Da tempo si fa un gran parlare di anniversari patriottici e del tricolore… Ma sono discorsi seri?
Bandiera tricolore (bianco, rosso e verde) della RC, la Repubblica Cispadana costituitasi in epoca napoleonica dal gennaio al luglio del 797).
Premessa
Dire cose totalmente diverse o contrarie alla realtà costituisce
una grave e inaccettabile menzogna… ma anche le “mezze verità” sono da
condannare, poiché ad esse corrisponde sempre, inevitabilmente una “mezza
menzogna”… ed anche questa è una cosa inaccettabile!
Ciò non ostante, la “mezza verità” è il sotterfugio più
usato dai politicanti per fare apparire credibili le loro menzogne, in modo da
carpire la fiducia del popolo, il cui consenso permette poi a loro di agire a
proprio arbitrio nella gestione della cosa pubblica.
Sola difesa per i Cittadini è la ricerca della verità,
ricerca però di difficile attuazione per le difficoltà nel reperimento di
documentazione veramente obiettiva e perché i profondi condizionamenti
culturali, subiti dal Cittadino in età scolare, lo fanno sicuro di saperne
abbastanza e, di conseguenza, di non avere bisogno di ulteriori
approfondimenti.
Un chiaro esempio della reale portata dei condizionamenti
subiti dal Cittadino in età scolare è dato dal confronto fra il “poco” che
riportano i testi scolastici di storia patria riguardo agli avvenimenti
dell’epopea risorgimentale nella Regione Veneta ed il “molto” che tacciono, una
significativa parte del quale è riportato fortunatamente nelle opere di alcuni
rari autori come, ad esempio, nel XXIX volume della Storia d’Italia di
Montanelli e Gervaso e nel ponderoso volume su Il Risorgimento Italiano di
Cesare Giardini.(1)
Altre situazioni forse volutamente equivoche sono, come
vedremo, quelle riguardanti le “celebrazioni per il centocinquantesimo
anniversario dell’unità d’Italia” e “la storia della bandiera italiana”.
Equivoci e mezze verità
Come si è detto, una situazione alquanto equivoca, frutto
certo di scarsa informazione e di disattenzione verso la realtà delle cose, è
quella riguardante le tanto pubblicizzate celebrazioni per il cosiddetto
“centocinquantesimo” anniversario dell’unità d’Italia.
Se infatti, per “unità d’Italia” si intende l’unione di
“tutte” le regioni del nostro Paese situate a sud delle Alpi, comprese cioè
anche le tre Venetie (l’Euganea, la Tridentina e la Giulia) i conti non
tornano.
Poiché infatti, il centocinquantesimo anniversario si
riferisce alla data del 1861, delle due l’una: o le celebrazioni in oggetto non
riguardano l’unità d’Italia ma un altro storico avvenimento, oppure con esse si
vuole sancire una realtà storica di fatto, che farebbe storcere il naso a un
mucchio di Italiani.
E il perché è presto
detto.
L’unità d’Italia, cioè l’unificazione di “tutte” le regioni
italiane sotto un’unica bandiera, non avvenne nel 1861, perché le tre Venetie
erano ancora sotto dominio austriaco: infatti, la Venetia Euganea fu annessa
all’Italia solo dopo la cosidcetta terza guerra d’indipendenza, combattuta nel
1866 e persa dal Regno d’Italia su tutti i fronti di terra e sul mare ma
fortunatamente stravinta dalla Prussia alleata dell’Italia, mentre la Venetia
Giulia e la Tridentina furono annesse all’Italia solo nel 1918, dopo la grande
guerra vinta finalmente dall’Italia e dai suoi alleati, vittoria però, che il
Governo Italiano non seppe far valere sul tavolo della pace rassegnandosi anche
troppo remissivamente a rinunciare alla Dalmazia che, pur essendo un territorio
non compreso dalla cerchia alpina, era da sempre abitata da Genti Venete ed era
appartenuta alla Repubblica di Venezia per quasi mille anni, fino al momento
dell’invasione napoleonica della Venetia.
Essendo questa la situazione storica, se proprio si voleva
festeggiare il centocinquantesimo anniversario di qualcosa, si doveva farlo
commemorando la “nascita dello Stato Italiano”, Stato che fino a sessant’anni
fa si chiamava “Regno d’Italia”.
Ma se proprio si insiste a voler festeggiare il
centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, ebbene, così sia…
Ma ricordiamoci bene: affermare coi festeggiamenti in
corso, che l’unità d’Italia giunse a compimento nel 1861, significa prendere
finalmente atto di una innegabile realtà storica, accettando la quale si proclama di fatto ufficialmente l’estraneità dei Veneti
dal consesso delle popolazioni italiane.
E questo con somma gioia e
soddisfazione di quanti fra i Veneti, e sono un’infinità, sognano la rinascita
della Serenissima Repubblica di S. Marco.
Paradossi sul tricolore
Altro eclatante pasticcio, generato dalle mezze verità
riportate da centocinquant’anni nei libri di scuola, è costituito dalla
paradossale diatriba politica sorta fra i sostenitori e i detrattori della
Bandiera Italiana.
Oggi infatti, i più accesi sostenitori della sacralità della
bandiera italiana sono paradossalmente dei personaggi nati e cresciuti
politicamente in un partito che, per decenni, nei suoi manifesti ha nascosto il
Tricolore sotto una bandiera rossa con falce e martello, bandiera che
costituiva il vessillo nazionale dell’Unione Sovietica…
Inoltre quei personaggi, che attualmente si atteggiano a
strenui difensori dell’unità della patria italiana, sono gli stessi che,
animati fino a vent’anni fa da un amore struggente verso la lontana “patria
sovietica”, per decenni hanno combattuto l’idea del patriottismo verso l’Italia
accusandolo di essere una deprecabile eredità del ventennio fascista!
Altrettanto paradossale appare l’avversione per la bandiera
italiana espressa da vari esponenti politici “padani”: sull’esempio del loro
“leader maximo” infatti, essi ignorano allegramente dei fatti storici, che
dovrebbero invece indurli semmai a reclamare per la Padania l’uso esclusivo del
Tricolore.
Il fatto è che i libri di scuola non dicono che la bandiera
bianco-rossoverde nacque nel 1796 in Francia, con l’approvazione di Napoleone,
quale vessillo delle legioni lombarda e italica che combattevano nell’armata
napoleonica… e che fu per questo che, nel gennaio 1797, quel vessillo fu
adottato come bandiera nazionale dalla Repubblica Cispadana… e non dicono
nemmeno che, pochi mesi più tardi, nel luglio del 1797, quello stesso
vessillo divenne la bandiera nazionale della neonata Repubblica Cisalpina,
la quale, inglobata la Repubblica Cispadana, grazie all’incalzare delle
vittorie napoleoniche raggiunse in breve le dimensioni di quella che oggi viene
definita Padania.(2)
Di fatto, dunque, ben sessantatre anni prima del 1861
(anno in cui venne assunto come bandiera nazionale del neonato Regno d’Italia)
il Tricolore fu la bandiera nazionale del primo Stato Padano della storia …
e nulla toglie all’importanza della cosa il fatto che quello Stato non si
chiamasse Repubblica Padana ma Repubblica
Cisalpina, esattamente come nulla toglie all’importanza delle celebrazioni
in corso il fatto che lo Stato Italiano, il cui nome attuale è “Repubblica
Italiana”, fino a meno di settant’anni fa fosse chiamato Regno d’Italia.
Resta però lo stupore per l’avversione degli esponenti
padani verso il Tricolore, loro primissima bandiera nazionale!
Infine, va ricordato che il tricolore non solo fu la
bandiera del primo Stato Padano ma fu anche la bandiera della Repubblica di
Venezia risorta con la rivolta della primavera del 1848 contro il dominio
asburgico: il Governo Provvisorio della città infatti, assunse come bandiera
nazionale il tricolore ornato con il leone di S. Marco. Il fatto
che poi la Repubblica di Venezia abbia abbandonato questa bandiera non fu
dovuto al rifiuto dell’ideale risorgimentale, ma fu la conseguenza del
comportamento dell’armata piemontese, la quale, attestandosi inerte per mesi in
riva al Mincio, si mosse solo dopo che gli eserciti austriaci ebbero completato
il soffocamento nel sangue delle città venete di terraferma in rivolta,
comportamento certo non dovuto ad un eccesso di amore verso i Fratelli delle
Venetie ma fu dettato da uno spietato calcolo politico che spense nei Veneti
l’anelito all’unità d’Italia.(3)
Tricolore (bianco, rosso e verde) con Leone di S. Marco
adottato dalla Repubblica Veneta (rinata a seguito della rivolta contro il
dominio austrico) con decreto del 27 marzo 1848 emanato dal Governo Provvisorio
della città di Venezia.
(da Il Leone di San Marco – di G. Aldrighetti ed M.
De Biasi, Venezia 1998)
NOTE
1
Si veda, a questo proposito, “VENETI SU LA
TESTA”, l’opuscolo che costituisce il numero -3-di questa serie di APPUNTI DI STORIA.
2
Le informazioni e le date sulla bandiera
italiana sono facilmente veri-ficabili nel DIZIONARIO ENCICLOPEDICO TRECCANI
(ed. 1955) alle voci bandiera, cisalpino e cispadano.
Fonte: visto su Discutiamo la Scienza, del 28 novembre 2013
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