Una società italiana ed una giapponese decisero di sfidarsi
annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini. Entrambe
le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della
gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ma i giapponesi vinsero
con un vantaggio di oltre un chilometro. Dopo la sconfitta il morale della
squadra italiana era a terra.
Il top management decise che si sarebbe dovuto vincere l’anno
successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il
problema. Il gruppo di progetto scoprì dopo molte analisi che i giapponesi
avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana
aveva un uomo che remava e sette che comandavano. In questa situazione di crisi
il management diede una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente
una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana.
Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla
conclusione che nella squadra c’erano troppe persone a comandare e
troppe poche a remare. Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di
cambiare immediatamente la struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati
quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei supervisori e
uno ai remi. Inoltre si introdusse una serie di punti per ampliare il suo
ambito lavorativo e dargli più responsabilità.
L’anno dopo i giapponesi vinsero con un vantaggio di due
chilometri. La società italiana licenziò immediatamente il rematore a
causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus
al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva
dimostrato. La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si
dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era
buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato.
Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.
Fonte: visto su L’Indipendenza del 12 maggio 2014
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