Questi sono stralci dalla drammatica testimonianza
dell’attrice inglese Hetty Baynes Russel, il primo caso di figlia cresciuta in
una coppia omosessuale, due lesbiche, senza padre.
La donna ha voluto dire la sua, dopo le polemiche degli
ultimi tempi sulle adozioni gay:
Durante la mia infanzia era un rituale mattutino. Il
risveglio, andare in camera da letto dei miei genitori e saltare sul letto tra
le lenzuola per una tazza di tè e alcune coccole.
Sono stata fortunata a conoscere tanto affetto. Mentre
alcuni dei miei amici avevano difficoltà a creare un legame con le loro
famiglie, per me questa intimità era scontata. Per me era un comportamento del
tutto normale.
Poi, un giorno, sul letto dalla mia bella mamma non c’era
più mio padre, ma Maria, l’amante lesbica di mia madre – una figura formidabile
e spesso spaventosa che era il ‘padrone di casa’.
Era il 1950, allora era una situazione scandalosa. Oggi
la presenza dell’omosessualità è accettata, e io ho amici omosessuali, per me
non è un problema.
Ma altra cosa è crescere senza padre (o madre). Lungi
dall’essere un sano stato di cose, sono stata attirata in una distruttiva
battaglia per l’affetto di mia madre con un’altra donna, mentre ero costretta a
guardare impotente mentre mio padre veniva ‘evirato’ ed eliminato dalla nostra
vita – era contemporaneamente dannoso e confuso.
È per questo che, quando prendo in mano i giornali per
leggere di coppie gay, e leggo che la maternità “è migliore con due madri o due
padri” il mio cuore affonda. Queste parole avrebbero potuto uscire dalle bocche
di una delle mie “due madri.
Adoravo mio padre, lo aspettavo sulla porta ogni venerdì,
anelando per il suono della sua auto. Poi è sparito dalla mia vita, sostituito.
Mi hanno portata via da lui a nove anni.
Maria, l’altra mia ‘madre’ ci descriveva come ‘noi tre’.
Si tenevano per mano, si baciavano sulle labbra e si comportavano proprio come
marito e moglie. Quando, confusa, ho chiesto da dove ero venuta, mia madre mi
ha detto: ‘Dio e mamma ti hanno fatta’.
Papà è stato eliminato dalla storia, in
questo come in tutte le questioni. Gli uomini, in generale, mi venivano
descritti come inutili, specialmente nel contesto familiare.
Se tu mi avessi
chiesto durante la mia adolescenza che cosa pensavo della cosa, non avrei
obiettato. Me lo facevano sembrare normale.
Solo ora so che non lo era.
Il danno che avevo subito si è manifestato quando avevo
15 anni e ho sviluppato la depressione clinica e anoressia. Da allora in poi, è
stato un lento processo di venire a patti con il dolore che avevo sepolto nel
profondo dentro la mia anima tormentata. Agivo in modo autodistruttivo.
A vent’anni, per ‘compensare’, ho coltivato un’immagine
esageratamente eterosessuale, formando una serie di relazioni inappropriate con
gli uomini. In tutti cercavo mio padre. Erano tutte figure paterne.
Poi ho fatto la scoperta più sconvolgente di tutte. In
una seduta con il mio terapista abbiamo recuperato la mia memoria repressa, che
avrebbe spiegato tanto del mio turbamento emotivo: avevo assistito a qualcosa
all’età di quattro, mi sono imbattuto in mia madre e Maria che facevano sesso.
Non posso entrare nei dettagli – è troppo sconvolgente –
ma posso vividamente ricordare loro sedersi con me e dirmi quanto fosse
importante che io non parlassi di quello che avevo visto a nessuno.
Non servono commenti.
Fonte: da VOXNEWS del
2 aprile 2015
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