LE LOBBY DEL GIOCO D'AZZARDO EVADONO 98 MILIARDI E RICEVONO SCONTO DEL 96%
Ufficialmente e formalmente si è trattato di dimissioni. In
verità, pare che desse parecchio fastidio ai “poteri forti”, alla politica e
alla criminalità organizzata. Per questo è stato “gentilmente invitato” a
farsi da parte.
“Chiedo scusa a tutti
quelli che mi hanno dato fiducia, ma sono stato costretto a dare le
dimissioni“, ha scritto su Twitter l’ex
colonnello. ”Qualche modulo e una
dozzina di firme sono bastati per cancellare 37 anni di sacrifici e di
soddisfazioni”, ha aggiunto il militare qualche ora dopo. Parole più che
eloquenti.
Ma chi è Umberto Rapetto? Per i più si tratta di un nome
insignificante. Eppure siamo di fronte a un super esperto di
informatica e lotta alle frodi. Autore di numerose pubblicazioni, è anche
docente universitario. Gli Stati Uniti ce lo invidiano. Le sue competenze
e la sua intensissima attività hanno consentito al nostro Stato di individuare
migliaia di evasori fiscali. Peccato che poi le somme concretamente recuperate
sono minime.
Per cinque anni, Umberto Rapetto ha seguito tutti i
componenti delle organizzazioni che gestivano il gioco d’azzardo in Italia
senza pagare le imposte. Finché un giorno, ha chiuso il dossier, facendolo
arrivare ai carabinieri: ha fatto arrestare quindici persone.
Rapetto si è presentato in giudizio con migliaia di
pagine di prove e con conti precisi: le società dei videopoker sotto
accusa devono allo Stato di 98 miliardi, 456 milioni, 756 mila
euro. Cifra mostruosa, superiore persino alle ultime quattro
manovre finanziarie messe assieme. Gli imputati che sono stati
tutti condannati penalmente hanno patteggiato, anche se Rapetto era contrario:
il colonnello sosteneva che dovevano restituire fino all’ultimo centesimo di
euro.
Alla fine i giudici si sono rivolti alla Corte dei
Conti la quale ha preso atto della condanna penale della Cassazione e ha
imposto agli imputati il pagamento di appena 2,5 miliardi di euro. Lo
sconto è di quelli che nemmeno nel più pazzo dei supermercati: 96,5%!
Qualcuno ne ha parlato in tv? Ovvio che no, la farfallina di
Belen, i dettagli delle cenette simpatiche di Arcore o il sole in Primavera
sono argomenti ben più importanti. Non è così?
In sintesi, l’attività del colonnello Rapetto consente di
accertare 98 miliardi e mezzo di evasione fiscale da parte delle società che
operano nel gioco d’azzardo. E che fa lo Stato? Concede uno sconto del 96,5%!
Già, perché se a non pagare le imposte è un piccolo imprenditore o un normale
cittadino, si interviene con i carri armati. Se a evadere sono le
grandi società, si va coi guanti, c’è il super premio. Quel premio che non
c’è stato per Rapetto. Costretto a dimettersi perché faceva fin troppo
bene il proprio mestiere. Proprio sicuri che una Repubblica in cui l’immoralità è la norma debba essere
festeggiata?
Fate voi.
Fonte: da Controcopertina.com del 31 maggio 2012
Fonte: controcopertina.com
Link: http://www.controcopertina.com/gioco-dazzardo-societa-evadono-98-miliardi-e-ricevono-sconto-del-96/
IL COLONNELLO UMBERTO
RAPETTO FINISCE SU EBAY
Da semisconosciuto a star del web: è il destino dell’ex
colonnello della Guardia di Finanza Umberto Rapetto. Costretto a
dimettersi, come ha confessato lui stesso su Twitter, il militare – che è anche
scrittore, giornalista, docente universitario, oltre che un super esperto
informatico – ha ricevuto moltissimi attestati di stima e solidarietà.
Ora tutti sanno che è stato l’ex colonnello a scovare le società
di videopoker che avevano evaso la bellezza di 98 miliardi di euro!
Somma faraonica, con la quale avremmo potuto risolvere molti dei problemi del
nostro paese. E invece…lo Stato ha concesso un super sconto del 96,5%.
Le società di gioco d’azzardo hanno pagato appena 2 milioni e mezzo di euro: il
lungo, delicato e ostinato lavoro del colonnello è stato quasi del tutto
vanificato.
Già, ma che farà ora Umberto Rapetto? Di sicuro, viste le sue competenze, non avrà
problemi di disoccupazione. Però, siccome non si può mai sapere, qualcuno ha
pensato di metterlo all’asta su Ebay! Lo ha fatto Massimiliano Dona, segretario
generale dell’Unione Nazionale dei Consumatori.
Fonte: Fonte: da
Controcopertina.com del 3 giugno 2012
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