La reazione chimica più importante di tutta la
cucina è sicuramente la reazione di
Maillard.
Se cuocendo un cibo questo si “imbrunisce”
quasi sempre è opera di questa reazione, che avviene ad alte temperature, tra i
140°C e i 180 °C, tra gli amminoacidi delle proteine e gli zuccheri. La potete
vedere in azione quando friggete le patatine, quando cuocete del pane, una torta,
o una bella bistecca.
Zuccheri
nella carne?
La carne di manzo contiene zuccheri a
sufficienza per far avvenire la reazione. Altre carni invece sono più povere di
zuccheri, e quindi a volte si aggiungono direttamente oppure usando una
marinata: il vino ad esempio contiene zucchero, come pure il limone.
Nell’anatra all’arancia ad esempio quest’ultima
fornisce lo zucchero perché avvenga la reazione di Maillard.
E che ne dite dell’uso del miele per glassare
alcune carni? Non tutti gli zuccheri hanno voglia di reagire con gli
aminoacidi: solamente gli zuccheri che i chimici chiamano “riducenti” (una
sostanza riducente è l’opposto chimico di una sostanza ossidante). Purtroppo il
caro vecchio zucchero comune, il saccarosio, non fa parte della categoria.
In presenza di acidi però (e una marinata è
sempre acida) il saccarosio si
scinde nei suoi due componenti: il glucosio
e il fruttosio, o se preferite
chiamarli con i loro vecchi nomi, rispettivamente destrosio e levulosio.
Questi zuccheri, a differenza del saccarosio, possono reagire nella reazione di
Maillard.
Il
“gusto di carne”
Louis Camille Maillard
|
Louis-Camille
Maillard non era un cuoco, e nemmeno un chimico interessato al cibo, come
era invece Justus von Liebig (si,
proprio quello dell’estratto di carne). Era invece un medico interessato al
metabolismo cellulare, e studiò come gli aminoacidi, i mattoncini che
costituiscono le proteine, possono reagire con gli zuccheri presenti nelle
cellule.
In cucina queste reazioni sono estremamente
importanti per creare, ad esempio, il tipico sapore di carne arrosto. Ho
scritto “creare” perché le molecole responsabili del sapore di una buona
Fiorentina cotta alla perfezione non esistono nella carne prima della cottura.
È la reazione di Maillard che forma diverse centinaia di piccole
molecole odorose, responsabili di molte delizie culinarie. I dettagli di questa
reazione non sono ancora noti perfettamente, soprattutto perché a seconda della
temperatura a cui avviene la reazione, e del tipo di zuccheri e di aminoacidi
coinvolti, si formano composti diversi, che quindi impartiscono un gusto
diverso al cibo. Questa enorme variabilità, ancora studiata dai chimici, viene
sfruttata inconsapevolmente dai cuochi per ottenere piatti con gusti e aromi
differenti. L’insieme di molecole sintetizzate sempre ha un colore
marrone/bruno, osservabile sulla superficie di una bistecca cotta a puntino.
Bis (2-metil-3-furil) disolfuro
|
Una molecola in particolare è associata al
gusto di carne arrostita, ed è il bis(2-metil-3-furil)-disolfuro. Immagino non
vi stupirà apprendere che è una sostanza usata anche nell’industria alimentare
per creare il “gusto di carne”. Non c’è ovviamente nulla di male in questo
(figuriamoci se io, un chimico, ho dei problemi con le molecole di sintesi ).
Però le reazioni di Maillard che avvengono
cuocendo un pezzo di carne generano centinaia di molecole diverse, che
forniscono un gusto e un aroma molto più complesso di quello che può fornire
una singola molecola.
La reazione di Maillard in azione
Una condizione assolutamente necessaria perchè
avvenga la reazione di Maillard è che la temperatura raggiunga almeno i 140 °C.
Questo significa che l’imbrunimento può avvenire solo sulla superficie della
carne: internamente è sempre presente dell’acqua che le impedisce di superare i
100 °C. Perché la reazione avvenga però, la superficie la padella (non avendo
la brace a disposizione) deve essere sufficientemente calda. Un errore comune,
cuocendo una bistecca in padella, è di metterla a cuocere quando la temperatura
è ancora troppo bassa. Aggiungendo il pezzo di carne la temperatura scende
ulteriormente, e invece di una bistecca ci ritroviamo con la proverbiale poco
appetibile suola di scarpe.
Ricetta: La bistecca
Prendete le vostre bistecche, ovviamente un
taglio tenero, con poco tessuto connettivo ma possibilmente con piccole
venature di grasso inframmezzate al muscolo per mantenere morbida la carne dopo
la cottura. Mi raccomando che non sia troppo bassa e che sia di spessore uniforme.
Se la carne è già tenera, un filetto o un sottofiletto ad esempio, la cottura
serve più che altro a distruggere i microorganismi presenti ed a svilupparne il
gusto. Asciugatele ben bene con della carta assorbente da cucina. La superficie
della bistecca deve essere ben asciutta perché, come abbiamo visto, l’acqua è
nemica delle reazioni di Maillard. Se volete salate e pepate a piacere entrambi
i lati delle bistecche. Se avete sentito che questo non si deve fare perché
altrimenti la carne diventa secca e dura, beh, non è vero. La cottura è troppo
veloce perché i fenomeni di osmosi possano estrarre i succhi dalla carne.
La mia bistecca
|
Se la vostra bistecca è sufficientemente
grassa, non è necessario aggiungere olio. Se invece è un taglio particolarmente
magro, potete spalmare per bene con le mani un filo di olio su entrambi i lati
della carne. L’olio serve solamente per trasferire velocemente e in modo
uniforme il calore, non contribuisce al sapore.
Ma quale olio? E il burro?
No, il burro per le bistecche sarebbe meglio
non usarlo. Non può essere scaldato alle temperature necessarie senza che
cominci a bruciare.
Per lo stesso motivo l’olio extravergine di
oliva non è molto adatto.
Nonostante quanto spesso si sente dire, l’olio
extravergine ha un basso punto di fumo e si degrada a temperature più basse di
altri oli. In più è un peccato distruggere il suo sapore con queste alte
temperature. Con quel che costa poi… Potete sempre aggiungerne un filo dopo la
cottura se volete. Molto meglio l’olio di oliva normale, o anche altri oli
vegetali ad alto punto di fumo (arachidi ad esempi). Fanatici dell’extravergine
a tutti i costi astenersi prego .
Potete anche aggiungere un filo d’olio alla
padella, invece che oliare la carne, ma attenzione che iniziando a scaldare
così poco olio a freddo, in alcuni punti della padella potrebbe bruciare.
Prendete ora una padella di metallo. Anche la
ghisa va bene. Le reazioni di Maillard sono favorite dal metallo mentre in una
padella antiaderente l’imbrunimento è più difficile.
Cominciate a scaldare la padella vuota a fuoco
medio-alto. Se la padella è di buona qualità, spessa e pesante per distribuire
bene il calore e mantenerlo a lungo, potreste anche metterci un paio di minuti
per riscaldare bene la padella. Quando la padella è molto calda potete adagiare
le bistecche.
Attenzione a non “affollare” troppo la padella:
la temperatura si abbasserebbe troppo e non ci sarebbe spazio a sufficienza per
far evaporare l’acqua, che comincerà a raccogliersi sul fondo, abbassando la
temperatura a 100 °C.
Otterreste delle orride bistecche bollite,
grigie perché le reazioni di Maillard non sono avvenute, asciutte perché le
proteine della carne sono coagulate strizzando fuori i succhi, e dure perché
stracuocendo le fibre si sono contratte e accorciate. La carne tenera va cotta
il più velocemente possibile ad alta temperatura.
Avete adagiato le bistecche, la carne sfrigola,
l’olio schizza e si sviluppa anche un poco di fumo. Ebbene sì, cucinare bene
spesso implica sporcare e affumicare un pò la cucina .
A questo punto occorre sangue freddo: i cuochi
alle prime armi (anche io facevo così ) temono che la carne possa attaccare alla
padella e cercano di muovere o girare le bistecche per evitarlo. Bene, appena
adagiate le bistecche sul fondo allontanatevi! Lasciate che attacchi e non
toccate la carne!
Questo favorirà le reazioni di Maillard.
Vedrete che dopo uno o due minuti la carne si staccherà da sola dalla padella,
ma non vi azzardate a girarla fino a quando, sbirciando sotto un lembo, non vedrete
il caratteristico colore bruno.
Tenete il fuoco sotto controllo: la temperatura
deve essere sempre abbastanza alta, ma non eccessiva perché a temperature
prossime ai 180 °C cominciano a formarsi anche composti tossici, bruciacchiati
e poco appetitosi.
Se la bistecca è molto alta, dovrete aspettare
anche alcuni minuti prima di girarla. Insomma, lasciate che la reazione di
Maillard faccia il suo corso.
Cuocete fino a raggiungere la cottura
desiderata: al sangue o media (non ditemi che la volete ben cotta! È un vero
peccato cuocere così tanto una bistecca. La farete diventare dura e secca.
Soldi buttati a mio parere). Ricordatevi che internamente la carne deve
rimanere umida e rosa.
Finita la cottura adagiatela su un piatto,
copritela con dell’alluminio, e aspettate un paio di minuti prima di mangiarla:
in questo modo darete modo ai succhi interni di ridistribuirsi, e reidratare le
zone della bistecca più asciutte.
Pensate a quello che è successo durante la
cottura: la superficie della carne è a contatto con il metallo caldissimo: i
succhi che fuoriescono dalla carne immediatamente vengono vaporizzati (tra
parentesi, è un mito e una leggenda che la crosticina esterna possa “sigillare”
i succhi. Un altro dei tanti miti culinari che non ne vogliono sapere di
morire. Un po’ come i coccodrilli nelle fogne di New York. Ne riparleremo). Il
vapore generato dal contatto con il metallo spinge l’acqua verso l’interno
della carne, dove la temperatura è più bassa.
A fine cottura la parte esterna della bistecca,
quella più vicina alla crosta, è più disidratata. Lasciar riposare la bistecca
per alcuni minuti da il tempo ai liquidi di redistribuirsi internamente.
Le proteine che si erano “strizzate”, un po’
come quando si strizza un asciugamano attorcigliandolo, diminuendo la
temperatura si allentano un poco, riprendendosi un po’ di acqua. Se tagliate in
due una bistecca appena cotta uscirà parte del liquido accumulato all’interno.
Aspettando qualche minuto il liquido migrerà nelle zone più disidratate e,
tagliando la bistecca, ne fuoriuscirà di meno.
Dopo aver cotto le bistecche, guardate il fondo
della vostra padella di metallo (se avete usato quella antiaderente non sarete
così fortunati): vedete quei grumi marroncino? Sono i fondi. Gusto allo stato puro. I prodotti della reazione di
Maillard. Non vi azzardate neppure a buttare direttamente la padella in
lavastoviglie o nel lavandino. Potete invece utilizzare un liquido per deglassare
quel ben di Dio. Vediamo come: eliminate l’eccesso di grassi e oli avendo cura
di non gettare le particelle o il liquido bruno.
Se la padella è ancora calda potete
semplicemente aggiungere un pò di liquido (vino, ma anche acqua o birra o
succhi, a seconda dei gusti. Sperimentate!) e raschiare il fondo con una
spatolina per aiutare le particelle a disciogliersi. Se necessario riaccendete
il fuoco per concentrare il liquidi. Potete versare questo “succo di bistecca”
sulla carne, oppure utilizzarlo per farne una salsa, come spesso prescrive la
cucina francese.
Bistecca
al forno ?
Se la bistecca è molto alta, c’è sempre il
rischio che possa bruciare esternamente prima che possa cuocere all’interno al
grado desiderato. Una soluzione poco ortodossa, ma sicuramente con una base
scientifica, è quella di finire la cottura al forno! L’ho visto fare negli USA,
paese forse con poca tradizione culinaria, ma che sicuramente di bistecche (beef
steak) se ne intende! L’idea è di dare prima una passata in padella, diciamo un
minuto per lato, alla carne in modo che avvenga la reazione di Maillard.
Formata la crosticina marrone si trasferisce la padella in un forno
preriscaldato a 250 gradi (ovviamente la padella non deve avere un manico di
plastica o di legno ).
Dopo due o tre minuti giriamo la bistecca, e
dopo altri due o tre minuti la togliamo dal forno. In questo modo permettiamo
al calore del forno, più basso e più uniforme, di cuocere l’interno della
bistecca, lasciandola succosa, senza correre il rischio di bruciare l’esterno.
Epilogo
Scommetto che qualcuno di voi starà pensando
“che esagerazione sprecare così tante righe per spiegare come si cucina una
bistecca”. Chiamatela deformazione professionale,
ma non dovete considerare questa come una normale ricetta. Dopo tutto l’ho
scritto fin dall’inizio che questo non è un blog di cucina. Consideratela
piuttosto un “esperimento culinario”.
Osservare una bistecca mentre cuoce può offrire
molti spunti di riflessione e far scaturire molte domande. Un po’ come guardare
le stelle.
Ad esempio: perché si dovrebbe girare la
bistecca solo una volta? E’ solo una Leggenda urbana? Qualcuno suggerisce
invece di continuare a girare, ogni 30 secondi, per mantenere più costante la
temperatura interna. Oppure, non si potrebbero invertire gli eventi, quindi
prima cuocere a bassa temperatura lentamente, per mantenere l’interno succoso,
e solo successivamente creare i composti di Maillard?
Cercate di guardare alle ricette con spirito
scientifico, non date mai nulla per scontato, non fidatevi troppo della
“tradizione” e chiedetevi sempre il perché di certe prescrizioni.
Nel cercare di dare una risposta alle domande
che ci poniamo possiamo ampliare le nostre conoscenze di cosa succede nei
nostri piatti preferiti, migliorare la loro preparazione e diventare, si spera,
buoni cuochi.
Alla prossima, Dario Bressanini
CHE FARE SE LA BISTECCA
Cosa fare se la bistecca…
|
Perché è successo?
|
Cosa posso fare?
|
..è dura
|
Cotta troppo
Non è un taglio adatto per una bistecca, c’è
troppo tessuto connettivo.
Carne di cattiva qualità
|
Cuocerla di meno
Scegliere un taglio diverso
Cambiate macellaio
|
..è grigia
|
Cotta a temperature troppo basse. Le reazioni
di Maillard non sono avvenute. Probabilmente dell’acqua si è accumulata nella
padella bagnata.
La carne era appena stata tolta dal
frigorifero
|
Aumentare la temperatura della padella,
aspettare di più prima di mettere a cuocere. Non mettere troppo bistecche
contemporaneamente. Asciugatela.
Toglietela mezz’ora prima dal
frigorifero
|
..è secca
|
Cotta troppo. La carne deve rimanere succosa
e rossa/rosa
Era stata surgelata in precedenza
|
Cuocete per meno tempo
Usate carne non surgelata
|
..è cruda
|
Cotta troppo poco
|
Cuocete più a lungo
|
..ha perso molti succhi
|
Non l’avrete mica
punzecchiata con una
forchetta, vero?
|
Non ci provate più
|
..è poco saporita
|
C’è poco grasso per veicolare i sapori.
E’ un taglio poco saporito
|
Scegliete un taglio con più grasso (non un
filetto ad esempio)
Cambiate taglio: meno tenero ma più saporito
(e anche meno costoso)
|
..è bruciata all’esterno
ma cruda dentro
|
Temperatura troppo alta: la parte esterna è
bruciata prima che l’interno potesse cuocere
Carne troppo alta
|
Usate una temperatura più bassa.
Fare la seconda cottura in forno.
|
.. è bruciata all’esterno
|
Temperatura troppo alta.
Cattiva padella.
Troppo poco grasso
|
Abbassate la temperatura.
Cambiate padella, che sia più spessa.
Mettete più olio.
|
Fonte: srs di Dario Bressanini, da Le Scienze
Blog
del 1 ottobre 2007
Nessun commento:
Posta un commento