Anni fa, Monti invitava i leader ad ispirarsi al Presidente Carlos Menem e alle sue politiche liberiste, proprio quelle che hanno poi portato l'Argentina allo storico crac. Che lungimiranza.
Da tempo ho in animo di proporre, alla stampa, una moratoria
sui professori di economia delle Università private. Non capisco infatti come
mai nelle interviste e nelle ospitate in TV esistano solo docenti della
Cattolica, della Bocconi e della Luiss. Non ci sono in Italia università
pubbliche? Come mai a dettare l'agenda economica del Paese vengono
convocati sono docenti del privato, mentre ai professori degli atenei pubblici
si è da anni messo il bavaglio? Forse perché, tra loro, in pochi abbracciano il
credo suicida liberista che invece è altrove abbondantemente finanziato?
Chissà.
In Rete, oggi, sta girando un'interessante intervista de La
Stampa al prof.Mario Monti,
risalente al 1994. Intervista in cui la lungimiranza del Nostro si
mostrava ancora in tutto il suo splendore: nel rivolgersi al neoeletto
Berlusconi, gli suggeriva di tradire le promesse elettorali ispirandosi alle
politiche economiche liberiste di un leader esemplare, Carlos Menem,
Presidente dell'Argentina
allora già da 5 anni. Ecco qualche stralcio di Wikipedia su questo
modello di virtù:
Carlos Saúl Menem si impose al governo della nazione
argentina col cavallo di battaglia del liberismo. Uno dei suoi primi
atti come presidente fu la concessione della grazia a tutti i politici
del precedente governo responsabili del sanguinoso fenomeno dei
"desaparecidos".
Che statista. Ma questo è il meno: fedele alle teorie
economiche che i professori propugnano ancora oggi, Menem si affrettò a imporre
il tasso di cambio fisso col dollaro (un po' come qui da noi con l'euro) per
"dare stabilità", e a svendere tutte le ricchezze argentine. A
Monti piaceva così tanto! Peccato che, appena pochi anni dopo, gli azzardati
provvedimenti economici di Menem si tradussero nel più grande crac degli
ultimi decenni, ovvero quello dell'Argentina 2001. Ancora abbiamo i brividi
a pensarci.
Menem è, con l'eminenza grigia Cavallo, il
responsabile maggiore del crollo economico dell'Argentina e della vendita
dissennata ai privati delle maggiori industrie produttrici nazionali. Menem è
stato raggiunto da due mandati di cattura internazionali. Durante la sua
presidenza il debito estero, l'inflazione, la crescita dei tassi di
interesse, la disoccupazione e la forbice tra la minoranza ricca e la
maggioranza povera del Paese crebbero a ritmi inarrestabili, toccando vertici
mai raggiunti in precedenza.
Monti nell'intervista
sosteneva che gli argentini erano molto grati a Menem. Appena due anni dopo
però, a Buenos Aires la gente era già in piazza con le pentole a protestare per
la disoccupazione dilagante e i fallimenti a catena. Che preveggenza, che
lungimiranza. Chissà se sta applicando le stesse doti visionarie anche nel promettere
a noi, oggi, l'uscita dalla crisi ancora con le stesse ricettuzze di Menem.
L'ostinazione nel perseguire i fallimenti è davvero cronica, per certi professori.
In Argentina, dodici anni dopo il disastro, hanno finalmente
Cristina
Kirchner. A noi toccherà aspettare il 2025?
Foto – Photopin
Fonte: da http://crisis.blogosfere.it/
del 6 febbraio 2013-02-09
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