venerdì 20 febbraio 2009

Quando i normanni conquistarono la Sicilia arrivarono i milanesi



I fratelli Altavilla sbarcano in Sicilia, chiamati dall'emiro di Catania, impegnato in una sanguinosa guerra con il califfo di Girgenti. 

L'aiuto all'emiro di Catania è solo un pretesto per iniziare la conquista della Sicilia ed essere, nel contempo, considerati i "liberatori" delle residue popolazioni cristiane ancora presenti nell'isola dopo, due secoli e mezzo di dominio musulmano. 

Nel febbraio del 1061, Ruggero organizza uno sbarco a Messina con poco più di un migliaio di soldati. 

Messina cade senza opporre resistenza, per cui i Normanni arrivano facilmente fino a Castrogiovanni e Girgenti. 

Nella primavera del 1062, Ruggero, con truppe fresche, torna in Sicilia con l'intento di occupare l'intera isola.

Un feroce scontro avviene a Cerami, a ovest di Troina. 
Il cronista Goffredo Malaterra riporta che le forze normanne erano esigue. 
Ma Ruggero riesce egualmente a mettere in fuga i nemici. 

I Normanni controllano ormai una vasta zona, da Messina a Troina, dove Ruggero pone la sua capitale isolana e, nonostante i rinforzi saraceni  arrivati dall'Africa, con una serie di impegnative battaglie che vedono cadere una ad una le più importanti città, nell'agosto del 1071 giunge alle porte di Palermo.

L'assedio dura fino al gennaio del 1072, quando Ruggero, con l'aiuto del Guiscardo, riesce a penetrare nella città fortificata e Palermo cade. 

Una messa solenne  di ringraziamento viene celebrata nell'antico Duomo, che per 240 anni era stato una moschea. 

A poco a poco cadono anche Castrogiovanni, Butera ed infine, nel 1091, Noto. 

Occorreranno trenta anni, a Ruggero, per conquistare l'intera Sicilia e le isole di Malta e Pantelleria, il cui possesso renderà sicuri i traffici nel canale di Sicilia e consentirà di avviare scambi commerciali con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.


Con Ruggero, mentre la maggior parte dell'Europa è ancora feudale, si gettano nel Meridione d'Italia le basi di uno Stato moderno. 

Il re non governa più tramite i suoi potenti feudatari, ma tramite i suoi funzionari (burocrati dello Stato e non i potenti signorotti). 

Diversamente dal resto d'Europa, che diventa sempre più intollerante, egli è tollerante con i costumi e le tradizioni greche, latine ed arabe che in quel periodo coesistono nel Meridione, lasciando le proprietà e la libertà di culto.

La conquista normanna trova  un'agricoltura che praticamente non esisteva piu’ e  non  piu’ un grado di  fronteggiare le   esigenze alimentari  della popolazione. 

La Sicilia difatti era un luogo dove venivano a vivere, gli ultimi anni della loro vita i pensionati piu' eccellenti del mondo islamico di allora, e l'industria piu' fiorente in Sicilia era diventata quella delle lapidi mortuarie in marmo che venivano imbarcate verso Bagdad con i feretri di questi vecchi quando morivano, incredibile ma vero! 

Nella Sicilia (Scalìa in arabo), che era stata il "granaio Di Roma e del mondo antico”, non si coltivava piu' ne' il grano ne' la vite, ma vi erano stati impiantati distese di boschi di querce da sughero e altri ameni parchi. 

Gli Altavilla percio' per riportare  in Sicilia un tipo di agricoltura "cristiana” pensarono allora agli agricoltori piu' avanzati dell'epoca, che erano i longobardi, e ne incentivarono l'immigrazione. 

Di Logobardi ne arrivarono in grande quantità, e numerosi sono ancora ora i siciliani di origine longobarda, tanto è vero che  la Sicilia e' il posto al mondo dove c'e' piu' sangue longobardo, dopo la Lombardia: basta prendere un elenco telefonico di una qualsiasi citta' siciliana e cercarci: Lombardo. 
Ma ci sono pure i Milana e tanti altri.

Il  ripopolamento,  specialmente con cristiani dal continente europeo, fu promosso e intensificato  da Ruggero I. 

Le zone occidentali della Sicilia furono colonizzate da immigrati della Campania. 

Le zone orientali-centrali della Sicilia furono ripopolate invece da coloni della Padania che importarono la propria lingua gallo-italica. 

Dopo la morte di Ruggero I,  e sotto la reggenza di Adelaide (lei stessa proveniente dall'Italia del nord),  durante la tenera età di suo figlio, Ruggero II, il processo di colonizzazione lombarda raggiunse la massima  intensificazione.


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