VOLUME II - EPOCA IV - CAPO VII
SOMMARIO. - Un
vescovo incerto - Girolamo Trevisani - Regolamento per la scuola degli Accoliti
- Bernardo Navagero - Suoi consiglieri - Sinodo diocesano - Agostino Valier
coadiutore e poi successore. (a)
Durante l'episcopato di Agostino
Lippomano sorsero alcune liti tra la Repubblica
Veneta e la S. Sede: per le quali sembra che la chiesa di Verona sia rimasta vacante per quasi due anni. A quanto
narra uno storico veneziano, in questo frattempo si avrebbe un vescovo di
Verona, che però mai non sarebbe venuto a Verona, Marco Antonio dalla Mula, od Amulio veneziano(1). Il pontefice Paolo IV lo avrebbe nominato poco dopo la morte del Lippomano: ma per ragioni diplomatiche
vi si opponeva il Senato: comunque sia, questo M. Antonio dalla Mula non figura mai nella serie dei nostri
vescovi.
Finalmente, per un concordato tra il Pontefice ed il Senato,
nel 1661 fu destinato alla sede di Verona Girolamo
Trevisani, patrizio veneto, religioso dell'Ordine di S. Domenico: egli tra i nostri vescovi è il
centesimottavo, uomo di acutissimo ingegno e di scienza profonda e retta, ed
insigne predicatore(2). Fece il suo ingresso in Verona il giorno 12 febbraio 1561; ma vi stette breve tempo;
poichè il Concilio di Trento lo
invitava a recarsi colà, ed egli vi arrivò il 12 aprile.
Durante la sua breve dimora in Verona si occupò principalmente della scuola degli Accoliti,
nella quale egli scorgeva un vivaio di pianticelle, che un giorno fossero
alberi di vita per la chiesa veronese. Nella prima visita a quei chierici disse
loro come egli avrebbe di loro «cura
quale e quanta hanno quelli che guardano o piantano gli alberi novelli»;
quindi dava a loro paterne istruzioni perchè avessero a divenir un giorno «alberi perfetti»(3). Stese per questa scuola
un regolamento affine a quello del vescovo Lippomano,
però con alcune restrizioni, massime intorno alle assenze dall'ufficiatura
della cattedrale e dalle lezioni del maestro.
Arrivato vicino a
Trento il giorno 8 aprile, vi fece l'ingresso solenne coi cardinali legati
ed altri vescovi il giorno 15. Nella festa dell'Ascensione, 15 maggio, prima
della messa solenne recitò un bellissimo sermone in lingua italiana(4): indi si occupò molto degli affari del
Concilio. Ma poi colpito da lunga e grave malattia, morì a Trento il giorno 6
settembre 1562: la sua salma fu portata a
Venezia, e tumulata nella chiesa di S.
Domenico di Castello. (b)
Bentosto il Senato propose a vescovo di Verona un altro patrizio veneziano, Bernardo Navagero, che è il vescovo centesimo nono.
Nato in Venezia l'anno 1506, avea consacrato i suoi primi
anni agli studi, gli anni della virilità alla vita diplomatica in diverse
legazioni, in Italia, in Germania, in Oriente: negli anni 1552-1559 fu ambasciatore della Repubblica presso la S. Sede durante il
critico pontificato di Paolo IV;
alla cui incoronazione solenne, fatta il 26 maggio 1555, rappresentò il Senato
insieme con Girolamo Grimani: quale
ambasciatore da Roma mandò alla Repubblica innumerevoli ed
importantissime relazioni sulle condizioni della Curia Romana, stimatissimo
quale era dal Papa(5). Pare che
questi lo volesse vescovo di Verona
alla morte di Agostino Lippomano,
quando il Navagero era ancor laico:
ad ogni modo Pio IV nel 1560 lo creò
cardinale, e poi lo ordinò sacerdote e consacrò vescovo di Verona nel settembre 1562. Dopo la sua consacrazione
stette alquanto a Roma, poi andò a Venezia, e di là, senza passar per Verona, a Trento, dove erasi riaperto il concilio il 15 gennaio del 1562.
Terminato il concilio (dicembre 1563), avrebbe dovuto
recarsi a Roma con gli altri due
Legati, i cardinali Morone e Simonetta: ma già egli «avea fatte vive istanze di poter subito
andare alla sua chiesa di Verona, già da lungo tempo vedova di sposo, e
bisognosa del suo aiuto per la pericolosa vicinità dell'infetta Alemagna» (6). Ottenuta la licenza, venne a Verona la sera del 9 dicembre
accompagnato da Giovanni Trevisani patriarca di Venezia, Daniele Barbaro patriarca d'Aquileia, Pietro Lando arcivescovo di Creta e da dieci vescovi; i quali
tutti nel giorno seguente assistettero alla messa solenne da lui celebrata
nella cattedrale ed all'orazione gratulatoria detta dal dotto Francesco Morando per commissione della
città di Verona(7).
Allo scopo di conoscere bene le condizioni della sua chiesa
e reggerla saviamente si prese a consiglieri Nicolò Ormaneto, Adamo
Fumano e Francesco Zini; anzi da Venezia chiamò a Verona Filippo Stridonio, sacerdote stimato
assai dai sacerdoti veronesi, ma non da tutti amato e desiderato. Per consilio
di costoro e dietro invito fatto dal Senato
Veneto a tutti i vescovi della Serenissima
di pubblicare i decreti del concilio
di Trento(8), nel 1564 tenne un
sinodo diocesano, al quale intervennero moltissimi parrochi e sacerdoti: in
esso pubblicò e fece apprezzare quei decreti, ed ai sacerdoti convenuti tenne
un sermone elaborato ed insieme cordiale, come di padre ai suoi figli(9).
Si occupò pure per la sana educazione dei chierici nella scuola
degli Accoliti; e fin dalla sua venuta a
Verona fece conoscere quanto gli stesse a cuore il bene della sua chiesa.
Sennonchè la sua malferma salute e specialmente la debolezza della sua vista
gli impedivano di lavorare quanto esigeva il suo ufficio ed il suo zelo; ed
ottenne che dal pontefice Pio IV gli
fosse dato a coadiutore il suo nipote Agostino
Valier, che da soli due mesi era stato insignito degli ordini sacri (10). La nomina del Valier fu fatta il giorno 18 maggio 1565 (c); e pochi giorni appresso morì il vescovo Bernardo Navagero: il suo corpo fu sepolto nella cattedrale. Che la
data della sua morte sia il giorno 31 maggio, e non il 25 giugno, come
opinerebbe Federici(11), appar chiaro da una deliberazione del
Consiglio dei XII e L: nella quale si dice che verrebbe presto a Verona il nuovo vescovo Agostino Valerio «loco illustrissimi
Cardinalis Naugerij nuper detuncti»; e quella deliberazione fu
presa il giorno 14 giugno 1565(12).
Al vescovo Navagero successe il di lui coadiutore figlio
d'una sua sorella, Agostino Valier o Valerio.
NOTE
1 - GIUSTINIANI, Storia
Veneta, presso BIANCOLINI, Chiese di Verona, VIII, pag. 348.
2 - MAFFEI, Verona
illustrata, P. II, pag. 374 (Verona 1741); LIRUTI, Dei vescovi della
Chiesa Veronese, pag. 41 (Verona 1819).
3 - A. SPAGNOLO, Le
scuole accolitali in Verona, Cap. VII.
4 - EHESES, Concilium
Trident; II, 549. - Già avea predicato a Trento con soddisfazione:
«incredibile quantum in vinea Domini promoverit»: come attestava il vescovo
Madrazzo, presso Tovazzi in un Ms. della comunale di Trento, e S. Vigilio IV.
168 (Trento 1912).
5 - In quella
gita a Roma volle lo accompagnasse il suo nipote Agostino Valier, che gli fu
poi successore nella chiesa veronese. Dell' erudizione e delle legazioni del
Navagero, tratta diffusamente FEDERICI, Elogi istorici dei più illustri
eccles. Veronesi, Tomo I, pag. 113-134.
6 - PASTOR, Storia
dei Papi, Vol. V, spessissimo.
7 - PALLAVICINO, Storia
del Concilio di Trento, Lib. XXIV, da due risposte del card. Carlo Borromeo
al Navagero.
8 - CAVATTONI, Due
opere latine di Agostino Valerio, pag. IX (Verona 1883).
9 - FEDERICI, Op.
cit; pag. 125.
10 - Il Papa lo
dispensò dal difetto di interstizii sancito dal Concilio Tridentino, Sess.
XXII De reform, Cap. II.
11 - FEDERICI, Op. cit., pag. 132. Così da
una iscrizione che si dice posta «Veronae in tempio principe» da Bernardo
Valerio.
12 - Negli
Archivi comunali - Reg. 44 c. 193.
ANNOTAZIONI AGGIUNTE
AL CAP. VII (a cura di Angelo Orlandi)
a) Il vescovo
Agostino Valier non fu eletto come coadiutore dello zio Navagero, ma come vero
titolare di Verona. Si deve pertanto correggere ciò che afferma mons. Pighi in
questo capitolo. Cf. C. EUBEL, Hierarchia Catholica medii et recentioris aevi,
VoI. III, Monasterii 1923 (rist. Padova 1960), p. 331. V, anche L. TACCHELLA, Il
cardinale Agostino Valier e la riforma tridentina nella diocesi di Trieste, Udine
1974, pp. 69-72.
b) Per il vescovo
Girolamo Trevisani si ricorda che apportò qualche restauro anche al palazzo vescovile,
come appare dal suo nome inciso su un architrave. Per la sua presenza a Trento
e la sua morte si veda: S. WEBER, Prelati e cavalieri morti a Trento durante
il Concilio, in Il Concilio di
Trento. Rivista commemorativa del IV Centenario, A.II (1943) n. 2 (luglio),
pp. 286-297. L'autore fissa la morte del Trevisani il 4 settembre in forza di
alcuni documenti.
c) La Hierarchia Catholica citata dà come data di elezione del Valier
il 15 maggio 1565; il Tacchella dà il 18 maggio.
Fonte: srs di Giovanni Battista Pighi, da CENNI
STORICI SULLA CHIESA VERONESE, volume II:
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