Scavi al riparo Scalucce, foto Dal Fabbro del 15 settembre
1888|
STORIA NATURALE. Domani al Museo l´archeologo Luciano
Salzani presenta il volume su «Ricerche e scoperte litiche a Breonio», opera
dello scienziato ottocentesco
Si avvera dopo 130 anni un desiderio di Stefano De Stefani,
appassionato scienziato ottocentesco, pioniere degli studi preistorici nel
Veronese: per primo segnalò decine e decine di nuovi siti archeologici dalla
Lessinia a Peschiera, a Rivoli e Bovolone, ed è annoverato tra i benefattori
del Museo civico di storia naturale, di cui arricchì le collezioni con i suoi ritrovamenti
e per il quale si adoperò dopo la rovinosa alluvione dell´Adige nel 1882.
STEFANO DE STEFANI
De Stefani sognava di pubblicare l´Atlante delle ricerche e
scoperte nelle stazioni litiche di Breonio. Lo aveva curato in ogni dettaglio e
terminato nel 1884, ma poi aveva rinunciato a darlo alle stampe. Dopo tanto
tempo lo hanno esaudito Luciano Salzani, archeologo, direttore in pensione
della Sovrintendenza, e il discendente Rocco De Stefani, che domani presentano
al Museo civico di storia naturale l´Atlante insieme a disegni, mappe, elenchi
di reperti, fotografie e soprattutto una serie di scritti inediti — recuperati
nell´archivio privato della famiglia grazie a un riordino di carte sparse tra
vari parenti — materiale dall´alto valore storico e documentaristico. Testimonia
un periodo, infatti, compreso tra il 1870 e il 1890, «che fu tra i più intensi
di fervore archeologico nella provincia di Verona», come spiega Salzani. Nel
volume, che entra nella collana Memorie del Museo di storia naturale, ci sono
le basi per futuri e ulteriori approfondimenti di carattere storico. Come nel
caso dell´inventario generale delle raccolte preistoriche provenienti da
Breonio, messe in vendita per il Museo nazionale preistorico di Roma, catalogo
stilato da Pompeo Castelfranco, il massimo archeologo dell´epoca. «Le sue
valutazioni dei pezzi sono molto interessanti e aprono a nuove ricerche», dice
Salzani.
Selci lessiniche in una tavola del libro: la croce è
una dei falsi
«La pubblicazione dell´Atlante», continua Salzani, «stava
particolarmente a cuore a De Stefani, soprattutto per la parte relativa alle
scoperte sui Lessini, come testimoniano le continue richieste a Luigi Pigorini
e l´invio di disegni e tavole dei reperti a molti studiosi affinché venissero
annotati e confrontati magari con altri ritrovamenti. Lo stesso Pigorini, nel
1885, pareva entusiasta all´idea di pubblicare tali studi». Alla fine, però,
non se ne fece nulla. «Per motivi economici», continua Salzani, «dato anche
l´alto costo della riproduzione delle tavole esplicative e dei disegni a
china».
Ma c´è di più. In quegli anni montavano le polemiche per le
«strane selci» rinvenute sul monte Loffa, a Sant´Anna d´Alfaedo, riprodotte e
visibili in molte tavole dell´Atlante. Erano dei falsi, che operai del luogo
avevano fatto trovare a De Stefani nei siti di scavo. «Venivano pagati a pezzo,
così tali Pippo e Titon si erano ingegnati per racimolare qualche lira in più»,
spiega Salzani. «Sapevano in anticipo dove si sarebbe andati a scavare e così
vi portavano prima le selci fasulle, lavorate con la tenaglia e fatte bollire
nella scorza di castagne perché avessero una patina di antico».
L´inganno ai danni del De Stefani, e dello stesso Pigorini
che al suo arrivo sul monte Loffa esclamò «veni vidi vici», scatenò una
querelle internazionale che vide contrapporsi soprattutto studiosi francesi e
italiani. Non c´erano dubbi sulla falsità, per gli scienziati d´oltralpe. Gli
italiani, invece, mossi da patriottismo e dall´orgoglio, ne difendevano
l´autenticità. La vicenda andò avanti fino agli anni Trenta del Novecento. E
anche oggi, comunque, ogni volta che vengono rinvenuti nuovi reperti
archeologici, il dubbio serpeggia: saranno veri o no?
Fonte: srs di Camilla Madinelli, da L’ARENA DI VERONA di mercoledì 04 dicembre 2013 CULTURA, pagina 45
DOMANI GIOVEDÌ 5
DICEMBRE 2013, ALLE 17, AL MUSEO CIVICO
DI STORIA NATURALE IL VOLUME ATLANTE DELLE RICERCHE E SCOPERTE NELLE STAZIONI LITICHE DI BREONIO E ALTRI
SCRITTI INEDITI DI STEFANO DE STEFANI
DOMANI alle 17, al Museo civico di storia naturale il volume
Atlante delle ricerche e scoperte nelle stazioni litiche di Breonio e altri
scritti inediti di Stefano De Stefani, a cura di Luciano Salzani e Rocco De
Stefani, sarà presentato dai due curatori, con il direttore del Museo, Giuseppe
Minciotti, e il consigliere comunale incaricato alla Cultura, Antonia Pavesi.
Interventi di Alessandra Aspes, già direttore del Museo,
Ettore Curi (Accademia di agricoltura scienze e lettere), Massimo Tarantini
(Università di Siena, studioso di ricerche archeologiche nell´Ottocento) e
Franco Nicolis, Ufficio Beni Archeologici della Provincia di Trento. Atteso
anche il soprintendente ai Beni Archeologici del Veneto, Vincenzo Tinè. (C.M.)
Fonte: srs di Camilla Madinelli, da L’ARENA DI VERONA
di mercoledì 04 dicembre 2013 CULTURA, pagina 45
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