Oppeano di Verona: domenica 17 giugno 2007
Cimitero di Oppeano
Sto transitando in quel di Oppeano, quando l’abbaio incalzante del mio quattro zampe mi dà l’ordine perentorio di “Fermate il mondo, devo scendere”.
Parcheggiata l’auto nei pressi del cimitero, osservo quei cinque chili del mio quattro zampe correre felici nel campo adiacente, terreno ideale per le sue urgenze, fino a quando le orecchie dritte, lo sguardo fisso e la coda scodinzolante, mi fanno capire che possiamo ritornare in auto.
Il terreno antistante al cimitero ricoperto di cocci
Mentre mi dirigo verso il parcheggio, alcuni oggetti sul terreno attirano la mia attenzione. Venti anni di frequentazione e amicizia con Alberto Solinas, danno i suoi frutti: frammenti e bordi di vasi preistorici. Mi viene in mente anche uno dei suoi concetti spesso ripetuti: “Oppeano è una delle più grandi e importanti città preistoriche del Nord Italia”.
Cocci vari
Mentre, chinato, osservo le caratteristiche dei vari cocci, un signore, uscito dal cimitero e segnato nel viso dal tempo, passa una mano sulla testa del quattro zampe, e mi dice : «E’ stata una distrazione, una delle tante distrazioni archeologiche ai danni del nostro patrimonio. Lei sa che Oppeano è uno dei siti archeologici più estesi ed importanti del nord Italia? Vede qui, siamo davanti al cimitero, il comune ha concesso una lottizzazione. Naturalmente è arrivata la soprintendenza, ha fatto un sopralluogo, ha detto che non c’era niente d’interessante e così...via allo scavo per la casa»
La casa
«Bene! Dalla terra accumulata ai bordi del cantiere, la gente del posto si è portata a casa non solo cocci di reperti archeologici, ma perfino, sopravvissuti alle pale della ruspa, vasi interi. Adesso dovrebbero terminare la lottizzazione, credo con un supermercato. Spero solo che questa volta la soprintendenza, sia leggermente meno distratta».
Area interessata alla lottizzazione
Oppeano di Verona: sabato 25 agosto 2007
Il cantiere
Passo davanti al cimitero, un’alta rete mi fa capire che è stato aperto il cantiere edile. Fermo la macchina e mi avvicino, sono curioso di vedere se vi è in corso una bonifica archeologica. Da una fessura del telo si riesce ad osservare l’interno e lo stato dei lavori: siamo ancora all’inizio, nella fase di livellamento del terreno; a parte alcuni metri quadrati, tutto lo strato di terreno agricolo è stato asportato e non vi sono tracce di sondaggi archeologici. Un maturo signore con molta calma osserva quei pochi metri rimasti di terreno integro.
Strato archeologico
Mi avvicino e chiedo: « Scusi, si può entrare?»
«NO!! Assolutamente no! Ma se va un po’ più avanti di qualche metro, c’è un’ apertura nella recinzione»
Mi presento. Il signore è del posto, non mi dice il suo nome e per la privacy non vuole essere fotografato.
«Capisco», rispondo io.
Velocemente mi illustra la situazione.
«Stanno costruendo un capannone, credo per un supermercato. Questa superficie, come quasi tutto il territorio di Oppeano, è zona con abbondanti tracce archeologiche. Non so se hanno fatto una bonifica, ma credo che non l’abbiano fatta; se è stata effettuata è stata velocissima e non l’ha vista nessuno».
Bordo di vaso
Poi mi saluta; prima di uscire dalla rete aggiunge: «Doveva essere una zona “abitativa artigianale”: mi sono giunte segnalazioni che sono state “avvistate” delle forme di fusione, alcune ancora intere e perfette». Scatto alcune foto e lo seguo. L’abbaiare insistente del mio quattro zampe mi conferma che ho già perso troppo tempo.
Oppeano di Verona: mercoledì 17 settembre 2008
Da Palù mi sto dirigendo verso Oppeano per prendere la superstrada, alle porte del paese, proprio davanti al cimitero, vedo che stanno costruendo lo svincolo di acceso per una nuova strada che si dirige in piena campagna, mi fermo; osservo un po’ rattristato l’ennesimo sacrificio alla “dea automobile”, contemporaneamente guardo anche il nuovo supermercato aperto davanti al cimitero: si, bellino, funzionale.
Il supermercato
“E la storia cancellata per sempre? Ma che te ne frega, mica compete a te, c’è altra gente pagata per questo. Sì, pagata per questo, pagata da noi: peccato che a volte sia un po’ “distratta.”
Astor il quattro zampe
Riavvio la macchina, e lentamente riparto. La mano accarezza il pelo del quattro zampe, il mio scontento si calma e, lui pigramente, s’addormenta.
(VR 09 gennaio 2010)
1 commento:
non è necessario amare la storia forse unico nostro patrimonio rimasto,basta pensare agli americani che conservano e fanno fruttare pure i vecchi set dei film..noi cosa abbiamo rimasto da far fruttare? povera italia.. e meglio una bella rievocazione storica o una palazzina popolare sull antico teatro romano di imola....?
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