In questi giorni sta circolando una notizia sulle nuove
disposizioni che le forze dell’ordine italiane avrebbero ricevuto per
“trattare” i cittadini di Trieste che dichiarano la propria cittadinanza
esibendo quale documento di riconoscimento la carta di identità del Territorio
Libero.
La carta di identità in questione è rilasciata dal
Movimento Trieste Libera, che si batte per il rispetto della legalità e per
il riconoscimento dello status giuridico di Trieste quale Zona A del Territorio
Libero di Trieste dichiarata dall’articolo 21 comma 2 del Trattato di Pace del
1947 tuttora in vigore. L’Italia ha imposto invece una propria illegittima
sovranità di fatto su Trieste dopo essersela annessa nel 1975 a seguito di un
accordo (Trattato di Osimo) con l’ex dittatura Jugoslava del maresciallo Tito.
Una annessione con la quale i cittadini di Trieste sono stati brutalmente
spogliati dei loro diritti, a partire da quello fondamentale della loro
cittadinanza. Una annessione con la quale l’Italia ha voluto così
“regolarizzare” una situazione di effettiva occupazione che durava dal 1954.
Trieste è stata così privata delle sue autonomie,
assoggettata fiscalmente al pagamento del debito pubblico italiano,
militarizzata ufficialmente, ed ha subito la politica di graduale riduzione e
dismissione del Porto Franco internazionale di Trieste a beneficio dei porti
concorrenti della Penisola italiana.
Ma ora, dopo decenni di questa repressione, i triestini
hanno cominciato a ribellarsi allo Stato occupante, raggruppandosi nel nuovo
movimento indipendentista Trieste Libera, e chiedendo appunto il rispetto
dei propri diritti sanciti dal Trattato di Pace. Cosa non gradita alle autorità
italiane. I triestini dichiarano illegittime le elezioni svolte dall’Italia a
Trieste, si rifiutano di pagare le tasse, non si riconoscono nell’autorità
giudiziaria italiana che li giudica. Una vera rivoluzione della legalità in cui
i cittadini dello Stato occupato, praticando la disobbedienza civile,
disconoscono quella fittizia sovranità autoproclamata dall’Italia e frutto di
decenni di menzogne.
Ecco così che un documento di riconoscimento, il primo
rilasciato dagli indipendentisti, può diventare “casus belli”. Se i triestini
che già usano la propria carta di identità del Territorio Libero la esibissero,
in caso di controlli, ai rappresentanti dei Carabinieri, della Guardia di
Finanza e della Polizia di Stato italiana, potrebbero essere passibili di fermo
fino a 48 ore.
Questa la notizia che viene diffusa a Trieste.
Ovviamente l’atto sarebbe pesantemente intimidatorio e in violazione di
qualsiasi forma di diritto (anche di quello italiano). Ma è sempre meglio
tenerne conto. Ecco perché Prefetto e Questore di Trieste sono stati
opportunamente informati della pericolosità della situazione che si potrebbe
innescare a seguito di simili arbitrari comportamenti da parte degli
amministratori temporanei del Territorio Libero di Trieste. Attendiamo risposte
pubbliche dai rappresentanti delle forze dell’ordine italiane presenti a
Trieste.
Roberto Giurastante
Trieste Libera
Fonte: da L’Indipendenza del
15 febbraio 2013
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