Nel lontano (e preistorico per la ricerca) 2000, Randy Jirtle e Robert Waterland della Duke University, hanno messo in piedi un esperimento genetico tanto semplice quanto rivoluzionario.
L’idea fu quella di far accoppiare coppie di topolini affetti dal gene chiamato “agouti”, il quale causa lo sviluppo di peluria gialla e obesità insieme a tutti i pericoli associati al peso, come i disturbi cardiovascolari, il diabete, il cancro.
Normalmente la progenie di questi topolini eredita lo stesso gene e, di conseguenza, gli stessi tratti. I due scienziati allora, partendo da questo presupposto, decisero di somministrare alle madri gravide una dieta ad hoc, ricca di integratori alimentari arricchiti di gruppi metilici, collegati alle mutazioni epigenetiche. Quando i gruppi metilici si legano al DNA di un gene infatti, si producono cambiamenti nelle caratteristiche del legame delle proteine regolatrici dei cromosomi.
Queste molecole sono comuni ad alcuni cibi, come il miele, l’aglio, le barbabietole. Morale della favola, e dell’esperimento: le madri che si alimentarono in questo modo passarono ugualmente il gene agouti ai loro topolini, ma grazie alla dieta ricca di metile, passarono anche una protezione chimica che riuscì a proteggere la prole dai devastanti effetti dell’agouti.
Le madri dunque rimasero com’erano, ma i topolini che partorirono non presentarono le loro stesse caratteristiche, sviluppando quindi il sano color marrone del pelo e il normale peso corporeo di un topo senza il gene agouti, come possiamo vedere nell’immagine sottostante.
Nella foto sopra possiamo vedere una coppia di topolini agouti della stessa età, entrambi femmine. La madre della topolina a sinistra venne nutrita normalmente, quella della topolina destra seguì un regime alimentare arricchito dei gruppi metilici. Incredibile, vero? Probabilmente però, se avessimo chiesto ai nostri nonni una previsione, ci avrebbero saputo dire esattamente la stessa cosa…
Fonte: da http://spaziomente.wordpress.com/ del 25,10,2009
Link: http://spaziomente.wordpress.com/2009/12/25/la-dieta-cambia-lereditarieta-alla-faccia-del-dna/
(VR 13 gennaio 2010)
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