Quanto segue è tratto dal libro: "Papi in libertà" di padre Josè-Apeles
Santolaria de Puey y Cruells (Barcellona 1966).
Sacerdote, avvocato e giornalista è laureato in
Giurisprudenza e Diritto Canonico e presso la Scuola Diplomatica spagnola si è
diplomato in Studi Internazionali.
E' inoltre Cappellano dell'Ordine di Malta ed è
collaboratore di Radio Vaticana ed è inoltre autore di notevoli studi e
articoli sulla storia della Chiesa e sulla storia dei Pontefici.
Questa premessa è importante per poter interpretare
correttamente il testo che segue....
da pag. 255 a pag.261 c'è una meticolosa, seppur condensata,
descrizione del difficile rapporto fra Pio XII e l'allora Vescovo Montini,
futuro Paolo VI....
Padre Josè, pur sottolineando che "le ragioni" di
un certo ben risaputo rapporto non felice fra i due, non è stato mai chiarito,
egli avanza tuttavia con dei fatti ben conosciuti nell'ambiente.....
Riporterò il racconto rispettandone il contenuto (ossia
senza aggiungere nulla di mio) ma non la sequenza delle parole stesse, sia
per un problema di lunghezza, sia per rendere, in un forum, la lettura più
scorrevole.....
LA SITUAZIONE
Alla morte di Pio XII, nel 1958, si presentò un grande
dilemma nella Chiesa.
Da una parte il lungo Pontificato di Pacelli era stato
segnato dal prestigio indiscutibile di un pontefice che, più passavano gli
anni, più concentrava potere nelle sue mani, anche perchè era cosciente delle
tensioni che crescevano all'interno del mondo cattolico....
Dall'altra parte la Seconda Guerra Mondiale, con i suoi
totalitarismi ed orrori, aveva aperto il dilemma non soltanto a nuove possibili
distruzioni a livello mondiale, ma soprattutto alla necessità di un dialogo più
aperto verso un mondo che voleva scardinare i valori tradizionali e perfino
Dio....
In questo scenario si rafforzarono alcuni quadri
all'interno della Chiesa che credevano più importante l'apertura ad un dialogo
con il mondo sacrificando la parte magisteriale dogmatica e dottrinale della
Chiesa, mentre si fecero più pressanti quelle parti definite poi
"conservatori" che ritenevano più importante invece mantenere ad ogni
costo la purezza del dogma e della morale cattolica, nonostante il pericolo di
naufragare con chi si sarebbe potuto invece salvare.
Nascono così negli anni Quaranta e Cinquanta dei movimenti
come quello della Nouvelle Théologie e
dei sacerdoti operai che mantennero
prima una posizione d'avanguardia tanto da essere tollerati dalla Chiesa, salvo
poi, quando furono oggetto di condanna papale, agire più cautamente per non
perdere un pò di tolleranza e agire così ugualmente efficacemente.....
Non è un segreto di oggi che molti all'epoca desideravano
la morte di Pio XII che consideravano il maggior ostacolo alla vera riforma
della Chiesa....e non si può negare l'importante ruolo svolto dal cardinale
Ottaviani, che si rivelò essere un vero e provvidenziale "angelo
custode" per il Pontefice ma anche per la conservazione dottrinale della
Chiesa contro la deriva "progressista-modernista"....
Il vero scontro fra l'ala conservatrice e progressista della
Chiesa non avvenne con il Concilio Vaticano II come molti pensano, ma bensì nel
Conclave del 1958, con il quale si pensò appunto ad eleggere un Pontefice
"innovatore"....
L'uomo "chiave" dell'ala innovatrice era Giovanni Battista Montini, Arcivescovo
di Milano dal 1954, tuttavia impossibile dall'essere eletto in quanto non era
stato fatto cardinale poichè - ed anche qui non è un segreto - Pio XII gli negò
la porpora per ragioni che ancora non sono state del tutto chiarite, ma che si
possono individuare con i fatti che seguono....
MONTINI E PIO XII
Negli anni Cinquanta, mons. Montini all'epoca sostituto della
Segreteria di Stato, mantenne dei colloqui segreti con il Cremlino, senza che
Pio XII ne fosse al corrente.
Che situazione fu mai
questa?
Pio XII aveva mandato DI NASCOSTO, dall'altra parte della
Cortina di ferro alcuni vescovi travestiti con l'intenzione di aiutare la
Chiesa perseguitata nei Paesi dell'Est e questi avevano ricevuto l'incarico del
Papa di fare alcune consacrazioni di altri Vescovi...
Ma qualcosa andò
storto!
Improvvisamente questi vescovi inviati dal Papa furono tutti
arrestati da Mosca E FUCILATI o mandati nei Gulag della Siberia senza
alcun processo e senza informare la Santa Sede.
Pio XII, appena che l'ebbe saputo, ne fu profondamente
costernato e non si dava pace, non capiva che cosa fosse accaduto viste le
mille precauzioni prese....
Ma nel 1954, l'arcivescovo di Riga (Lettonia) comunicò
personalmente a Pio XII una informazione importantissima ricevuta dal vescovo
luterano di Uppsala (Svezia), che a sua volta l'aveva saputo direttamente dai
servizi segreti occidentali.... insomma Pio XII venne a sapere che il KGB era
stato informato della presenza dei vescovi clandestini niente meno che da
"informazioni dalla Segreteria di Stato"....
Sembra che Pio XII pianse amaramente al solo pensiero di
essere stato tradito dalla Segreteria più importante e senza perdersi d'animo
aprì immediatamente un'indagine e qui
scoprì i contatti avuti tra Montini e il governo dei "rossi" a sua
insaputa, ossia "contatti non ufficiali".....
Fu qui che immediatamente e sotto l'apparenza di una
promozione, predispose l'immediato trasferimento di Montini alla Sede
ambrosiana.
E senza manifestare alcuna emozione, alla consacrazione del
nuovo successore di sant'Ambrogio, che ebbe luogo a san Pietro, Pio XII non fu
presente...e Montini se ne andò appunto, senza il tradizionale
"cappello rosso", un fatto che stupì tutti in Vaticano, ma anche
nella sede ambrosiana.
C'è da chiedersi come
mai Pio XII fu così "buono" con Montini...
Il fatto è che probabilmente Pio XII non aveva avuto le
prove che cercava. Certo, aveva avuto la prova che Montini intratteneva
"contatti non ufficiali" con l'oltre Cortina, ma non aveva avuto le
prove dell'alto tradimento tanto da incolparlo della morte dei Vescovi inviati
di nascosto dal Pontefice.... e se Pio XII avesse avuto prove più sicure di
certo avrebbe preso misure più drastiche del promoveatur ut amoveatur....
Dal canto suo e a onore del vero, Montini fu in un
certo senso innocente della morte di quei vescovi, ma agì imprudentemente nel
prendere la decisione di intrattenersi in colloqui non ufficiali alle spalle
del Pontefice!
Il vero colpevole fu un padre gesuita, Alighiero Tondi,
alias "Cippico", per altro subordinato di Montini, che le guardie
messe da Pio XII a vigilare la Segreteria, scoprirono in fragrante nell'atto di
fotocopiare dei Documenti segreti.... e così padre Tondi venne prima
scomunicato e consegnato alla giustizia italiana che lo condannò a due anni di
prigione, durante i quali si sposò con l'amante - con rito civile - Carmen Zanti, militante del Partito
Comunista e obbediente tassativamente a Palmiro Togliatti...
LO SCONCERTO CHE PERÒ
NON TUTTI OGGI SI SPIEGANO È QUANTO SEGUE:
il Tondi con la sua compagna trasmigrarono in Germania
dell'Est dove lui divenne segretario del dittatore comunista Walter Ulbricht ed ottenne anche la
cattedra di ateismo nell'Università Marxista-Leninista.
Quando Paolo VI fu eletto, la coppia ritornò in
Italia.... e Tondi venne preso come funzionario civile in Vaticano e la Zanti
ricevette incarichi prestigiosi nel Partito Comunista italiano....
Inoltre Paolo VI legalizzò quel matrimonio canonicamente
nel 1965....
Ma non finisce qui.... quando la Zanti morì il funerale fu
il pretesto di una grande manifestazione comunista e il Tondi, rimasto
vedovo, chiese di essere riabilitato come sacerdote.... concessione che
gli venne data niente meno che da Giovanni Paolo II nel 1980 e non solo, gli
venne anche conferito il titolo di monsignore con la carica di "prelato d'onore" e mantenne un
importante posto nella curia romana...
Questo epilogo è, per certi versi, molto
incomprensibile dal momento che Paolo VI non giustificò mai attraverso uno
scritto l'evoluzione di questa situazione, né il Tondi formulò mai le proprie
scuse ne richieste di perdono, né fece mai abiura dei suoi anni vissuti da
professore presso la cattedra ateistica dell'Università Marxista....si dice
solo che rimasto vedovo "si ravvide", ma nulla di più su tutta la
vicenda.
IL CONCLAVE DEL 1958
Dal lato dei Conservatori-tradizionali c'era un giovane
candidato, il cardinale Giuseppe Siri
che all'epoca aveva cinquantadue anni e pertanto difficilmente eleggibile, così
almeno si pensava all'epoca tanto che, alla voce di chi voleva Siri Papa,
rispondeva un'altra voce che diceva: "
Vogliamo un Padre santo, non un Padre eterno!" a sottolineare la
giovane età del prelato....
Si optò così per un "Papa di transizione", accettabile da entrambi gli schieramenti
e fu scelto il cardinale Roncalli, appoggiato e sostenuto anche dal cardinale
Ottaviani che lo riteneva "aperto, ma ortodosso nella dottrina"....
e qui si apre un
altro piccolo giallo....
l'ala innovatrice del Conclave diedero i voti a Roncalli MA
FACENDOGLI UNA CONDIZIONE, ossia che al primo Concistoro Montini fosse fatto
cardinale....liberandogli in tal modo la strada pensando già alla sua
successione....
Roncalli mantenne la promessa!
Su Giovanni XXIII molto si è detto e forse dell'imprudenza
di aprire un Concilio del quale egli stesso non sospettò affatto le
conseguenze, c'è da dire, per onor del vero, che le sue intenzioni erano
davvero buone.
Egli non voleva
affatto rivoluzionare la Chiesa, pensava di estendere i frutti del Sinodo
Romano del 1960 con un approccio semplicemente conservatore e dare
l'opportunità a tutti i Vescovi della terra di potersi incontrare e
parlarsi dei problemi delle rispettive comunità e trovare nuovi modi per
comunicare la sana dottrina in un mondo che cambiava vertiginosamente, il Papa
non voleva altro!
Tuttavia fu egli stesso imprudente perchè nella composizione
dell'assemblea in chiave ecumenica, non ci si poteva attendere il risultato da
lui desiderato e si sarebbe dovuto sospettare il ribaltamento delle sue stesse
intenzioni.
Giovanni XXIII,
imprudentemente dunque, fece imbarcare la Chiesa in una avventura della
quale nessuno sapeva come sarebbe potuta finire...
Il cardinale
Tisserant disse, quando morì Giovanni XXIII, che la Chiesa "avrebbe
impiegato 40 anni per riprendersi dal danno causato da questo Papa" (nota mia:
noi che viviamo l'oggi con Benedetto XVI a distanza di oltre 40 anni, possiamo
dire che questa profezia si è avverata....).
IL CONCLAVE DEL 1963
... nel 1963, nel Conclave, si riaccese la rivalità fra
Conservatori-tradizionalisti e progressisti-modernisti.
Tuttavia a differenza dell'ala Conservatrice che non aveva
chiaro un unico candidato, anche se proponevano Ildebrando Antoniutti appoggiato da Ottaviani, l'ala
innovatrice era questa volta compatta verso Montini, unico
candidato....appoggiato per altro in una famosa riunione a Grottaferrata dai
cardinali Frings e Lercaro che portarono a termine una
fruttuosa campagna per Montini che infatti fu eletto Papa....
Paolo VI fu un Papa molto complesso e contraddittorio,
appare quasi impossibile tracciarne un unico verdetto.
Era un uomo che
pensando dieci cose, nove le ricambiava nell'attuazione, c'è per esempio
l'incomprensibile ripensamento della tiara.
Quando Montini divenne Papa e l'arcidiocesi di Milano
organizzò una sottoscrizione per donargli la tiara, pochi sanno che fu lo
stesso Montini ad ordinarne la composizione.
Fu Montini a scegliere il disegno ispirandosi alla forma
usata da Bonifacio VIII per l'Anno Santo del 1300.
Ma come poi ben sappiamo dalla storia, appena egli ne fu
incoronato, il 30 giugno del 1963, la diede in vendita per dare il ricavato ai
poveri.
Ancora oggi non si discute tanto sulla tiara in quanto
ornamento, venduto per darne il ricavato ai poveri, nobile gesto, quanto il fatto di una arbitraria decisione
nel voler eliminare il simbolo del potere per modificare l'immagine della
Chiesa.
Il dubbio che Montini ha fatto scaturire è stato
proprio quello di una immagine di Chiesa che per la prima volta cambiava non a
seguire la Tradizione ma seguendo l'andamento del mondo.
Paolo VI inaugurò una immagine di Chiesa fondata
sull'onda emotiva del momento e a seconda delle capacità comunicative del
Pontefice eletto.
L'atteggiamento incomprensibile e volubile della complessa
personalità di Paolo VI, lo si evince anche quando perfino l'ala progressista
che lo aveva eletto fin dal Conclave del 1958, eleggendo Roncalli solo come
transizione in attesa di avere Montini cardinale, ne rimase profondamente
delusa...
Paolo VI che sembrava il grande innovatore e il propugnatore
delle cause dell'ala progressista, si arrestò tuttavia di fronte alle questioni
etiche e morali difendendo la dottrina della Chiesa categoricamente fino a
scrivere la Humanae Vitae e la Mysterium Fidae che salverà lo stesso
Pontefice da ogni dubbio circa l'ortodossia della fede.
In questo modo Paolo VI si trovò completamente
"solo", incompreso sia dall'ala progressista che lo aveva eletto, sia
dall'ala conservatrice che temeva le sue idee innovatrici.
Incompreso o meno resta palese che Paolo VI agì spesse volte
in modo contraddittorio, con uno stile tutto suo spesso autonomo come quando,
appunto, agiva di nascosto alle spalle di Pio XII.
I Papi che seguirono Paolo VI ebbero così a che fare
con una eredità gravosa: rendere credibile una immagine di Chiesa che da una
parte si rifletteva in qualità di "amica del mondo" togliendole i
fasti, il simbolo del potere temporale e spirituale che era la tiara e perfino
la sedia gestatoria, e dall'altra ne condannava ancora una volta i vizi e
i peccati.
La capacità della
Chiesa di essere credibile non partiva più dalla sua dottrina, ma dalla
capacità del Pontefice nel renderla credibile.
Quanto questa rivoluzione sia stata giusta o meno, lo
dirà la storia, certo è che la crisi
della Chiesa comincia proprio da quando ne venne intaccata l'immagine
a partire dalla Liturgia, ma questa è un altra pagina che valuteremo più
avanti.
LA CONCLUSIONE DI QUESTO TRAVAGLIO
Quando Paolo VI morì, lasciava la Chiesa in una profonda divisione,
il principio di autorità pericolosamente contestato ed offuscato, il Clero in
piena crisi, le Gerarchie - non tutte ma un fortissimo numero - si comportavano
in forma scismatica - un esempio eclatante è il caso olandese - Paolo VI
trascorse i suoi ultimi anni in profonda crisi....tormentato da molte
situazioni lamentevoli!
C'è un piccolo giallo nel secondo Conclave del 1978 dopo la
morte di Albino Luciani, Giovanni Paolo I.
Il Cardinale Siri
in una intervista concessa al suo biografo Benny Lai, confermò che in quel
Conclave aveva ricevuto i voti necessari per essere eletto Papa, ma che vi
rinunciò...
Nell'intervista Siri conferma l'accaduto dicendo
testualmente:
"Ho chiesto perdono a Dio!" aveva osato rifiutare
la suprema dignità conferitagli.
Tuttavia Siri non svelò mai, neppure nell'intervista le
ragioni di quella rinuncia.
Qualcuno molto vicino al cardinale, dopo la sua morte,
narrava di come il cardinale sarebbe stato minacciato per sé e per i suoi
familiari se avesse accettato la tiara....
Da allora si dice di Siri "Il Papa che non volle regnare - o che non potè ", il cardinale
Siri che portò con sé il suo segreto nella tomba....
Fonte: visto su
DIFENDERE LA FEDE FORUM del 7 ottobre 2010
Link: http://difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=167420&f=167420&idd=9461122
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