Santa Maria di
Nazaret, antica residenza estiva dei
Vescovi veronesi, oggi del Don Calabria. La chiesa fa parte dell'itinerario
della Verona minor Hierusalem
VOLUME II - EPOCA III
– CAPO XXIII
SOMMARIO. Verona nova
Jerusalem - La Madonna del Popolo - Festa e processione del Corpus Domini - S.
Rocco - Sant' Antonio di Vienna - Santuario della Corona - Alcune chiese della
Diocesi - Un calendario ecclesiastico del secolo XV.
Come abbiamo fatto nella fine della due epoche precedenti
così intendiamo ora di raccogliere qui alcuni fatti particolari dell' epoca
terza, che, o ci sono sfuggiti nella narrazione cronologica, o non aveano una
connessione naturale con la materia dei singoli capi. Comincieremo dalla città, per dar poi alcuni
accenni a fatti della diocesi.
Il Consiglio dei XII e L nel giorno 25 novembre 1477 prese
la parte (deliberazione) che, abolito l'antico sigillo del Comune di Verona,
gli fosse sostituito un nuovo con la iscrizione: VERONA NOVA IERUSALEM D. ZENONI PATRONO (1)
Questa iscrizione,
mentre attesta la devozione dei veronesi verso il loro patrono S. Zeno, onora la città col titolo: NOVA IERUSALEM. Questo appellativo indicava una certa
somiglianza di Verona a Gerusalemme
dovuta, non tanto al sito, quanto alle memorie di Terra Santa riportate sulle colline
di Verona dai pellegrini reduci dalla Palestina.
Così dietro S. Pietro
in aree si pose una chiesetta dedicata all'Annunciazione di Maria, con altra chiesetta ad onore dell'Arcangelo S. Gabriele sul colle di
fronte; (a) quella località fu
chiamata Nazareth. Sul
colle che sta di fianco se ne costrusse un'altra, detta S. Maria di Betlemme: ed ai piedi di questo colle
un'altra chiesetta detta del Santo
Sepolcro, che risale alla prima metà del secolo XII.
Per dire solo di questa, suo obbiettivo era tener viva nei
veronesi la devozione verso Gesù giacente per tre giorni nel sepolcro presso Gerusalemme: tenuta prima dai Templari, e dopo la loro soppressione
(1313) dai Cavalieri di S. Giovanni
Gerosolimitano, fu ampliata nel 1393 e consacrata nel 1459; il santo
sepolcro si venera tutt'ora in una specie di cripta della stessa chiesa, detta
ora di S. Toscana.
Anche nella cattedrale esisteva una « Societas S. Rochi et S. Sepulchri »: la quale nel 1511 fece erigere
sul colle detto Calvo o Cavro
presso Quinzano la chiesetta,
detta ora S. Rochetto, nella
quale si venera tuttavia il S. Sepolcro,
che era titolare della chiesetta. In città abbiamo simili sepolcri nelle chiese
di S. Bernardino e di S. Chiara.
Della devozione dei veronesi verso Maria SS. abbiamo documento storico la cattedrale, dedicata fin
dalla sua prima origine a Maria Mater
Domini e, particolarmente nell' epoca terza, nell' effigie e
nella cappella della Madonna del Popolo.
Non possiamo investigare la prima origine di quella effigie
di Maria col Bambino; ma essa è
l'espressione più naturale ed evidente della divina maternità di Maria « Mater Domini »: e
perciò con buon fondamento gli scrittori nostri la attribuiscono ai secoli X o
XI.
Da un codicillo del vescovo Notkerio sappiamo che già nella prima metà del secolo X esisteva
nella chiesa di S. Maria Matricolare
un « consortium virginis Marie» e
dal Carpsum di Stefano cantore (1060-1070) sappiamo che vi era
un altare dedicato a Maria, davanti al quale
si cantavano certe preci ed antifone al vespro.(2)
Il titolo Madonna
del popolo veronese apparisce la prima volta nel 1310; quando Alboino de la Scala, riferendosi a quella effigie, la dice « incolarum veronensium defensatrix ».(3)
Verso il 1325 la Societas
beatae Mariae si trova addetta alla cappella di S. Teodoro; la cappella attuale fu
decorata dal canonico Antonio Malaspina
l'anno 1440, e poi nuovamente abbellita nel 1503. Quell' effigie fu coronata e
proclamata la Madonna del popolo
veronese dal vescovo Marco
Giustiniani il 15 aprile 1635: dietro concessione del Capitolo Vaticano con le cosi dette corone imperiali, proprie delle immagini antiche e
venerande, fu solennemente coronata dal vescovo Antonio Giustiniani nel 1770.
Finalmente nel 1920 la sacra effigie in occasione del terzo
cinquantenario della sua solenne coronazione, dopo forse otto o dieci secoli di
pacifico e venerato possesso, fu sloggiata.
Altra devozione, che troviamo rinvigorita in Verona, è
quella di Gesù Sacramentato.
Qualche indizio della festa del Corpus Domini si ha in alcuni codici della Capitolare
spettanti al secolo XIII. Una prima
prova certa la abbiamo negli statuti del 1328, nei quali al mese di giugno è
segnato: « Festum sacri et sacratissimi
Corporis Domini nostri Jesu Christi ».(4)
Prove ancor più certe abbiamo in due atti del 1345, ora
irreperibili, ma veduti e trascritti dal P.
Placido Bresciani, e resi pubblici dal sac. Antonio Spagnolo.(5)
Il I° è un atto di fra Agostino
vescovo Bellovacense, « datum Veronae in loco sci Mathei qui
dicitur in curtinis »; col quale egli, concede indulgenze ai fedeli che
visiteranno la chiesa « Corporis Christi
noviter hedificata in monte oliveto de Verona ... in festo Corporis Christi et
per octavas ejusdem festi »: fu dato il 20 agosto 1345.
Il secondo è un atto di fra
Tiberio priore degli Umiliati,
vicario del vescovo Matteo Ribaldi «
nunc in remotis agentis »: dato il
28 agosto del medesimo anno(6); egli pure concede indulgenze ai fedeli che
visiteranno la chiesa « Corporis Christi
in die nativitatis D.N.I.C. et in festo Corporis ejus, Circuncisionis, etc. ».
Dai quali documenti parrebbe che già da
alcuni anni esistesse la chiesa Corporis
Christi in monte oliveto (poco distante dalla chiesa della SS.
Trinità), e che già in Verona se ne celebrasse la festa.
Parte importante e forse principale di questa festa dovette
essere la solenne processione per le vie della città, almeno dopo la
promulgazione della festa nella bolla Transiturus
di Urbano IV nel 1264: ma
documenti positivi della processione non ne abbiamo prima dell'anno 1440.(7) In questo anno per decreto del Consiglio dei XII, d'accordo col
vescovo, nel giorno 14 maggio fu
determinata la divisione « per contratas
totius vie per quam vadit processio »; e fu stabilito il modo di pulire ed
ornare le vie e le case. La processione dalla cattedrale per S. Anastasia, S. Maria antica, piazza Erbe,
andava a S. Sebastiano; indi per via Leoncino, S. Maria della Scala, S.
Giovanni in foro, S. Pietro in monasterio, tornava alla cattedrale. (b) Simili Statuti troviamo per gli anni
1443, 1448, 1450, 1451, 1454; in seguito occorrono alcune variazioni.
Aggiungiamo che nel 1510 apparisce una « Societas Corporis Christi » nella chiesa di S. Nazaro, e che simili
compagnie, oltre quella della chiesa di
S. Siro e Libera, appariscono in molte chiese della città e della diocesi
nelle visite fatte dal vescovo Giberti.
Nel secolo XV altra devozione troviamo assai diffusa nella
nostra diocesi: la devozione a S. Rocco.
Questo santo,
riconosciuto come patrono degli appestati nel Concilio di Costanza (1414), ebbe chiese, oratori, altari,
capitelli, massime in occasione di parecchie pestilenze che invasero Verona e
il suo territorio nel secolo XV. Gravissima
fra tutte fu quella degli anni 1478-1480: fu in tale circostanza che il Consiglio dei XII decretò una
processione annua da farsi il giorno 16 agosto dalla chiesa di S. Giovanni in Valle alla chiesa di Sant'Alessandro presso Quinzano; la quale già da allora
cominciò ad appellarsi chiesa di S.
Rocco (8) Nel 1486 per una convenzione col
Capitolo la città ebbe il juspatronato di quella chiesa, « alias sancti Alesandri, nunc sub nomine sancti Rochi in plebe Quintiani
».(9)
A quanto abbiamo detto sulle istituzioni religiose fondate
in quest'epoca in Verona aggiungiamo
quella dei canonici o sacerdoti regolari addetti alla chiesa di Sant'Antonio, detto Sant'Antonio
Grande o della Ghiara o di
Vienna. Eretta questa chiesa nel
1380 poco distante da quella di S. Luca,
fu poi ceduta alle monache di S.
Silvestro, e finalmente fu soppressa nel 1806: la porta maggiore serve ora
di ingresso al cortiletto di S. Zeno in
Oratorio: la località della chiesa è ora occupata dal palazzo Marchi o Canal, con alcune reminiscenze
della chiesa nella via Sant'Antonio. (10)
Diamo pure una breve recensione di alcune chiese erette in
quest' epoca nel territorio della diocesi veronese.
Il santuario della Corona
ha la sua prima origine da alcuni eremiti, che sulla fine del secolo XII si
ritirarono tra quei dirupi, ed in qualche antico documento son detti heremitae de monte bloto. Quel
ritiro nel secolo seguente si chiamava eremo
della Madonna o di S. Maria di Montebaldo; e di fatto sotto la
chiesa attuale eretta nel secolo XVII son vestigi di un'antica chiesetta, in
cui un affresco antico rappresenta Maria
col Bambino. Quell'eremo dovea esser
in grande venerazione dei fedeli; poiché un inventario del 1485 dà un lungo
catalogo di memorie votive (gambe, occhi, ossa, ecc.), che si trovavano in quel
santuario. Passò poi alla dipendenza dell' ordine dei Cavalieri di Malta. ed
allora vi fu posto il simulacro della Pietà, cioé la Madonna col Figlio morto
sulle ginocchia, che era stato regalato da Lodovico
di Castelbarco l'anno 1432. La chiesa attuale spetta al principio del
secolo XVII e fu voluta dai Cavalieri di
Malta.(11) (c)
La chiesa di S. Giovanni
Battista su di un colle tra Breonio
e Sant'Anna dovrebbe risalire all'anno 1131, come sembrano indicare alcune
cifre incise sulla porta maggiore. Fu però consacrata molto più tardi:
un'iscrizione murata alla base dell'arcata dell'abside dice che Bartolomeo Averaldo bresciano vescovo
di Calamona e suffraganeo del
vescovo di Verona Marco Corner
consacrò la chiesa e l'altare il giorno 28 luglio 1524(12): il vescovo Corner
era morto quattro giorni prima a Venezia.
La chiesa detta di S.
Moro sopra Saline, in origine dedicata
a S. Leonardo, fu eretta l'anno 1388. Le molteplici e varie decorazioni
indicano che quella chiesa dovette essere in gran venerazione presso i fedeli
dei paesi limitrofi.
La chiesa detta di Pieve
sotto Colognola è costruzione romanica, e quindi deve risalire al
secolo XI o XII: le decorazioni spettano quasi tutte ai secoli XIV e XV.
Nel secolo XII, e precisamente nell'anno 1143 fu eretta la
chiesa di S. Miehele di Porcile
per munificenza del sacerdote Ambrogio
e sotto la direzione degli architetti Borgo
e Malfatto. Nel secolo XIII apparisce dotata di beni e di diritti; e così
pure nella visita fatta l'anno 1460 da Matteo
Tripolitano suffraganeo del vescovo
Ermolao Barbaro. Nel 1497 ivi comparisce una Compagnia della Madonna, e l'effigie tanto venerata di Maria col Bambino detta poi la Madonna della Stra (13).
Nelle Basse veronesi merita una speciale menzione la chiesa di S. Maria di Erbedello.
Orientata secondo l'uso liturgico, a tre absidi, risale ai primordi del
secolo XII; è ricordata in documenti del 7 ottobre 1321, 1 agosto 1377 del monastero di S. Zeno, a cui
apparteneva. Ha parecchi affreschi dei secoli XIII-XV; tra i quali quello di Sant'Apollonia sul pilastro sinistro
dell'abside principale ha un'iscrizione: « precibus
ejus et meritis a dolore dencium et ab omni periculo anime corporis protegi ac
eripi impetramur per Dorninum »: ha la data MCCCCXXXV.(14) (d)
Chiuderemo quest'Epoca con brevi accenni ad un calendario
ecclesiastico veronese del secolo XV.
Due eruditi di cose nostre nel 1917 pubblicarono un calendario
delle feste fisse occorrenti in tutto l'anno, che certamente apparteneva ai Benedettini del monastero di S. Zeno,(15) e già dal Biancolini era stato accennato nel 1757 come « Calendario curioso annicchiato nella parete della loggia del dormitorio
del monastero Zenoniano ».(16)
Secondo Biancolini
quel calendario fu posto in quel sito l'anno 1455; ma egli non esclude, ed i
recenti editori provano che esso spetta alla prima metà di quel secolo. Che sia
del monastero di S. Zeno apparisce anche da alcune officiature in esso segnate:
sono quattro feste di S. Zeno, le feste di quattro vescovi (S. Procolo, S. Lupicino, S. Cerbonio, S.
Lucillo) e di un martire (S.
Crescenziano) sepolti a S. Zeno;
inoltre vi son le feste di tre martiri assai onorati a Verona (SS. Fermo e Rustico e S. Pietro Martire). A noi interessa notar qualche cosa su due
delle quattro feste di S. Zeno:
Depositio sancti
Zenonis episeopi (12 aprile), translatio sancti Zenonis episcopi
(21 maggio), ordinatio sancti Zenonis (8 dicembre), dedicatio
basilice sancti Zenonis (10 dicembre).
Tra queste la depositio
certamente indica la morte di S.
Zeno, la translatio la
traslazione delle sue reliquie fatta dal vescovo
Ratoldo: sulle altre due erano molto incerti gli scrittori nostri, e
facevano ipotesi sopra ipotesi, volendo che fossero una festa sola, prima
fissata al giorno 8 e dopo il 1592 trasferita al giorno nove, la quale in
origine fosse la dedicatio basilieae,
ed alla quale per confusione fosse stata surrogata più tardi la ordinatio sancti Zenonis.
Dal calendario ora pubblicato è chiaro che le feste furono
sempre due: nel giorno 8 dicembre i Benedettini
di S. Zeno onoravano il natale ossia l'ordinazione episcopale del santo;(17) nel giorno 10 la dedicazione della
basilica: la prima festa era celebrata da tutto il clero veronese, la seconda
dai monaci di S. Zeno. Perciò è da
correggere quanto per congetture hanno scritto i canonici Dionisi e Giuliari, e
più diffusamente il sac. Spagnolo.(18)
NOTE
1 - Antichi
archivi Veran. Provisioni Val. D.
CIPOLLA Note di storia veronese. IV. pag. 46-47 (Venezia 1893); ivi si
legge anche la bella prolusione del celebre cancelliere Silvestro Landa.
2 - DIONISI, Memorie
storiche della Madonna del popolo, pag. X (Verona 1756); a pag. XXIV
descrive la pompa solenne della coronazione fatta nell'anno 1635. - La Discrizione
... per la solenne coronazione nel 1770 si ha in opuscolo anonimo stampato
nel medesimo anno: è qualche cosa di grandioso.
3 - Presso
UGHELLI, Italia sacra Tom. V., col. 862 B. L'atto è del 1 febbraio 1310.
4 - Statuta Lib. II. Cep. I. Codice Campostrini negli Archivi
comunali di Verona.
5 - SPAGNOLO, La
festa del Corpus Domini in Verona, (Verona 1900).
6 - Di qui si
conferma quanto abbiamo accennato altrove (Capo XVII, pagg. 137-138),
che probabilmente il vescovo Matteo Ribaldi non fu mai a Verona.
7 - SPAGNOLO, La
processione del Corpus Domini in Verona (Verona 1910).
8 - ANT. PIGHI, li
santuario di S. Rocco, pag. 10 (Verona 1887).
9 - SIMEONI, Guida
di Verona, pag. 152.
10 - SIMEONI, Guida
di Verona, pag. 152.
11 - Sac. STEFANO
CROSATTI, Origini ... del Santuario
della Madonna della Corona (Verona 1874).
12 - CAMPOSTRINI,
La parrocchia di Sant'Anna d'Alfaedo, pag. 28 (Verona 1908)
13 - Sac. G.
CROSATTI, Belfiore di Porcile, Cap. XI, XII (Verona 1906).
14 - MARINI, La
chiesa di S. Maria Novella di Erbé in Pro. Verona, Agosto 1915.
15 - AVENA -
CALLEGARI, Un Calendario ecclesiastico veronese del secolo XV; in Madonna
Verona (Gennaio - Giugno 1917).
16 - BIANCOLINI, Dissertazione
sui Vescovi di Verona, pag. 22. Lo dice « molto bello, scritto sopra carta
su di una tavola sferica, che si può girare attorno per comodo dei leggitori»:
è riprodotto in fototipia in Madonna Verona di fronte alla pag. 82.
17 - Che il
natale o dies natalis di un santo vescovo sia il giorno della sua
consacrazione episcopale, si può vedere presso MACRI, Hierolexicon, alla
v. Episcopus; DUCANGE, Glossarium,
alla V. Natalis.
18 - SPAGNOLO, Tre
calendari medioevali veronesi. Nota 116,
pag. 79-81.
ANNOTAZIONI AGGIUNTE AL CAP. XXIII (a cura di Angelo
Orlandi)
a) L'origine di questo monastero e di questa
chiesa da qualcuno è collegata con l'apparizione dell’ arcangelo Gabriele al
vescovo di Verona S. Mauro, secondo quanto si narra.
b) Cfr. anche G.
P. MARCHI, Maestri e scolari alla processione del « Corpus
Domini» dell'anno 1451, in Vita Veronese, A.XIX (1966), pp. 184-191.
c) Per il
santuario della Corona segnaliamo le numerose note storiche apparse nel
periodico Santuario Madonna della Corona dal 1966 al 1986 e inoltre
questi studi: R. BRENZONI, La « Corona » e la sua storia millenaria di sentimenti e
di gesta, in Atti e memorie dell'Accademia di Agricoltura, Scienze e
Lettere di Verona, S. V, v. IX (1931), Verona 1932, pp. 109-133 e vol. X
(1932), Verona 1933, pp. 23-47; L. TACCHELLA, li Sovrano Militare Ordine di
Malta e le origini del Santuario della Madonna della Corona di
Montebaldo, Bobbio 1974, pp. 44.
d) Per le arti
nel veronese in quest'epoca si vedano A. M. ROMANINI, L'arte romanica, in
Verona e il suo territorio, Vol. II, Verona, 1964, pp. 583-777; M.T. CUPPINI, L'arte gotica a Verona nei
secoli XIV e V in Verona e
il suo territorio, Verona 1969, pp. 211-388. V. anche il volume Maestri
della pittura veronese, (a cura di P.P. Brugnoli), Verona 1974. Questi studi sono forniti tutti
di abbondante bibliografia.
Fonte: srs di Giovanni Battista Pighi, da CENNI
STORICI SULLA CHIESA VERONESE, volume II
Nessun commento:
Posta un commento