domenica 3 gennaio 2010

Monckton: Trattato di Copenhagen serve a instaurare dittatura mondiale



 Lord Christopher Monckton


Il processo di centralizzazione del potere nelle mani globali non è altro che questo

16 dicembre 2009 (MoviSol) - Lord Christopher Monckton è una delle poche persone che abbiano letto il testo della bozza di accordo della Conferenza di Copenhagen. In una conferenza a Berlino il 4 dicembre ha dichiarato che quello che si apprestano a firmare i rappresentanti di 192 paesi instaurerebbe un regime mondiale non eletto che avrebbe più potere di qualsiasi nazione.

Monckton è riuscito ad entrare in possesso della segretissima bozza dopo aver minacciato di creare un incidente diplomatico. Dalla lettura, è emersa la figura di un governo mondiale che potrà imporre tasse in tutti i paesi, compresi gli Stati Uniti, potrà abolire i brevetti e decidere politiche economiche e ambientalistiche. Anche se la parola “governo” non viene mai usata, il processo di centralizzazione del potere nelle mani globali non è altro che questo. In una discussione privata, Monckton ha voluto sottolineare che quando Sir Maurice Strong creò l’IPCC, “lo creò non come corpo scientifico ma come entità politica. Allora, egli disse che sperava che esso diventasse il nucleo di un governo mondiale”.

Il modello di un governo mondiale, ha detto Monckton, potrebbe essere proprio l’Unione Europea, dove la sovranità nazionale è stata abolita. “C’è un Parlamento Europeo, ma non può proporre le leggi. Le sue decisioni possono essere rovesciate dai commissari. Se vuole emendare una legge, deve chiedere il permesso alla Commissione, che è un corpo non eletto”.

Ai margini della conferenza di Berlino, il nostro corrispondente ha chiesto a Monckton un parere sugli effetti dell’ambientalismo nelle regioni povere del mondo. Egli ha replicato che quei paesi “devono permettersi l’industrializzazione. Devono smetterla di farsi intimidire e prevaricare dall’ONU e dall’IPCC e da questi falsi scienziati con le loro false teorie. Devono dire: ‘Non dobbiamo più preoccuparci di salvare il pianeta. Quell’epoca è finita. Perciò, se sollevare il nostro popolo dalla povertà significa costruire centrali a combustione fossile, lo faremo’. Questa è la strada intrapresa da Cina, Sud Africa, Brasile e India [che] non voglio più essere intimiditi dall'occidente”.

In altre occasioni, Monckton ha condannato l’uso di terreni agricoli per coltivare biocarburanti invece dei prodotti alimentare, e ha denunciato il tema della riduzione demografica al centro della teoria del cambiamento climatico.

Fonte: MoviSol;   del 16 dicembre 2009
Link: http://www.movisol.org/09news245.htm

(VR 03  gennaio 2009)

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