CHIESA DI S. MARIA
DELLA GIARA, VERONA; A Verona l’ordine degli
Umiliati si stabilì intorno al 1162, prendendo possesso appena fuori delle mura
di una zona chiamata “glarea” nome
derivato dalla sabbia e ghiaia che l’Adigetto vi aveva depositato in precedente
piene. Nella zona esisteva una piccola
cappella dedicata alla Madonna che fu ingrandita a chiesa, con appresso
uno dei primi monasteri istituiti a Verona. Oggi l’edificio è ancora notevole e la
facciata di bella costruzione romanica, in corsi di tufo e cotto, la si può
osservare in via Ghiaia, divenuta sede di un istituto bancario.
VOLUME II - EPOCA III - CAPO X
SOMMARIO. - Suore
Minori o Clarisse – SATOR AREPO una
strana iscrizione - Monache di S. Domenico - Suore Benedettine - Umiliate -
Altre istituzioni.
Lasciando a parte alcune istituzioni femminili, che vivevano
una vita più o meno comune senza una regola ben determinata ed approvata dalla
chiesa, le fondazioni del secolo XIII, che si possono dire veri ordini
religiosi, sono tre: Clarisse,
Domenicane, Benedettine.
Quasi contemporaneamente ai Frati Minori si stabilirono a Verona le suore di S. Chiara, sotto i nomi di Suore Minori, Povere donne di Assisi, e
simili. Prime fra tutte appariscono le « Sorores
minores », che già nel 1224 abitavano nella località detta Acquaro tra il monastero della Trinità e l'ospedale dei Santi Iacopo e Lazaro di Tomba.(1)
Alla fondazione delle suore
di S. Chiara in città molto contribuì il card. Ugolino vescovo di Ostia e poi papa col nome di Gregorio IX. Venuto a Verona e stretta amicizia con Iacopo di Breganze allora canonico
della cattedrale e poi vescovo, ottenne dal comune di Verona un tratto di
terreno in Campo Marzo(2): altro tratto e forse anche una casa ottenne
dal vescovo stesso. Così nell'anno 1226 si dié principio al nuovo monastero,
che fino da allora fu denominato di S. Maria
delle Vergini. In atti di papi e di vescovi queste monache sono
dette Sorores inclusae ordinis S. Damiani, Sorores Reclusae, pauperes, etc.(3) La nuova Istituzione, alla quale sembra aver
cooperato personalmente anche sant'Agnese
sorella di S. Chiara, ben presto
trasse a sé molte giovani e donne desiderose di ritirarsi dal mondo e vivere a
se stesse e a Dio.
Il vescovo Iacopo
fin dall'anno 1226 concesse a queste suore privilegi ed immunità ed esenzioni:
il decreto relativo, confermato più tardi dal vescovo a Monteforte nel 1234, fu confermato dal pontefice Gregorio IX con bolla data da Perugia il 30 agosto 1235(4); le suore come atto di ossequio
dovevano offrire ogni anno al vescovo « unam
libram cerae in festo Assumptionis Beatae Mariae octo
diebus ante, vel octo diebus post ». Il vescovo riservava pure a sé e suoi
successori la consacrazione gratuita della chiesa e degli altari, « cum fuerimus requisiti ».
Nell'anno 1228 il card.
Rainaldo destinò visitatore a queste suore il celebre frate Pacifico famigliare di S.
Francesco, detto anche « rex versuum ». Ma avendo rinunciato a tale ufficio, gli
sostituì frate Filippo Longo; quello
stesso, contro il quale ebbe parole abbastanza severe S. Francesco, perché avea ambito l'ufficio di visitatore delle
suore Clarisse di Assisi»(5).
Il continuo aumento del numero delle suore rese ben presto
necessario l'ingrandimento del monastero. A questo scopo il vescovo con decreto del 13
agosto 1238 ordinava che ogni seconda domenica del mese si tenesse una predica
nella chiesa del monastero e vi si raccogliessero elemosine, proibendo insieme che in tal giorno si
predicasse nelle altre chiese della città; inoltre Gregorio IX il 2 novembre dell'anno seguente in un breve ai
veronesi concedeva indulgenza a quanti contribuissero con elemosine alla
fabbrica del monastero.
Nell'anno 1250 le suore ebbero anche il vicino monastero di S. Maria Maddalena occupato fino allora
dai canonici di S. Marco: di qui il
nuovo appellativo di Maddalene.
Nell'anno 1237 Gregorio
IX col consenso del vescovo Iacopo
avea già quasi sottratto queste monache alla giurisdizione del vescovo di
Verona. Nel 1245 Innocenzo IV con bolla data da Lione
il 28 giugno le assoggettò ai Frati
Minori di S. Fermo Maggiore.(6)
Fra le prime suore professanti vita religiosa a S. Maria delle Vergini troviamo nel 1249 come abbadessa suor Costanza della nobile famiglia Del Palazzo. Ad essa furono diretti brevi e bolle dai papi Gregorio IX, Innocenzo IV, Alessandro IV, Urbano IV, Clemente IV, Nicolò III:
complessivamente sono circa sessanta (7). Come proprietà di questa suora
nell'anno 1267 il monastero acquistò la proprietà di cinquantadue pezze di
terra nella villa di Bonferraro e Nogara
e seicento campi nella terra di Raldon.
Una singolarità di questo convento è la celebre iscrizione,
della quale nel secolo scorso si occuparono molti eruditi d'Italia e della
Germania: iscrizione, che secondo il nostro Cipolla dovrebbe appartenere al
secolo XIV(8).
S A T O R
A R E P O
T E N E T
O P E R A
R O T A S
Si trovava sopra una ruota di comunicazione: andò perduta
dopo la soppressione del monastero nel 1810.
Secondo lo storiografo di quel monastero, l'iscrizione
parrebbe significare: « Il seminatore
Marte mantiene col suo lavoro le ruote»; ossia mantiene le suore del
convento? (9)
Pochi anni dopo fondato presso Verona l'ordine dei Frati
Predicatori, si fondò pure un monastero di monache dell'ordine di S. Domenico. La nuova fondazione si fece nel luogo
detto dell'Aqua traversa, al di là della chiesa di S. Giorgio e non lungi da
quella di S. Maria Mater Domini:
ivi fu pure eretta una chiesa ad onore di S. Domenico.
Fondatrice di questo monastero fu una certa Dolcebona: dovette alquanto lottare per
questioni giurisdizionali coll'arciprete e capitolo di S. Stefano; poi con quelli di S.
Giorgio: le questioni furono in qualche modo sopite con un atto del 12 dicembre
1239, e con un decreto del vescovo
Iacopo 6 agosto 1241 confermato dal delegato vescovile Diotisalvi monaco di S.
Maria in Organo. Nel 1246 troviamo
questo monastero già costituito; preso poi sotto la protezione vescovile dal vescovo Iacopo con decreto dato da Monzambano il 21 gennaio dello stesso
anno (10).
Queste suore
Domenicane stettero presso la chiesa di S.
Domenico all'Aqua traversa sino all'anno 1518; quando,
decretata, la spianata dei borghi, dovettero trasferirsi in città presso S. Pietro in Carnario. Più tardi si stabilirono nel corso vecchio,
dove eressero la chiesa di S. Domenico
ed un monastero adatto al loro numero verso l'anno 1543.
Fra le monache di Verona
possiamo annoverare anche le monache Benedettine
di S. Cassiano, che più tardi si dissero monache di S. Silvestro(11).
La prima loro fondazione apparisce nell'anno 1225. Una certa
Maria de Tizzonis, a cui si aggiunse
presto una Maria di Follo di Villafranca,
ottenne dai canonici della chiesa veronese la chiesa di S. Cassiano, che era presso Marzana nella Valpantena. Nel giorno di giovedì 2 ottobre dello
stesso anno nel chiostro della canonica veronese davanti a Stefano arciprete ed altri canonici e sacerdoti le due suore « voverunt (al. votierunt), atque
promiserunt Deo et Beatae Mariae Virgini et sancto Cassiano vivere secundum
regulam sancti Benedicti et ordinem, secundum quod Dominus donaverit eisdem
».(12)
Bentosto crebbe il numero di quelle monache: ma verso l'anno
1252 a motivo delle guerre dei vicentini e padovani contro i veronesi dovettero
ritirarsi in città: finché l'anno 1269, essendo i Domenicani passati alla chiesa
di Sant'Anastasia, quelle Suore poterono avere la chiesa ed il convento di S. Maria Mater Domini: in questa occasione il vescovo Manfredo le sottrasse dalla
soggezione dei canonici e le pose sotto la direzione dei frati di S. Domenico.
Nel secolo seguente si unirono ad esse le monache di S. Croce presso la porta Rofiolana; indi quelle di S. Giustina di Illasi. In occasione
della spianata dei borghi eseguita l'anno 1518 si ritirarono in città, dove nel
1523 poterono stabilirsi definitivamente presso la chiesa di S. Silvestro, che era stata costruita dai Benedettini di S. Silvestro di Nonantola
l'anno 1158. Di qui l'appellativo di Monache di S. Silvestro,
che fu proprio di quelle suore sino alla
soppressione napoleonica.
Vorremmo dire anche delle Suore Umiliate: ma l'indole di questa istituzione è
un po' problematica e la sua perfetta armonia con le norme della vita monastica
ci è un po' sospetta.
Esse compariscono per la prima volta nel monastero di S. Maria della Ghiaja, dove erano pure
i frati Umiliati: in un documento
del 1224 sono nominate sedici suore(13).
Pare che siansi ritirate in monasteri distinti da quelli degli Umiliati nel secolo seguente, forse per un breve di Giovanni XXII dato il 22 ottobre 1328.
(b)
Potremmo pur aggiungere altre istituzioni, sia nelle città e
nei, suburbi, sia nel territorio; ma sono istituzioni di minore importanza ed
un po' incerte. Tali sono quelle delle monache di S. Spirito, di S. Giovanni alla Beverara, di S. Donato nella Valpantena, di S. Cassiano di Mezzane (c) ed altre. Ad ogni modo questa
moltiplicità di istituzioni monastiche nella prima metà del secolo XIII prova
un potente risveglio religioso: risveglio, che forse più tardi degenerò in
esagerazioni e superstizioni, delle quali tratteremo in altro luogo.
NOTE
1 - BIANCOLINI, Chiese
di Verona IV, pag. 682; ARRIGHI, Cenno
storico intorno al monastero di S. Maria delle Vergini. Docum. 1,
Verona 1845.
2 - BIANCOLINI, Chiese
IV, 684; ARRIGHI, Cenno storico
... Docum. II.
3 - ARRIGHI, Cenno storico, pag.
31.
4 - WADDINGUS, Annales
Ordinis Fratrum Minorum II, pago 410; ARRIGHI, Cenno stor. Docum. III; POTTHAST,
Reg. R.R. PP. Num. 9884; AUVRAJ, Reg.
de Gregoire IX, Num. 2761 Tom. II. col. 160 (Paris 1907).
5 - OLIGER, De origine regularum Ordinis S. Clarae,
pag. 27-36 (Ad Claras Aquas 1912). -
Vi si trova la circolare del card. Rainaldo pubblicata per la prima volta nell'Appendice
I.
6 - BIANCOLINI, Chiese.
VIII, pag. 8, seg.
7 - ARRIGHI, Cenno
storico ..., pag. 26-30.
8 - CIPOLLA, Per
la storia della formula « Sator Arepo » (Torino 1894).
9 - ARRIGHI, Cenno
Storico, pag. 24. Il facsimile presso BIANCOLINI, Chiese, Lib. III, pag. 73.
10 - BIANCOLINI, Chiese
VIII, pag. 192.
11 -LUD PERINI, Istoria delle monache di S. Silvestro
(Padova 1720).
12 - Presso
PERINI, Op. cit. Docum. 8; BIANCO LINI, Chiese VI, 69.
13 - Presso
BIANCOLINI, Chiese III, pag. 36.
ANNOTAZIONI AGGIUNTE AL CAP. X (a cura di Angelo Orlandi)
a) Utili notizie
e indicazioni bibliografiche e archivistiche su l'argomento di questo capitolo
si possono trovare nei seguenti volumi: Chiese e monasteri a Verona (a
cura di Giorgio Borelli), Verona, 1980, pp. XXX-734; Chiese e monasteri nel
territorio veronese (a cura di Giorgio Borelli), Verona, 1981, pp. XL-742.
Si veda pure: G. DE SANDRE GASPARINI, Movimenti evangelici a Verona
all'epoca di Francesco d'Assisi, in Le Venezie Francescane, nuova
serie, l (1984), pp. 151-162.
b) In argomento
di insediamenti di umiliati e umiliate si può indicare soltanto G. BARBIERI, Un
insediamento dell'Ordine degli Umiliati, in Chiese e monasteri nel
territorio veronese (a cura di Giorgio Borelli), Verona, 1981, pp. 195-208;
G. DE SANDRE GASPARINI, Aspetti di vita religiosa, sociale ed economica di
chiese e monasteri nei secoli XIII-XV, in Chiese e monasteri nel
territorio veronese (a cura di Giorgio Borelli), Verona 1981, pp. 133-194;
G. DE SANDRE GASPARINI, L’assistenza ai lebbrosi nel movimento religioso dei
primi decenni del Duecento veronese: uomini e fatti, in Virideriutn
floridum. Studi in onore del prof. Sambin, Padova, 1984, pp. 25-59.
c) Per S.
Cassiano di Mezzane si può vedere il regesto di vari documenti in uno studio di
V. BERTOLINI, La « Tor que vient dite Mizane », in Atti e Memorie della Accademia di
Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, A. 1982-83, Vol. CLIX, Verona
1984, pp. 291-312.
Fonte: srs di Giovanni Battista Pighi, da CENNI
STORICI SULLA CHIESA VERONESE, volume II
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