Chiesa di Santa Maria
in Monte di Sommacampagna, dove Francesco fondo la prima comunità di frati in
Verona
VOLUME II - EPOCA III - CAPO IX
SOMMARIO. - Frati
Minori - Fra Giacomino da Verona - Frati Predicatori o Domenicani - Canonici di
S. Marco - Frati eremiti Agostiniani - Umiliati
La divina Provvidenza, allorquando straordinari sono i
bisogni della chiesa, applicar suole straordinari rimedi.
Così sul principio del secolo XIII, secolo di lotte e di
sangue massime per l'Italia, Dio suscitò uomini fatti secondo il cuore di Lui,
che, da Lui inspirati ed aiutati, ritornassero gli uomini sulla via delle virtù
evangeliche. Principali fra questi
furono S. Francesco e S. Domenico l'uno destinato da Dio
principalmente a riformare i costumi; l'altro a preservare nelle menti e nei
cuori il deposito della fede. E Verona pure sentì i benefici influssi di questa
divina Provvidenza straordinaria; benché tutt'altro che ben disposto paresse
esserne l'ambiente.
Il principale fra i nuovi ordini fu quello dei Frati Minori. - Il
patriarca S. Francesco, venuto a
Verona l'anno 1220, abitò per breve tempo in una casetta fuori della porta Rofiolana, e fondò una casa di
frati presso la chiesa di S. Maria del
Monte presso Sommacampagna (1) indi « b. Franciscus cum socio transivit in insulam Gardae »(2), ed, avuta quell'isola in dono da un
certo Biemino da Manerba, fondò ivi
pure un eremo per i suoi frati, che vi
rimasero sino alla soppressione del 1798;(3)
in seguito quell'isola fu detta l'Isola
dei Frati.
Nel suo passaggio per Verona
Francesco avea lasciato una grande memoria di sé ed una speciale
venerazione a quella casetta che egli avea abitato fuori della porta Rofiolana. Perciò dopo quattro soli anni dalla sua morte,
due dalla sua canonizzazione, la città di Verona
volle in quello stesso luogo erigere una chiesetta ad onore di S. Francesco nell'anno 1230, come ne attesta l'iscrizione
postale in fronte. La diamo sciolta dalle abbreviazioni(4):
ANNO DOMINI. MCCXXX.
DOMINVS RANERIVS ZENO.
POTESTAS VERONE
PRO COMUNI VERONE
FECIT
FIERI HANC ECCLESIAM
BEATI FRANCISCI
A custodia di quella chiesa il vescovo Iacopo chiamò alcuni Frati
Minori dal convento della Madonna
del Monte. Così ebbe principo in
Verona questa nuova istituzione; la quale crebbe ben presto di numero, tanto da
aver bisogno di un monastero più vasto. Perciò
nell'anno 1257 i frati di S. Francesco
dal pontefice Alessandro IV
ottennero che venisse loro ceduto dai monaci
Benedettini il convento di S. Fermo
Maggiore: dopo varie peripezie riuscirono ad averlo nell'anno 1261(5).
Fra questi frati era quel Giacomino da Verona, sfuggito al Waddingo; il quale è riguardato come uno dei primi autori di versi
in lingua volgare. Si ritiene appartenere al secolo XIII; ed ha due carmi:
De Ierusalem
celesti in versi 280, e De
Babylonia civitate infernali in versi 340.
Sulla fine del secondo carme l'autore mette il suo nome:
Che queste non è fable ne dit de buffon
Iacomin de Verona dell' ordene de minori.
I due carmi furono pubblicati nel secolo scorso, prima in Francia ed in Italia,(6) poi a Vienna
(7). A Giacomino sembra doversi pur attribuire una Lauda a Maria pubblicata dal nostro Cipolla in versi 130(8). Ne diamo i primi cinque versi e l'ultimo,
sostituendo alla lettera C cedilliata la lettera Z:
Beneta sia l'ora, el zorno, el dì,
Ch' ella pulzella vene e apare en questo mondo,
che l'à portà quel dolzo glorioso pomo
Che n'à trati del profundo
De l'amoto abiso.
……………..
Amen, amen, dico vobis, domine.
I Padri Predicatori o Frati Domenicani, a
quanto scrive un loro antico istoriografo, furono mandati a Verona dallo stesso fondatore S. Domenico verso l'anno 1220. Né ciò è improbabile; essendoché scopo del
nuovo ordine era combatter le nuove eresie; e queste già erano penetrate nella
nostra diocesi.
Dapprincipio si fabbricarono un convento fuori delle mure
della città nel luogo in cui nel secolo XVI fu costrutto il bastione dello Bacola a mattina
dell'attuale chiesetta del Terraglio.
Ivi costruirono pure una chiesa ad onore
di Maria Mater Domini con
le largizioni di un certo Rodolfo
Malavolta: la chiesa dovette aver principio l'anno stesso 1220, come appare
da una Iscrizione, che, quando fu distrutto il convento di S. Maria Mater Domini
nel 1517, fu riprodotta in altra lapide infissa nel muro dello scalone del
convento di Sant'Anastasia:
l'iscrizione nota che quello era l'anno quarto del pontefice Onorio III, il primo dell'imperatore Federico II, il settimo del vescovo Norandino (9.) La chiesa col permesso
del vescovo Iacopo fu consacrata il dì 21 luglio 1238 da Ermanno vescovo di Erbipoli con l'assistenza di altri tredici
vescovi quasi tutti tedeschi, venuti a Verona al seguito dell'imperatore Federico II (10). Il
convento dovea essere molto ampio; poiché in esso nel 1244 vi si tenne il Capitolo generale dei Frati Domenicani.
Senonché nei veronesi cresceva di giorno in giorno la stima
e la venerazione verso quest'ordine in quei tempi opportunissimo o, meglio,
necessario. La chiesa ed il convento
divennero presto insufficienti, ed era comune nei veronesi il desiderio che
quei religiosi si stabilissero nel centro della città. Chi più di tutti prestò l'opera sua al
compimento di questo desiderio fu il nostro vescovo Manfredo Roberti; il
quale nell'anno 1260, finita appena la signoria
ezeliniana, offrì ai Domenicani
un largo spazio di terreno presso l'antica chiesetta
di Sant'Anastasia, che sembra rispondere alla cappella del Crocifisso nella chiesa attuale. Contribuirono pure i buoni veronesi con le
loro elargizioni, e così in breve tempo si poté ivi costruire un grandioso
convento verso l'anno 1265. L'abbandonato convento di S. Maria Mater Domini con atto del 17 gennaio 1269 fu
venduto alle monache di S. Cassiano di
Quinto in Valpantena, le quali « propter
imminentia guerrarum discrimina» dovettero ritirarsi più da vicino alla
città. I Domenicani vennero ad abitare
il nuovo convento l'anno 1270.
L'attuale chiesa di
Sant'Anastasia ebbe principio verso l'anno 1290. Primo a contribuire a
questa costruzione apparisce il nostro vescovo
Pietro della Scala in un diploma dato il giorno 2 aprile 1292(11): n generale verso il convento e la
chiesa di Sant'Anastasia furono
assai generosi i Della Scala.(12)
Una gloria veronese di quest'ordine nella prima metà del
secolo XIII fu S. Pietro della famiglia
Rosini; del quale parleremo in altro luogo.
Altra fondazione di quest'epoca è quella dei così detti Canonici di S. Marco.
Primi sono
quattro sacerdoti: Gerardo della chiesa di S. Spirito, Warimberto della chiesa di S. Vitale, Arrigo e Forzano del Castello. Questi nel 1211 ottennero dal Comune di Verona
un fondo in Campo Marzo, per
fabbricarvi un convento per sé e per altri soci ed alcune religiose del loro
ordine:(13) sembra che intendessero
vivere secondo la regola dei canonici di
S. Marco di Mantova: ma da
qualche documento posteriore sembrano aver adottato la regola di Sant'Agostino ed aver anche avuto molta
comunanza con gli Umiliati. Col consenso del. vescovo card. Adelardo fabbricarono il monastero del 1212, ed in esso un
oratorio ad onore di S. Maria Maddalena:
era situato a mattina di quello di S.
Maria delle Vergini, ove ora sono edifici ad uso militare; ma non sembra
che vi abbian dimorato oltre la metà di questo secolo XIII.
Intanto dall'arciprete dei canonici della cattedrale avevano
ottenuto un fabbricato presso la chiesa
di S. Leonardo « in monte Domnico
» verso l'a. 1224: la nuova istituzione ivi prosperò sempre più, e ad essa
furono nel 1263 aggiudicati alcuni beni con la chiesa di Castel Cerino.(14)
Nei 1239 eressero
pure un'altra casa presso la chiesa
dell'Angelo S. Gabriele non lungi da quella di S. Felice: presso la chiesa
di S. Spirito era altra casa di religiose aggregate esse pure ai canonici di S. Marco. La loro regola fu
approvata dal pontefice Alessandro IV
con bolla del 15 febbraio 1260.(15)
I Frati od Eremiti
Agostiniani sui primordii di questo secolo fondarono un loro
monastero non lungi da Montorio, nel
luogo detto Batiorco, e
vi fabbricarono pure una chiesa dedicata a Sant'Agostino:
era loro direttore e quasi fondatore frate
Adobello della famiglia degli Agostiniani
di Cesena, riformata da Giovanni
Bono di Mantova morto l'anno 1249.
In questo monastero nel secolo XIII vissero e morirono i due
beati Pellegrino ed Evangelista
veronesi.
Nell'anno 1262 questi Eremiti
Agostiniani vennero in città, e vi fabbricarono più ampio monastero presso
la chiesa di Sant'Eufemia, ad essi
ceduta dal vescovo Manfredo Roberti(16):
essendo questa troppo ristretta e
forse già deperita, diedero principio all'attuale: la prima pietra fu posta il
giorno 25 aprile 1275 da Bonincontro
arciprete della cattedrale.
Oscura ed oggi pure assai controversa è l'origine dei Frati Umiliati, massime
perché in molti documenti di quest'opera l'appellativo Umiliati si trova corrispondere a quello di Catari o Petereni (17).
Lasciando a parte la
questione di indole generale, a noi pare che nella nostra diocesi gli Umiliati, detti del Terzo Ordine, aventi vita
comune, fossero sinceramente cattolici, animati da vero spirito di umiltà e di
penitenza, soggetti in tutto all'autorità della chiesa: mentre forse non erano
tali tutti coloro che dicevansi Umiliati, ma vivevano vita
separata nelle loro famiglie, uniti soltanto a guisa di confraternita, e in
questo senso soggetti a qualche superiore.
Una prima fondazione di
Umiliati con vita comune sembra essersi costituita l'anno 1173 presso la
chiesa di S. Maria della Ghiaja,
dove sin dal principio si diedero all' arte della lana.(18)
Nel principio del
secolo XIII ebbero altra casa in Campo
Marzo, dove poi fu il monastero di S.
Catterina: gli Umiliati di
questa casa da un documento del 1266 parrebbero doversi identificare coi canonici di S. Marco di S. Maria Maddalena.(19)
Altre case ebbero pure a S. Bartolomeo della levata, a
S. Giovanni della Beverara ed a S.
Spirito(20): un'altra ne ebbero
anche a Zevio, dalla quale alcuni
nel 1262 vennero alla chiesa di S.
Francesco fuori della porta Rofiolana
abbandonata dai Frati Minori:
altre case ebbero pure a Roverchiara ed a Porto Legnago. Questa moltiplicità di
fondazioni prova come questa istituzione degli Umiliati incontrava molto favore presso gli abitanti della città e
del territorio: in un documento del 1287 sono nominate dodici case di Umiliati, parte in città, parte nel territorio
veronese.(21)
Insieme con gli Umiliati si hanno anche le suore Umiliate; e tutto fa credere che
ordinariamente queste e quelli abitassero nello stesso monastero, benché con
qualche muro di divisione. Di queste suore diremo altrove.
NOTE
1 - P. GIANFR.
GHEDINA. Ricordo delle solennità di S. Francesco. P. II. 1
(Verona 1882).
2 - WADDINGUS Annales
Ordinis Fratrum Minorum. Tom. I 334 Num. VI
3 - SEVERI I Frati
Minori nell’Isola di Garda, in Brixia sacra, Anno 1916, pag. 98 -
115, 125 -135. Avea mosso dei dubbi
sulla venuta di S. Francesco in quell'isola BUTTURINI L’ Isola di Garda ... (Salò 1904).
4 - BIANCOLINI Chiese di Verona III pag. 107; CIPOLLA Appunti di Scipione Maffei pag.
79.
5 - L'abate
Valerio coi suoi pochi monaci Benedettini si ritirò allora a S. Fermo in
Braida, detto anche S. Fermo Minore: era la chiesa del Crocifisso, ora
distrutta. Sui particolari, BIANCOLINI Chiese
I pag. 334.
6 - OZANAM, I Poeti Francescani in Italia. Trad. Fanfani nell'Appendice (Prato
1854).
7 - MUSSAFIA, Monumenti antichi dei dialetti italiani (Vienna
1864).
8 - CIPOLLA, Lauda
spirituale in volgare veronese del secolo XII, in Archivio star. ital. (Firenze
1881).
9 - Il fac-simile
presso BIANCOLINI, Chiese II, pag. 554: RONCONI, Studi Maffeiani pag.
83 (Torino 1909).
10 - Presso
PERINI, Istoria delle Monache di S. Silvestro. Docum. 15; BIANCOLINI, Chiese III, pag. 92.
11 -PERINI, Op.
cit. Docum. 21.
12 - CIPOLLA, Ricerche
storiche intorno alla chiesa di Santa Anastasia, pag. 5. Segg. (Roma 1916).
13 - BIANCOLINI, Chiese
IV, pag. 654; ARRIGHI, Cenno
storico intorno al monastero di S. Maria delle Vergini. Docum. IV
14 - INI, Chiese
III, pag. 26, VII, 127, segg.; SPAGNOLO, Vita di S. Leonardo P.
II. Capo IX
15 - Si trova con
molti altri documenti presso BIANCOLINI, Chiese VII, pag. 31 -76.
16 - VENTURI, Compendio della Storia di Verona, II.
pag. 41; ANT. PIGHI, La matrice di S. Eufemia.
17 - ZANONI, Gli Umiliati (Milano 1911); Tocco, L'eresia
nel Medio Evo in Archivio stor. ital. V serie II. pag. 79 (Torino
188). - Vedi anche Civiltà catt. Anno
62 (1911) Vol. II, pag. 433, segg.
18 - SIMEONI, Memorie
storiche ... l'antica chiesa della Giara (Verona 1848).
19 - Alcuni li
identificano in generale. Il vescovo Jacopo di Breganze con atto 23 agosto 1239
decretò che gli Umiliati della casa di Zevio seguissero la regola di S. Marco
di Mantova. BIANCOLINI, Chiese, VII. 807, seg.
20 - Di questa
casa scrisse Carlo Carinelli; il cui scritto riferisce quasi per intiero
BIANCOLINI, Chiese, II. 632, segg.
21 - Presso
BIANCOLINI, Chiese, VI 249: vedi anche pag. 209.
ANNOTAZIONI AGGIUNTE AL CAP. IX (a cura di Angelo
Orlandi)
a) G. SANDRI, Il
vescovo Jacopo di Breganze e la prima sistemazione dell'Ordine dei Minori in
Verona, in Scritti di Gino Sandri raccolti da Giulio Sancassani, Verona
1969, pp. 95-107; G. M. VARANINI, Per la storia dei Minori a Verona nel
Duecento, in Minoritismo e Centri veneti nel Duecento. Nell'ottavo centenario della nascita di
Francesco d'Assisi (1182-1982), Trento, Civis VII (1983), pp. 92-125.
b) Delle varie
istituzioni monastiche e di ordini mendicanti trattati in vari luoghi i due
volumi strenna della Banca Popolare di Verona: Chiese e monasteri a Verona (a
cura di Giorgio Borelli), Verona 1980, pp. XXX-734; Chiese e monasteri nel
territorio veronese (a cura di Giorgio Borelli), Verona 1981, pp. XL-742.
Sull'argomento specifico degli Umiliati si può vedere DE SANDRE GASPARINI G., Aspetti
di vita religiosa, sociale ed economica di chiese e monasteri nei secoli XIII-XV,
in Chiese e monasteri nel territorio veronese ... cit; pp. 133-194; G. BARBIERI, Un insediamento dell'Ordine
degli Umiliati, ibidem, pp. 195-208; G. DE SANDRE GASPARINI, L’ assistenza ai lebbrosi
nel movimento religioso dei primi decenni del Duecento veronese, in Viridarium
floridum. Studi offerti al prof. Sambin,
Padova 1984, pp. 25-59.
Fonte: srs di
Giovanni Battista Pighi, da CENNI STORICI SULLA CHIESA VERONESE, volume II
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