domenica 10 gennaio 2010

Verona: Morto FRANCESCO TAGLIENTE, il «papà» del Riparo preistorico di Stallavena


Francesco Zorzi, Franco Mezzena e Francesco Tagliente

LUTTO. È morto ieri (19 febbraio 2008) a 90 anni il professor Francesco TAGLIENTE, il cui nome è legato all’omonimo Riparo da lui scoperto a Stallavena di Grezzana nel 1958. Insegnò all’Università della terza età

Quella scoperta nacque da una grande passione per l’archeologia che TAGLIENTE condivise con Francesco Zorzi di cui fu entusiasta discepolo.
Proprio in occasione del centenario della nascita di Zorzi, celebrata al Museo di Storia naturale nel 2001, TAGLIENTE ricordava l’incontro con il grande naturalista veronese: «Lo incontrai per consegnargli ossa e cocci rinvenuti nella campagna romana dove mi ero recato con mio padre per una battuta di caccia alle allodole. Lui guardava il volo degli uccelli e io tenevo sempre gli occhi per terra alla ricerca dei fossili».

TAGLIENTE prese a seguire le conferenze di Zorzi e da lì scattò la molla per la scoperto del sito di Stallavena pieno di selci lavorate, dove vissero uomini dell’epoca del Neanderthal e anche più recenti, da 13.500 a 11.000 anni fa.  Oltre a oggetti e manufatti artistici è stata trovata anche una tomba paleolitica. Il sito è tuttora oggetto di scavi e ricerche.

Il professor TAGLIENTE si laureò in lettere antiche quattro anni dopo la pensione (lavorava in ferrovia) ed è stato seguitissimo docente all’Università della Terza Età, dove ha tenuto corsi di archeologia per molti anni.
I funerali saranno celebrati venerdì  22  febbraio  alle 10.00  a Verona nella chiesa della Santissima Trinità.


Fonte: L’Arena di Verona del  20 febbraio 2008 cronaca pag. 17.




VERONA:  ADDIO FRANCESCO TAGLIENTE, ULTIMO ROMANTICO DELL’ARCHEOLOGIA PREISTORICA



Antonio Guerreschi e Francesco Tagliente


LUTTO. Si sono svolti ieri mattina  venerdì  22 febbraio 2008, nella chiesa della Santissima Trinità i funerali di Francesco Tagliente.

«Con Francesco Tagliente se n’è andato l’ultimo romantico dell’archeologia. Era un personaggio come non ne esistono più».

Alessandra Aspes, direttrice del Museo civico di Storia naturale, ricorda così l’archeologo scomparso nei giorni scorsi a 90 anni.
«La sua», continua la studiosa, che ha avuto modo di conoscerlo molto bene,
«è una storia esemplare: quella di un autodidatta, un grande appassionato di archeologia, che da dilettante sviluppa la sua passione sino a farla diventare il centro della propria esistenza.
E non mi riferisco soltanto alla straordinaria scoperta del sito archeologico di Stallavena, il Riparo che ora porta meritatamente il suo nome, ma anche alla laurea in Lettere che prese in quattro anni esatti subito dopo essere andato in pensione da ferroviere o all’insegnamento all’Università delle Terza Età, dove era amatissimo proprio per la sua capacità affabulatoria, che coinvolgeva quel particolare tipo di studenti sino all’entusiasmo, perché la sua formazione gli faceva rifuggire i tecnicismi cui noi “professionisti” siamo in un certo senso costretti a usare quando parliamo».


La Aspes è stata vicina a Tagliente sino all’ultimo, tanto è vero che a gennaio, quando era ricoverato in ospedale, gli aveva portato un attestato di benemerenza del Museo.

«Nonostante l’età», ricorda, «era stato in formissima sino all’estate scorsa, quando si manifestarono i problemi cardiaci, che furono il prodromo al successivo ictus. Sino a quel momento aveva continuato ad andare in bicicletta e a venire al Museo. Quando gliela consegnai, era in un momento in cui si era ripreso. La volle prendere in mano e leggerla tutta. E si commosse pure. Ma se la meritava tutta, perché è stato veramente un ottimo collaboratore della nostra istituzione, una di quelle persone che non esistono più. Non ha mai preso un soldo per quello che ha fatto. E quello che ha trovato lo ha dato sempre ai musei. Era veramente un signore, ricco di stile e di educazione, un vero uomo di regole, che aveva un grande rispetto per le istituzioni».
 Forse perché proprio le istituzioni gli avevano concesso di coltivare la propria passione per l’archeologia preistorica.

Era stato infatti Francesco Zorzi, uno dei predecessori della Aspes, ad aprirgli la strada della ricerca sul campo.  Si erano incontrati la prima quando Tagliente consegnò a Zorzi la prima di una lunga serie di reperti, ossa e cocci rinvenuti in una battuta di caccia nella campagna romana.
L’amicizia si rinsaldò prima in un rapporto maestro-allievo, poi in lunghe camminate, soprattutto in Lessinia, fatte assieme, uno con gli puntati per terra a scovare tracce di un passato remoto, il più antico dell’uomo, l’altro al cielo a seguire il volo degli uccelli.

Tagliente era da solo, però, quando nel 1958 si infilò in un piccolo pertugio sotto il riparo di Stallavena, sulla strada tra Grezzana e Boscochiesanuova. Fin troppo facile immaginare l’emozione provata quando, stando accucciato, perché in piedi neppure ci si poteva mettere, afferrò tra le dita le prime selci lavorate.  Le prima di un sito archeologico che non ha ancora finito di stupire, diventando il più importante della provincia e, nella preistoria, il più ricco di selci in assoluto.

Della prima parte della storia di quel riparo fece l’oggetto della propria tesi di laurea.

 «Era curioso vederlo fare gli esami con le persone che nei mesi e negli anni precedenti aveva frequentato per le sue ricerche», rammenta la Aspes, «ma anche in quello fu straordinario, perché fu uno dei primi laureati “anziani” in Italia».
Il resto ha continuato a insegnarlo a giovani e meno giovani, «perché fu uno straordinario educatore», conclude la direttrice del Museo di Storia naturale.

E ieri, nella chiesa della Santissima Trinità, c’è stato l’addio.


Fonte: sr di Giancarlo Beltrame,  da L’Arena di Verona di Sabato 23 febbraio 2008;  cronaca pag. 20


(VR 10 gennaio 2010)

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