Un giovane Silvio Berlusconi
1977: quell’articolo premonitore di Camilla Cederna su Silvio Berlusconi. Uno splendido pezzo di una grande firma de “L’espresso”. Che aveva già capito tutto dell’ex Cavaliere, agli albori della sua ascesa
1977: quell’articolo premonitore di Camilla Cederna su Silvio Berlusconi. Uno splendido pezzo di una grande firma de “L’espresso”. Che aveva già capito tutto dell’ex Cavaliere, agli albori della sua ascesa
di Camilla Cederna
In un ambiente di lusso, saloni uno via l’altro, prati di
moquette, sculture che si muovono, pelle, mogano e palissandro, continua a
parlare un uomo non tanto alto, con un faccino tondo da bambino coi baffi,
nemmeno una ruga, e un nasetto da bambola. Completo da grande sarto, leggero
profumo maschio al limone. Mentre il suo aspetto curato, i suoi modini gentili,
la sua continua esplosione di idee piacerebbero a un organizzatore di festini e
congressi, il suo nome sarebbe piaciuto molto a C.E. Gadda. Si chiama infatti
Silvio Berlusconi.
Un milanese che vale miliardi, costruttore di smisurati
centri residenziali, ora proprietario della stupenda villa di Arcore dove
vissero Gabrio Casati e Teresa Confalonieri (con collezione di pittori lombardi
del ’500, e mai nessun nudo per non offendere la moglie, religiosissima), quindi
della villa ex Borletti ai margini del parco di Milano. Allergico alle
fotografie («magari anche per via dei rapimenti», spiega con un sorriso ironico
solo a metà) è soddisfattissimo che nessuno lo riconosca né a Milano né in
quella sua gemma che considera Milano 2. Siccome è la sua prima intervista, è
felice di raccontarmi la sua vita felice. Media borghesia, il papà direttore di
banca che, a liceo finito, non gli dà più la mancia settimanale; ma lui non si
dispera, perché, mentre studia legge, lavora in vari modi: suonando Gershwin o
cantando le canzoni francesi alle feste studentesche.
Non solo, ma fra un trenta e lode e l’altro, fa il venditore
di elettrodomestici, e la sua strada è in salita: da venditore a venditore capo
a direttore commerciale. Dopo la sua tesi di laurea sulla pubblicità (il
massimo dei voti) inizia la sua vera attività entrando successivamente in due
importanti imprese di costruzione. A venticinque anni crea un complesso di case
intorno a piazza Piemonte, ecco quindi la fortunatissima operazione di
Brugherio, una lottizzazione destinata al ceto medio basso, mille appartamenti
che van via subito; e preso dal piacere di raccontare, ogni tanto va nel
difficile, dice “congesto”, macrourbanistica, architettura corale, la
connotazione del mio carattere è la positività, “natura non facit saltus”.
Il suo sogno sarebbe esser ricercato in tutto il mondo per
fare città, e “chiamiamo il Berlusconi” dovrebbe essere l’invocazione di terre
desiderose di espandersi. Di Milano 2, l’enorme quartiere residenziale nel
Comune di Segrate, parla come di una donna che ama, completa com’è di ogni
bellezza e comfort, e centomila abitanti, che a dir che sono soddisfatti è dir
poco. Lui legge tutte le novità di architettura e urbanistica, qualche
bestseller ogni tanto, rilegge spesso “L’utopia” di Tommaso Moro, sul quale
vorrebbe scrivere un saggio. Si ritiene l’antitesi del palazzinaro, si ritiene
un progressista, è cattolico e praticante, ha votato Dc; e «se l’urbanistica è
quella che si contratta fra costruttori e potere politico, la mia allora non è
urbanistica». Grazie, e vediamo cosa dicono gli altri di lui. Lo considerano
uno dei maggiori speculatori edilizi del nostro tempo che, valendosi di grosse
protezioni vaticane e bancarie, vende le case e prende i soldi prima ancora di
costruirle, lucrando in proprio miliardi di interessi. Si lega prima con la
base dc (Marcora e Bassetti), poi col centro, così che il segretario
provinciale Mazzotta è il suo uomo.
Altro suo punto di riferimento è il Psi, cioè Craxi, che
vuoi dire Tognoli, cioè il sindaco. E qui viene contraddetta la sua avversione
verso l’urbanistica come compromesso tra politici e costruttori. La società di
Berlusconi è la Edilnord, fondata nel ’63 da lui e da Renzo Rezzonico,
direttore di una società finanziaria con base a Lugano, liquidata nel ’71 per
segrete ragioni.
Viene fondata allora
la Edilnord centri residenziali con le stesse condizioni della compagnia di
prima: lo stesso capitale sociale (circa 10 mila dollari), la stessa banca
svizzera che fa i prestiti (la International Bank di Zurigo), ed ecco
Berlusconi procuratore generale per l’Italia. Nel ’71 il consiglio dei Lavori
Pubblici dichiara ufficialmente residenziale la terra di Berlusconi (comprata
per 500 lire al metro quadralo nel ’63 e venduta all’Edilnord per 4.250). Da
Segrate (amministrazione di sinistra prima, poi socialista e dc) vengono
concesse all’Edilnord licenze edilizie in cambio di sostanziose somme di
danaro. Umberto Dragone, allora capo del gruppo socialista nel consiglio di
Un giovane Silvio Berlusconi
Milano, pensa che l’Edilnord abbia pagato ai partiti coinvolti il 5-10 per
cento dei profitti (18-19 miliardi) che si aspettava da Milano 2. (Qualche
appartamento arredato pare sia stato dato gratis ad assessori e tecnici dc e
socialisti. Certo è che questo regalo lo ha avuto un tecnico socialista che
vive lì con una fotomodella).
«II silenzio non ha prezzo, ecco il paradiso del silenzio »,
era scritto sulla pubblicità di questa residenza per alta e media borghesia. Ma
il silenzio da principio non c’era. L’aeroporto di Linate è lì a un passo, ogni
90 secondi decollava un aereo, intollerabili le onde sonore, superiori a 100
decibel. Così l’Edilnord si muove a Roma, manovrando i ministeri, per ottenere
il cambio delle rotte degli aerei. Approfittando della vicinanza di un
ospedale, il San Raffaele, diretto da un prete trafficone e sospeso a divinis,
don Luigi Maria Verzé, manda ai vari ministeri una piantina in cui la sua
Milano 2 risulta zona ospedaliera e la cartina falsa verrà distribuita ai
piloti (con su la croce, simbolo internazionale della zona di rispetto), così
le rotte vengono cambiate spostando l’odioso inquinamento da rumore da Milano 2
alla sezione nordest di Segrate che per anni protesterà invano: e il prezzo
degli appartamenti viene subito triplicato.
Altre notizie. Berlusconi sta mettendo in cantiere la sua
nuova Milano 3 nel Comune di Basiglio a sud della città, con appartamenti di
tipo “flessibile”, cioè con pareti che si spostano secondo le esigenze
familiari. In settembre comincerà a trasmettere dal grattacielo Pirelli la sua
Telemilano, una televisione locale con dibattiti sui problemi della città,
un’ora al giorno offerta ai giornali (egli possiede il 15 per cento del
“Giornale” di Montanelli). «Troppi sono oggi i fattori ansiogeni», dice, «la
mia sarà una tv ottimista». Staff di otto redattori, più tecnici e cameramen,
quaranta persone in tutto. E pare che in questo suo progetto sia stato aiutato
dall’amico Vittorino Colombo, ministro delle Poste e della Tv. Berlusconi aveva
anche pensato di fondare un circolo di cultura diretto da Roberto Gervaso; la
sua idea preferita però era quella di creare un movimento interpartitico
puntato sui giovani emergenti, ma per adesso vi ha soprasseduto. Gli sarebbe
piaciuto anche diventare presidente del Milan, ma la paura della pubblicità lo
ha trattenuto. Massima sua aspirazione sarebbe infine quella di candidarsi al
Parlamento europeo. Ci tiene anche a coltivare al meglio la sua figura di
padre, cercando di avere frequenti contatti coi suoi figlioletti. Quel che
deplora è che dalle elementari di adesso sia stato esiliato il nozionismo: a
lui le nozioni, in qualsiasi campo, hanno giovato moltissimo.
Fonte: srs di Camilla
Cederna, da L’Espresso.repubblica.it
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