’è anche l’insulto, con quella cancellazione delle
detrazioni del coniuge a carico che rende gli 80 euro poco più di 15 visto il
taglio di 65.
Ma forse il problema è proprio questo: abbiamo permesso che
si andasse troppo oltre, che gli italiani diventassero un popolo che si compra
con la promessa di 80€… sempre che 80 siano…(qualcun altro si vendette per
trenta denari, chissà al cambio attuale quanto farà….).
Pil e criminalità
Ma la beffa non è solo questa, c’è di più, perchè il vero
italiano, in una sorta di autolesionismo patologico inflitto e non meritato,
arriva anche ad accettare di peggio. E cioè il fatto che la mancata crescita ha
portato a cancellare tutti i vantaggi ottenuti dai sacrifici (tanti) fatti
sotto gli ultimi 3 governi, con 180 miliardi letteralmente bruciati. Nessuna
manovra di sviluppo e quindi margini di crescita erosi. Chi potrà salvarci?
L’inventiva umana e il miracolo di San Gennaro, anzi di San Genny (a’ carogna):
infatti i governi dell’eurozona potranno inglobare nei parametri del Pil anche
le attività criminali. Ce lo chiede l’Europa.
Assurdo? No, semplicemente vero. Con il paradosso criminale
(nel vero senso della parola) che più aumenta la criminalità,appunto, e
più aumenta il gettito (teorico) per le casse dello stato con un Pil
migliorato.
Italia, un paese dove anche gli immigrati non vogliono stare
e la prendono solo come una tappa per il viaggio verso paradisi migliori. E non
solo loro. Perchè dall’Italia scappano anche i giovani, gli imprenditori, i
“cervelli” con un 36% in più rispetto al 2011, il numero più alto in 10 anni e
negli ultimi 5 anni sono stati quasi 100 mila.
Disoccupazione
Disoccupazione che riguarda 3 milioni di famiglie, genitori
in primis e per chi è “fortunato” arriva la soluzione del monoreddito, che in
tempi passati (a metà del secolo scorso) era anche la norma, ma allora il
tenore di vita era diverso e diverse erano le aspettative, senza contare un
minimo particolare: l’euro non esisteva. Disoccupazione che invece parla la
lingua di chi la conosce e la sfiora da anni, entrandone e uscendone spesso,
con contratti a termine, precariato di sorta e a lunghissimo tempo.
Ma non spaventatevi, potremo sempre trovare lavoro come
pusher e salveremo anche il Pil. In fondo è l'Europa che ce lo chiede...
Fonte: visto su TREND
ON LINE.com del 29 maggio 2014
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