Quattrocento anni fa, gli esseri umani, prima dell’avvento
del capitalismo, si nutrivano con più di 500 specie diverse di piante.
Cento anni fa, con l’egemonia della rivoluzione industriale,
si sono ridotte a 100 le specie diverse di cibo, che dopo l’aratura passavano
ai processi industriali.
Da trent’anni, dopo l’egemonia del capitale finanziario, la
base di tutta l’alimentazione dell’umanità è rappresentata per l’80% da soia,
mais, riso, fagioli, orzo e manioca. Il mondo è diventato un grande supermercato,
unico. Le persone, indipendentemente da dove vivono, si nutrono della stessa
dieta di base, fornita dalle stesse imprese, come se fossimo i maiali di una
grande porcilaia che aspettano, passivi e dominati, la distribuzione della
stessa razione giornaliera.
C’è stata una enorme concentrazione della proprietà della
terra, dei beni della natura e del cibo. Qual è la soluzione?
In primo luogo abbiamo bisogno di rinegoziare in tutto il
pianeta il principio che il cibo non può essere una merce. Il cibo è l’energia
della natura (sole più terra, più acqua, più vento) che muove gli esseri umani,
prodotti in armonia e collaborazione con gli altri esseri viventi che formano
l’immensa biodiversità. Tutti dipendiamo da tutti, in questa sinergia
collettiva di sopravvivenza e di riproduzione. Il cibo è un diritto di
sopravvivenza. E quindi, ogni individuo della terra dovrebbe avere accesso a
questa energia per riprodursi, in maniera egualitaria e senza alcun vincolo.
Noi sosteniamo il concetto di sovranità alimentare, che è il
bisogno e il diritto che in ogni territorio, ci sia un villaggio, una tribù, un
insediamento, una città, uno stato e anche un paese, ogni popolo abbia il
diritto e il dovere di produrre il proprio cibo.
(João Pedro Stédile)
L’inquinamento prodotto dal capital/liberismo ha fatto
tabula rasa di ogni forma di vita. Così non c’è più niente da pescare, da
cacciare, un orto da coltivare, e più in breve, la possibilità procurarsi quel
cibo, al fine di soddisfare i bisogni primari della gente. Ci è stato impedito
di seminare, costringendoci ad acquistare al Mercato del Grande Malfattore,
sementi geneticamente modificate, ortaggi e animali da cortile, clonati e
pompati, e quella lunga lista di sostanze chimiche cancerogene che devastano i
corpi dei nostri figli, dispensando dolore e paura fra la cittadinanza.
L’obiettivo di tutto questo è di controllare la catena alimentare globale per
renderci schiavi, e dipendenti dalla loro insanguinata mercanzia – non che
sterco del diavolo.
Questo non ha niente a che vedere con l’idea di alimentare
il mondo. Il vero scopo è di aumentare gli introiti delle grandi (1)
corporation dell’industria chimica, e cancellare ogni nostra risorsa,
capacità, e residua volontà – Renderci inoffensivi, insomma, per poi schiacciarci
come un pugno di mosche, ronzanti e fastidiose. Noi, le inconsapevoli cavie di
laboratorio, di un progetto di sperimentazione di stampo nazista, di dimensioni
planetarie, che terminerà con “la soluzione finale”. Uno sterminio, questo,
scientificamente programmato, che rientra in un progetto di sfruttamento
integrale di ogni risorsa energetica e degli individui, asserviti e resi
schiavi in ragione della loro (presunta) inferiorità, incapacità e inutilità.
Esseri non uomini, né animali, che non appartengono ad alcuna razza, specie, e
forma di vita, ma meri ingranaggi di un Sistema necrofilo, e clienti
classificabili esclusivamente sulla base del loro potere d’acquisto.
Io, da questo preciso momento, impugno contro lo Stato, il
mio diritto di nascita – naturale, inderogabile e inalienabile – in virtù del
quale a ogni uomo spetta un pezzo di terra da coltivare, l’accesso all’acqua, e
un riparo. Inoltre chiedo e pretendo il risarcimento di tutti danni procurati
all’ambiente (non che la sua immediata bonifica), e causa i quali, si è
determinato un livello di contaminazione tale, da avere resa impossibile
qualsiasi condizione di autonomia e di autosufficienza, che dall’alba dei tempi
era alla base di ogni società che si definisca “civile” e libera.
Così, ci è stata sottratta ogni sovranità, e calpestato il
più naturale fra tutti i diritti dell’uomo: il diritto alla felicità.
Ma io non ci sto!!! Noi non ci stiamo!!! Da questo preciso
momento, si è resa necessaria, e prioritaria a tutto il resto, una dichiarazione
di guerra contro tutti quegli stati che non intendono rispettare i diritti
naturali, intangibili e irrinunciabili dell’individuo, dal giorno del suo
concepimento su questa terra.
E quando presto la disoccupazione raggiungerà livelli
inimmaginabili, e la qualità della vita a caduta libera costringerà centinaia
di milioni di individui del mondo occidentale all’accattonaggio e a ogni sorta
di aberrazione, allora, e solo allora, comprenderemo il valore incommensurabile
della Madre Terra e del suo infinito potere – La Terra, il solo padrone al
quale avremmo dovuto sottometterci, sottostare e ubbidire, rispettandone le sue
regole ancestrali, senza diventarne schiavi e servi, ma attraverso Lei,
ritrovare l’autentico e primigenio significato di libertà. E quando tutto sarà
palese e noi, volenti o nolenti, ignoranti e intelligenti, dovremo per forza e
necessità prendere atto di quali erano le reali finalità del Sistema Bestia e
del suo piano diabolico di omologazione, a quel punto, saremo già tutti
schiavi.
A ogni essere umano, ripeto, spetta un pezzo di terra,
l’accesso all’acqua, una dimora, e la possibilità inderogabile di potere
soddisfare i suoi bisogni primari con la sola forza delle sue braccia, e
attraverso quella passione vivifica e salvifica, che nasce da quel rapporto
simbiotico di mutuo scambio che da sempre si era stabilito fra uomo e natura.
Ma oggi questo diritto è stato calpestato e reso ridicolo.
Da qui, nasce la necessità di assegnare i beni della natura
(terra, acqua, energia) ripartiti fra tutti gli individui della terra.
Fino al momento in cui non saranno ripristinati tali diritti
e le condizioni necessarie atte all’epocale e radicale cambiamento di
riconversione, i governi delle nazioni tutte si dovranno nel frattempo
accollare l’onere e l’obbligo di provvedere alla sussistenza dei cittadini
(reddito di cittadinanza), in virtù di una somma congrua mensile per ciascuno
di loro. In seconda battuta, va messo in campo un piano di esproprio, a danno
dei grandi proprietari terrieri, grandi detentori di patrimoni, latifondisti,
multinazionali dell’agroalimentare, e dell’industria chimica, per dare inizio
ad un’equa distribuzione del suolo, sull’onda di una nuova e luminosa rinascita.
Le società si potranno definire democratiche e civili, solo
a patto di garantire ai cittadini il diritto alla sopravvivenza e
all’autonomia, avendo accesso al cibo-energia necessario.
G. Tirelli
1) Monsanto,
Syngenta, DuPont, Dow, Bayer e Basf –
Fonte: visto su STAMPA LIBERA del 5 dicembre 2013
PRODURSI IL CIBO UN ATTO CRIMINALE? COME LA TECNOCRAZIA
INTENDE AFFAMARE IL POPOLO
Chi controlla il petrolio controlla il Paese; chi controlla
il cibo, controlla la popolazione.
Who controls the oil controls the country, if you control
food, you control the population.
Henry kissinger
- Oggi, lo stato di indigenza, di povertà e di dipendenza
dai bisogni primari, è tale, da indurre i soggetti più deboli della società al
suicidio, e altri, i più resistenti che, a breve, saranno costretti ad
abbandonare i centri urbani per riparare nelle campagne, e prodursi
autonomamente il cibo necessario per sopravvivere.
Parallelamente, l’Unione Europea, emana leggi che vietano la
coltivazione privata di orti e ortaggi e l’allevamento di animali da cortile.
La tecnocrazia vuole affamare il popolo, dopo averlo ridotto in schiavitù.
Quando ti tolgono il lavoro e ti ammazzano di tasse,
l’ultima speranza rimane quella di tornare alla terra per auto produrre il
sostentamento necessario alla vita di tutti i giorni. Tanto è vero che la
fortissima crisi economica ha favorito la nascita di migliaia di nuovi
agricoltori, anche in Italia, ognuno con il proprio orticello. Ma ecco arrivare la proposta di legge UE –
totalmente folle – che vuole mettere al bando i piccoli orti e vietare
l’autoproduzione di cibo. A questo
punto, e se dovesse andare in porto, cosa resterà se non la rivolta sociale
contro il regime tecnocratico?
Una nuova legge proposta dalla Commissione Europea
renderebbe illegale “coltivare, riprodurre o commerciare” i semi di ortaggi che
non sono stati “analizzati, approvati e accettati” da una nuova burocrazia
europea denominata “Agenzia delle
Varietà Vegetali europee”. Si chiama
“Plant Reproductive Material Law”, e
tenta di far gestire al governo la regolamentazione di quasi tutte le piante e
i semi. Se un contadino della domenica coltiverà nel suo giardino piante con
semi non regolamentari, in base a questa legge, potrebbe essere condannato come
criminale.
Questa legge protesta, intende stroncare i produttori di
varietà regionali, i coltivatori biologici e gli agricoltori che operano su
piccola scala. «Come qualcuno potrà sospettare questa mossa è la “soluzione
finale” della Monsanto, della DuPont e delle altre multinazionali dei semi, che
da tempo hanno tra i loro obiettivi il dominio completo di tutti i semi e di
tutte le coltivazioni sul pianeta».
Criminalizzando i piccoli coltivatori di verdure,
qualificandoli come potenziali criminali i burocrati europei possono finalmente
consegnare il pieno controllo della catena alimentare nelle mani di corporazioni
potenti come la Monsanto. I piccoli coltivatori hanno esigenze molto diverse
dalle multinazionali – per esempio, coltivano senza usare macchine e non
vogliono utilizzare spray chimici potenti. Per cui, non c’è modo di registrare
quali sono le varietà adatte per un piccolo campo, perché non rispondono ai
severi criteri della “Plant Variety Agency”, che si occupa solo
dell’approvazione dei tipi di sementi che utilizzano gli agricoltori
industriali. In pratica, d’ora in poi, tutte le piante, i semi, gli ortaggi e i
giardinieri dovranno essere registrati.
Tutti i governi sono, ovviamente, entusiasti dell’idea di
registrare tutto e tutti. Tanto più che i piccoli coltivatori dovranno anche
pagare una tassa per la burocrazia europea per registrare i semi. Gestione
delle richieste, esami formali, analisi tecniche, controlli, denominazioni
delle varietà: tutte le spese saranno addebitate ai micro-produttori, di fatto
scoraggiandoli.
Anche se questa legge verrà inizialmente indirizzata solo ai
contadini commerciali si sta stabilendo comunque un precedente che, prima o
poi, arriverà a chiedere anche ai piccoli coltivatori di rispettare le stesse
folli regole.
Un tecno-governo impazzito!!! Questo è un esempio di
burocrazia fuori controllo. Tutto quello che produce questa legge è la
creazione di una nuova serie di funzionari dell’Ue, pagati per spostare
montagne di carte ogni giorno, mentre la stessa legge sta uccidendo la coltura
da sementi prodotti da agricoltori nei loro piccoli appezzamenti e interferisce
con il loro diritto di contadini a coltivare ciò che vogliono». Inoltre è molto preoccupante che si siano dati
poteri di regolamentare licenze per tutte le specie di piante di qualsiasi tipo
e per sempre – non solo di piante dell’orto, ma anche di erbe, muschi, fiori,
qualsiasi cosa – senza la necessità di sottoporre queste rigide restrizioni al
voto del Consiglio.
Come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli. Il
problema di questa legge è sempre stato il sottotitolo, che dice un sacco di
balle, come sul mantenimento della biodiversità e sulla semplificazione della
legislazione, come se il nuovo dispositivo rendesse finalmente le cose più
facili, ma negli articoli della legge c’è scritto tutto il contrario. Esempio dove si spiega come “semplificare” le
procedure per le varietà amatoriali, non si fa nessun accenno alle accurate
classificazioni già elaborate dal Defra, il dipartimento britannico per
l’agricoltura impegnato a preservare le varietà amatoriali. Di fatto, la
maggior parte delle sementi tradizionali saranno fuorilegge, ai sensi della
nuova normativa comunitaria. Questo significa che l’abitudine di conservare i
semi di un raccolto per la successiva semina – pietra miliare per una vita
sostenibile – diventerà un atto criminale. Inoltre, questa legge uccide completamente
qualsiasi sviluppo degli orti nel giardino di casa in tutta la comunità
europea, avvantaggiando così i grandi monopoli sementieri.
E’ quello che stanno facendo i governi: stanno prendendo il
controllo, un settore alla volta, anno dopo anno, fino a non lasciare più
nessuna libertà, al punto di ridurre le popolazioni alla schiavitù in un regime
dittatoriale globale.
Si avvera così la “profezia” formulata da Adams nel libro
“Freedom Chronicles 2026” (gratuito, scaricabile online), nel quale un “contrabbandiere
di semi” vive in un tempo in cui le sementi sono ormai divenute illegali e c’è
gente che, per lavoro, ne fa contrabbando, aggirando le leggi orwelliane
imposte della Monsanto. L’incubo pare destinato a trasformarsi in realtà: «I
semi stanno per diventare prodotti di contrabbando», afferma Mike Adams.
«Chiunque voglia prodursi il suo proprio cibo sta per essere considerato un
criminale». Questo, conclude Adams, è il
dominio totale sulla catena alimentare. «Tutti i governi cercano un controllo totale
sulla vita dei cittadini». Per questo, oggi «cospirano con le multinazionali
come la Monsanto», ben decisi a confiscare la libertà più elementare, cioè il
diritto all’alimentazione. «Non vogliono che nessun individuo sia più in grado
di coltivare il proprio cibo».
FATE AZIONI D’AMORE
PARTENDO DA UN SEME
Fate una bomba di semi da gettare ovunque e in ogni luogo!
Mettete fiori nei cannoni: era un detto degli anni ’70, della Flower Power
Generation. Oggi i figli dei fiori si
sono trasformati in molteplici manifestazioni umane, come i guerriglieri del
Guerrilla Gardening.
Gli attivisti della semina selvaggia se ne vanno, a volto
coperto nella notte, a seminare fiori e ortaggi nelle zone degradate della
città, creano delle aiuole stupende e coloratissime, preparano bombe di terra e
semi e le gettano dove ci sia un lenzuolo di terreno disponibile. Fanno
cultura, celebrano la vita oltre la specie, credono in un’idea, sono pacifisti.
Seminano Amore attraverso dei piccoli semini.
Tutti noi possiamo fare la guerriglia dei semi, uscire alla
sera o anche al mattino con un cestino pieno di bombe di semi e spargere la
vita sulla terra.
Gianni Tirelli – con l’ausilio della Rete
Fonte: visto su STAMPA LIBERA del 22 maggio 2013
Link: http://www.stampalibera.com/?p=63140
L’ARCA DI NOE’ DELLE
SEMENTI AL POLO NORD: PERCHE'?
di Cristina Bassi
Globalreasearch.ca
nel dicembre 2007 pubblicava un articolo incredibilmente shockante, che
anche chi si appassiona agli slogan siano essi ecologisti, maltusiani
o tecnicisti, dovrebbe leggere ( Nella versione inglese
del sito).
Lo sintetizzo in italiano nel seguito.
Si trattava di questo: tra i ghiacci dell’isola di
Spitsbergen, remoto arcipelago delle Svalbard (mare di Barents, a ca 1000
km dal Polo Nord) era in via di completamento una superbanca
delle sementi, destinata a contenere i semi di qualche milione di varietà di
piante di tutto il mondo. Una «banca» scavata nel granito, chiusa da due
portelloni a prova di bomba con sensori rivelatori di movimento (facilmente
controllabile cosi quello umano visto il territorio desolato), speciali bocche
di areazione, muraglie di cemento armato spesse un metro.
Dopo qualche anno, possiamo ben notare come la “profezia” orwelliana sia
sempre più davanti ai nostri
occhi . Sarebbe una offesa alla nostra intelligenza umana, nonchè coscienza
, non volerne prendere atto. Questo non significa restare incollati alla
oscurità che avanza, al disfattismo e alla impotenza, anche se è altrettanto
evidente che sono sentimenti che ci stanno attraversando.
Per alcuni di noi (realisticamente pochi, anzi –issimi)
le cose si chiariscono sempre più oltre le faziosità ideologiche, le
proiezioni emozionali e le tifoserie da stadio e resta il pugno allo stomaco
del “che fare?” . Non penso che questa risposta debba essere affrontata
seriamente e direttamente su questo sito, men che mai su un “social network”…
(indovinate un po’, a caso,...quale). Ma certo nei singoli queste osservazione
e pensieri stanno girando.
La via della pratica spirituale, del collegamento costante
con la Fonte, del Ringraziamento, restano per me l’ancora di salvezza, mentre
non lo sono la fuga in vaghi universi di “amore”, ini narcisismo spirituale, o
in negazionismo per paura: ora più che mai la vera protagonista in tutti i
campi.
Ma torniamo ai ghiacci delle Svalbard e all’articolo ottimo
di cui sopra, di William Engdahl.
Il governo norvegese, titolare
dell’arcipelago, rendeva noto che il “caveau” aveva come scopo quello di
«conservare per il futuro la biodiversità agricola».
Inevitabile che emozionalmente ci si chieda se non sia una
specie di “arca di Noè” per una Apocalisse prossima ventura…
Andiamo per gradi: chi finanzia questo avveniristico
progetto? La Fondazione Rockefeller, insieme a Monsanto
e Syngenta, anzi la Fondazione Syngenta (azienda svizzera maggior produttrice
di semi OGM e agrochimici) e la Pioneer Hi-Bred che studia OGM per la
multinazionale chimica DuPont.
Un gruppo certamente interessante a cui... non poteva
mancare anche Bill
Gates, attraverso la sua fondazione senza scopo di lucro, Bill &
Melinda Gates Foundation. Questa dà al progetto 30 milioni di dollari
l’anno.
L’acuto Endegahl si chiede: queste persone non buttano soldi in pure
utopie umanitarie. Quale è dunque il futuro che prevedono, per creare
una simile banca semi?
La Rockefeller Foundation - ricorda Engdahl- è quella
che negli anni ‘70 finanziò con 100 milioni di dollari la prima idea di
«rivoluzione agricola genetica». Un’”opera” che cominciò con la creazione
dell’Agricolture Development Council (emanazione della Rockefeller Foundation),
e poi dell’International Rice Research Institute (IRRI) nelle Filippine (cui
partecipò la Fondazione Ford).
Nel 1991 questo centro di studi sul riso si unì al messicano
(ma sempre dei Rockefeller) International Maize and Wheat Improvement Center,
poi con un centro analogo per l’agricoltura tropicale (IITA, sede in Nigeria, finanziamento
Rockefeller). Questi infine formarono il CGIAR, Consultative Group on
International Agricolture Research.
In varie riunioni internazionali di esperti e politici,
tenuti nel centro conferenze della Rockefeller Foundation a Bellagio-Como,
il CGIAR fece in modo di convogliare a sé la FAO (l’ente ONU per cibo e
agricoltura), la Banca Mondiale (allora capeggiata da Robert McNamara) e il
Development Program (ONU).
La CGIAR invitò, ospitò e istruì generazioni di
scienziati agricoli, soprattutto del Terzo Mondo, sulla “grandezza” dell’
agribusiness, nonchè sulla nascente industria dei semi geneticamente
modificati. Tornati alle loro patrie, questi signori costituirono una
notevole rete di influenza perché la Monsanto entrasse sul mercato con il suo
agribusiness.
«Con un oculato effetto-leva dei fondi inizialmente
investiti», scrive Engdahl, «negli anni ‘70 la Rockefeller Foundation si mise
nella posizione di plasmare la politica agricola mondiale. E l’ha plasmata».
Tutto sotto la bandiera della scienza umanitaria, alias “la
fame nel mondo” e di una nuova agricoltura, perfetta per il mercato libero
globale.
La genetica, apprendiamo dall’articolo, è una vecchia passione dei
Rockefeller: fin dagli anni ‘30, quando si chiamava «eugenetica», ed era studiata
molto nei laboratori tedeschi come ricerca sulla purezza razziale.
A questo punto con una breve digressione ma pertintente,
segnalo un ottimo film-documento ENDGAME; sottotitolato in ITA lo
trovate su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=G7J5AqdoCY0
(14 sezioni che trovate indicate al link). Avviso che lo stomaco avrà le sue
difficoltà di digestione insieme al resto del sistema corpo-mente-spirito.
Ciononostante merita la conoscenza per la nota equazione spirituale: “ La
verità vi renderà liberi”.
Tornato al diletto genetista della Rockefeller Foundation,
essa finanziò generosamente molti scienziati, che dopo la caduta di
Hitler furono portati in USA dove continuarono a studiare e sperimentare.
Nel 1946, Nelson Rockefeller lanciò la «Rivoluzione
Verde» dal Messico, in compagnia di Henry Wallace, che era stato ministro
dell’Agricoltura sotto Roosevelt, e si preparava a fondare la già citata
Pioneer Hi-Bred Seed Company. Norman Borlaug, l’agro-scienziato acclamato
padre della Rivoluzione Verde con un Nobel per la pace, lavorava per i
Rockefeller. La finalità proclamata era quella di vincere la fame del
mondo, in India, in Messico.
Rileggendo la frase pronunciata da Henry Kissinger negli
anni ‘70, mentre nasceva la CGIAR, ovvero: «Chi controlla il petrolio
controlla il Paese; chi controlla il cibo, controlla la popolazione», viene
qualche dubbio legittimo se di umanitarismo si fosse trattato. Per inciso: il
petrolio, i Rockefeller lo controllavano già con la Standard Oil, guida del
cartello petrolifero mondiale.
Oggi pare proprio che la Rivoluzione Verde
fosse una specie di pubblicità per gli OGM; il suo vero esito è stato quello di
accaparrarsi la produzione agricola familiare ed assoggettare i
contadini, specie del Terzo Mondo, agli interessi di tre o quattro colossi
dell’agribusiness euro-americano, cosa che fu resa possibile attraverso la raccomandazione
e diffusione di nuovi «ibridi-miracolo» che davano raccolti «fantastici»,
preparati nei laboratori delle big multinazionali.
Tali semi ibridi sono un
bel business, poichè non si riproducono o si riproducono poco ed obbligano
quindi i contadini a comprare ogni anno nuove sementi, anziché usare (come in
uso da millenni) parte del loro raccolto per la nuova semina. Stiamo parlando
di semi brevettati, che ovviamente costavano parecchio e che praticamente sono
un monopolio della Dekalb (Monsanto) e della Pioneer Hi-Bred (DuPont)
Ai semi
ibridi seguirono ovviamente “indispensabili fertilizzanti chimici Monsanto e
DuPont” e con l’arrivo degli OGM, gli assolutamente necessari anti-parassitari
e diserbanti studiati apposti per quello specifico seme OGM. Tutto brevettato,
tutto a grandi costi.
I contadini che per secoli avevano coltivato per
l’autoconsumo e il mercato locale, non avevano tanto denaro ma... no
problem, ecco la soluzione: buttarsi a produrre derrate non da consumo ma da
vendita sul mercato globale, cash-crop come si suol dire, ovvero
raccolti per fare cassa.
Illusione pensare che in questo i contadini fossero
autonomi: potevano vendere sì all’estero ma sotto controllo degli intermediari
globali, come la Cargill, la Bunge Y Born, la Louis Dreyfus…
La Banca Mondiale di McNamara, forniva ai Paesi
sottosviluppati dei prestiti per creare canali d’irrigazione moderni e dighe;
poiché però i contadini non producevano mai abbastanza, la Chase Manhattan Bank
dei Rockefeller si offriva di ripagare i debiti contratti per comprare
pesticidi, OGM e sementi ibride brevettati, creando cosi un indebitamento da
parte dei contadini, con regime privatistico. Così i tassi d’interesse
inghiottirono il “fantastico raccolto” e a molti anche la terra. I contadini,
soprattutto in
India, dovettero lavorare una terra non più loro, per pagare i debiti.
La
stessa rivoluzione sta prendendo piede in Africa, con le estese monoculture
di cotone geneticamente modificato, ovvero sementi sterili da comprare ogni
anno.
Dal 2007 la Monsanto, insieme al governo USA, ha brevettato
su scala mondiale sementi «Terminator»,
ovvero sementi che si suicidano dopo il raccolto, secondo la «Genetic Use
Restriction Technology», ossia volta a ridurre l’uso di sementi non brevettate.
La estensione di sementi geneticamente modificate (= di
cloni con identico corredo genetico) è ovviamente un pericolo incombente per la
nutrizione di noi tutti: se una malattia distrugge tutti i cloni, la
carestia incombe.
Ed ecco che qui forse comincia ad apparire chiaro, ci
ricorda Engdahl, il perché si stesse costruendo quest’Arca di Noè delle
sementi alle Svalbard: quando arriva la catastrofe, le sementi naturali
dovranno essere controllate dal gruppo dell’agribusiness, e da nessun altro.
Le banche di sementi, secondo la FAO, sono 1.400, già per la
maggior parte negli Stati Uniti. Le più grandi sono usate e possedute da
Monsanto, Syngenta, Dow Chemical, DuPont; le altre banche sono in Cina,
Giappone, Corea del sud, Germania, Canada, forse non tutte sotto il controllo
diretto dei grandi gruppi.
Engdahl ricorda anche le parole del professor
Francis Boyle, lo scienziato che stilò la prima bozza delle legge americana
contro il terrorismo biologico (Biological Weapons anti-Terrorism Act),
approvata dal Congresso nel 1989. Francis Boyle sostiene che «il Pentagono sta
attrezzandosi per combattere e vincere la guerra biologica», e che Bush ha a
questo scopo emanato due direttive nel 2002, adottate «senza conoscenza del pubblico».
Per Boyle, nel biennio 2002-2004, il governo USA ha già speso 14,5 miliardi di
dollari per le ricerche sulla guerra biologica. Il National Institute of Health
(ente governativo) ha connesso 497 borse di studio per ricerche su germi
infettivi con possibilità militari. La bio-ingegneria è ovviamente lo strumento
principale in queste ricerche.
Ma non è tutto, Engdahl continua: nel 2001, una piccola ditta di ingegneria genetica californiana, la Epicyte, annunciava di aver prodotto un mais geneticamente modificato contenente uno spermicida: i maschi che se ne nutrivano diventavano sterili. Epicyte aveva creato questa semente miracolo con fondi del Dipartimento dell’Agricoltura USA (USDA), il ministero che condivide con Monsanto i brevetti del Terminator.
Ma non è tutto, Engdahl continua: nel 2001, una piccola ditta di ingegneria genetica californiana, la Epicyte, annunciava di aver prodotto un mais geneticamente modificato contenente uno spermicida: i maschi che se ne nutrivano diventavano sterili. Epicyte aveva creato questa semente miracolo con fondi del Dipartimento dell’Agricoltura USA (USDA), il ministero che condivide con Monsanto i brevetti del Terminator.
A quel tempo, la ditta era in una joint-venture con DuPont e
Syngenta. Ancor prima, anni ‘90, l’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS, ossia l’ONU) lanciò una vasta campagna per vaccinare contro il tetano le
donne delle Filippine, Messico e Nicaragua, fra i 15 e i 45 anni. Strano…
solo le donne, forse che “gli uomini, nei Paesi poveri, sono esenti da tetano,
e non si feriscono mai con ferri sporchi e arruginiti”?
Questa domanda se la
fece anche il Comite pro Vida, l’organizzazione cattolica messicana che
fece cosi esaminare il vaccino fornito dall’OMS gratuitamente e
abbondantemente alle donne di età fertile: scoprì che esso conteneva
gonadotropina corionica umana, un ormone naturale che, attivato dal germe
attenuato del tetano contenuto nel vaccino, stimolava speciali anticorpi che avrebbero
impedito alle donne di portare a termine la gravidanza.
Risultò che questo vaccino-miracolo era il risultato di 20
anni di ricerche finanziate dalla Rockefeller Foundation, dal Population
Council (dei Rockefeller), dalla CGIAR (Rockefeller), dal National Institute of
Health (governo USA)… e anche la Norvegia aveva contribuito con 41 milioni di
dollari al vaccino antitetanico-abortivo.
Si la Norvegia…lo stesso Stato partecipante “al gruppo
dell'Arca di Noè” che la sorveglierà nelle sue Svalbard.
Tutto ciò
Engdahl lo ricollega alla “passione” antica dei Rockefeller per l’eugenetica
del Reich; a ciò che si chiamava «eugenetica negativa» e perseguiva
l’estinzione sistematica delle razze indesiderate e dei loro corredi genetici.
Del resto, ci ricorda, Margaret Sanger, che fondò (con
patrocinio Rockefeller) il Planned Parenthood International, (una sorta di Ente
Internazionale per i genitori e per il controllo delle nascite) lanciò un
programma sociale nel 1939, chiamato «The Negro Project». Come scrisse in una
lettera ad un amico fidato: «Vogliamo eliminare la popolazione
negra».
Riportando il calendario alla data odierna (25 marzo 2010) e restando
a quelle latitudini: pochi giorni fa (il 21 marzo 2010) un vulcano dormente nel
sud dell’Islanda ha rumorosamente ricordato di esistere, eruttando
sui ghiacci dopo 200 anni. Chissà che non sia un commento severo ma chiaro
della Natura vicina.
Fonte: visto su helivingspirits.net
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