domenica 6 maggio 2012

LE TASSE: ECCO LE VERE “ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA” !


ILLEGITTIMITÀ DELLA TASSAZIONE, IN PARTICOLARE DELLA PRIMA CASA, NEL REGIME MONETARIO ATTUALE

E’ risaputo che mediante le tasse lo Stato ricava le risorse per assicurare il benessere della collettività e che quindi necessita della moneta anche per questo scopo, diamo per assodato quindi che si debbano pagare imposte e tasse, tanto che non ci poniamo più la domanda sul perché esistano e né se perdurino i motivi che ne hanno determinato l’iniziale istituzione. Il problema è quindi se sussistano o persistano la necessità,  le motivazioni, le ragioni, IL DIRITTO…..
Ciò possiamo capirlo solo se sappiamo e capiamo che la Moneta è una istituzione pubblica, cioè di proprietà della Comunità in quanto ne crea e ne accetta il valore per convenzione e per reciproca fiducia, allora e solo allora potremo capire come le imposte e le tasse non hanno senso e ragione di esistere nella situazione monetaria contingente (dal 1992). Anche perché la moneta è essa stessa una “tassa” in quanto la funzione primaria è la stessa del fisco e cioè far circolare e condividere, ridistribuire la ricchezza con tutti gli altri cittadini…. Adempimento che però da vari decenni non può più espletare perché svuotata delle sue intrinseche valenze in quanto la Sovranità monetaria, il potere di emettere moneta ex nihilo, non è più nelle mani della Comunità, precondizione per, eventualmente e semmai, tassare i cittadini.

La distonia e dicotomia logica è avvenuta nel momento in cui la Sovranità monetaria è stata trasferita incostituzionalmente nelle mani di privati cittadini stranieri, la BCE, ai quali lo Stato italiano ha delegato un enorme potere a spese della comunità nazionale ed europea, e l’azione invece di  far circolare e condividere la ricchezza fra i cittadini, al contrario gliela sottrae.
Rammento e sottolineo che è la comunità (Stato) che dovrebbe emettere Moneta, esercitando la Sovranità monetaria, senza doversi indebitare con altri soggetti perché è essa comunità dei cittadini (Stato) la creatrice del valore della Moneta e di conseguenza soltanto essa ne è la legittima proprietaria, e …. “poiché democrazia significa sovranità politica popolare, il popolo deve avere anche la sovranità monetaria che di quella politica è parte costitutiva ed essenziale in un sistema di democrazia vera o integrale in cui la moneta va dichiarata, a titolo originario, di proprietà dei cittadini sin dal momento della sua emissione.” Prof. G. Auriti.
La rinuncia da parte dello Stato alla sovranità monetaria è, in effetti, una “stranezza” che poteva trovare una valida giustificazione in altri tempi, quando la moneta aveva un proprio valore intrinseco perché costituita da pezzi coniati in metalli pregiati, o quando essa, pur rappresentata da simboli cartacei, aveva tuttavia una copertura nelle riserve auree o argentee delle banche, non si vedono ragioni fondate e legittime, per le quali lo Stato debba richiedere ad un istituto bancario privato il mutuo, sempre oneroso, di banconote create dal nulla prive di ogni valore intrinseco, trasferendogli in tal modo anche il loro valore, il potere d’acquisto, e quindi anche la sovranità monetaria e la sovranità tutta in senso assoluto.

Insomma il debito pubblico viene artificiosamente creato con la richiesta di denaro da parte dello Stato alla banca centrale (Bankitalia /BCE).
Questo porta al folle, demenziale, delinquenziale, perverso paradosso che più un’economia cresce, più ha bisogno di denaro cartaceo, o di altro supporto, per rappresentare il valore dei beni ed i servizi prodotti, e contemporaneamente più si indebita. Oggi la moneta risulta essere per la massima parte una semplice stampa tipografica o digitazione elettronica senza alcunché a garanzia, salvo il controvalore costituito dal bene- servizio prodotto dal cittadino che si acquista con quella determinata quantità di “valuta – denaro – banconota” , che quindi, anche per questa ulteriore ragione, non può che essere di proprietà del cittadino e quindi della collettività.
Come si comprende bene, sulla base di quanto generalmente assodato e condiviso, il valore alla moneta al momento della creazione (e sempre) era ed è proprietà del cittadino produttore e di conseguenza della collettività. A questa legittima e giusta rivoluzione e mutazione concettuale  dei rapporti giuridici e comportamentali sulla Sovranità monetaria però non seguì alcunché di contestuale e simmetrico nella revisione dei rapporti fra lo Stato, le banche, il fisco ed il cittadino contribuente.
Questa imposizione fiscale tuttora attuale, in vigore da sempre nel corso degli ultimi secoli in ogni parte del mondo civile, aveva la sua motivazione ed un senso operativo nel vecchio corso delle monete quando queste erano esse stesse in metallo prezioso o erano banconote di carta rappresentanti l’oro della riserva aurea dello Stato e quindi rappresentavano la somma del valore che fino a quel momento non aveva contribuito alla solidarietà sociale, motivo per cui era giusto che chi deteneva quelle somme in denaro, su quelle somme o in ciò che le somme avevano permesso in un determinato tempo di acquistare, fosse in vario modo tassato.
Ma quando a partire dal 15 agosto del 1971 è stato abolita (giustamente) la convertibilità in oro (abolizione del Trattato di Breton Woods) e la moneta diventa in quello stesso istante invece semplice rappresentazione del valore che si riconosceva nel prodotto o nel servizio che il detentore della moneta andava ad “acquistare” le cose in merito alla tassazione avrebbero dovuto cambiare radicalmente.
Infatti, come oggi ben sappiamo, per averne avuto successive e reiterate conferme ufficiali: l’euro (moneta) è, fin dalla sua emissione ed in eterno di proprietà della B.C.E. e se, come abbiamo visto, il valore non è nella banconota (euro) ma nel bene, servizio, prodotto che si va ad acquistare  (fin qui tutto perfettamente logico), ne consegue che tutto il valore prodotto dall’individuo, dalla collettività, dagli Stati viene integrato in eterno nella “banconota euro” (anche questo accettabile) perciò si verifica quello che è sanzionato da una miriade di articoli del codice civile e penali, ed anche il più incredibile dei miracoli: ciò che è mio/nostro (IL VALORE PRODOTTO DEL NOSTRO LAVORO) l’euro lo integra in sé ed, incredibilmente, meraviglia delle meraviglie, quello che era il valore del nostro lavoro diventa magicamente di  proprietà dei banchieri… “IN ETERNO” !!!
Per di più, a seguito della immotivata ed illegittima delega alla BCE ad emettere l’euro a debito agli Stati ed ai cittadini e visto il cosiddetto debito da signoraggio derivante dalla emissione della moneta stessa da parte della BCE, viene da pensare che in qualunque modo ci muoviamo ci facciamo del male…Ma il peggio è che lo Stato, che dovrebbe essere una “Istituzione” al servizio del Cittadino, invece si è trasformato in aguzzino del cittadino su mandato delle banche, in particolare della BCE… (come ormai dovrebbe apparire chiaro a tutti).
Lo Stato sulla semplice e superficiale scorta di una legislazione tributaria antidiluviana risalente al periodo in cui ancora vigeva la convertibilità della moneta in oro (e quindi, come visto, aveva un senso e un supporto giuridico e di Diritto) pretende, ora, in un contesto del tutto diverso, addirittura opposto, contro ogni logica, legittimità fondata, senso del Diritto…. Il pagamento di tasse (qualunque tassa) da noi cittadini che non siamo mai in nessun momento possessori del VALORE…. MA AL CONTRARIO SEMPRE E SOLTANTO “POSSESSORI DEL DEBITO” per definizione e di fatto, stante la spudorata, insensata, demenziale logica di potere attuale. In definitiva tutta questa sequela di operazioni altro non è che un semplice trasferimento di ricchezza dal popolo ai banchieri.
Si è utilizzata l’autorità dello Stato, nello specifico la potestà impositiva esercitata sul popolo, come strumento per attuare una azione illecita e quindi, agire per rifondere un Debito pubblico artefatto illegalmente è già in sé atto di pirateria internazionale estortiva e di rapina di assoluta ed estrema gravità e rilevanza penale. Il debito pubblico è incostituzionale e fraudolento, poiché nasce dall’uso illegittimo di questo potere monetario da parte di soggetti privati.
Dal che ne consegue che gli atti, ad essa azione collegati, perdono il fondamento giuridico e la legittimità per esser fatti valere, e non trova quindi giustificazione  la potestà impositiva dello Stato e neppure quella delle amministrazioni periferiche a cui lo Stato la trasferisce, essendo viziato e contro legge il presupposto che la giustifica.

INSOMMA

“Il Debito pubblico è primariamente e sostanzialmente un debito nato a causa della illegale ed incostituzionale cessione della Sovranità monetaria.” La palese illegittimità tributaria deriva dalla incostituzionale cessione della Sovranità monetaria attuata con l’adesione al Trattato di Maastricht. Il prelievo fiscale attuale si basa su un sistema normativo presupponente ancora la proprietà della moneta da parte dello Stato e dei Cittadini, e della convertibilità in oro, metodo volutamente ed intenzionalmente lasciato intatto nelle sue norme, prassi e funzionalità, atavico, obsoleto, inorganico, inadeguato, in modo di raggirare per l’ennesima volta l’ignaro cittadino.
Tutto questo ottenuto attraverso l’emissione di denaro falso dal nulla e quindi aspetti immotivati, deviati di una stessa immane truffa architettata a danno dei cittadini e dello Stato, messa in atto dal sistema bancario e di chi lo controlla, attraverso l’indebita emissione da chi non ha:  titolo, risorse, ragioni, diritto, merito, e delega.
Di cui le banche però pretendono il pagamento vero tramite le tasse di ogni forma, tipo, identità, provenienza, misura, caratteristica, attraverso la schiavizzazione o il prelievo forzoso, i pignoramenti, la confisca di beni dei cittadini, degli imprenditori, delle Comunità locali dello Stato nazionale stesso. Azioni che si sono potute esplicare grazie a contorsionismi e distorsioni logiche, legali e procedurali, volutamente inefficienti, incongrue, inette, tutte strategicamente volute, intenzionali e programmate.
In conclusione ….
Fino a quando è esistita la convertibilità e la moneta era emessa dallo Stato attraverso la banca d’Italia era come possedere un appartamento ed era ““giusto”” pagarci le tasse. Ma ora che siamo in regime di non convertibilità  e soprattutto ora che noi paghiamo un “affitto” (INTERESSE) al PROPRIETARIO (la B.C.E.) e quindi è come se abitassimo in un appartamento in affitto… chi deve pagare le tasse l’inquilino o il proprietario ??
Ma proprio per arrivare fino alla radice dell’argomento, ovvero in merito alle tasse sulla prima casa, che già per tutti i motivi esposti sopra NON E’ DOVUTA…. Addirittura si può fare riferimento all’art. 31 della costituzione che dice:  “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”.
E cosa c’è di più “agevolante e provvidenziale” per la formazione della famiglia se non una casa ??
Quindi, siamo all’assurdo che: tu Stato metti nella carta di fondazione della tua Società (la COSTITUZIONE) una simile sanissima e sensatissima affermazione…. E poi la smentisci nei fatti andando ad estorcere anche l’ultima stilla di sangue ai tuoi figli ???
Allora non è di Democrazia che stiamo parlando bensì di una autentica e brutale DITTATURA !!!


Fonte: ses di ORAZIO FERGNANI, in  AlbaMediterranea  26 aprile 2012
Fonte: In Sovranità Popolare del 29 aprile 2012-05-06



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