Sotto l'Islam le
chiese vengono bombardate, bruciate e orinate.
La persecuzione dei
cristiani per mano dei musulmani, gennaio 2016
Nella foto a sinistra,
la chiesa assira delle Assemblee di Dio, a Teheran, in Iran. La chiesa è stata
confiscata illegalmente due anni fa dal regime, che ora vuole convertirla in
una moschea. Nella foto a destra, il 7 gennaio, ignoti vandali hanno
saccheggiato, danneggiato e ricoperto di scritte jihadiste la chiesa della
Luce, a Tizi-Ouzou, in Algeria.
- Subito dopo la
distruzione del monastero, in un'intervista, il colonnello Steve Warren,
portavoce della coalizione americana anti-Isis, interrogato sulla condizione
dei cristiani in Iraq, ha così risposto: "Non abbiamo alcuna prova
concreta che i cristiani siano diventati un bersaglio specifico".
- Il legislatore kuwaitiano Ahmad Al-Azemi ha
detto che lui e altri parlamentari si opporranno alla richiesta inizialmente
approvata di autorizzare la costruzione di nuove chiese perché questo
"contraddice la legge islamica della sharia". Egli ha aggiunto che le
autorità religiose islamiche sono unanimi nel vietare la costruzione di luoghi
di culto non musulmani nella Penisola arabica.
- "Abbiamo poche speranze
che ci possa essere un futuro per noi, cristiani siriaci, nella terra dei
nostri avi." – Padre Yusuf, capo dell'ultima famiglia cristiana costretta
a fuggire da Diyarbakir, in Turchia.
- In Pakistan,
l'ennesima ragazza cristiana è stata rapita da un gruppo di uomini musulmani,
costretta a convertirsi all'Islam e, all'età di 15 anni, a sposare uno dei suoi
rapitori.
ATTACCHI SFERRATI DAI
MUSULMANI CONTRO LE CHIESE CRISTIANE
Iraq: Lo Stato islamico ha
fatto saltare in aria il monastero cristiano di Sant'Elia, il più antico
del paese. Questo edificio, di più di 2.500 metri quadrati, si ergeva alle
porte di Mosul, da 14 secoli. Per diversi anni, prima del 2009, i soldati
americani hanno protetto e talvolta usato il monastero come cappella. "La
nostra storia cristiana a Mosul è stata barbaramente rasa al suolo", ha
detto un prete cattolico romano di Irbil. "Noi lo consideriamo un
tentativo di espellerci dall'Iraq, di eliminarci e di porre fine alla nostra
esistenza in questa terra." Eppure, in un'intervista, il colonnello Steve
Warren, portavoce della coalizione americana anti-Isis, interrogato sulla
condizione dei cristiani in Iraq subito dopo la distruzione del monastero, ha
così replicato: "Non abbiamo alcuna prova concreta che i cristiani
siano diventati un bersaglio specifico".
Kosovo: Alcuni musulmani hanno orinato in una chiesa
cristiana ortodossa di Pristina, la capitale. Il vicepremier Branimir
Stojanovic ha condannato la profanazione del Tempio di Cristo Salvatore:
"Orinare in un santuario è vergognoso, incivile, un atto di
vandalismo". (L'anno scorso, in Italia, dei musulmani hanno fatto a pezzi
una statua della Vergine Maria e hanno anche orinato
sui frammenti.) "È altrettanto vergognoso che la polizia sia rimasta a
osservare mentre i manifestanti entravano nel tempio e vi orinavano. I santuari
serbi (cristiani) in Kosovo vengono costantemente profanati", ha aggiunto
Stojanovic.
Algeria: Il 7 gennaio, ignoti vandali hanno
saccheggiato e danneggiato una chiesa protestante ricoprendo i muri di slogan
jihadisti. Mobili, oggetti di culto e denaro, per un valore di 7.300 euro
(8.000 dollari), sono stati trafugati dal tempio Tafat (luce, in berbero), a
Tizi-Ouzou, a un centinaio di chilometri da Algeri. Secondo il pastore Mustapha
Krireche, "i ladri hanno fatto irruzione all'interno della nostra chiesa
attraverso la finestra, per la presenza di una porta blindata, molto difficile
da forzare. (...) Hanno trafugato gli strumenti musicali come chitarre,
sintetizzatore, percussioni e apparecchiature audio, oltre a una stampante, una
cassetta delle offerte, una somma di denaro e altri oggetti". Gli
assalitori hanno lasciato impresso sui muri degli slogan islamisti del tipo
"Allah Akbar ["Allah è il più grande!"]". La chiesa era già
stata attaccata due volte: nel 2009, "una ventina di islamisti dei dintorni
hanno cercato di bloccare la congregazione per impedirle di pregare"; nel
2010, un gruppo di musulmani ha vandalizzato il tempio, cercando di darle fuoco
e danneggiando alcune bibbie e una croce.
Kuwait: Il deputato kuwaitiano Ahmad Al-Azemi ha detto
che lui e altri parlamentari si opporranno alla richiesta inizialmente
approvata di autorizzare la costruzione di nuove chiese perché questo
"contraddice la legge islamica della sharia". Egli ha aggiunto che le
autorità religiose islamiche sono unanimi nel vietare la costruzione di luoghi
di culto non musulmani nella Penisola arabica.
Mongolia: Alcuni giorni dopo le celebrazioni del
Natale, sono
stati gettati degli esplosivi nella stufa-camino di un'abitazione kazaka
che fungeva da chiesa. Di conseguenza, "i fedeli hanno deciso di non
riunirsi per un po'. Temevano nuovi attentati nelle loro case", ha detto
un capo religioso. Un gran numero di persone aveva partecipato alle funzioni
religiose e i cristiani del luogo pensano che questa massiccia partecipazione
avesse "fatto adirare alcuni musulmani locali, spingendoli a compiere
l'attacco".
Pakistan: Tre
chiese sono state attaccate.
1) In Punjab, è
stata incendiata la chiesa apostolica. L'edificio è stato dato alle fiamme
il giorno dopo una veglia di preghiera per l'Epifania, organizzata il 6
gennaio. Il pastore Zulfiqar della Chiesa apostolica ha detto che nell'incendio
sono andate bruciate bibbie e arredi sacri. Il movente pare sia legato a una
disputa tra cristiani e musulmani. I residenti cristiani accusano come sempre
la polizia di negligenza. "Tutti i cristiani vivono ora nella paura, il
fuoco mostra che una presenza cristiana non è bene accetta nella regione",
ha chiosato un abitante.
2) Akba Azhar, un
musulmano di 26 anni, ha
fatto irruzione nella chiesa della Vittoria a Kasur e ha bruciato alcune
bibbie e altri testi sacri. L'uomo è stato immobilizzato e trattenuto da un
gruppo di cristiani che lo hanno consegnato alla polizia. Nonostante la
blasfemia – contro ogni fede religiosa – sia punibile in Pakistan con la morte,
la polizia ha stabilito che si è trattato di un atto vandalico commesso da uno
squilibrato e pertanto non perseguibile penalmente. I cristiani locali non sono
d'accordo, insistendo sul fatto che l'uomo è perfettamente sano di mente. Sono
molti i cristiani che si trovano oggi nel braccio della morte perché accusati
di blasfemia contro l'Islam.
3) Un gruppo di
musulmani ha
occupato illegalmente una chiesa. La congregazione cristiana ha rinunciato
all'idea di riappropriarsi dell'edificio e ha accettato di partecipare a un
incontro conciliatorio organizzato dalla polizia. "Anziché discutere, i
musulmani, armati di pistole e machete, hanno attaccato nelle loro case le
famiglie cristiane", ha raccontato Bashir Masih, un cristiano del luogo.
Dopo aver confiscato la chiesa, i musulmani della zona "hanno reso quasi
impossibile" ai cristiani la professione della loro fede, anche nelle
abitazioni. "Abbiamo ottenuto l'autorizzazione scritta da parte del capo
della polizia, Rai Ijaz, per organizzare una preghiera collettiva di tre ore
nel cortile della casa di un cristiano...". La congregazione di circa
trenta cristiani aveva appena iniziato a pregare, quando è stata interrotta da
un 20enne musulmano, Rashid Jutt, che si era introdotto nell'abitazione. Il
giovane è stato subito fermato da un coetaneo cristiano, e i due hanno iniziato
a lottare, prontamente separati dai membri della comunità. Poi, mentre Jutt se
ne stava andando ha detto a gran voce che avrebbe "dato a tutti una
lezione". Per vendicarsi, il musulmano ha raccontato alla polizia che i
cristiani lo avevano legato e torturato. Quando poi i membri della comunità
cristiana sono stati ascoltati dagli inquirenti è stato loro consigliato di
soprassedere e di riconciliarsi con il giovane musulmano. Ma al nuovo incontro
conciliatorio Jutt non si è presentato. Piuttosto, una "trentina di uomini
armati di pistole, bastoni e machete hanno fatto irruzione nelle nostre case e
hanno aggredito i nostri figli". I cristiani hanno così chiamato la
polizia, che è arrivata con calma e "non ha arrestato nessuno dei
musulmani. (...) Noi pensiamo che l'intera comunità musulmana ci sia ostile per
aver tentato di opporci alla loro aggressione. (...) Anche la polizia locale,
sta dalla parte dei musulmani, visto che sono stati condotti dei raid per
arrestare i ragazzi cristiani, mentre non è stato compiuto alcuno sforzo per
arrestare Jutt e i suoi complici, contro i quali abbiamo sporto denuncia",
ha dichiarato Masih.
Sud Sudan: Alcuni estremisti musulmani del Sudan, un
paese in cui viene applicata la Sharia, sono sospettati di aver incendiato
una chiesa ubicata in una zona dove la maggioranza della
popolazione è cristiana. Il 16 gennaio, al loro risveglio, i fedeli della
Chiesa sudanese di Cristo nel campo profughi di Yida hanno visto il loro luogo
di culto avvolto dalle fiamme. "Sono venuto a sapere che gli incendiari
sono stati mandati apposta dal Sudan", ha raccontato un anonimo leader
religioso. Il fuoco è stato appiccato all'interno e all'esterno della
struttura, distruggendo tutte le sedie, il pulpito e alcune copie della bibbia
in arabo. La settimana successiva la funzione religiosa si è tenuta a cielo
aperto, tra i resti della chiesa fatta di mattoni, alla presenza di 200 fedeli.
Egitto: Il 22 gennaio, un ordigno artigianale è stato
rinvenuto nei pressi di una chiesa. Padre Paul della Chiesa ortodossa copta ha scoperto quello
che ha descritto come "un corpo estraneo" accanto al bidone della
spazzatura, all'esterno della chiesa della Vergine Maria, ad Aswan. Egli lo ha
portato alla polizia per analizzarlo e si è scoperto che si trattava di una
bomba rudimentale. Le forze di sicurezza hanno inoltre arrestato
10 cristiani copti con l'accusa di aver costruito un muro intorno a un
pezzo di terreno vuoto per ingrandire la loro chiesa o forse per costruirne una
nuova. Nel villaggio di Abu Hannas, nella provincia di Samalout, del
governatorato di Minya, già esiste una chiesa, ma è troppo piccola per la
numerosa popolazione cristiana del villaggio. Pertanto, la chiesa ha acquistato
un pezzo inutilizzato di terra adiacente ad essa, sperando di poter ampliare
l'attuale struttura o di costruirne una nuova.
Iran: Le autorità della Repubblica islamica stanno
cercando di convertire la chiesa cristiana assira di Teheran in una
moschea. La chiesa è stata illegalmente confiscata due anni fa, quando ai
capi religiosi era stato detto che al suo posto sarebbe sorto un luogo di culto
islamico.
Indonesia: Le autorità della provincia di Aceh,
governata dalla Sharia, intendono rimuovere
le tende costruite dai cristiani come luoghi di culto, dopo che loro chiese
erano state demolite dalle autorità locali alla fine dello scorso anno in
risposta alle violenze musulmane contro le chiese. Gli attacchi hanno provocato
un morto e la fuga di migliaia di cristiani. Il governo sostiene che le
rimozioni erano previste da un precedente accordo, poiché le tende erano state
costruite esclusivamente per le funzioni religiose natalizie – affermazione che
i leader cristiani contestano fermamente. Quando la polizia della Sharia e
altri funzionari, all'inizio di gennaio, si sono presentati per procedere alla
rimozione, i fedeli hanno opposto resistenza. "Madri, bambini e giovani li
hanno bloccati. Il loro rifiuto è stato categorico", ha detto un pastore.
Due tende-chiesa sono state distrutte.
Turchia: Una chiesa siro-ortodossa di Diyarbakir, un
"sito
di rara bellezza che è patrimonio dell'umanità", pare essere stata
distrutta durante i combattimenti tra l'esercito turco e il Pkk curdo. Padre
Yusuf, parroco della chiesa, e capo dell'ultima famiglia cristiana costretta a
fuggire dall'area, ha dichiarato: "Mia moglie ed io siamo riusciti a
fuggire con grande difficoltà. (...) Pochi giorni fa, abbiamo mandato via i
nostri figli per metterli al sicuro. Mia moglie ed io non avremmo però voluto
abbandonare questa chiesa antica", che simboleggia l'ultima presenza
vivente degli aramei in questa che un tempo era una fiorente città aramea.
"Abbiamo saputo
che i combattimenti si stavano avvicinando e la terra ci è tremata sotto i
piedi. Soprattutto mia moglie si è terribilmente spaventata e pertanto abbiamo
deciso di comune accordo di scappare per salvarci la pelle. (...) Nemmeno a
casa o in chiesa eravamo al sicuro. Siamo stati molto provati psicologicamente
da quello che abbiamo vissuto. (...) Non sappiamo cosa sia accaduto alla nostra
chiesa, perché non abbiamo avuto il coraggio di voltarci a guardare, mentre
fuggivamo. Abbiamo poche speranze che ci possa essere un futuro per noi,
cristiani siriaci, nella terra dei nostri avi."
I massacri dei cristiani per mano dei musulmani
Pakistan: Almeno tre cristiani sono stati violentati
e/o torturati a morte da musulmani.
1) Un gruppo di uomini musulmani si è recato in un quartiere
cristiano, ha rapito un bambino di 7 anni per poi sottoporlo a
uno stupro di gruppo prima di strangolarlo con una corda. Il corpo del
piccolo è stato ritrovato il giorno dopo in un campo dagli abitanti del posto.
"L'autopsia ha rivelato che il bimbo è stato brutalmente violentato prima
di essere ucciso.. I sospetti appartengono a ricche famiglie ed erano ubriachi
quando hanno rapito il bambino, lo hanno portato via e lo hanno stuprato",
ha detto un abitante.
2) Una settimana dopo, altri giovani musulmani, a quanto
pare anch'essi "ricchi e ubriachi", a bordo di un veicolo hanno
abbordato tre ragazze cristiane che stavano tornando a casa dal lavoro. Le
hanno molestate sessualmente dicendo loro che "le ragazze cristiane sono
destinate esclusivamente a una cosa: al piacere
degli uomini musulmani". Quando le ragazze hanno cercato di scappare,
i musulmani le hanno inseguite con l'auto e le hanno investite, uccidendo la
più giovane, di 17 anni.
3) Liaqat Masih, un cristiano di Gujranwala, è stato torturato
a morte dalla polizia che cercava di fargli confessare un furto ai danni
del suo datore di lavoro musulmano. Anche Khurram, il figlio di Liaqat Masih,
47 anni, è stato torturato dalla polizia per la stessa ragione; l'uomo ha
assistito alle brutalità subite dal padre prima di morire. La polizia ha
spogliato nudo Liaqat Masih, lo ha fatto sedere su una sedia, gli ha legato le
mani dietro la schiena, e lo ha appeso al soffitto, lussandogli le spalle. Ogni
volta che la corda veniva allentata e i piedi dell'uomo sfioravano il
pavimento, un poliziotto tirava la corda e lo sollevava continuando a tenere in
tensione le sue braccia e le spalle slogate. Poiché padre e figlio continuavano
a professarsi innocenti i poliziotti hanno continuato a picchiare il padre con
mazze di legno. Dopo circa un'ora di pestaggio, le guardie hanno notato che
Liaqat non respirava più. Così hanno allentato la corda e fatto scendere il
corpo adagiandolo a terra in un mare di urina. I medici che hanno praticato
l'autopsia sul cadavere hanno detto che l'uomo è morto per arresto cardiaco, ma
non hanno fatto alcuna menzione delle numerose lesioni ed ecchimosi causate dal
pestaggio.
Bangladesh: L'Isis ha rivendicato l'uccisione
di un musulmano di 85 anni accusato di essersi convertito al Cristianesimo.
Il corpo dell'uomo è stato ritrovato in una specie di bara con il petto
ricoperto di sangue. Pare sia stato pugnalato a morte nella sua bottega di
medicina omeopatica. Secondo il comunicato, "i soldati del califfato hanno
eliminato l'apostata, 'Samir al-Din', accoltellandolo". Anche se il figlio
della vittima ha dichiarato che l'uomo non si era mai convertito al
Cristianesimo e pregava regolarmente in direzione della Mecca, One Way Church
non è d'accordo, asserendo che l'uomo aveva partecipato a "una cerimonia
religiosa nella chiesa del villaggio di Gopinathpur, il 3 gennaio, e che aveva
raccontato ad altre persone che la sua vita era in pericolo". La polizia
locale ha detto che "la chiesa locale ci ha mostrato i documenti
attestanti la sua conversione al Cristianesimo nel 2001".
Siria: In un attentato dinamitardo sferrato in un
quartiere a maggioranza cristiana sono rimaste uccise
tre persone e ferite altre dieci. L'attacco è avvenuto il 24 gennaio nella
città curda di Qamishli. Mentre circolano voci che ci sia l'Isis dietro questo
episodio di volenza, secondo un leader cristiano, "molte persone pensano
che dietro l'attentato ci potrebbero essere mandanti ed esecutori curdi. Si
tratta di un altro fattore inquietante di questa guerra: c'è il terrorismo, ma
talvolta non si sa chi davvero ci terrorizza".
Dhimmitudine
Germania: In una lettera indirizzata al ministro
federale per gli affari speciali, Hegumen Daniil, padre superiore del monastero
San Giorgio il Vittorioso di Gotschendorf, e membro del Comitato per
l'integrazione della Cancelleria federale tedesca, ha scritto:
Nei campi profughi, i rifugiati cristiani provenienti dalla
Siria, dall'Eritrea e da altri paesi sono esposti umiliazioni, caccie all'uomo
e molestie brutali per mano dei loro vicini musulmani. Questo riguarda anche la
minoranza religiosa yazida. Gli episodi in cui le umiliazioni si trasformano in
lesioni e minacce di morte sono frequenti. (...) Secondo la tradizione
islamica, essi [gli ex musulmani, che sono particolarmente a rischio] devono
essere puniti perché si sono allontanati dall'Islam. Subiscono forti pressioni
e temono per la loro vita, perché come "rinnegati" hanno perduto ogni
diritto su di essa agli occhi dei musulmani radicali. (...) I numerosi
cristiani provenienti dal Medio Oriente vengono sottoposti a molestie talmente
gravi che vogliono tornarsene nel loro paese d'origine, dove la situazione in
cui versano sembrerebbe loro essere un male minore rispetto a ciò che subiscono
nei centri di accoglienza in Germania.
Egitto: "Le tombe dei copti (i cristiani
d'Egitto) vengono trasformate in discariche". È questo il messaggio
di padre Ayoub Yousef, che è a capo della chiesa cattolica copta di St. George,
nel villaggio di Dalga, nella provincia di Minya nell'Alto Egitto. Secondo
questo sacerdote, i cimiteri cristiani versano in uno "stato pietoso"
e tutti tipi di liquami e rifiuti vengono scaricati lì fino al punto di
ricoprire le tombe. Egli ha presentato numerose denunce al primo ministro e a
molte altre autorità ma "invano, al punto che la situazione è diventata
inaccettabile" e ha chiesto "un intervento immediato".
Inoltre, nel corso di un programma televisivo egiziano trasmesso il 18 gennaio, Ahmed 'Abdu
Maher, un avvocato, ha denunciato al Azhar, la più antica e prestigiosa
università del mondo, con l'accusa di radicalizzare i propri studenti. A titolo
di esempio, egli ha detto: "C'è un libro di al Azhar, che prevede la rasatura
forzata della testa dei copti, l'imposizione di un segnale sulle loro
abitazioni [in modo che i musulmani sappiano che lì abita un 'infedele'] e il
rifiuto di stringere loro la mano". Si dà il caso che lo Stato islamico e
i gruppi musulmani simili a esso ne fanno un vanto di non stringere la mano ai
cristiani "impuri" – un capo religioso egiziano ha dichiarato di
trovare i cristiani
particolarmente 'ripugnanti' – e che le case dei cristiani dovrebbero
essere contrassegnate da segnali, come ha fatto l'Isis a Mosul e altrove,
marchiando con la lettera "N" dell'alfabeto arabo (che sta per
Nasrani ossia cristiano) le abitazioni dei cristiani. Viene anche praticata la
rasatura forzata della testa. Nel 2013, i gruppi jihadisti, in Libia, hanno
rapito un centinaio di copti e li hanno torturati, rasandogli
anche la testa.
Turchia: Su quasi due milioni di profughi siriani
presenti in Turchia, 45.000 sono cristiani e ritengono che le loro condizioni
di "vita
siano appena migliorate". Molti devono fingere in pubblico di essere
musulmani per evitare di essere aggrediti e limitano la professione della fede
cristiana alla sfera privata, nelle tende e nelle abitazioni. Secondo molte
testimonianze, "gli armeni, un altro gruppo di profughi presenti in
Turchia, sono vittime di aggressioni. Nel dicembre 2012, Zadig Kucuk ha trovato
la madre di 85 anni morta assassinata nella sua casa, anche se viveva in seno
alla grande comunità armena di Istanbul. Una grande croce cristiana era stata
incisa sul suo petto. Si parla anche di rifugiati che sono stati
decapitati".
Iran: Invece di ricevere le cure mediche di cui aveva
bisogno, un prigioniero cristiano è stato condannato
a una pena supplementare di cinque anni di reclusione. Ebrahim Firouzi è
stato arrestato una prima volta nel 2013 dagli agenti della Repubblica
islamica. È stato poi condannato da un tribunale a un anno di carcere e a due
anni di esilio. Dopo aver scontato la sua pena, l'uomo è stato accusato di
"agire contro la sicurezza nazionale" ed è rimasto in prigione,
nonostante soffra da più di un anno dolori acuti nella parte sinistra del petto
e le sue condizioni siano peggiorate negli ultimi tre mesi.
Kazakhistan: Yklas Kabduakasov, un convertito
dall'Islam, dopo aver impugnato in appello la sentenza di un tribunale di
Astana, la capitale del paese, che lo condannava a sette anni di arresti
domiciliari, si è visto confermare la condanna alla quale sono stati aggiunti due
anni di duro lavoro in un campo di prigionia. Questo padre di otto figli
era stato arrestato lo scorso anno con l'accusa di "incitamento all'odio
religioso". Condannato lo scorso novembre, gli era stato concesso di
tornare a casa per scontare la pena di sette anni, agli arresti domiciliari. I
cristiani locali ritengono che il reale motivo del suo arresto sia stata la
conversione religiosa dall'Islam al Cristianesimo e la condivisione della sua
fede cristiana con i musulmani.
Mali: Una missionaria svizzera, che era stata rapita per 10
giorni nel 2012, è stata nuovamente sequestrata a Timbuctu. All'alba dell'8
gennaio, Beatrice Stockly è stata portata via dalla sua casa da uomini armati
che sono arrivati a bordo di quattro fuoristrada. I gruppi islamisti sono
attivi nell'area in cui vive la missionaria e dove nelle settimane precedenti
avevano lanciato due attacchi, uno dei quali contro un'emittente radiofonica
cristiana poco prima di Natale, in cui sono morte 25 persone. Nel 2012, quando
i jiahadisti avevano il controllo della zona, la professione del Cristianesimo
era vietata e le chiese e altri luoghi di culto sono stati profanati e
saccheggiati.
Pakistan: L'ennesima ragazza
cristiana è stata rapita da un gruppo di uomini musulmani, costretta a
convertirsi all'Islam e, all'età di 15 anni, a sposare uno dei suoi rapitori.
La ragazza, Saima Bibi, era sola in un villaggio del distretto di Kasur, quando
è stata sequestrata. La famiglia ha presentato una denuncia alla polizia contro
i suoi rapitori. I genitori sperano che l'aver fornito un certificato di
nascita per attestare la minore età della ragazza si rivelerà utile al caso,
poiché in Pakistan, l'età minima legale per contrarre matrimonio è 16 anni.
Tuttavia, la polizia ha già confermato che Saima si è convertita all'Islam e i
funzionari sono in possesso dei documenti che comprovano il matrimonio.
A proposito di questa serie di articoli
Anche se non tutti i musulmani, o gran parte di loro, sono
coinvolti, la persecuzione dei cristiani è in espansione. Il tema "La
persecuzione dei cristiani per mano dei musulmani" è stato sviluppato per
raccogliere alcuni – ma non tutti – i casi di persecuzione che vengono a galla
ogni mese.
Esso documenta ciò di cui i media tradizionali spesso non si
occupano.
Indica che questa persecuzione non è casuale ma sistematica
e avviene in tute le lingue, etnie e in ogni luogo.
Raymond Ibrahim
è l'autore di Crucified
Again: Exposing Islam's New War in Christians (pubblicato dalla casa
editrice Regnery in collaborazione con il Gatestone Institute, nell'aprile
2013).
Fonte: da Gatestone Institute, del 13
marzo 2016
Nessun commento:
Posta un commento