Dal testo di Francesco Zanotto
"A tali strette ridotto, e ben vedendo
il Foscarini esser divenuta necessità il sottoporsi volontario alla morte,
piegava la fronte, generoso, a tanta necessità, anzichè palesare il nome della
donna visitata da lui ogni notte. Quindi tradotto innanzi agli inquisitori di
Stato, negava risolutamente di essere reo dell'imputatogli delitto, e nel
medesimo tempo non si giustificava offrendo pruove contrarie alla ingiuriosa
calunnia. Per lo che viemaggiormente
accrescendo il sospetto compilavasi a cura degli inquisitori medesimi il processo,
ed in seguito a questo venia giudicato dai X, dal doge e da suoi
consiglieri."
ANNO 1622
Giuseppe Gatteri
Cosa ci racconta il disegno di Gatteri.
Congiure
dall'esterno arrivano fino al cuore della città, ardono pure le controversie
religiose con il Papa. Venezia si sente
giustamente minacciata ma reagisce
con scarsa lucidità, più con la paura e le facili sentenze ...
LA SCHEDA STORICA - 113
Venezia aveva rischiato veramente grosso con la congiura
spagnola di Bedmar. Se non fosse stato per lo zelante Balthasar Juven la
repubblica sarebbe probabilmente scomparsa dalla faccia della terra. Per una
volta l'efficiente rete d'informatori ufficiali non aveva funzionato a dovere.
In conseguenza di ciò le misure di sicurezza si rafforzarono
ulteriormente. Nella città lagunare dopo
lo scampato pericolo si intensificarono le azioni di spionaggio e di controllo
vietando ai veneziani ogni contatto segreto con persone straniere. L'ulteriore
irrigidimento delle autorità, tuttavia, non poteva che portare con sè anche dei
rischi, fra i quali il più pericoloso era senza alcun dubbio la perdita di ogni
lucidità e serenità di giudizio.
E così, immancabili, arrivarono le prime vittime del nuovo
clima "poliziesco", vittime comuni, ma anche eccellenti personaggi
come il senatore Antonio Foscarini.
Costui, figlio di Niccolò, apparteneva a una delle più note
famiglie nobili veneziane. Come spesso
accadeva per questi aristocratici, Antonio aveva iniziato molto giovane una
brillante carriera politica e diplomatica al servizio della repubblica che lo
portò a rivestire l'alta carica di ambasciatore presso il re francese Enrico IV
e, successivamente, presso la corte d'Inghilterra dove aveva particolarmente e positivamente colpito il re
Giacomo I Stuart.
Ma quello del Foscarini sembrava già allora un destino
segnato. Durante la sua ambasceria in Inghilterra, infatti, in alcuni ambienti
si tentò di screditarlo, evidentemente stava suscitando non poche gelosie ed
invidie. Le accuse di tradimento mosse al Foscarini dal suo stesso segretario
nel 1618 vennero fortunatamente smentite e il Consiglio dei Dieci lo prosciolse
dopo ben tre anni d'inchiesta e di carcere.
Un gioco sporco tra ricatti e denunce anonime ...
Nel 1620, intanto, veniva nominato senatore della
repubblica, ma soli due anni dopo un tragico evento sconvolse, fino a spezzarla, la vita del
Foscarini. Denunce anonime giunsero infatti a suo carico al Consiglio dei
Dieci. Il Foscarini, secondo queste informazioni, stava segretamente tramando
ai danni della repubblica incontrandosi segretamente con esponenti di paesi
stranieri, cosa tassativamente vietata dal governo veneziano. L'8 aprile del
1622 Foscarini veniva quindi arrestato mentre lasciava il senato.
A complicare la situazione, già di per sè delicata, ci si
mise anche una donna: la contessa inglese lady Arundel. Secondo queste voci la nobildonna inglese,
figlioccia della regina Elisabetta I e grande amante dell'arte - proprio questa
sua grande passione l'aveva condotta a Venezia sin dal 1621 -, sarebbe stata la
misteriosa tessitrice di questo complotto, nel quale il Foscarini avrebbe
lasciato il cuore per amore della contessa. I segreti incontri notturni nella
casa dei Mocenigo dove la ''Lady'' alloggiava, avrebbero avuto quindi carattere
non solo amoroso ma anche politico. Quando il Foscarini venne portato davanti
al Consiglio dei Dieci, tuttavia, si sarebbe rifiutato di fare il nome di
questa donna e questo suo cavalleresco silenzio concorse non poco a confermare
le accuse di tradimento.
Prima meglio condannare poi la grazia può sempre
arrivare ...
Accuse dalle quali il Foscarini non ebbe neppure il tempo di
controbattere adeguatamente, dal momento che venne condannato a morte
all'unanimità dai membri del famigerato Consiglio dei Dieci. Il 20 aprile
veniva così emessa la condanna a morte per strangolamento, condanna che venne
eseguita in tutta fretta quella sera stessa nelle prigioni veneziane.
Ma giustizia era veramente fatta? Antonio Foscarini era
veramente colpevole? E di che cosa, poi? Di tradimento o di aver avuto per
amante la nobile, e sposata, lady Arundel? Niente di tutto questo, pare.
Foscarini, infatti, non fu in realtà il protagonista di
nessuna delle due scandalose circostanze. Nè del complotto politico, che a fatica la
stessa lady Arundel riuscì a dimostrare inesistente, nè dell'intrigo amoroso
dal momento che con tutta probabilità i due si incontrarono solo poche volte e
non certo in occasioni private. Resta che la donna, suo malgrado invischiata in
questa spiacevole storia, venne comandata dal suo ambasciatore di lasciare al
più presto Venezia.
Di fronte a questo perentorio ordine la donna reagì
energicamente. Non solo non lasciò la città, ma difese il Foscarini davanti al
diplomatico, sostenendo che mai il senatore veneziano aveva incontrato in casa
Mocenigo rappresentanti di paesi stranieri e nemici.
Le stesse cose dovette dire anche al doge al quale aveva
chiesto udienza, doge che dovette ben crederle se la invitò a presenziare alla
imminente cerimonia dello "sposalizio del Mare". Non solo. Venne
letta in senato una dichiarazione ufficiale d'innocenza da far avere poi anche
a Lord Arundel e a chiunque volesse avere chiarimenti sulla vicenda.
Sei mesi dopo lady Arundel lasciava Venezia per fare ritorno
a casa con i suoi due figli e ben 70 casse stracolme di merci, opere d'arte e
preziosi. Si lasciava alle spalle una città sconcertata dalla vicenda e dalla
morte innocente di uno dei suoi più amati e stimati senatori.
Se l'onore della donna era salvo, niente e nessuno poteva
invece ridare la vita al povero Foscarini. Per lui le scuse arrivarono troppo
tardi.
Il 22 agosto del 1622 gli autori della false accuse erano
stati arrestati e giustiziati mentre il Consiglio dei Dieci ammetteva
pubblicamente l'errore, il fatale e tragico errore di valutazione riabilitando
la memoria dello sfortunato Foscarini la cui salma venne riesumata per
procedere poi a dei solenni funerali di stato.
Era tutto quello che la repubblica poteva ormai fare per il
"suo" senatore.
Fonte: srs di
Giuseppe Gatteri, Antonio Viviani, Francesco Zanotto, Giuseppe Grimaldo, Laura
Poloni, Giorgio Marenghi; da STORIA VENETA,
volume 4, SCRIPTA EDIZIONI
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