Dal testo di Francesco Zanotto
"Usciti i Turchi da Clissa, il dì ultimo
marzo dell'anno 1648, passarono tra le fila delle milizie venete armate; ed
occupata poscia la piazza dal Foscolo, abbattuta la Luna, vi piantò il Leone di
S. Marco, e volta la moschea ad uso di cattolica chiesa, calpestate le turche
insegne, che di tappeto servirono alle ginocchia de' vincitori, resero al Dio
delle vittorie dovute grazie. Fu data poscia Clissa a reggere al generale
Francesco Valiero, fino a che giunse Marco Bembo, eletto provveditore dal
Senato, ed il colonnello Andrea Breton, a cui fu dato il governo dell' armi
della piazza conquistata."
ANNO 1648
Giuseppe Gatteri
Cosa ci racconta il disegno di Gatteri.
Venezia, ripresa
la guerra con il Turco per il possesso dell'isola di Candia, si muove anche su altri fronti come quello dalmata e istriano. Qui le sorprese non mancano di
certo!
LA SCHEDA STORICA - 118
Nel 1646, quando le
spoglie mortali del giovane e temerario comandante veneziano Tomaso Morosini
facevano ritorno in patria, la guerra coi turchi per il mantenimento dell'isola
di Candia era solo all'inizio.
Nessuno allora poteva immaginare che il confronto-scontro
tra Venezia e l'Impero ottomano nelle acque della preziosa isola, sarebbe
durato infatti ancora vent'anni. Vent'anni durante i quali si alternarono
momenti di calma a furiose battaglie spesso preparate o accompagnate da una
miriade di episodi e di azioni coraggiose volte a "disturbare" il più
possibile la presenza dei turchi nell'Egeo. E non solo lì.
Cercando di evitare,
dove era possibile, lo scontro navale diretto con la flotta nemica, la
Serenissima s'impegnò costantemente in una strettissima azione di
pattugliamento delle acque candiote impedendo ogni possibilità di sbarco ai
turchi.
Questi del resto non avevano in fondo nessuna particolare
fretta di completare la conquista dell'isola dal momento che ormai per ben
altre rotte transitava il grosso del traffico commerciale nel Mediterraneo
Orientale e l'isola non costituiva più da tempo un passaggio obbligato per le
navi. Creta più che una questione strategica era diventata ormai una questione
di prestigio, una sfida fra Occidente ed Oriente.
Per tutti questi motivi lo scontro finale venne rimandato
dalle due parti per ben vent'anni, periodo durante il quale i migliori uomini e
comandanti veneziani non persero occasione per distinguersi in qualche
significativa azione di disturbo.
Va detto che sin dalla riapertura delle ostilità con i
turchi, il governo ducale aveva provveduto a rinforzare la presenza veneziana
anche sulla terraferma, in Dalmazia e lungo le sue coste, dove ancora
resistevano numerosi possedimenti, in continuo pericolo di finire schiacciati
dalla pressione militare dei turchi dell'entroterra bosniaco.
La guerra si sposta anche in Dalmazia
Proprio quest'area divenne tre il 1645 e il 1648 lo scenario
di una clamorosa azione veneziana ai danni dei turchi, una delle tante che si
verificarono in quegli anni.
Il protagonista fu il generale veneziano Leonardo Foscolo
che nel corso di quel triennio s'impegnò instancabilmente con la sua flotta a
contrastare il nemico nella sua ulteriore avanzata verso la costa dalmata. I
suoi movimenti tattici rispondevano in realtà ad un ben preciso disegno
strategico del governo veneziano che puntava a diversificare il fronte
anti-turco pur nella consapevolezza di correre gravi rischi di collasso
militare in qualche area della costa. Ma intanto la strategia dava i suoi
positivi frutti e poi non c'era solo Creta da difendere!
E così nel 1648 il
comandante Foscolo riuscì a conquistare, incredibilmente, la città fortificata
di Clissa, l'attuale Klis, a sud-est di Spalato.
Inerpicata su di uno sperone roccioso la cittadina era
caduta in mano turca circa cinquant'anni prima. Si presentava come
un'inaccessibile rocca fortificata da ben tre cinta di mura e quindi
raggiungibile solo da una strada.
Il 19 marzo il Foscolo, affiancato da Girolamo Foscarini e
da Luigi Cocco provveditore di Sebenico, si portò con i suoi uomini sotto le mura
della città alla quale era già stato interrotto il rifornimento d'acqua.
Posizionati poi i cannoni, la prima cinta muraria crollò facilmente mentre per
la seconda, ci volle tutto l'impegno e lo sforzo di uomini e cannoni perchè
alla fine cedesse, anche se solo al terzo assalto.
Conquistata la cerchia mediana, i veneziani si trovarono di
fronte al cuore della rocca, la terza ed ultima cinta muraria. Questa era
guardata da 600 soldati turchi comandati da Alì Beì Filippovich e dal nipote di
quel Pascià che mezzo secolo prima aveva strappato a Venezia la città. I
veneziani ebbero comunque tutto il tempo per accamparsi e piazzare otto cannoni
dando inizio così a un duro cannoneggiamento delle mura che alla fine riuscì a
produrre uno squarcio nel loro spessore.
Alla fine una vittoria strepitosa sui rinforzi
convince i turchi assediati a Clissa a capitolare ...
Nel frattempo, il Pascià di Bosnia aveva provveduto a
spedire in aiuto degli assediati 5000 soldati accampatisi poco lontano dalle
postazioni veneziane. Il Pascià aveva pensato di attirare nel campo i veneziani
fingendo sulle prime di cedere per poi invece, una volta circondati,
stritolarli con una mossa a tenaglia. Queste le sue speranze, ma alla prova dei
fatti qualcosa non funzionò nel verso giusto per il comandante turco. In poche
ore, i veneziani sbaragliarono il nemico conquistando l'intero campo con tende,
cavalli e munizioni. Per i turchi di Clissa era la fine, dal momento che il
loro destino dipendeva in larga misura dall'efficacia di quei rinforzi.
Issata la bandiera bianca della resa, ai turchi fu comunque
concesso dal generale Foscolo di abbandonare la città indisturbati ed incolumi
con tutti i loro averi. Venivano
trattenute solo sei persone, esponenti altolocati in qualità di ostaggi, affinchè
fossero liberati alcuni prigionieri veneziani fra i quali il Conte Capra.
Era il 31 marzo del 1648. Ammainata la mezzaluna sulla
piazza di Clissa tornava a sventolare il Leone di S. Marco.
Fonte: srs di
Giuseppe Gatteri, Antonio Viviani, Francesco Zanotto, Giuseppe Grimaldo, Laura
Poloni, Giorgio Marenghi; da STORIA VENETA,
volume 4, SCRIPTA EDIZIONI
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