Perchè sappiamo che Palestina non indica una remota ragione dall'altra parte del mondo, ma semplicemente un paese sull'altra sponda del Mar Mediterraneo.
Perchè sappiamo quale sia il dramma delle donne palestinesi
incinte forzate a partorire ai checkpoint israeliani.
Perchè sappiamo che la colonie israeliane sono costruite su
terra rubata ai palestinesi.
Perchè sappiamo cogliere la poesia e la storia che si cela
dietro una chiave tramandata da padre in figlio, per generazioni.
Perchè sappiamo che un olivo che viene bruciato, o una casa
che viene giornalmente demolita, è un pezzo di dignità che viene calpestato.
Perchè sappiamo che la striscia di Gaza è la più grande
prigione a cielo aperto mai esistita.
Perchè sappiamo che bombardare civili, donne e bambini non
può essere chiamato autodifesa, né effetto collaterale.
Perchè sappiamo discernere la differenza tra terrorismo e
resistenza armata.
Perchè è vergognoso come il diritto giuridico internazionale
venga lacerato dall'impunità di cui gode un paese fondato sul genocidio di un
intero popolo.
Perchè supporteremo il diritto al ritorno fino a che
l'ultimo dei profughi non vedrà pienamente applicata la risoluzione ONU n° 194.
Perchè non abbiamo paura di dire che parte delle vittime di
ieri, sono i carnefici di oggi.
Perchè un paese che fa di bambini prigionieri politici, non
può fregiarsi del titolo di democrazia.
Perchè non ci facciamo intimidire da un paese che ad oggi ha
violato 73 risoluzioni ONU, la IV° Convenzione di Ginevra, le leggi
internazionali, la Convenzione sui diritti dell'infanzia, la Convenzione sulla
tortura e che applica un regime di Apartheid documentato da Human Rights Watch
e da varie altre ONG.
Perchè stiamo dalla parte dell'oppresso e non
dell'oppressore, dalla parte dell'occupato e non dell'occupante.
Perchè anche se la comunità internazionale continua ad
ignorare la più mediatica pulizia etnica nella storia dell'umanità, noi supporteremo
il popolo palestinese fino alla fine.
Ecco perchè oggi ricorderemo il 65esimo anniversario della
Nakba, consci che, nella vita dei palestinesi, di catastrofi ne accadono
quotidianamente.
MARCO VARASIO
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