CORFINIUM RIBATTEZZATA
“ITALIA” È LA CAPITALE CHE PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA INDICAVA IL NOME
DELLA PATRIA COMUNE A TUTTE LE GENTI DELLA PENISOLA CHE SI ERANO CONTRAPPOSTE A
ROMA
MONETA "ITALIA"
La prima moneta
coniata mostra una testa femminile coronata di alloro con la scritta ITALIA.
Il denario con la testa dell’Italia da una parte e due cavalieri all’attacco (forse i Dioscuri) con la scritta osca VITELIU (terra dei Vitelli) dall’altra (si legge da destra a sinistra)- (Museo Nazionale Romano)
Prima ancora della fondazione di Roma, le terre sul versante
orientale degli Appennini erano abitate da popoli di ceppo indo-europeo che
oggi chiamiamo collettivamente "Piceni",
divisi in molte diverse tribù. Quando Roma cominciò ad espandersi nel V secolo
a.C. a poco a poco tali tribù vennero sottomesse e divennero alleate dei
Romani.
Le vittorie e le conquiste romane, ottenute anche grazie
alla partecipazioni dei popoli italici, avrebbero dovuto favorire
l'avvicinamento e la fusione di queste popolazioni con i cittadini di Roma. In
realtà godevano delle ricchezze acquisite solo coloro in possesso della
cittadinanza romana, a discapito degli esclusi da questo diritto che rimanevano
in una situazione di grave disagio politico ed economico.
LA GUERRA SOCIALE: “BELLUM
SOCIALE".
Il toro sannitico che sottomette la lupa romana. Denario di
circa 4 grammi che nell’esergo riporta in ligua osca “g. paapi” (Museo
Nazionale Romano)
Lo scontento generale diffusosi tra le popolazioni italiche
ed il mancato consenso del senato di Roma alla loro richiesta di cittadinanza
romana, provocò una vera e propria insurrezione: Piceni, Vestini, Peligni, Marsi, Marrucini, Frentani, Sanniti e,
più a Sud, Lucani e Apuli, si
ribellarono contro Roma. Ebbe inizio così quella guerra che fu detta "bellum sociale".
I popoli che in passato avevano combattuto insieme il
terribile Annibale ed il famigerato Perseo, re dei Macedoni, diventarono
acerrimi nemici.
Nel 90 a.C., i ribelli istituirono un primo nucleo di Stato
italiano eleggendo come capitale
Corfinium, ribattezzata Italia, che per la prima volta nella storia indicava il
nome della patria comune a tutte le genti della penisola che si erano
contrapposte a Roma. Fu eletto un senato di 500 membri, 2 consoli, il marso
Quinto Poppedio Silone ed il sannita
Caio Papio Mutilo, e 12 pretori.
ITALIA È LA CAPITALE
Corfinio, il cui nome deriva dal culto dei geni Italici
Cerfi, fu scelta non solo per la sua ubicazione centrale (si trovava al termine
del valico montano tra il Fucino e la conca Peligna, sulle rive dell'Aterno)
rispetto alle popolazioni insorte, ma anche per la posizione strategica che
occupava sulla via Valeria, prosecuzione della Tiburtina, percorso che
collegava Roma all'Adriatico.
La neo-capitale incominciò a battere moneta per contrastare
il monopolio della moneta romana e per sancire l'importanza politica che
comportava la nascita di questo nuovo Stato. La prima moneta coniata mostra una
testa femminile coronata di alloro con la scritta ITALIA; un'altra moneta
recante la scritta VITELIU, testimonia la più antica tradizione sull'origine
del nome Italia (terra dei Vitelli).
Dunque, proprio nelle monete sannitiche della Lega Italica
sannitica, ritrovate nel territorio che va da Agnone a Pietrabbondante,
appare il termine ITALIA (o VITELIU che è la stessa parola in lingua osca) e il
toro che sottomette la lupa romana.
Il problema dell’origine del nome ITALIA è stato più volte
affrontato nel tempo e si sono date soluzioni differenti tra loro.
Ellanico racconta che Ercole, quando attraversò la nostra
penisola per riportare in Grecia la mandria che aveva rapito a Gerione, perse
un bovino. Avendo saputo che gli abitanti del posto chiamavano l’animale con il
termine di viteliu, egli vagò urlando affannosamente il nome viteliu,
sicchè tutta la regione si chiamò “Italia”. Il territorio, secondo la
tradizione recepita dai soci italici, era quello dell’antico Sannio. Così sostennero anche Timeo e Varrone, che
riconoscevano nel nome di italòi gli abitatori di quel territorio dove si
allevavano i vitelli.
A contraddire questa ipotesi vi è il racconto di Ellanico di
Mitilene che, invece, sostiene che Ercole abbia condotto in Sicilia la mandria
di vitelli (“vituli”) sottratta a Gerione e che proprio in Sicilia Ercole
sarebbe andato alla ricerca del vitello scomparso sicché quell’isola avrebbe
preso il nome di “Vitulia”.
In Calabria invece si consolidò la leggenda narrata da
Antioco secondo cui Italo, re degli Enotri (gli abitanti delle attuali
Basilicata e Calabria), avrebbe conquistato la Calabria meridionale dando il
proprio nome a quella parte dello stivale. Secondo Strabone le popolazioni
enotriche-italiche furono scacciate successivamente dalla Calabria ad opera dei
coloni greci. Questa circostanza farebbe pensare che l’appellativo di “itali”
sarebbe precedente all’arrivo dei greci e che, quindi, avrebbe una origine
enotrica.
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