Dal testo di Francesco Zanotto
"Non descrivendo pertanto le pratiche e
la festa che compievasi e celebravasi i giorni innanzi alla vigilia della
Purificazione, diremo che la mattina di esso giorno veniva sopra barche
addobbate, fino al palazzo ducale, una processione di uomini e di fanciulli, i
quali ultimi, in numero di oltre 500, recavano bandiere, e più di 100 croci
d'argento; e dopo questi procedeva il clero tutto, indossante pluviali di
sciamito d'oro; seguivano quindi suonatori di trombe e di cembali. Nel mezzo di
questa processione appariva un solaio, adornato di drappo damaschino trapunto
in oro, sul quale sedeva un giovanetto vestito a modo della Vergine Santa ...
"
SECOLO XIII
Giuseppe Gatteri
Cosa ci racconta il disegno di Gatteri.
Da festa
coinvolgente alcune decine di
fanciulle promesse spose a occasione
di potenza e di
sfarzo, una battaglia dell'immagine vinta dai veneziani nel lusso più ostentato, una passerella di prestigio e di civiltà, simbolo dell'età d'oro di
Venezia ...
LA SCHEDA STORICA - 43
Una delle feste in grado di raggiungere nella Venezia
medievale il massimo del successo, era senza dubbio quella detta "delle
Marie".
La festa era in origine chiamata festa dei
"Matrimoni" e venne sempre più festeggiata in laguna nel corso dei
secoli, specie dopo una spiacevole vicenda accaduta attorno alla metà del X
secolo. Già da molto tempo si festeggiava allora nelle isole venete il
matrimonio di 12 fanciulle con i rispettivi prescelti sposi, cerimonia
consacrata nella cattedrale cittadina di Olivolo Castello.
Le fanciulle, sebbene umilmente vestite di una semplice
tunica bianca, erano riccamente adornate di gioielli, collane, diademi preziosi
dati loro in prestito per l'occasione dallo stesso governo ducale. Alla
cerimonia, del resto, partecipavano le massime autorità religiose e politiche
della comunità lagunare, fino allo stesso doge.
Fu proprio durante una di queste solenni cerimonie - segno
dell'alta considerazione e del profondo significato anche civile e sociale che
aveva il matrimonio presso gli isolani -, che un manipolo di pirati istriani
piombò all'improvviso nella Cattedrale attirati dall'ormai risaputa ricchezza
che si ostentava in occasione di quella festa e rapirono le 12 fanciulle
ricoperte di pietre preziose. La vicenda tuttavia, si risolse nel successivo
recupero del bottino - e delle fanciulle naturalmente -, dopo un breve scontro
coi pirati.
Non è dato però sapere come e perchè la festa venne
successivamente chiamata "delle Marie". Forse perchè questo era il
nome della maggioranza delle ragazze protagoniste della spiacevole avventura,
forse, più probabilmente, perchè la festa si tenne da allora nel giorno della
Purificazione di Maria o forse, ancora, perchè le celebrazioni si concludevano
con la visita alla chiesa di S. Maria Formosa, l'unica chiesa dedicata alla
Vergine.
Al di là della curiosa intitolazione non vi è dubbio
comunque che la festa nei secoli successivi il ricordato episodio, abbia
conosciuto un progressivo, crescente successo tanto che da uno, già nel XII
secolo era arrivata alla durata di otto giorni mentre nel 1271 il numero delle
Marie, ben dodici, veniva drasticamente ridotto per i costi esorbitanti che il
governo non poteva più sopportare.
Da semplice festa isolana insomma, occasione pubblica per il
ritrovo di un'intera comunità, era diventata nel giro di pochi anni un vero e
proprio richiamo interlagunare che portava a Venezia centinaia di migliaia di
curiosi e visitatori. La fama della festa, del resto, cresceva e si diffondeva
anche grazie alla crescente pomposità e magnificenza che via via andava
acquistando.
Ma come venivano scelte le 12 fortunate fanciulle? In ogni
sestriere in cui era divisa la città, venivano elette due tra le più belle e
saggie fanciulle residenti. Al doge poi, spettava l'alto compito di confermare
tale scelta, ma non solo. Dalle casse ducali infatti, uscivano i denari per
pagare le spese delle celebrazioni mentre alle parrocchie restava il compito di
far adornare ed abbellire le rispettive parrocchiane prescelte.
La festa naturalmente era preceduta da febbrili preparativi
che sfociavano nel giorno della vigilia. Questo si apriva con un' affollatissima
processione di uomini e fanciulli, questi ultimi oltre 500, che disposti su
numerose imbarcazioni si recavano fino al Palazzo Ducale. Seguiva il primo
gruppo di barche riccamente addobbate per l' occasione con i rappresentanti del
clero, mentre chiudeva il corteo un gruppetto di suonatori di trombe e cembali.
Reso omaggio al doge che aspettava il passaggio del corteo
alla finestra del suo Palazzo vestito nel suo abito da cerimonia, le imbarcazioni si dirigevano alla
chiesa di S. Maria Formosa dove due fanciulli vestiti rispettivamente da Angelo
annunciante e da Maria, figuravano l'Annunciazione per andare poi a rendere
omaggio alle 12 fanciulle che li aspetti vano nelle loro case in attesa del
giorno della Festa.
La processione occasione di potenza e di lusso
Questo si apriva all'indomani con una nuova processione di sei
grandi navi ornate con broccati, stoffe pregiate, ori e argenti e con tutto
quello che poteva abbellirle. Le imbarcazioni trasportavano le 12
"Marie" all'isola di Castello, sede vescovile, disposte tre per
ciascuna barca. Nella quinta barca trovavano invece posto 40 uomini armati e
nell'ultima il clero. Salito il vescovo, il corteo arrivava in Piazza S. Marco
dove nella Basilica veniva svolta la funzione liturgica alla presenza
naturalmente del doge. Finita la Messa e ringraziato il Signore per la vittoria
riportata allora sui pirati, il tragitto delle imbarcazioni riprendeva lungo il
Canal Grande dopo aver ricevuto la solenne benedizione del Doge che così si
congedava.
Era usanza infatti che le "Marie" venissero
ospitate da alcune delle più ricche e nobili famiglie veneziane che lungo quel
canale avevano già allora il loro palazzo. Le fanciulle venivano accolte e
ricoperte di ricchi doni, tanto ricchi che molte famiglie impiegavano un bel pò
di tempo prima di riportare in attivo il proprio bilancio.
Finita la prima solenne giornata, la festa per i restanti
sette giorni proseguiva in tutt'altro clima, tra danze, mascherate, regate e
giochi di ogni sorta, atmosfera alla quale le stesse 12 fanciulle non potevano
certo sottrarsi. Quest'ultima circostanza, anzi, costrinse il governo veneziano
a prendere dei drastici provvedimenti per arginare lo scadimento morale delle
donzelle.
Si decise così di sostituire alle fanciulle in carne ed ossa
dei manichini di legno rappresentanti le vergini rapite dai pirati nell'ormai
lontano X secolo. La decisione, tuttavia, non dovette piacere granchè al popolo
veneziano tanto che nel 1349 ci volle tutta l'autorità del Maggior Consiglio
per decretare il severo divieto di scagliare contro ai poveri manichini ogni
sorta di ortaggi e di rifiuti. Pratica evidentemente ormai consolidata e segno
del profondo disappunto popolare che da allora chiamerà ''Maria di legno"
ogni donna "magra, fredda ed insulsa".
Fonte: srs di Giuseppe Gatteri, Antonio Viviani, Francesco
Zanotto, Giuseppe Grimaldo, Laura Poloni, Giorgio Marenghi; da STORIA
VENETA, volume 2, SCRIPTA EDIZIONI
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